Non c'erano videoclip all'epoca, potevi solo ascoltare, lasciatemelo dire: una favola; te la costruisci nella mente, un pezzo alla volta, come se la tirassi fuori da una scatola di montaggio.
Mentre una vocina dentro di te ti rimprovera la tua oscena attiita' di vivisezionatore arrapato, senti di essere in qualche modo incoraggiato dalla straordinaria dolcezza della voce che sembra soffiarti leggermente proprio dietro la guancia, tanto che senti montarti la pelle d'oca.
Con una voce cosi' non puo' che essere bella, deve per forza assomigliare alla tua idea di bellezza, o forse e' proprio la sua melodia a costruire nella tua mente un nuovo modello di bellezza alla quale senti di voler aspirare e di doverti uniformare.
In effetti si sta affilando le unghie sulla sei corde mentre, sorriso sulle labbra pallide, continua a piantare stilettate cosi' precise che non sanguinano nemmeno, fanno solo male, quel male che ti fa rabbrividire mentre istintivamente serri le mascelle.
Un'ascolto devastante se hai solo sedici anni, eppure in qualche modo pensi che abbia i suoi buoni motivi per arpeggiare il suo disprezzo senza rabbia, ti convinci che nessuno dovrebbe mai esacerbare l'animo di una donna che risponde cosi' perfettamente al tuo ideale di bellezza e, in qualche modo, ti convinci che non vuoi assomigliare all'uomo che quella donna cantando racconta.
Grazia Di Michele
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