Due giorni a Lodi, che quest’anno smentisce se stesso regalando un sabato soleggiato e una domenica a cielo grigio ma senza pioggia, quasi un oltraggio alla tradizione.
La frequentazione di questo raduno è un classico che non si può mancare, un rituale consolidato che si ripete con vero piacere.
Quando arrivi, e la 2cv si prepara a tirare un po’ il fiato pregustando il giusto riposo, già la sosta al gazebo dell’iscrizione ti fa sentire a casa. L’atmosfera è accogliente e amichevole, saluti a destra e a manca, il tempo di posteggiare convenientemente e sei sull’ottovolante dei vecchi e nuovi incontri.
E’ un piacere che si rinnova, uno scambio di conversazioni, momenti conviviali, conoscenza di nuove persone, abbracci a tenaglia con cui circondare gli amici.
Questo mondo apparentemente ripetitivo non mi stanca, anzi mi seduce sempre più, soprattutto ora che, dopo averle ossessivamente consumate con gli occhi, penetrate visivamente in ogni dettaglio, le 2cv sfumano in secondo piano, quasi vittime di una mia crisi di rigetto. Ed è qui che l’esperienza del radunista si arricchisce trasferendosi, dal mezzo osannato, alle persone.
In più c’è questo giochino dello scoprire chi si cela dietro il nick name del forum, una specie di caccia all’uomo per riunire il mondo virtuale a quello reale.
Il successo di un raduno si misura quando te ne vai, con quel prolungamento di sensazioni per cui, alla fine, ti sembra sempre di non averne approfittato abbastanza e di non essere riuscito a parlare con tutti.
Ho gradito molto il ritorno in piazza nel centro di Lodi, le 2cv schierate a parcheggio e la possibilità di deambulare per le vie del centro storico.
Tra i nuovi duecavallisti ho conosciuto Tio-tio e la sua dama, gli occhi come pozzette di luce azzurra, il non meno spilungone (Teno?) (mi scuso se sbaglio ma la mia memoria sui nomi è in fase calante; ricordo invece molto bene la fisionomia) e sua moglie, deliziosamente elegante nel look con svolazzi di foggia orientale.
Teno, se è lui, mi ha avvicinato, individuandomi grazie al forum, ed è stato un piacere fare la sua conoscenza e quella di sua moglie. Prima della mia partenza entrambi mi hanno anche omaggiato di due pacchi di prodotti bio, che coltivano direttamente, e queste sono piccole splendide cose che ti fanno sentire bene, come quando si entra in un posto caldo e ben illuminato.
Anch’io ringrazio dunque l’organizzazione, Oreste e tutto lo staff, ormai una garanzia di impeccabilità, e tutti gli amici che mi hanno fatto compagnia.
Al ritorno, sull’autoroute verso Torino, la 2cv si abbassava e rallentava sempre di più, per tutti i personaggi che erano saliti a bordo.
C’erano Pietro, Pippi, Francesca, Dany, Ludo, Luda e Ludini, Stefano, 10nico, capitan Pelligra e Gabriella, Bulè, Sergio Zoccolo, suo fratello, Mariotto Ami 8 e il clan delle Penne Bianche, che non desiste punteggiando di capelli argentati il parco della Colonia Caccialanza, il Benny, Stefano, Teno e consorte, Fabrizio il rasta, il figlio di Flavio, il pastaio, la sua ragazza e il cane Kenia, Gabriele, Sert, Luca Jack e Roxy e figlioletti, Tio tio, Ginin, Macmax, gli erbivori Claudio e Ivana, l’ottantaduenne solitario, coriaceo e baffuto di Cuneo con cui ho passeggiato nel centro di Lodi, quelli di cui non ho mai imparato il nome, due ragazzi giovanissimi con la Charleston uguale alla mia, qualcuno che avevo intravisto al mondiale di Vinadio e tutti quelli che dimentico o che conoscerò soltanto la prossima volta.
A loro tutti ancora i miei ringraziamenti e il mio arrivederci.
Ed ecco qui alcune delle mie foto:

Ma chi non vorrebbe una targa così?
Ed ecco una galleria di personaggi ormai di consumata fama: da sinistra, Tad, Ginin, Macmax, la lady di Tio-tio, Bibo, Tiotio, Mariotto

Ed ecco qui sopra il grande Jack, prelevato di peso da facebook e riportato a casa.



P.s. prima di chiudere, un piccolo dettaglio: arrivo al casello di Milano e la signora, che mi porge il resto, illumina, di un sorriso che giunge alle orecchie, il viso che ha salutato la giovinezza “Ah, la deux chevaux, che bella, ce l’avevo anch’io quando avevo 18 anni ed ero incinta di mia figlia!”
E’ un attimo e sono di nuovo via, non proprio col vento in poppa, ma con la certezza che quest’auto magica si sia ripresa il suo ruolo da protagonista.
Io scompaio al volante, non sono nessuno, la star è lei, lei che fa girare la testa, lei che non cede il centro della scena, una prima donna a tutti gli effetti, vecchia e giovane, audace e sbarazzina, lamiere e pezzi meccanici che rumoreggiano durante il viaggio e lo fanno brillare di emozioni fino al portone di casa.
