Michelin

Aperto da lucajack2cv, 22 Agosto 2008, 10:07:05 AM

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pata2cv

.....scusate ma è ora del consueto attimo pubblicitario  (muoio)

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ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

luigi spino

Ritrovamento fatto in solaio



:)
  in hoc signo vinces

Anita

Ma quelli sul fondo sono i mandarini cinesi???  (?)  ;D ... (eli)
YuppiYuppiYuppiIeaaaaaa!!! :DDD

lucajack2cv

Se anzichè a Clermont Ferrand i copertoni vi portano a Londra,  c'è una cattedrale da visitare..



Michelin House al n° 81 di Fulham Road, Chelsea, London fu costruita per essere il primo quartier generale e deposito di pneumatici per la Michelin Tyre Company Ltd. L'edificio fu progettato da un dipendente Michelin, Francois Epinàsse, ispirandosi alla pubblicità dell'epoca e inaugurato il 20 January 1911.




Dal 1985 non appartiene più a Michelin ma ne ha conservato il culto, annesso c'è pure il Bibendum Restaurant..



Dove ci si può rifornire ammirando i preziosi mosaici con motto della casa..



.. e circondati da storiche vetrate, saggiamente smontate nel 1940 per preservarle dalle V2..





per concludere, un raffinato bibendum-puttino..



(birra) "now is the time to drink!"


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

luigi spino

Citazione da: Anita - 01 Aprile 2009, 10:48:05 AM
Ma quelli sul fondo sono i mandarini cinesi???  (?)  ;D ... (eli)

si, anche se in realtà, vista l'esatta provenienza sono mandarini calabresi

(felice)
  in hoc signo vinces

lucajack2cv

Motociclisti!! diffidate della concorrenza..







(vecchio) solo l'omone gommoso garantisce il massimo della tenuta..




Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

pata2cv

madddaiiii il club   ;D

..e per le madame amanti della cristalleriA!!  (stupid)

ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

lucajack2cv

 ..e per lorsignori piloti (guid), che c'è di più raffinato di un bibendum in argento propeso verso l'avvenire da avvitare sul radiatore della propria rombante futuristica automobile?


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

O una coppia di Bib-poltrone in pelle nera umana per l'ufficio..


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

Un'altra visita virtuale..



http://bibendum-in-museums.michelin.com/indexfr.htm

Non mancate la sezione "photo-montages et film publicitaires"!

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

(superok) Tanto bbono che me lo magno  (superok) , il Bibenvenù di Citro Levens 2009:



Moilto bella anche la placca smaltata in vendita al mercatino: anni trenta, con supporto a muro originale.. strabiliante  (superok). Anche il prezzo lo era naturalmente. 

(nonso) Qualcuno l'ha fotografata?

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

E' tempo di arricchire la cultura michelistica nazionale con nuovi avvistamenti..

L'espositore porta-Michelin X  (superok)




L'implacabile placca in compagnia della Huiles Total che meriterebbe un 3d tutto a sè..




L'ancor più implacabile meraviglioso magno placcone  (adoraz)



(collezione privata..)


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

Infine a maggior festeggiamento bib-campestre..




Il pannello tabellare di gonfiaggio  (superok) che ogni amatore vorrebbe appeso nel proprio garage, qui vintàge 1967 con citromobili in polposìscion (su)



(felice) (guid) Lj

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

#44
Citazione da: lucajack2cv - 22 Agosto 2008, 10:07:05 AM
[...] di ritorno dall'Icccr romano, non disponendo di altro, ho visitato alcune località in cui mi trovavo passare servendomi di una guida michelin del 1964 che faceva parte dell'arredamento del mio HY! Qui San Giminiano..



Rispolvero questa vecchia board per salvarci un articolo che è bene arrivi alle future generazioni e anche all'attuale che soffre già un po' il mal d'oblio.

Nell'anno in cui veniva stampata la guida michelin di cui sopra, oltreoceano vigeva ancora la segregazione razziale, particolarmente negli stati del sud dove il sistema delle contee garantiva ai "caucasici" di continuare la vita in regime di perfetta apartheid, come se la guerra civile non fosse finita cent'anni prima: alle marce nonviolente del reverendo King la polizia scagliava contro i suoi pastori tedeschi, gli onesti cittadini bianchi la notte si incappucciavano e appendevano a un albero chi alzasse un po' la cresta..  

Nell'iconografia di euforico benessere e sviluppo postbellico, l'afroamericano rimanerva un simpatico negretto che spazzava il marciapiede davanti al negozio e riceveva un dollaro di mancia, di che si lamentava? Agli indiani era andata peggio, l'ultimo che rimaneva in giro era quel suo collega di legno che stava davanti alla bottega ridotto a point of purchase con una scatola di sigari in mano..

Eppure anche qualcuno di loro scampato alle piantagioni e alle feste in maschera del  KKK,  a forza di lavorare nelle fabbriche e nei macelli delle città del Nord aveva migliorato la sua posizione e poteva persino permettersi  un'automobile e la possibilità di viaggiare across the nation, in largo e in lungo e da  nord a sud, e più si andava a sud più era meglio evitare di trovarsi alla malparata in qualche paesino di bifolchi reazionari, attorniati dal cast de "La calda notte dell'ispettore Tibbs ".

Un illumitato, o un obiettivo, ebbe l'idea di curare una Guida Verde per Automobilisti Negri ovvero una sorta guida michelin con un valore aggiunto: ""Evitate a voi stessi e ai vostri bambini l'imbarazzo di essere cacciati da un motel o da un ristorante"".

Fa venir freddo pensare che ci fu un tempo e un paese moderno, uh, anzi era il "paese guida" in cui una legge dello stato rendesse necessaria una simile pubblicazione a difesa della dignità umana, qualcosa del  tipo "l'elenco degli alberghi in cui puoi portarti un amico a quattrozampe" e almeno per me è una completa sorpresa.

Buona lettura:



La guida americana
per "automobilisti negri"

Riscoperta negli archivi, adesso è oggetti di uno spettacolo teatrale, di un saggio e di un album per bambini. Servì fino al 1964 a viaggiatori e famiglie per trovare bar, ristoranti, negozi che accettavano le persone di colore

"Fu per trent'anni la Michelin dello Zio Tom, il triste e prezioso Gps dell'apartheid americano per i naufraghi della segregazione razziale. "Verrà un giorno  -  sognava l'editore delle guida nella prefazione, stranamente invocando il proprio fallimento  -  in cui questo libro diventerà inutile perché chiunque in America potrà andare dove vuole". Ma non ancora, non subito, non negli anni e decenni nei quali il Libro Verde per Automobilisti Negri era la guida indispensabile per ogni viaggiatore "con la faccia sporca" che osasse avventurarsi per le strade della propria nazione.

Per trent'anni, dalla prima pubblicazione nel 1936 fino all'ultima edizione nel 1964, quando l'oscenità delle razze "separate, ma uguali" fu cancellata dalla legge sui diritti civili imposta da Lyndon Johnson, il Green Book for Negro Motorists era stato il TomTom dello zio Tom, il navigatore tascabile che ogni viaggiatore afroamericano, ogni piazzista, ogni famiglia in vacanza sulla nuova Ford, Chevy o Chrysler dovevano consultare per sapere dove avrebbero potuto andare e fermarsi, dormire, mangiare, rifocillarsi, rifornirsi, senza essere respinti, se non appesi per il collo a un ramo.

"Evitate a voi stessi e ai vostri bambini l'imbarazzo di essere cacciati da un motel o da un ristorante", consigliava la guida con commovente garbo. Costava 75 centesimi. Dal 1964, quando nessun oste o albergatore poté più negare una tavola o una stanza a un "negro" in forza di legge, la Michelin dell'Apartheid era stata dimenticata e quasi rimossa dalla memoria, come un manuale troppo vergognoso per essere ricordato. Lo hanno ripescato, informa il New York Times, dagli archivi e dal museo della Fondazione Ford - che lo sponsorizzava perché un cliente è un cliente e le rate dello Zio Tom comperavano auto come i soldi dell'Uomo Bianco - commediografi, scrittori e illustratori che ne hanno fatto uno spettacolo per un teatro di Washington, poi un saggio e un album di illustrazioni per bambini, dedicato a quella generazione di americani di colore che considerano normale il poter andare dove vogliono, quando vogliono.

Ne furono stampate e diffuse almeno trecentomila copie, curate ed editate dal signor Victor Green: da qui, e non da premature vocazioni ecologiste, il nome. Con l'aiuto del passaparola e dei pochi agenti di viaggio o albergatori disposti a collaborare, la guida all'America che tollerava e accettava i neri si arricchì anno dopo anno, fino alle 80 pagine dell'ultima edizione. La spingevano la crescita della motorizzazione di massa - ben descritta dall'agghiacciante copertina che mostra un ingorgo stradale mostruoso - che aveva investito anche la popolazione di colore e l'estensione del sistema autostradale nazionale voluto dal presidente Eisenhower negli anni Cinquanta per creare una rete di comunicazioni interne rapide anche a scopi militari, in caso di invasione. Questi colored motorizzati, cittadini con ancora la pelle di serie B ma già le auto di serie A, volevano viaggiare, vedere, portare la famiglia in vacanza, tornare dalle città del nord in quelle terre del sudore schiavista dalle quali erano scappati, a rivedere nonni, cugini, a ritrovare radici. Ma nel loro viaggiare invariabilmente cozzavano contro le porte sbarrate della locande o il "no colored" delle pompe di benzina.

Li soccorreva il Libretto Verde. Consultarlo oggi, nelle copie ritrovate a volte nascoste nelle soffitte oltre che negli archivi e leggibili via Internet, significa trasecolare, rammentando quanto poco tempo è passato, poco più di una generazione. A Los Angeles, già un'immensa città negli anni '50 e '60 dopo il boom della guerra, soltanto tredici alberghi deplorevoli accettavano ospiti neri. Ad Atlanta, la Stalingrado della Guerra civile distrutta mattone per mattone dalle giubbe blu nordiste prima di arrendersi, nessuno. Soltanto qualche taverna con stanze e molte case private, ovviamente di neri, che affittavano per qualche notte e servivano un pasto ai viandanti motorizzati. A New York, per trovare un hotel, era necessario puntare subito verso Harlem, oltre la 100esima strada, all'epoca il confine razziale invalicabile.

Nella nascente Las Vegas, concimata dai capitali di una Cosa Nostra notoriamente poco portata alla tolleranza multietnica, i negroes non erano benvenuti: nessun albergo, nessun casinò, nessun saloon per loro. Difficile anche trovare una meta per il viaggio di nozze e per le lune di miele: anche andare a vedere le cascate del Niagara, obbiettivo molto ambito, era un problema. Solo un motel accettava la coppia dal volto scuro ed era necessario prenotare con mese di anticipo. Ma se l'amore coniugale avrebbe potuto trovare altre occasioni per esprimersi, altre situazioni erano infinitamente più rischiose che una notte sul sedile posteriore della Ford. Non mancava nella guida l'elenco delle comunità locali, dei paesi, delle cittadine dove erano in vigore le "leggi del tramonto", il coprifuoco, e chiunque fosse nero, anche se una bambina con le ballerine e le calzette bianche ai piedi o la nonna con i capelli azzurri, poteva essere arrestato senza altra ragione che la sua razza, se scoperto in giro con il buio.

La Michelin del razzismo on the road aveva avuto due progenitori chiaramente indicati dal signor Green nella introduzione. Gli ebrei americani, che per primi, sui loro giornali e riviste soprattutto pubblicate a New York, avevano cominciato a indicare ai lettori i luoghi e gli alberghi dove fermarsi senza sentirsi respinti come untermenschen, come esseri sub umani, dall'antisemitisimo che nell'America della prima metà del Ventesimo secolo fioriva rigoglioso, anche nei sacri testi del Ku Klux Klan e dei loro cavalieri incappucciati. L'altro progenitore era ancora ben fresco nella memoria degli ex schiavi, cioè di tutti i neri, la cui immigrazione forzata in America era di fatto sempre passata per le piantagioni e le navi negriere. Era la leggendaria "ferrovia sotterranea" senza treni, la lista segretissima delle case, delle chiese, della famiglie disposte ad accogliere e ospitare schiavi nella fuga dal Sud verso il Nord, sapendo di rischiare, se non la vita, certamente il carcere e l'espropriazione.

Eppure ogni anno, dal primo, smunto elenco dell'edizione 1936 fino all'ultima più corposa edizione del '64, il numero di esercizi che accettavano colored continuava ad aumentare, non solo, e non tanto, per improvviso scioglimento delle coscienze e della ragione civile, ma per la crescita del potere d'acquisto e della mobilità della minoranza. Lentamente il potere del commercio, la sirena del business inducevano sempre più locandieri e bottegai a piegarsi e ad accettare i dollari dei negroes, buoni esattamente come quelli dei whites. E quando, negli anni Sessanta, le leggi abbatterono formalmente (non sempre sostanzialmente) il muro invisibile che separava l'America bianca da quella nera, il desiderio dell'editore si realizzò e il Libro Verde cessò le pubblicazioni. Non fu il grande "sogno" di Martin Luther King, ancora oggi da realizzare, ma anche le magnifiche utopie sono tessute di piccole realtà: "I have a dream", quello di una stanza pulita e di un tavolo al ristorante. E neppure il signor Green avrebbe potuto immaginare che un giorno un "automobilista negro" sarebbe arrivato fino alla Casa Bianca senza bisogno della sua guida."



Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

Aspes

Luca, davvero un documento prezioso .... Grazie !!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Vicè

Mi accodo a Maurizio. Giusto ieri ne avevo sentito parlare alla radio... Grazie Luca!

Croccantini piliferi? e chi li vuole?
Beh... i capelloni, no? I cantanti folk e i motociclisti!

lucajack2cv

 :D Noto ora la citazione di Mark Twain in copertina.

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

Luis

#48
Veramente molto interessante questo tuo post sul  "Green-Book"!    (superok)

lucajack2cv

All'ombra del campanile..



La Sacra Ruota (su)


La Morra (CN)

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

pata2cv

un po' di reperti in seppia d'origine :)













ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

Vicè

 :D Che forte!! La moto sembra una HD o Indian d'antan... Dov'è stata scattata la serie?

Saluti bibendici (felice)


Croccantini piliferi? e chi li vuole?
Beh... i capelloni, no? I cantanti folk e i motociclisti!

pata2cv

Citazione da: Vicè - 09 Luglio 2011, 17:26:39 PM
:D Che forte!! La moto sembra una HD o Indian d'antan... Dov'è stata scattata la serie?

Saluti bibendici (felice)


Ciao  (felice) siii forse lo è le foto devono essere se non ricordo male di un Argentino   :)
ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

luigi spino


Segnalo che su Ruoteclassiche attualmente in edicola è in omaggio la riproduzione della targa metallica Michelin, e per l'esattezza proprio di questa, visibile sopra la scatola del trucco di Roxie  (stupid)



Citazione da: roxie - 27 Ottobre 2008, 12:20:08 PM
...anche il talco, tutto nella bellissima scatola code Paradis  :D



(felice)

  in hoc signo vinces

pata2cv

 (superok) (superok) (superok) (superok) (superok) (superok) Grazie Luigi!!!!!!!!!!!!!!!!  (appl)
ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

pata2cv

ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

lucajack2cv

Incredibilmente ho letto solo ieri della placca michelina e a sera fatta ho giratto un paio di edicole. Sinceramente disperavo e invece..

..Ecco qui, già abbozzata una "scatola dei trucchi" (muoio)


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

pata2cv

Citazione da: lucajack2cv - 02 Settembre 2011, 09:47:53 AM
Incredibilmente ho letto solo ieri della placca michelina e a sera fatta ho giratto un paio di edicole. Sinceramente disperavo e invece..
.....
Ah ecco  ;D già disperavo nel non riconoscerti più  (muoio)
e chissà se con la prossima uscita di ruoteclassiche ci replicano anche le rustines  (muoio)
ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

lucajack2cv

Relativamente all'insegna di gommista presente a La Morra, su cui un amico della zona molto appassionato sta compiendo indagini approfondite,  posto qualche documento rinvenuto in rete che piazza il pneumatico "cable", "cables" o "cablé" che sia tra il 1920 ed il 1939 quando -azzardo- il "Pilote" ha prevalso nella reclàme:






Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

pata2cv

Adesso mi assale la curiosità di -chissà cosa c'era in quelle scatole tonde-  (sorpreso)
qui siamo in piazza castello (torino)
ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati