Musei automobilistici

Aperto da CaravanPetrol, 17 Ottobre 2018, 17:20:50 PM

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CaravanPetrol

 
Considerato che Scarabeo non ha visitato il Autostadt, il parco-museo del gruppo Volkswagen che ha sede a Wolfsburg, ho pensato che potrebbe essere utile aprire una discussione dedicata specificamente ai musei automobilistici.

Autostadt - la Città dell'Auto - non è solamente un luogo dove si conserva il passato della casa tedesca, ma è un grande parco naturale dove a ogni marchio del gruppo è dedicato un padiglione di grande interesse architettonico. Fra prati, canali navigabili e ardite costruzioni, anche chi non è particolarmente appassionato di automobili può trascorrere una bellissima giornata.
Ho visitato un paio di volte questo "museo" aperto nel maggio del 2000 e in continua evoluzione, e in entrambi i casi un'intera giornata non è stata sufficiente per visionare tutti i padiglioni. Quindi mi riprometto di tornarci appena possibile, forse già nella prossima estate, acquistando il biglietto che dà diritto all'ingresso per due giorni consecutivi.
Consiglio una visita anche ai gruppi familiari con bambini, che certamente non si annoieranno.














Sognatore pragmatico. Vegetariano e (quasi) astemio. Bicilindrico dal 1972. Viaggiatore in 2CV. Inadatto ai social e ai bar. W la differenza!
Caravan Petròl, con l'accento sulla "O", è una canzone ironica e pacifista del 1958, di Renato Carosone e Nicola Salerno.
www.caravanpetrol.it. Bruno Pelligra

SCARABEO

Bravo. Hai fatto bene ad aprire un Topic apposito.
È sempre bello dare degli spunti e delle idee per una prossima vacanza.
Io non ho visitato moltissimi musei.
Nell'ordine:
- quello dell'auto di Muhlouse - Fantastico - Enorme
- Peugeot, a pochi km dal primo, mi è piaciuto molto.
- Porsche. Bel museo, moderno. Ma piccolino
- Mercedes - stratosferico - Gigantesco.
- Conservatoire Citroen - un paciugo. Moltissime auto ma ammassate in malo modo.
- Rolls Royce a Dornbirn ia Austria, sul confine Svizzero - Niente di ché, piccolo, auto ammassate e un pò tutte uguali
- Autobau a Romanshorn (Svizzera) solo auto da corsa ma magnifico
- Ferrari - brutto, piccolo, mal curato.
- Auto Museum Wolfegg - Germania - confine Svizzero - Piccolissimo museo (privato) specializzato in carrelli monoruota
www.citroen.page.tl  -  Ottimista è colui che vede nella grandine l'inizio di un grande Mojito - Franco

bibino59

Consiglio in aggiunta di visitare anche BMW a Monaco, una libidine anche per i non cultori della marca.
(felice)
Uno che si diverte a guidare una 2cv NON PUO' essere cattivo.

La cosa più preziosa che abbiamo in assoluto è il tempo. I soldi vanno e vengono, se ce li rubano li possiamo anche rifare; il tempo va solo e non ritorna. E soprattutto nessuno di noi può' sapere quanto ne ha a disposizione.  R.G.

CaravanPetrol

 
Quello BMW mi manca, cercherò di... riparare.

Aggiungo qualche altra foto di Autostadt che avevo in un altra cartella.






Sognatore pragmatico. Vegetariano e (quasi) astemio. Bicilindrico dal 1972. Viaggiatore in 2CV. Inadatto ai social e ai bar. W la differenza!
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Watson

Personalmente non ne ho visitati molti di musei, in tutto sono solo 2.... ma entrambi a chilometri 0 (da perfetto ecologista o bogianen  (muoio))


Il primo è quello più conosciuto ed è il MAuTo di Torino


Il museo dell'automobile di Torino venne costruito nel 1960 nell'area dove vennero svolti i festeggiamenti per i 100 anni dell'unità d'Italia, la costruzione si affaccia sulla collina ed è costituita da una imponente facciata convessa sostenuta da una trave reticolare che poggia su 4 enormi pilastri (fonte wiki), due maniche lo collegavano ad un secondo edificio, tra essi un giardino d'inverno posto nel cortile, l'ingresso dal corso avveniva sottopassando l'enorme facciata.









All'interno è presente una collezione storica curata da Carlo Biscaretti di Ruffia figlio di Roberto primo presidente dell'Automobile Club e tra i fondatori della Fiat, il suo impegno a trovare una sede adeguata per i modelli storici salvati fu premiato solo dopo la sua morte con la costruzione che si poteva vedere fino al 2011, quando un grande lavoro di ristrutturazione trasformarono l'originale edificio in quello visitabile oggi.


Otre ad aver modificato la struttura, la nuova ristrutturazione ha modificato il percorso espositivo, se prima era solo un contenitore di auto posizionate al suo interno, ora è un percorso scenografico in cui ogni vettura è posta in una esposizione contestualizzata, di solito in un'ambiente molto scuro che rende fascinoso il giro, ma che alla lunga stufa (intendo a chi come me l'ha visto molte volte), però è da vedere, su questo non ci sono dubbi, neh  ;D


Iniziamo dalla facciata in cui spicca un elemento essenziale per una visita come si deve  (guid)



ora rispetto alla versione precedente, l'ingresso avviene dal grande edificio posto sulla collinetta



la struttura è stata ampiata e rivestita con una struttura avvolgente che lo rende più dinamico e simpatico (dipende dai gusti)



dentro il giardino d'inverno è stato eliminato ed il cortile risulta ora coperto



l'esposizione inizia dall'alto fino a scendere al piano terreno dove ci sono gli spazi espositivi per le collezioni temporanee, qui di seguito posto senza commentarle le foto delle Citroen e poi di alcune auto che mi sono venute particolarmente bene (sapeste quante foto orribili ho fatto dentro quell'ambiente scuro e poco fotogenico  (stupid))

Buona visione  (felice)




















Per info http://www.museoauto.it/website/it
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

CaravanPetrol

 
Il boom dell'automobilismo storico era in piena espansione quando, sul finire degli anni Novanta, acquistai la Guida ai musei d'Europa di automobili, moto e cicli.
Basandomi in parte sulle indicazioni di quel volume, ma anche su quanto mi capitava di leggere sulla stampa specializzata, cominciai a visitare sistematicamente tutte le collezioni pubbliche e private di auto d'epoca che si trovavano nelle zone del nostro paese in cui mi trovavo più o meno occasionalmente, ma anche all'estero quando ero in giro per vacanza.
È stato così che, di musei dedicati all'evoluzione dell'automobile, ne ho visitati parecchi, sicuramente molte decine.



Ricordo bene il museo torinese Carlo Biscaretti di Ruffia, con le sue centinaia d'auto allineate come in un parcheggio, che non mi fece una buona impressione al di là dei pezzi di grande valore storico che poteva vantare. Sì, perché in verità ciò che ricerco e apprezzo in una collezione non è tanto il valore assoluto dei mezzi che la compongono quanto il suo potere "evocativo", le emozioni che riesce a comunicarmi. E in questo rivestono un ruolo fondamentale l'ambientazione dei veicoli e, non ultimo, il valore architettonico dell'edificio che li ospita.
Forse non sono il solo a pensarla così se le sedi museali più recenti, come lo stesso MAuTo, finiscono per assegnare un ruolo centrale all'allestimento scenico e alla multimedialità, talvolta a scapito dello stesso rigore storico-filologico dei pezzi esposti (la 2CV in stile "hippy" del museo torinese, pur accattivante, farebbe inorridire il meno esigente dei collezionisti).
Ho visitato anche il celebre Musee National de l'Automobile di Mulhouse citato da Scarabeo, centinaia di preziose auto allineate sotto un'interminabile sequenza di lampioni in stile antico, ma confesso che mi è rimasta più impressa l'atmosfera di alcuni minuscoli garage della campagna inglese in cui il proprietario di una mezza dozzina di rottami ti offriva il tè in un angolo appositamente predisposto del suo museo personale.
E cosa non darei per tornare in quel frammento dei Sixties dove il curatore di una (storicamente) modesta collezione a due e quattro ruote magnificava i suoi tesori col sottofondo dei Beatles diffusi da un juke-box...

Per integrare le belle immagini di Tony/Watson, aggiungo alcuni scatti realizzati nel museo torinese in versione 2.0, che può essere ripetutamente visitato perché, come molte strutture di concezione moderna, rinnova periodicamente l'allestimento di alcune sale (io ero andato espressamente per una rassegna dedicata ai grandi viaggi su strada e fuoristrada).





A completamento dello spazio dedicato al marchio tedesco (v. Autostadt di Wolfsburg), pubblico alcune foto della "fabbrica di vetro" che la Volkswagen ha costruito nel centro di Dresda per dimostrare come sia possibile insediare uno stabilimento compatibile con l'ambiente nel cuore di una grande città.
Imbattendomi in quella costruzione trasparente (in ogni senso), pensai bene di chiedere se era possibile visitarla. Nel giro di una decina di minuti arrivò un elegantissimo funzionario in completo grigio che, dopo avermi mostrato una piccola collezione di veicoli storici, mi portò sulle linee di produzione, purtroppo ferme perché erano gli ultimi giorni dell'anno e le maestranze erano in vacanza.
Trascorsa poco meno di un'oretta, e senza che mi venisse richiesto alcun contributo per quella visita guidata, il giovane funzionario si congedò. Qualche minuto più tardi, concluso il suo turno lavorativo, l'avrei visto allontanarsi in giubbotto di cuoio alla guida di una potente motocicletta.
Uscendo da quell'edificio di cristallo mi sembrò di scendere da un'astronave.







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CaravanPetrol

 
Ormai molti anni fa, transitando nei dintorni di Ingolstadt, mi chiesi se la città dell'Audi ospitasse un museo dedicato al grande marchio tedesco.
La mia curiosità venne premiata ed ebbi così la possibilità di visitare un modernissimo edificio al cui interno era esposta con gusto ed eleganza la storia del costruttore.
Devo confessare che, davanti a tanta raffinatezza (le hostess indossavano divise in sintonia cromatica con gli ambienti, e perfino i fiori sapientemente distribuiti  nella hall erano in tono con gli arredi), mi sentii un po' imbarazzato nella mia tenuta "da viaggio" che, in verità, non differisce molto da quella casual di tutti i giorni.
Annesso ai locali del piano terra c'era anche un jazz-club che la sera proponeva un programma ricco di eventi e nomi più o meno famosi.
Come ciliegina sulla torta ricordo di avere pagato un biglietto d'ingresso veramente contenuto che oggi, da una ricerca effettuata in rete, ammonta a ben 2 euro parcheggio compreso!
Un investimento in immagine dunque, la stessa purtroppo appannata dalle vicende del dieselgate.










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nomad

 (felice) Bellissimi scatti, grazie Bruno.

CaravanPetrol

 
Non è difficile quando il soggetto è costituito da belle auto sapientemente esposte e bene illuminate.

(felice)
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m.real

 (felice) Voglio contribuire un po anche io a questo 3D aperto da Bruno( (bravo) (compl)
Dunque su un vecchio numero di Ruoteclassiche (febbraio 1989) c'e un servizio sull'avvincente storia del museo di Mulhouse ,una storia  molto avvincente e ricca di colpi di scena ,la pubblico cosi come e stata scritta su Ruoteclassiche ,sperando di fare cosa gradita agli amanti di storie di automobili.
in fondo al tunnel ce sempre una luce

CaravanPetrol

 
Comprendo bene quanto l'approccio di Ruoteclassiche possa essere distante dal mio modo di vivere l'automobilismo storico. Del resto ho dichiarato apertamente che mi emoziona di più una vecchia utilitaria popolare che un raro pezzo da collezione.
Comunque ti ringrazio per avere riprodotto il contenuto del servizio e per avere apprezzato l'apertura di questa discussione che spero venga arricchita dai contributi di tutti.
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m.real

Citazione da: CaravanPetrol - 25 Ottobre 2018, 22:42:03 PM

Comprendo bene quanto l'approccio di Ruoteclassiche possa essere distante dal mio modo di vivere l'automobilismo storico. Del resto ho dichiarato apertamente che mi emoziona di più una vecchia utilitaria popolare che un raro pezzo da collezione.
Comunque ti ringrazio per avere riprodotto il contenuto del servizio e per avere apprezzato l'apertura di questa discussione che spero venga arricchita dai contributi di tutti.
(felice) (superok)
in fondo al tunnel ce sempre una luce

CaravanPetrol

 
E veniamo in casa Citroën.

In attesa che apra le porte il museo ufficiale della Casa del Double Chevron, agli appassionati del marchio francese non resta che visitare le collezioni private aperte al pubblico o le esposizioni temporanee allestite in occasione di eventi come l'annuale raduno nazionale riservato alle 2CV che si tiene in Francia nella stagione primaverile.
Infatti sarebbe ingeneroso valutare con gli stessi parametri con cui si considera un normale museo automobilistico quello che fino ad oggi è stato solo un ricovero per gli esemplari più rari e prestigiosi della marca d'oltralpe. Mi riferisco al Conservatoire Citroën, che purtroppo non ho avuto l'occasione di visionare dal vero perché normalmente è aperto solo a gruppi organizzati dai club di marca, e non potrò più visitare perché l'intera collezione - come ho accennato - è prossima a trasferirsi in una sede più prestigiosa.

Tornando alle collezioni private, il Citromuseum di Castellane in Alta Provenza riunisce oltre un centinaio di vetture storiche della gamma francese raccolte nel corso di quarant'anni da Henri Fradet.
Oltre al loro valore collezionistico (come la famosa DS con châssis n. 32, considerata il più vecchio esemplare al mondo di questo modello, o il secondo HY mai prodotto), le auto si caratterizzano per il loro bassissimo chilometraggio. Alcune di esse non sono mai state immatricolate e non hanno circolato.
Se poco si può eccepire sull'encomiabile lavoro di ricerca svolto dal proprietario, il Citromuseum risente di una concezione espositiva ormai obsoleta, che vede tutte le vetture allineate a spina di pesce dietro a un cordone che dovrebbe evitare ai curiosi di avvicinarsi troppo. Solo recentemente è stata ricreata l'ambientazione di una vecchia stazione di servizio Antar che rende più accattivante e varia la visita.
C'è da aggiungere che oggi un privato non potrebbe mai reggere il confronto con le strategie d'immagine messe in atto dalle case automobilistiche per valorizzare il loro prodotto e il suo passato.
Il museo Citroën di Castellane è stato oggetto di un ampio servizio a firma di Sonja Vietto Ramus sul numero del ventennale di Esprit 2CV distribuito tra i partecipanti al raduno 2CV di Castel del Rio 2018.
Per ulteriori informazioni: www.citromuseum.com




Ogni Rencontre Nationale des 2CV Clubs de France prevede uno spazio espositivo dedicato alla storia delle Deuche. Il club organizzatore dell'evento - che ruota a turno fra le associazioni di appassionati - propone ciò che le sue risorse economiche, i contatti e gli spazi disponibili gli consentono per ricordare il passato della 2CV o una sua parte.
Tra i musei "effimeri" che ricordo con più piacere c'è quello allestito a La Rochelle per il Nazionale Francese del 2015. Alcuni pezzi in esposizione li avevo già visti altrove, ma molte delle auto partecipanti ai raid storici costituivano un'anteprima assoluta per me e per tutti i presenti al raduno in quanto non erano mai stati esposti al pubblico prima di allora.





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m.real

in fondo al tunnel ce sempre una luce

CaravanPetrol

 
Che un museo non debba necessariamente essere qualcosa di cristallizzato nel tempo lo dimostra il dinamico Museo Piaggio di Pontedera, che propone un variegato programma di eventi legati alla musica, alla grafica, alla fotografia e ad altre espressioni artistiche, ricercando un aggancio all'oggetto stesso dell'esposizione, ovvero lo scooter Vespa creato da Corradino Ascanio, e ai tanti prodotti dell'ingegno e dell'italica industria concepiti nella cittadina toscana (aerei, treni, microvetture e molto altro ancora).

Situato all'interno dei capannoni restaurati che diedero vita all'epoca d'oro del nostro sviluppo economico, oltre alla mostra dei pezzi storici più rappresentativi il Museo ospita un ricco archivio tecnico-storico e un auditorium.
La struttura, che ebbi modo di visitare molti anni addietro trovandola avanzata anche sotto l'aspetto della comunicazione multimediale (faceva ricorso ai primi coloratissimi computer iMac a forma ovoidale), viene periodicamente rinnovata e quindi non è mai uguale a se stessa.
Questo mi ha consentito una seconda visita in tempi più recenti, e pure se il nucleo dei pezzi in esposizione è ovviamente immutato (la Vespa la fa da padrona), è facile trovare motivi d'interesse sempre nuovi che rendono piacevole un ritorno nello storico stabilimento di Pontedera.

Di buon gusto grafico e in continuo aggiornamento anche il sito web del Museo (www.museopiaggio.it). L'ingresso è gratuito, e non manca un'app da consultare prima e durante la visita.








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Watson

L'altro museo a chilometri zero da me visitato è uno molto particolare, conoscito da pochi racchiude un piccolo esempio della storia di una grande casa automobilistica torinese, il museo Fiat  (guid)



Allestito all'interno di uno dei primi stabilimenti Fiat a Torino, il museo è visitabile gratuitamente solo alla domenica, orario 10,00-19,00, dentro se si è fortunati alcuni volontari si prodigano in spiegazioni davvero interessanti.





Come accennato dentro si trova di tutto, dalle prime vetture prodotte le 4 HP alla prima trattrice la 702, prodotte probabilmente in questo o nello stabilimento che era presente dall'altra parte del corso.







L'allestimento è quello classico dei musei di una volta con le vetture posizionate negli spazi museali senza nessuna particolare scenografia, disposto su due piani ricavati da un grande salone industriale








Al piano terreno ci sono tutti i modelli automobilistici più una littorina ferroviaria, tra quelli che più mi hanno colpito c'è questa auto "infernale" dal nome alquanto evocatico....


.. la mefistofele >:D un diavolo di vettura con cui nel 1924 un signore inglese Sir Ernest Eldrige conquistò il record mondiale di velocità raggiungendo i 234,98 chilometri orari  (guid)




Oltre alle auto, ci sono anche i famosi elettrodomestici FIAT



mentre al piano superiore notiamo l'ingombrate presenza di un vero aereo da caccia




e una serie di modellini e motori d'aereo





e di navi




oltre alla riproduzione dell'ufficio dell'Ingegnere Dante Giacosa



e di un modello in legno della 500



La piano di sotto c'è quello della 600



interessante è pure la riproduzione in scala 1:1 della catena di montaggio



oltre a tutta una serie di veicoli marchiati Fiat  (appl)












Una visita piacevole per uno storico marchio che fece grande Torino e l'Italia nel mondo (finchè rimase italiano)  ;)


(felice)

W la vita

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nomad

 (felice) Mefistofele : ho letto da qualche parte che venne" riacquistata" dall' Avvocato Gianni A. ( anno 1967 ) In cambio di 5 Fiat 125, una quantità imprecisata di Milioni di lire e, la possibilità di far fare un giro ( ogni tanto e preavvisando..) all' ex proprietario. ( cosa che non avvenne mai.)

Elena MeM

Interessanti, bellissimi ed allettanti spunti, Bruno. Grazie. :)
Il tuo ultimo post mi ha fatto tornare alla mente un locale dove andai con Mauro e Debora (che tu conosci e ricordi di sicuro).
Eravamo ospiti loro in Versilia ed una sera ci portarono a cena da Il Selvatico a Fosdinovo (grazie alla rete perché non sarei mai riuscita a ricordare né nome, né luogo).
Locale enorme. Sotto si mangia e sopra.....si mangia con gli occhi!

http://www.ilselvatico.net/?cat=7

Sono passati circa vent'anni, ma sono contenta di scoprire che esista ancora.
Se passate da quelle parti, merita la deviazione!

(felice)
Non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.

SCARABEO

#18
Riprendo da un sito francese dedicato alla Traction.

Il Museo MALARTRE à ROCHETAILLE
Sul pendio ad Est di LYON, una meraviglia nascosta nella natura







Un "rottamano" che ha fatto fortuna !!
Un atelier di tappezzeria e uno di restauro.





















Il Castello, ben tenuto e riscaldato, raggruppa anche le "veterane"!













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Nel secondo edificio, si trovano le auto più recenti !





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E, prima di lasciare la città, non dimenticarsi una visita alle"Cantine LECOT", là dove il vecchio LECOT abitava

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Watson

Scarabeo hai postato tantissime immagini, mancano le didascalie, neh  (stupid) ;D

Deve essere un posto davvero interessante, anche se sono tantissimi modelli allineati come nei musei classici...


tra le foto mi ha colpito quest'auto che non capisco cosa sia  (?)



(spett) quella a sinistra


Stranissima pure questa (??)



il muso ricorda molto vagamente un maggiolino (zz), ma da quanto si vede nel lunghissimo bagagliaio posteriore penso sia una vettura elettrica




Molto bella invece la Traction Avant



chissà cos'era questo raid Paris-Monte Carlo-Paris  (guid)



Non può mancare una 2cv  (appl)



o questa SM Maserati





mi ha sorpreso questo motorino da caminetto  (stupid) :P




ma l'auto più bella è questo modellino in scala 1:1 con tanto di scatola tipo dinky toys di una 5HP



è per caso la tua Scarabeo  ;D


(felice)



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SCARABEO

No, non è la mia. Il colore è lo stesso ma questa ha 3 posti, la mia 2.
Questa è una Trefle e la mia una Cabriolet, con tanto di vetri laterali a scomparsa !


Questa mi fa pensare ad una Tatra.
Usavano il motore posteriore ad 8 cilindri raffreddato ad aria.
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CaravanPetrol

 
Ringrazio Elena della segnalazione e dell'apprezzamento per quanto cerco a mia volta di proporre ai frequentatori di questo forum.
Purtroppo ho erroneamente ripetuto il post sul Museo Piaggio di Pontedera, e me ne scuso, ma ho già chiesto ai moderatori di cancellare il doppione.

Per farmi perdonare la disattenzione aggiungo qualche notizia in riferimento a un museo dedicato alle auto fuoristrada in cui mi sono casualmente imbattuto nei pressi di Merzouga, un frequentato villaggio marocchino nei pressi dell'Erg Chebbi.

La stranezza di questa collezione che conta qualche decina di mezzi, oltre al fatto di trovarsi a ridosso delle prime dune del più frequentato deserto sabbioso del Marocco, è che le auto sono visibili al di là di un'alta gabbia di ferro che impedisce di avvicinarsi troppo ai mezzi in esposizione. Oltre alla difficoltà di non inquadrare nelle foto l'antiestetica barriera, sicuramente l'allestimento non può definirsi in linea con i più avanzati criteri espositivi, e a peggiorare il risultato finale contribuiscono i ceppi di legno che tengono sollevate le vetture dal pavimento (probabilmente per non sollecitare le sospensioni o deformare gli pneumatici).
Insomma, l'impatto estetico è disastroso, compensato solo da una Mehari in bella mostra e da una Lohr Fardier, il piccolo veicolo militare paracadutabile di derivazione 2CV.
Forse è il caso di non dare eccessiva rilevanza a un paio di personalizzazioni su base Jeep in versione XXL e XXS.

L'ingresso al Museo è gratuito, e questo ripaga solo in parte la delusione per ciò che potrebbe rappresentare un'esposizione di veicoli 4x4 ai margini del deserto.








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Se vi capita di gironzolare in Francia in cerca di musei automobilistici credo che questa vi possa aiutare:

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CaravanPetrol

 
Ringrazio Scarabeo dell'utile mappa che metterò a frutto in occasione del prossimo tour francese.

Pur non trattandosi di un museo automobilistico in senso stretto, L'Aventure Michelin di Clermont Ferrand ha molti punti di contatto con le nostre 2CV, tanto che per ricordare celebratissime guide rosse l'esposizione fa ricorso proprio a una Deuche ancienne.
Del resto anche le vicende industriali di André Citroën e dei fratelli Michelin s'incrociarono nel corso degli anni e ancora oggi, se si pensa a uno pneumatico ideale per le nostre 2CV, esso s'identifica nel tipo "X" che costituiva il suo primo equipaggiamento.

De L'Aventure Michelin si è discusso in questo forum al link www.2cvclubitalia.com/public/smf/index.php?topic=13947.msg450593#msg450593, ma aggiungo qualche immagine a quelle già pubblicate e relative a una visita che feci nel 2015.

Fino al 31 dicembre, il museo celebrerà i 120 anni di Bibendum con allestimenti specifici per l'occasione e la diffusione (a pagamento, beninteso) di una moneta e di una esclusiva banconota da zero euro che faranno la felicità dei collezionisti.
Il personaggio pubblicitario è tanto amato che recentemente mi sono imbattuto nel manifesto di una mostra scambio in Belgio che aveva come oggetto esclusivo proprio l'omino Michelin che è stato riconosciuto come logo più amato della storia.
Dopo un "dimagrimento" avvenuto nel corso degli anni perché la sua figura risultasse più accattivante per i consumatori, Bibendum è tornato a essere riprodotto con una grafica bidimensionale che ha sostituito l'aspetto a tre dimensioni adottato nei primi anni duemila.
Personalmente sono compiaciuto di questo ritorno al passato e confesso che il Bibendum un po'... rotondetto mi era più simpatico.

Per maggiori informazioni:
www.laventuremichelin.com
In rete si può scaricare un'app che arricchisce d'informazioni la visita a questo bellissimo museo.









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Paolon

m.a.x. museo, CHIASSO (SVIZZERA)
DAL 7 OTTOBRE 2018 AL 27 GENNAIO 2019
la MOSTRA in :



http://www.clponline.it/mostre/auto-che-passione-interazione-fra-grafica-e-design

FORUM:ormai parte della "Nostra Storia"
Tenerlo in vita, scrivere, collaborare, è anche dire"grazie" a chi lo ha progettato, realizzato, migliorato, difeso in tutti questi anni

Paolon




                                 (guid)
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