Lontano, uno struggente ricordo lontano. E come è strano incontrarti.... Silvia lo sai....
Non dimenticherò mai una notte di un novembre 1987 passata in piedi per la prima volta in vita mia a servizio di qualcosa o qualcuno, che possa servire o meno; ma era solo la prima volta, mai avrei immaginato che poi le notti da sveglio avessero costellato per sempre la mia vita.
Ero giovane, 21 anni, ed ero appena partito per il servizio militare, il CAR, quella misteriosa parola che io pensavo volesse dire "automobile" in inglese; un'austera e grossa caserma arroccata su un pendio di Orvieto mi inglobò nelle sue viscere e mio malgrado.
Recluta.
Boh, ma che ne so io, fino a ieri correvo felice sulla mia Citroen CX del 75, azzurra come il cielo, carica di amici ed allegria con il suo stereo che mandava note basse che prendevano allo stomaco. Ed oggi sono una
recluta.Ma io ho un nome, un cognome... zitta recluta, marcia, fermo sugli attenti, fa freddo, ma che sei una donnicciola?
Ma chi lo conosce st'invasato che mi urla nelle orecchie, ma che vuole da me? E perchè mi insulta poi?
Dire, fare baciare... la conosci? E' una nuova canzone molto bella di un cantante giovane bolognese, Luca Carboni.
Mah, non so, ascolto un genere diverso... dai è bella, va molto di moda! Sono incuriosito, è la mia natura esserlo, anche se so essere un qualcosa che potrebbe non piacermi.
Il piantone notturno, stanotte mi aspetta questa nuova esperienza, una mansione normale per una recluta, fa parte del gioco.
Si, perchè perchè questo è un gioco? No, è incubo magari, ad occhi aperti si... senti, non è che mi presteresti il tuo walkman con quella canzone che mi dicevi prima... si certo, ho la cassetta registrata, registrata bene, una bella cassetta, forse della Maxell, forse della Sony, forse TDK, prendi, ascolta, ti piacerà.
Sono le due di notte, io davanti ad un finestrone sul buio più totale tra mille respiri di sonno, metto le cuffiette ed accendo.
Primo ascolto, un pò perplesso.
Poi il secondo.
Poi il terzo.
Poi tanti quanti ne contengono due lunghissime e tristi ore, passato a vigilare sul niente.
La maglia del Bologna, Silvia lo sai, Luca si buca...
Però mica male sto Carboni, bella voce, e bella canzone, adolescenziale, tenera, tragica.
Adolescenziale, si come forse, ancora la mia personalità.
Passano i giorni, il giuramento, le destinazioni. Io Roma mia non la vedrò manco in cartolina per quest'anno.
CAR avanzato: Lecce per un mese, e poi, a gennaio 88, Cervignano del Friuli.
Luca Carboni, quest'album, diventa mio amico.
Un mio vicino di letto, un ragazzo più grande di me della provincia di Vercelli ha la cassetta originale ed il walkman.
Sviscero ogni canzone,
Gli autobus di notte sarà quella che mi entusiasmerà di meno, sovente la snobberò.
Sogno ad occhi aperti di tornare a casa mia con
Lungomare e le mie tristi serate a fantasticare. E c'è un'altra ballata molto struggente:
Farfallina.Un fiore in bocca, può servire, non ci giurerei...
Il tempo passa, lentamente ma passa, fino alla mattina che in quasi totale freddezza e normalità prendo il treno proveniente da Trieste che mi porterà a Roma Termini una volta per tutte e per sempre.
Ma Farfallina mi aspetta dietro l'angolo; non sapevo ancora che mi avrebbe accompagnato ancora molto a lungo nelle ritrovate scorribande.
Per qualche anno ancora.
Farfallina la amava il mio migliore amico, ci stava in fissa persa, eravamo sempre insieme e si ascoltava a rewind continuo con la sua
cassetta originale.Quell'album m'ha regalato delle sensazioni forse uniche che non torneranno mai più.
Ho continuato a seguirlo, però con meno enfasi anche se qualche perla me la regalerà ancora come
Primavera. O qualcosa tratto dal famoso "primo album del 92".
Ma "la maglia del Bologna sette giorni su sette" era tutt'altro, tutt'altra sensazione, tutt'altro sapore.
Tutt'altra vita.
Che non c'è più; le sensazioni vanno via via scolorendo.
Ragazzo, sei cresciuto, bisogna andare avanti, è passato troppo tempo e voltarsi non è possibile, troppa pellicola, il film è andato molto avanti, e la notte, da quella occasionale che ti sembrava tanto strana, adesso, è il tuo pane quotidiano.
Non più in una caserma ma in un ospedale.
Luca Carboni - Silvia Lo SaiGrazie a tutti.
