Chaberton il gigante delle Alpi

Aperto da Watson, 01 Dicembre 2006, 20:34:31 PM

« precedente - successivo »

Watson

Chaberton il gigante delle Alpi  (angel)

Parte 1°  l'avvicinamento

Luogo di partenza il solito parcheggio di Susa a fianco della stazione.
Usciti dal parcheggio, dopo aver preso il classico cappuccino con brioche, ci dirigiamo verso il semaforo e cerchiamo l'indicazione per Bardonecchia (statale non autostrada), percorriamo via Mazzini, passiamo il ponte sulla Dora Riparia e attraversiamo la cittadina giungendo sulla statale 24, siamo in via Oulx stiamo uscendo dal paese, una serie di rampe che ci fanno salire subito di quota (notate la casa costruita sul secondo tornante che domina tutta la bassa valle), al termine dell'ultimo tornante dobbiamo dare una decisa accelerata, perché più avanti (dopo la ferrovia) la strada sale molto di pendenza e se non ci siamo dati una bella spinta ci troveremo facilmente a percorrerla tutta in prima.  (stupid)

Oltrepassiamo il comune di Gravere e giungiamo a Chiomonte, sul lato opposto della valle c'è il famoso Pertus,  (vecchio) narra la leggenda che nel 1526 un minatore di nome Colombano Romean si impegnò a costruire una galleria di 500 metri sotto la cima dei Quattro Denti che serviva per portare l'acqua della valle opposta a questa di Chiomonte, il lavoro durò otto anni e venne fatto tutto a mano, si racconta che un cane fava la spola tra la frazione di Ramat e il Colombano per portargli il mangiare, la leggenda narra che alla fine del lavoro il comune per non pagarlo lo avvelenò...,  (piango)
il tunnel è attualmente visitabile meglio in autunno, è largo un metro alto meno di due, si trova a 2000 metri di quota ed è raggiungibile dalla frazione Ambournet di Exilles, al fondo c'è una grata in ferro il ritorno si può effettuare per il sentiero.

Proseguiamo per la statale e in breve giungiamo a vedere il forte di Exilles, esso è diventato il simbolo della regione Piemonte, è visitabile tutto l'anno, ma quello che noi vediamo oggi non è stato sempre così,  (stupid)
nato come castello nel '600 venne modificato in fortezza con il fronte verso la Savoia, si narra che all'interno del forte sia stato tenuto prigioniero la "Maschera di Ferro",
nel '700 il forte venne rigirato e il fronte guardava la Francia, venne ampliato ma verso la fine del secolo venne fatto radere al suolo dai francesi,
nel '800 venne ricostruito così come lo vediamo ora e rimase attivo fino al 1915,
nel '900 dopo il secondo conflitto mondiale fu abbandonato a se stesso, venne recuperato solo dal 1996 (nel passato i forti avevano una vita movimentata)  (muoio)

La strada affianca la fortezza e supera il paese di Exilles senza attraversarlo, dopo un paio di gallerie arriviamo ai tornanti che superano un restringimento della valle, sulla cima c'è il bivio per Pramand, la strada che conduce al forte omonimo e alla Galleria dei Saraceni,  (felice1)
http://www.2cvclubitalia.com/public/smf/index.php?topic=526.0
qui abbiamo il primo contatto visivo con lo Chaberton.... è quella montagna a forma di piramide tronca, con dei denti sulla sommità, mi raccomando ammiratela...,

... segue  (felice)


[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#1
... precede

scolliniamo e superati i tornanti siamo in vista di Salbertran (venivo a passarci l'estate con la colonia estiva)  (piango), la strada prosegue veloce e rettilinea, si passa a fianco del campeggio Gran Bosco dove si fermano d'estate, tutti i motociclisti tedeschi che percorrono le nostre strade militari...,  (muro)

arrivati al bivio prima della galleria, svoltiamo a sinistra per Oulx (Ulzio durante il ventennio), il paese è stato ristrutturato e la strada ripavimentata da quando il traffico è stato deviato sulla nuova circonvallazione che collega l'autostrada con la statale 24 più a monte, subito fuori l'abitato la valle si restringe notevolmente mentre la strada si allarga, questa ha una sua storia, subito dopo tangentopoli gli appalti dei lavori pubblici divennero molto più economici, la ditta che vinse la gara per la modifica di questo tratto di strada fini per fallire cosi invece di avere una strada nuova per i mondiali del Sestriere del '97, si dovette aspettare le Olimpiadi di Torino del '06 per vederla terminata.  (mart)

Percorriamo ancora un paio di chilometri, torniamo a vedere in alto il forte con le sue otto torrette, poi in corrispondenza di un segnalatore automatico della velocità (state sicuri che vi becca superare il limite dei 50, garantito)  (muoio), si svolta a destra direzione Fenils, la strada scende fino al ponte sul torrente Dora e risale ripida verso il piccolo paese, il nome Fenils deriva dal latino ad fines, durante il regno di re Cozio era l'ultimo borgo abitato;
la strada diventa sterrata, ma è transitabile ancora un paio di tornanti, di cui solo l'ultimo un po' difficoltoso, e siamo a Pra Claud 1589 metri, termine del viaggio in auto, parcheggiamo la bicilindrica, e prepariamoci per la lunga escursione a piedi.

(vecchio) Si raccomanda vivamente di mettersi un paio di scarponcini da montagna, utilissime anche le bacchette da sci per facilitare la camminata (specialmente per la discesa), portarsi molta acqua dato che la montagna in alto ne è priva e diverse barrette energetiche, un cappellino, la solita giacca a vento, e due pile potenti, la salita non è faticosissima, ma è impegnativa, il pericolo è quello classico delle escursioni in montagna, in cima c'è campo telefonico e trovate sempre dei ciclisti che vi superano lungo il percorso.  (muoio)

Questo percorso non è l'ideale per salire sulla cima essendo più lungo e con un maggior dislivello (1522 metri) rispetto a quello dal Monginevro, il cui dislivello è minore (1370 metri), ma questa che stiamo per percorrere è la strada militare Fenils-Chaberton, una strada costruita nel 1891 mantenedo una larghezza di 2.5 metri e pendenze contenute (max sul cono finale 22%), da qui i militari italiani trasportarono i pesanti cannoni (4000 kg) fin sulla vetta e li riportarono indietro quando scoppiò il primo conflitto mondiale, da questa strada si saliva all'inizio con i fuoristrada, poi solo le moto (ci sono salito nel 1991) ed oggi solo bici (mio fratello nel '99), oltre che a piedi ma con molta fatica.  (matto)

Abbiamo percorso da Susa 31 km e siamo passati dai 500 metri di quota ai 1600 circa, ci mancano solo una decina di km ma ben 1542 metri.

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#2
... precede

Parte 2°  la salita  (birra)

Nella frazione c'è un cartello che indica la quota 1589 e il tempo per giungere alla vetta 3 ore, in realtà se non si è allenati si impiega almeno 4 ore, superiamo la sbarra che chiude la strada ai veicoli a motore ed entriamo in un bosco di larici, la strada sale senza grosse difficoltà siamo freschi e all'ombra, ci sono una serie di lunghi tornanti che ci portano fino ai 1850 circa, poi un rettilineo ci conduce tranquillamente ai 2000 metri del rio dell'Inferno. >:D

Nel 2005 questo era il punto in cui una frana aveva occupato tutta la sede stradale, un passaggio molto pericoloso, c'era solo un piccolissimo sentiero e a fianco il dirupo, (leggendo su internet mi sembra di aver capito che la provincia ha risistemato questo tratto di strada rendendola più sicura).  (blabla)

Superata la frana, ci troviamo fuori dal bosco, il sole picchia  8) e la stanchezza si fa sentire, inizia un'altra salita, la strada è leggermente peggiorata, ma con poco sforzo giungiamo al bivio presso le Grange Quagliet a 2100 metri, mi ricordo che la prima volta fui colto dal dubbio, la strada a sinistra più facile era molto invitante ma quella corretta è la destra, peccato, ci troviamo a percorrere 12 brevi tornanti uno dopo l'altro, si nota il lavoro di distruzione compiuto dall'acqua, il panorama è stupendo la salita un po' meno, arrivati all'ultimo tornante la strada si orienta per il colle dello Chaberton, che d'ora in poi sarà la nostra meta ben visibile davanti a noi.

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#3
... precede

Pochi metri è ci troviamo a passare alla Roccia Tagliata, una passaggio nella roccia creato artificialmente con mina e scalpello, la strada nel tempo è franata parzialmente si vedono le travi di ferro e legno che spuntano dal bordo strada usate per allargarla, lo strapiombo è impressionante, in alto attaccati nella roccia ci sono le aste con gli isolatori della linea elettrica che collegava la centrale di Cesana con il forte, superata la tagliata giungiamo alla nuova linea di confine.  (abbraccio)

I francesi nel periodo tra le due guerre erano ossessionati da questo forte, avevano una gran paura che gli italiani potessero colpire qualunque punto del loro territorio, in particolare Briançon, quindi  invece di disperarsi si premunirono spiando i lavori  8) della costruzione del forte e portando in zona quattro mortai schneider da 280 mm in grado di raggiungere così i 3130 metri di altezza del forte.   (pugil)

Come per placare le loro paure ancestrali, nella stipula del trattato di pace del 1947 pensarono bene di accorpare al loro territorio tutto il monte Chaberton  (giu), facendo passare il confine anche per il grande pilone intermedio della teleferica, inoltre obbligarono alla smantellazione di tutte le opere militari nel raggio di 20 km dal confine e nel 1957 alla rimozione delle torrette metalliche anche se ormai ricadevano nei loro confini.  (muro)

Siamo giunti al piano dei morti, così chiamato in ricordo di un contingente francese che perì di freddo durante una guerra alla fine del '700  (piango), siamo a 2400 metri e davanti c'è sempre il colle però la strada è ancora lunga, anche perché per diminuire la pendenza al 10% (bisognava far salire i cannoni) il tracciato venne allungato di 1.7 km aggiungendo nuovo tornanti, la fatica si fa sentire noto che c'è un cavo di ferro lungo la strada  (?), il colle non si avvicina quando improvvisamente ti trovi a scollinare e sei sullo spartiacque dove c'è il colle... c'è l'abbiamo fatta siamo a 2674 metri.  (angel)

Qui si vede il sentiero che sale dal Monginevro (si parte poco dopo il nuovo parcheggio per camper da quota 1842, si percorre una facilissima strada, chiusa al transito dei veicoli a motore, fino ad arrivare alle Grange Les Baisses a 2025 metri, poi il sentiero sale e si porta sulla parte opposta del vallone del rio Secco e raggiunge il ricovero delle Sette Fontane a 2253 metri, da qui è tutta salita su un sentiero stretto e ripido fino al colle a 2674 metri), come al solito ci sono i soliti fortini a protezione del colle, ma ci sono anche gli ultimi e interminabili 470 metri di dislivello!.   (piango)

(vecchio) Ricordatevi di fare una pausa cibo, io non la feci e ne pagai le conseguenza più avanti, anche se fino ad ora siamo saliti di 1080 metri, quelli che mancano sono duri come macigni.

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#4
... precede

Si nota subito che siamo sul fianco di una piramide di pietre, ci sono solo pietre e filo spinato, lunghi tornanti tagliati in mezzo da sentieri creati dai motociclisti, la strada ha una pendenza costante più alta rispetto al resto del tracciato, questo tratto venne costruito dopo nel 1897, i tagli della strada hanno invece un pendenza più elevata, ma alla fine quando la stanchezza aveva preso il sopravvento e non riuscivo più a salire (acido lattico ai muscoli, visione di miraggi) mi buttai su queste scorciatoie pur di accorciare il cammino e arrivare in cima...  (piango)

Superiamo un esteso campo di reticolati e un corpo di guardia, poi dopo un ennesimo tornante vediamo le caserme, siamo a 3000 metri, approfittiamo per vedere la caserma ricovero truppa disposta su due piani,  (police1) ATTENZIONE PERICOLANTE, nelle camerate ci sono ancora i letti, poco sopra c'è la caserma ufficiali, (non lo vista troppo stanco), i tornanti diventano più brevi, manca pochissimo, c'è ancora un bivio a sinistra tralasciamolo e saliamo ancora un pochino......ci siamo.... siamo sullo spalto del forte.... siamo arrivati a 3131 metri.
  (angel)

Un lungo riposo è doveroso, stendetevi sul terreno e osservate il cielo, siamo a 3000 metri, si sente solo il vento non ci sono rumori di motori, non si può più salire anche se a volte qualche motociclista ci prova, nel '91 ci sono salito in moto, anzi devo dirvi che eravamo in quattro con due moto e nel tratto finale non si riusciva a salire in due, così anche allora mi sacrificai  (piango) e feci a piedi  quasi tutto il tratto finale, ora alziamoci per vedere uno spettacolo a 360° sulle alpi del Delfinato e della valle di Susa, siamo nel luogo dove c'era il più alto forte d'Europa permanentemente presidiato, pensiamo a quei poveri ragazzi ( (vecchio) c'è da dire che 60 anni fa erano molto più abituati a vivere all'aria aperta rispetto ad oggi) anche nella stagione invernale.... ricevevano i rifornimenti grazie ad un'ardita teleferica, vivere a questa quota non era facile, guardiamo le otto torrette mezze pericolanti e pensiamo che qui 60 anni fa c'erano uomini che vivevano dentro queste torrette, fermiamoci un attimo e pensiamo a quei poveri artiglieri che qui morirono... ora tutto sembra così strano e abbandonato, non ci sono più le auto e le moto, qualche ciclista e molti escursionisti, sembra bello, un bel panorama, dei ruderi, una cima violata, ma pensiamo anche a loro a chi è morto e a chi ha passato momenti di terrore quando qui piovvero i proiettili francesi, stiamo guardando la storia.   (adoraz)

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#5
... precede

Parte 3°  la descizione  (bevuta)

Passiamo a descrivere il luogo, noi ci troviamo sullo spalto del forte, prima dell'inizio della costruzione del forte nel 1898, la montagna terminava a punta, venne spianata di 6 metri e creato un gradino più basso su cui costruire la fortificazione, davanti a noi si vede il panorama delle montagne sopra Briançon, vediamo il paese di Monginevro ed in fondo Briançon, la conca dei Gondran con il forte Janus e l'Infernet,  ;D ora andiamo fino al fondo della spianata dove c'è il cartello con la quota, vediamo la postazione della batteria alta, posta a difesa di Claviere su uno sperone a quota 2150, stiamo guardando un salto di quasi 1000 metri.  (ole)

Dietro di noi ci sono le mitiche otto torrette del forte, la numerazione segue la regola di una vecchia tradizione dell'esercito piemontese per cui si parte a contare da sinistra facendo fronte al nemico (quindi la prima è la torretta che vede la strada di Claviere, l'ottava è quella incontrata per prima salendo dal colle), dato che il forte fu pensato in un'epoca dove i cannoni non potevano sparare così in alto, venne costruito esternamente su torrette, invece che in caverna, anche perché d'inverno i 12 metri tra lo spalto e il forte si riempiono di neve, il forte venne completato prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, ma risultava già superato (il mortaio usato dai francesi venne costruito nel 1914)  (muro)

scendiamo di un tornante, si vede una costruzione diroccata che era l'osservatorio sussidiario esterno, colpito anch'esso dai proiettili francesi, riprendiamo la stradina del bivio e arriviamo alla base del forte, poco prima sulla roccia c'è la pietra con indicata la distanza da Fenils, non è corretta  (?) perché per far salire i cannoni il genio dovette allungarla portandola da  13 km a circa 14.8 km, dal lato opposto in basso sul fianco della montagna, possiamo vedere le due caserme scorte salendo, la terza più in alto è il locale caricamento dove si montavano i proietti, l'avvitamento delle spolette essendo più pericoloso avveniva all'interno della torretta.  (scherma)

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#6
... precede

Siamo alla base della costruzione, l'ingresso si apre su un lungo corridoio che percorre tutto il fronte del forte (circa 100 metri), si può tranquillamente entrare, c'è la neve in alcuni tratti, ma rispetto al '91 è scesa moltissimo, bisogna però prestare sempre la  (police1) MASSIMA ATTENZIONE, un breve passaggio ci porta alla scala della polveriera  (police1) (MOLTO PERICOLOSA PER LA PRESENZA DI GHIACCIO), la scala è lunga 72 metri intervallata da tre pianerottoli, al fondo a meno 34 metri ci sono i locali della polveriere ormai invasi completamente dal ghiaccio, per far risalire i proietti si utilizzava un argano elettrico che trascinava un carrello fino al primo pianerottolo, poi c'era un montacarichi su rotaia sopraelevata fino all'uscita (funziono male e durante il conflitto furono gli artiglieri a portare a spalla i proietti  (matto)), in corrispondenza del primo pianerottolo ci sono due aperture una porta al locale caricamento visto fuori, l'altra collega la galleria a forma di ferro di cavallo, costruita sotto lo spalto nel 1920 circa, ormai quasi chiusa dal ghiaccio, con due aperture all'esterno, uno quasi completamente ostruito, l'altro accessibile ma con molta attenzione.  (vecchio)

Torniamo indietro e notiamo il secondo corridoio parallelo al primo, molto buio e poco accessibile, permetteva di accedere alle riservette poste dietro la base delle torri, ritornati sul corridoio principale vediamo che si aprono otto camerate intervallate dalla base delle torri, le camerate erano divise tra deposito proietti (poi spostati in caverna), ufficio tiro, generatore, infermeria e al fondo del corridoio ci sono le camerette per gli ufficiali poi quasi fuori dalla struttura principale i cessi, oltre c'è solo lo strapiombo..., in corrispondenza della sesta torre sulla sinistra c'è il locale della stazione di arrivo della teleferica.  (ole)

... segue (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#7
... precede

La teleferica era un'opera ardita per quel periodo  (felice1), un'unica campata, con lunghezza in diagonale di circa 3780 metri e un dislivello di 1785 con pendenza media del 53.6 %, terminata nel 1903 collegava Cesana con il forte, a metà in corrispondenza di uno sperone di roccia, c'è un enorme pilone con piccolo ricovero a lato, in tutto non c'erano più di 10 piloni, la stazione di arrivo era costruita a sbalzo e poggiava su una struttura in ferro molto vulnerabile (venne subito colpita), quindi si era pensato di costruirne una in caverna, ma non si fece mai.  (nonso)

Usciamo da dove siamo entrati e saliamo sul tetto della costruzione, qui possiamo ammirare da vicino tutte le otto torrette, hanno un diametro di circa 7 metri con una altezza di 8, sono in muratura con un grosso pilastro centrale in cemento su cui appoggiava il cannone da 149/35 tipo armstrong che poteva sparare fino a 17000 metri, (il diametro interno corrisponde alla prima cifra, 149 mm, la lunghezza è data dalla seconda cifra per il diametro, 35 x 149, quindi 5215 mm), all'interno c'è una scala elicoidale che inizia da sotto, a metà c'è l'uscita di sicurezza, e a lato un montacarichi per il trasporto dei proietti;  (blabla)

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#8
... precede

l'unica torretta accessibile è la quarta, il panorama che si vede sopra è eccezionale  :o , si vede tutta l'alta valle di Susa,  si vede bene la pista di bob di Sauze di Cesana, il centro turistico di Sestriere e con un po' di attenzione le grotte dei Saraceni, sopra di noi c'era la cupola metallica, era leggerissima serviva solo per proteggersi dalle intemperie, non si pensava che potesse venire colpita (tutta la struttura non è studiata per subire un attacco di bombe), la torretta poteva ruotare di 360°, a fianco osserviamo bene la terza torretta quella più danneggiata invece la settima e l'ottava furono le uniche a non essere colpite.  (piango)

Ridiscendiamo nel piccolo cortile davanti all'ingresso e a  (police1) VOSTRO RISCHIO E PERICOLO percorriamo un sentiero che scende verso la base della teleferica, se si scivola ci sono 2000 metri di volo  (mart) superata la stazione della teleferica arriviamo ad un piccolo foro che conduce ad uno dei due ingressi della galleria,  io l'ho trovata con l'acqua bassa ma se una si portano gli stivali si può provare a percorrerla si giungerebbe allo stanzino dell'osservatorio principale, poi il ghiaccio ci bloccherebbe la strada che percorrendola tutta giungerebbe fino alla scala della polveriera.  (felice1)

La visita è terminata, scendiamo dalla strada, rimane ancora la finestra di ventilazione della polveriera ... qui ho rischiato grosso (giu) , sfiorato dall'incoscienza del giovane esploratore mi sono avventurato, un passo falso e Watson rimaneva orfano..  (piango) , si vede il ghiaccio che ha completamente ostruito il locale;

se volete vedere dei filmati e capirne qualcosa di più provate in questo sito di Roberto Chirio  (su), ci sono anche i filmati dei fuoristrada e della sua panda 4x4 in cima alla vetta
http://www.fortechaberton.com/video_chaberton.htm

La discesa è difficoltosa quanto la salita,  (vecchio) bisogna stare attenti a non inciampare vista la quantità di pietre e qui l'utilizzo dei bastoncini è sconsigliatissimo, la stanchezza non ti lascia e se non hai le scarpe e i calzettoni giusti, le vesciche si formeranno in un baleno  (piango), inoltre ti sembrerà di non giungere più all'auto, attenzione a quando tagliate per fare più in fretta, c'è il rischio di prendersi delle storte, alla fine dopo quasi 3 ore arriverete a Pra Claud e alla vostra auto, il viaggio è terminato abbiamo visitato un pezzo di storia e abbiamo provato la fatica che i nostri nonni provavano tutti i giorni.  (bevuta)

... segue  (felice)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

#9
... precede

Parte 4° la storia   (scherma)

1940, 10 giugno a Roma hanno appena dichiarato la guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, l'ambasciatore francese nel ricevere la comunicazione risponde "E' un colpo di pugnale ad un uomo in terra. I tedeschi sono padroni duri, ve ne accorgerete anche voi"  (giu)

L'ordine è di non sparare per primi e per i primi giorni non succede nulla, nel forte ci sono 320 uomini della G.A.F. (guardia alla frontiera), sono i ragazzi della leva del '19 e anche quelli del '17 e '18, intanto i francesi hanno posizionati i loro mortai a Poet-Morand sotto il forte de l'Infernet e aspettano.  (?)

11 giugno nebbia, nulla da segnalare  (nonso)

12 giugno nella notte si sentono dei colpi sullo spalto, alcune sentinelle hanno creduto di vedere ombre avvicinarsi, ma non c'è nessuno, la tensione sale.  (?)

13 giugno nella notte aerei sorvolano il forte ma non succede nulla, vanno a bombardare Torino  (piango)

14 e 15 giugno nulla da segnalare  (nonso)

16 giugno nel pomeriggio dal forte Jafferau si sentono dei colpi indirizzati verso il forte de l'Olive

17 giugno i due forti continuano a spararsi senza concludere nulla, alle ore 16 arriva l'ordine di fare fuoco, bastano pochi colpi (40) e il forte de l'Olive viene azzittito.

18 giugno nel pomeriggio si spara verso i forti Gondran

19 giugno il tempo peggiora

20 giugno
ore 6 c'è l'attacco da terra,
ore 8 il forte riceve l'ordine di sparare su diversi obbiettivi (Janus, Gondran, Infernet, Trois-Tetès,) troppi, nel pomeriggio visto il numero elevato di richieste, le torrette vengono suddivise in quattro gruppi che sparano su diversi obbiettivi, i francesi conteranno 300 colpi caduti nella zona dei Gondran

21 giugno
ore 6 si riprende a sparare, c'è un po' i nebbia
ore 8 i francesi hanno ricevuto l'ordine di sparare ed in breve il forte si trova inquadrato nella cosiddetta forcella, alcuni tiri lunghi e altri corti ed in breve si trova il giusto orientamento, intanto dal forte si contano fino a 900 colpi sparati verso lo Janus,
ore 15.30 si aprono le nuvole e i francesi si avvicinano a colpire il forte, sullo Chaberton c'è la consapevolezza i essere ormai centrati, ma gli artiglieri si danno da fare e continuano a sparare senza però capire da dove arriva il fuoco nemico,
ore 17 la nebbia si è alzata definitivamente... inizia il dramma  (piango)

ore 17.15 la 1° torretta è colpita, un morto e un ferito
ore 17.30 la 5 ° torretta è colpita, un artigliere viene sbalzato fuori e altri tre muoiono carbonizzati
ore 17.45 la 4° torretta è colpita, due morti
ore 18.00 la 3° torretta già danneggiata viene colpita e la cupola sbalzata sul piazzale, scoppia un incendio c'è il rischio che la riservetta munizioni possa esplodere, alcuni coraggiosi artiglieri si danno da fare per spegnere l'incendio, viene colpita anche la teleferica,
ore 18.15 la 2° torretta è colpita, si sentono le urla dei soldati ustionati, le richieste di aiuto dei feriti,
ore 18.30 la 6° torretta è colpita, nel forte si smette di sparare per soccorrere i soldati sotto le macerie, si spostano i feriti nella galleria in caverna, si spengono gli incendi,
ore 19.00 è colpita senza danni l'8° torretta, intanto si ripara dalle uniche due sopravvissute la 7° e l'8° torretta,
ore 20.00 cessano di sparare, si fa il bilancio tragico della giornata, ci sono 9 morti, 50 tra ustionati e feriti, i francesi hanno sparato in tutto solo 57 colpi da 202 kg (63 di esplosivo), nella notte vengono trasportati i feriti a valle, un sottoufficiale rinuncia alla barella in favore di altri, verrà poi trasferito all'ospedale di Pinerolo dove dopo una lunga agonia morirà il 26,  (piango)

22 giugno ore 10 si ricomincia a sparare, i serventi sono molti così come in una lotteria russa si fanno i turni nelle uniche due torrette rimaste dandosi il cambio ogni 2 ore, ogni tanto ci si ferma per far raffreddare le canne, i francesi sparano in tutto solo 6 colpi dato che è scesa la nebbia

23 giugno si spara, ma la nebbia impedisce la precisione, i francese sparano solo 14 colpi,

24 giugno nebbia, solo pochi colpi, i francesi sparano gli ultimi 24 colpi di mortaio alle ore 1.35 del 25 giugno cessano le ostilità, l'armistizio è stato firmato poche ore prima, la guerra per ora è finita.  (abbraccio)

Il 21 giugno in sole 3 ore e 30 i francesi piegarono il gigante delle alpi, distrussero sei delle otto torrette causando la morte di 10 ragazzi e ferendo molti altri.  (piango)

C'era il problema di seppellire i caduti e il comandante decise di creare una tomba in rilievo sullo spalto non essendo possibile scavare nella roccia, dopo il passaggio del forte ai francesi si dovette riportare le salme a valle, quattro furono seppellitidai famigliari nei loro paesi d'origine, cinque riposano nel cimitero militare di Cesana e il decimo (medaglia d'oro alla memoria) riposa a Boves suo paese natale.

A Cesana dal 1978 c'è un monumento che ricorda questi nostri 10 soldati periti in una guerra che porterà dolore e morte in tutto il mondo.  (giu)

(ciao)

[allegato eliminato dall\'amministratore]
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

GattoKea


(matto)

Tutti matti, 'sti cani.

Anche noi gatti amiamo l'avventura, ma siamo più arditi

(pugil)

ci spingiamo addirittura nella giungla!


;D

[allegato eliminato dall\'amministratore]

patatacotta

Mitttico PadronWatson, spero che questo lavorone tu l'abbia coperto da copyright  ;D
Ho solo una parola  ....... BRAVO!

GattoKea

Citazione da: patatacotta - 01 Dicembre 2006, 21:58:51 PM
Mitttico PadronWatson, spero che questo lavorone tu l'abbia coperto da copyright  ;D
Ho solo una parola  ....... BRAVO!


Conoscendo le sue abitudini, più che coprirlo da copyright lo avrà coperto di odori.....

(muoio) (muoio) (muoio)

Pacifico


(appl)


Bravo ... mi fai quasi venir voglia di andare in montagna   (appl)
Non camminare dietro a me, potrei non condurti.
Non camminarmi davanti, potrei non seguirti.
Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico. Albert Camus

Watson

Dicono che sullo Chaberton c'erano tantissimi topi... (giu)
tutti i gatti che venivano portati su, dopo pochissimo si lanciavano giù dalla montagna per quanta paura avessero.... (muoio)

Kea esci da sotto la furgonetta, tanto il tuo padroncino non ti porta lassu... (appl)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

bubbo

molto bello Watson, un racconto completo e ben equilibrato.Proprio come quello che mi aspettavo di leggere. Grazie.
Bubbo

Watson

Citazione da: Watson - 24 Novembre 2006, 23:20:54 PM
Chaberton, so tutto sullo Chaberton, è il forte costruito tra le due guerre a 3130 metri, venne distrutto dai francesi in un solo giorno, anzi in poche ore... (vecchio)
so tutto, ci sono stato solo 2 volte, ci voglio tornare, sono malato di Chaberton, tutte le volte che passo da Exilles e lo vedo sbavo, chilometri di bava, aspetta 7 giorni e ti posto tutto sullo Chaberton, solo lei la mia Charleston non è potuta salirci, non mi fidavo altrimenti fin dove la strada lo permetteva lei ci sarebbe arrivata  (mart)
(felice)

Visto c'è l'ho fatta, una faticaccia, praticamente sono due giorni che scrivo, scelgo le foto, correggo...  (bevuta)
l'ho fatto per te, ma non fraintendere.. e che sapevo che era un bel racconto ma abbastanza complesso, ho cercato di farti da cicerone, volevo anche far sentire la fatica che si prova a salire 1500 metri!, poi ci ho messo il discorso storico, spero che piaccia, certo ho preso spunto di libri, ne ho molti sui forti.. (felice1)

Vado a dormire, il prossimo venerdì proverò a parlare dell'assietta, anche lassu un'altra battaglia  (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

luomonero

è un bel lavoro e appassiona leggerlo.bravo, se potessi porterei la mia famiglia lassu per sentire l'odore della storia,della nostra storia.e poi fare una passeggiata su quelle montagne depurerebbe il fisico e la mente..

Watson

Attenzione: non sono stati aggiunti messaggi in questo topic negli ultimi 120 giorni.
A meno che tu non voglia realmente rispondere, prendi in considerazione l'idea di iniziare un nuovo topic.



11 anni, sono poco più di 11 anni che non sono stati aggiunti messaggi in questo 3D  (sorpreso) strano, forse perchè l'argomento era praticamente chiuso.....


... però ricordo come se fosse ieri quelle poche ore in cui scrissi tutti quei post, certo non ci fosse questo forum il mio ricordo sarebbe vago, nebuloso, ma rileggendolo mi sono ricordato di quella serata iniziata alle 20,34 del 1 dicembre e terminata alle 00,18 del 2 dicembre 2006


5 risposte immediate, poi quella del luomonero il mattino successivo e poi (zz)

ma lo comprendo, l'argomento era concluso ed altro non c'era da scrivere, ora a distanza di tempo è giunto il momento almeno di inserire le foto che l'amministratore aveva cancellato, perchè all'epoca invece di inserire dei collegamenti, le foto veniva fisicamente allegate al post, riempiendo il server di spazio utile alla discussione (post)


Non mi aspetto discussioni, mi basta solo completare quanto fatto 11 anni fa, avrei potuto aggiornarlo nel 2013, ma poi chissà cosa avvenne e non lo feci, ci riprovo oggi e se riesco inserirò pure l'aggiornamento ai due percorsi per la salita sullo Chaberton.

W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Le nuove foto scelte nel 2013 avranno a fianco il testo "new", in bordeaux i testi aggiunti successivamente al racconto originale.

Buona lettura  (felice)

Replay




Chaberton il gigante delle Alpi  (angel)

Parte 1°  l'avvicinamento

Luogo di partenza il solito parcheggio di Susa a fianco della stazione.
Usciti dal parcheggio, dopo aver preso il classico cappuccino con brioche, ci dirigiamo verso il semaforo e cerchiamo l'indicazione per Bardonecchia (statale non autostrada), percorriamo via Mazzini, passiamo il ponte sulla Dora Riparia e attraversiamo la cittadina giungendo sulla statale 24, siamo in via Oulx stiamo uscendo dal paese, una serie di rampe che ci fanno salire subito di quota (notate la casa costruita sul secondo tornante che domina tutta la bassa valle), al termine dell'ultimo tornante dobbiamo dare una decisa accelerata, perché più avanti (dopo la ferrovia) la strada sale molto di pendenza e se non ci siamo dati una bella spinta ci troveremo facilmente a percorrerla tutta in prima.  (stupid)

Oltrepassiamo il comune di Gravere e giungiamo a Chiomonte, sul lato opposto della valle c'è il famoso Pertus,  (vecchio) narra la leggenda che nel 1526 un minatore di nome Colombano Romean si impegnò a costruire una galleria di 500 metri sotto la cima dei Quattro Denti che serviva per portare l'acqua della valle opposta a questa di Chiomonte, il lavoro durò otto anni e venne fatto tutto a mano, si racconta che un cane faceva la spola tra la frazione di Ramat e il Colombano per portargli il mangiare, la leggenda narra che alla fine del lavoro il comune per non pagarlo lo avvelenò...,  (piango)
il tunnel è attualmente visitabile meglio in autunno, è largo un metro alto meno di due, si trova a 2000 metri di quota ed è raggiungibile dalla frazione Ambournet di Exilles, al fondo c'è una grata in ferro il ritorno si può effettuare per il sentiero.




Proseguiamo per la statale e in breve giungiamo a vedere il forte di Exilles, esso è diventato il simbolo della regione Piemonte, è visitabile tutto l'anno, ma quello che noi vediamo oggi non è stato sempre così,  (stupid)
nato come castello nel '600 venne modificato in fortezza con il fronte verso la Savoia, si narra che all'interno del forte sia stato tenuto prigioniero la "Maschera di Ferro",
nel '700 il forte venne rigirato e il fronte guardava la Francia, venne ampliato ma verso la fine del secolo venne fatto radere al suolo dai francesi,
nel '800 venne ricostruito così come lo vediamo ora e rimase attivo fino al 1915,
nel '900 dopo il secondo conflitto mondiale fu abbandonato a se stesso, venne recuperato solo dal 1996 (nel passato i forti avevano una vita movimentata)  (muoio)



La strada affianca la fortezza e supera il paese di Exilles senza attraversarlo, dopo un paio di gallerie arriviamo ai tornanti che superano un restringimento della valle, sulla cima c'è il bivio per Pramand, la strada che conduce al forte omonimo e alla Galleria dei Saraceni,  (felice1)
http://www.2cvclubitalia.com/public/smf/index.php?topic=526.0



qui abbiamo il primo contatto visivo con lo Chaberton.... è quella montagna a forma di piramide tronca, con dei denti sulla sommità, mi raccomando ammiratela...,



scolliniamo e superati i tornanti siamo in vista di Salbertran (venivo a passarci l'estate con la colonia estiva)  (piango), la strada prosegue veloce e rettilinea, si passa a fianco del campeggio Gran Bosco dove si fermano d'estate, tutti i motociclisti tedeschi che percorrono le nostre strade militari...,  (muro)

arrivati al bivio prima della galleria, svoltiamo a sinistra per Oulx (Ulzio durante il ventennio), il paese è stato ristrutturato e la strada ripavimentata da quando il traffico è stato deviato sulla nuova circonvallazione che collega l'autostrada con la statale 24 più a monte, subito fuori l'abitato la valle si restringe notevolmente mentre la strada si allarga, questa ha una sua storia, subito dopo tangentopoli gli appalti dei lavori pubblici divennero molto più economici, la ditta che vinse la gara per la modifica di questo tratto di strada fini per fallire cosi invece di avere una strada nuova per i mondiali del Sestriere del 1997, si dovette aspettare le Olimpiadi di Torino del 2006 per vederla terminata.  (mart)




Percorriamo ancora un paio di chilometri, torniamo a vedere in alto il forte con le sue otto torrette, poi in corrispondenza di un segnalatore automatico della velocità (state sicuri che vi becca superare il limite dei 50, garantito)  (muoio), si svolta a destra direzione Fenils, la strada scende fino al ponte sul torrente Dora e risale ripida verso il piccolo paese, il nome Fenils deriva dal latino ad fines, durante il regno di re Cozio era l'ultimo borgo abitato;
la strada diventa sterrata, ma è transitabile ancora un paio di tornanti, di cui solo l'ultimo un po' difficoltoso, e siamo a Pra Claud 1589 metri, termine del viaggio in auto, parcheggiamo la bicilindrica, e prepariamoci per la lunga escursione a piedi.

new

(vecchio) Si raccomanda vivamente di mettersi un paio di scarponcini da montagna, utilissime anche le bacchette da sci per facilitare la camminata (specialmente per la discesa), portarsi molta acqua dato che la montagna in alto ne è priva e diverse barrette energetiche, un cappellino, la solita giacca a vento, e due pile potenti, la salita non è faticosissima, ma è impegnativa, il pericolo è quello classico delle escursioni in montagna, in cima c'è campo telefonico e trovate sempre dei ciclisti che vi superano lungo il percorso.  (muoio)

inverno 2000




Questo percorso non è l'ideale per salire sulla cima essendo più lungo e con un maggior dislivello (1522 metri) rispetto a quello dal Monginevro, il cui dislivello è minore (1370 metri), ma questa che stiamo per percorrere è la strada militare Fenils-Chaberton, una strada costruita nel 1891 mantenedo una larghezza di 2.5 metri e pendenze contenute (max sul cono finale 22%), da qui i militari italiani trasportarono i pesanti cannoni (4000 kg) fin sulla vetta e li riportarono indietro quando scoppiò il primo conflitto mondiale, da questa strada si saliva all'inizio con i fuoristrada, poi solo le moto (ci sono salito nel 1991) ed oggi solo bici (mio fratello nel '99), oltre che a piedi ma con molta fatica.  (matto)



Abbiamo percorso da Susa 31 km e siamo passati dai 500 metri di quota ai 1600 circa, ci mancano solo una decina di km ma ben 1542 metri.


W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Parte 2°  la salita  (birra)



Nella frazione c'è un cartello che indica la quota 1589 e il tempo per giungere alla vetta 3 ore, in realtà se non si è allenati si impiega almeno 4 ore, superiamo la sbarra che chiude la strada ai veicoli a motore ed entriamo in un bosco di larici, la strada sale senza grosse difficoltà siamo freschi e all'ombra, ci sono una serie di lunghi tornanti che ci portano fino ai 1850 circa, poi un rettilineo ci conduce tranquillamente ai 2000 metri del rio dell'Inferno. >:D

cippi chilometrici
new






Nel 2005 questo era il punto in cui una frana aveva occupato tutta la sede stradale, un passaggio molto pericoloso, c'era solo un piccolissimo sentiero e a fianco il dirupo, (leggendo su internet mi sembra di aver capito che la provincia ha risistemato questo tratto di strada rendendola più sicura).  (blabla)

new

Superata la frana, ci troviamo fuori dal bosco, il sole picchia  8) e la stanchezza si fa sentire, inizia un'altra salita, la strada è leggermente peggiorata, ma con poco sforzo giungiamo al bivio presso le Grange Quagliet a 2100 metri, mi ricordo che la prima volta fui colto dal dubbio, la strada a sinistra più facile era molto invitante ma quella corretta è la destra, peccato, ci troviamo a percorrere 12 brevi tornanti uno dopo l'altro, si nota il lavoro di distruzione compiuto dall'acqua, il panorama è stupendo la salita un po' meno, arrivati all'ultimo tornante la strada si orienta per il colle dello Chaberton, che d'ora in poi sarà la nostra meta ben visibile davanti a noi.



Roccia tagliata


new

Pochi metri è ci troviamo a passare alla Roccia Tagliata, una passaggio nella roccia creato artificialmente con mina e scalpello, la strada nel tempo è franata parzialmente si vedono le travi di ferro e legno che spuntano dal bordo strada usate per allargarla, lo strapiombo è impressionante, in alto attaccati nella roccia ci sono le aste con gli isolatori della linea elettrica che collegava la centrale di Cesana con il forte, superata la tagliata giungiamo alla nuova linea di confine.  (abbraccio)



new

I francesi nel periodo tra le due guerre erano ossessionati da questo forte, avevano una gran paura che gli italiani potessero colpire qualunque punto del loro territorio, in particolare Briançon, quindi  invece di disperarsi si premunirono spiando i lavori  8) della costruzione del forte e portando in zona quattro mortai schneider da 280 mm in grado di raggiungere così i 3130 metri di altezza del forte.   (pugil)

nuovo confine


Come per placare le loro paure ancestrali, nella stipula del trattato di pace del 1947 pensarono bene di accorpare al loro territorio tutto il monte Chaberton  (giu), facendo passare il confine anche per il grande pilone intermedio della teleferica, inoltre obbligarono alla smantellazione di tutte le opere militari nel raggio di 20 km dal confine e nel 1957 alla rimozione delle torrette metalliche anche se ormai ricadevano nei loro confini.  (muro)





new

Siamo giunti al piano dei morti, così chiamato in ricordo di un contingente francese che perì di freddo durante una guerra alla fine del '700  (piango), siamo a 2400 metri e davanti c'è sempre il colle però la strada è ancora lunga, anche perché per diminuire la pendenza al 10% (bisognava far salire i cannoni) il tracciato venne allungato di 1.7 km aggiungendo nuovo tornanti, la fatica si fa sentire noto che c'è un cavo di ferro lungo la strada  (?), il colle non si avvicina quando improvvisamente ti trovi a scollinare e sei sullo spartiacque dove c'è il colle... c'è l'abbiamo fatta siamo a 2674 metri.  (angel)


new

Qui si vede il sentiero che sale dal Monginevro (si parte poco dopo il nuovo parcheggio per camper da quota 1842, si percorre una facilissima strada, chiusa al transito dei veicoli a motore, fino ad arrivare alle Grange Les Baisses a 2025 metri, poi il sentiero sale e si porta sulla parte opposta del vallone del rio Secco e raggiunge il ricovero delle Sette Fontane a 2253 metri, da qui è tutta salita su un sentiero stretto e ripido fino al colle a 2674 metri), come al solito ci sono i soliti fortini a protezione del colle, ma ci sono anche gli ultimi e interminabili 470 metri di dislivello!.   (piango)



(vecchio) Ricordatevi di fare una pausa cibo, io non la feci e ne pagai le conseguenza più avanti, anche se fino ad ora siamo saliti di 1080 metri, quelli che mancano sono duri come macigni.


quando si poteva fare in moto (1991)
new

la cima è sempre più vicina
new


Si nota subito che siamo sul fianco di una piramide di pietre, ci sono solo pietre e filo spinato, lunghi tornanti tagliati in mezzo da sentieri creati dai motociclisti, la strada ha una pendenza costante più alta rispetto al resto del tracciato, questo tratto venne costruito dopo nel 1897, i tagli della strada hanno invece un pendenza più elevata, ma alla fine quando la stanchezza aveva preso il sopravvento e non riuscivo più a salire (acido lattico ai muscoli, visione di miraggi) mi buttai su queste scorciatoie pur di accorciare il cammino e arrivare in cima...  (piango)

il corpo di guardia nel 2005 e nel 1999


caserma truppa


Superiamo un esteso campo di reticolati e un corpo di guardia, poi dopo un ennesimo tornante vediamo le caserme, siamo a 3000 metri, approfittiamo per vedere la caserma ricovero truppa disposta su due piani,  (police1) ATTENZIONE PERICOLANTE, nelle camerate ci sono ancora i letti, poco sopra c'è la caserma ufficiali, (non lo vista troppo stanco), i tornanti diventano più brevi, manca pochissimo, c'è ancora un bivio a sinistra tralasciamolo e saliamo ancora un pochino......ci siamo.... siamo sullo spalto del forte.... siamo arrivati a 3131 metri.
  (angel)



giro in moto del 1991
new

Un lungo riposo è doveroso, stendetevi sul terreno e osservate il cielo, siamo a 3000 metri, si sente solo il vento non ci sono rumori di motori, non si può più salire anche se a volte qualche motociclista ci prova, nel '91 ci sono salito in moto, anzi devo dirvi che eravamo in quattro con due moto e nel tratto finale non si riusciva a salire in due, così anche allora mi sacrificai  (piango) e feci a piedi  quasi tutto il tratto finale, ora alziamoci per vedere uno spettacolo a 360° sulle alpi del Delfinato e della valle di Susa, siamo nel luogo dove c'era il più alto forte d'Europa permanentemente presidiato, pensiamo a quei poveri ragazzi ( (vecchio) c'è da dire che 60 anni fa erano molto più abituati a vivere all'aria aperta rispetto ad oggi) anche nella stagione invernale.... ricevevano i rifornimenti grazie ad un'ardita teleferica, vivere a questa quota non era facile, guardiamo le otto torrette mezze pericolanti e pensiamo che qui 60 anni fa c'erano uomini che vivevano dentro queste torrette, fermiamoci un attimo e pensiamo a quei poveri artiglieri che qui morirono... ora tutto sembra così strano e abbandonato, non ci sono più le auto e le moto, qualche ciclista e molti escursionisti, sembra bello, un bel panorama, dei ruderi, una cima violata, ma pensiamo anche a loro a chi è morto e a chi ha passato momenti di terrore quando qui piovvero i proiettili francesi, stiamo guardando la storia.   (adoraz)

1991, la prima volta

W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Parte 3°  la descizione  (bevuta)

Passiamo a descrivere il luogo, noi ci troviamo sullo spalto del forte, prima dell'inizio della costruzione del forte nel 1898, la montagna terminava a punta, venne spianata di 6 metri e creato un gradino più basso su cui costruire la fortificazione, davanti a noi si vede il panorama delle montagne sopra Briançon, vediamo il paese di Monginevro ed in fondo Briançon, la conca dei Gondran con il forte Janus e l'Infernet,  ;D ora andiamo fino al fondo della spianata dove c'è il cartello con la quota, vediamo la postazione della batteria alta, posta a difesa di Claviere su uno sperone a quota 2150, stiamo guardando un salto di quasi 1000 metri.  (ole)

punto più alto, vecchia indicazione della distanza da Fenils


batteria alta


Dietro di noi ci sono le mitiche otto torrette del forte, la numerazione segue la regola di una vecchia tradizione dell'esercito piemontese per cui si parte a contare da sinistra facendo fronte al nemico (quindi la prima è la torretta che vede la strada di Claviere, l'ottava è quella incontrata per prima salendo dal colle), dato che il forte fu pensato in un'epoca dove i cannoni non potevano sparare così in alto, venne costruito esternamente su torrette, invece che in caverna, anche perché d'inverno i 12 metri tra lo spalto e il forte si riempiono di neve, il forte venne completato prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, ma risultava già superato (il mortaio usato dai francesi venne costruito nel 1914)  (muro)

caserme


caricamento proietti


scendiamo di un tornante, si vede una costruzione diroccata che era l'osservatorio sussidiario esterno, colpito anch'esso dai proiettili francesi, riprendiamo la stradina del bivio e arriviamo alla base del forte, poco prima sulla roccia c'è la pietra con indicata la distanza da Fenils, non è corretta  (?) perché per far salire i cannoni il genio dovette allungarla portandola da  13 km a circa 14.8 km, dal lato opposto in basso sul fianco della montagna, possiamo vedere le due caserme scorte salendo, la terza più in alto è il locale caricamento dove si montavano i proietti, l'avvitamento delle spolette essendo più pericoloso avveniva all'interno della torretta.  (scherma)

basamento pennone bandiera
new





Siamo alla base della costruzione, l'ingresso si apre su un lungo corridoio che percorre tutto il fronte del forte (circa 100 metri), si può tranquillamente entrare, c'è la neve in alcuni tratti, ma rispetto al '91 è scesa moltissimo, bisogna però prestare sempre la  (police1) MASSIMA ATTENZIONE, un breve passaggio ci porta alla scala della polveriera  (police1) (MOLTO PERICOLOSA PER LA PRESENZA DI GHIACCIO), la scala è lunga 72 metri intervallata da tre pianerottoli, al fondo a meno 34 metri ci sono i locali della polveriere ormai invasi completamente dal ghiaccio, per far risalire i proietti si utilizzava un argano elettrico che trascinava un carrello fino al primo pianerottolo, poi c'era un montacarichi su rotaia sopraelevata fino all'uscita (funziono male e durante il conflitto furono gli artiglieri a portare a spalla i proietti  (matto)), in corrispondenza del primo pianerottolo ci sono due aperture una porta al locale caricamento visto fuori, l'altra collega la galleria a forma di ferro di cavallo, costruita sotto lo spalto nel 1920 circa, ormai quasi chiusa dal ghiaccio, con due aperture all'esterno, uno quasi completamente ostruito, l'altro accessibile ma con molta attenzione.  (vecchio)







Torniamo indietro e notiamo il secondo corridoio parallelo al primo, molto buio e poco accessibile, permetteva di accedere alle riservette poste dietro la base delle torri, ritornati sul corridoio principale vediamo che si aprono otto camerate intervallate dalla base delle torri, le camerate erano divise tra deposito proietti (poi spostati in caverna), ufficio tiro, generatore, infermeria e al fondo del corridoio ci sono le camerette per gli ufficiali poi quasi fuori dalla struttura principale i cessi, oltre c'è solo lo strapiombo..., in corrispondenza della sesta torre sulla sinistra c'è il locale della stazione di arrivo della teleferica.  (ole)

camerata con motore
new

camerata fotografata nel 2005 e nel 1991


stazione arrivo teleferica


penultimo pilone


La teleferica era un'opera ardita per quel periodo  (felice1), un'unica campata, con lunghezza in diagonale di circa 3780 metri e un dislivello di 1785 con pendenza media del 53.6 %, terminata nel 1903 collegava Cesana con il forte, a metà in corrispondenza di uno sperone di roccia, c'è un enorme pilone con piccolo ricovero a lato, in tutto non c'erano più di 10 piloni, la stazione di arrivo era costruita a sbalzo e poggiava su una struttura in ferro molto vulnerabile (venne subito colpita), quindi si era pensato di costruirne una in caverna, ma non si fece mai.  (nonso)



torrette 1, 2, 3, 4


torrette 5, 6, 7, 8


Usciamo da dove siamo entrati e saliamo sul tetto della costruzione, qui possiamo ammirare da vicino tutte le otto torrette, hanno un diametro di circa 7 metri con una altezza di 8, sono in muratura con un grosso pilastro centrale in cemento su cui appoggiava il cannone da 149/35 tipo armstrong che poteva sparare fino a 17000 metri, (il diametro interno corrisponde alla prima cifra, 149 mm, la lunghezza è data dalla seconda cifra per il diametro, 35 x 149, quindi 5215 mm), all'interno c'è una scala elicoidale che inizia da sotto, a metà c'è l'uscita di sicurezza, e a lato un montacarichi per il trasporto dei proietti;  (blabla)



vista dalla 4 torretta verso la 8


vista dalla 4 torretta verso la 1


l'unica torretta accessibile è la quarta, il panorama che si vede sopra è eccezionale  :o , si vede tutta l'alta valle di Susa,  si vede bene la pista di bob di Sauze di Cesana, il centro turistico di Sestriere e con un po' di attenzione le grotte dei Saraceni, sopra di noi c'era la cupola metallica, era leggerissima serviva solo per proteggersi dalle intemperie, non si pensava che potesse venire colpita (tutta la struttura non è studiata per subire un attacco di bombe), la torretta poteva ruotare di 360°, a fianco osserviamo bene la terza torretta quella più danneggiata invece la settima e l'ottava furono le uniche a non essere colpite.  (piango)



new

uscita galleria sinistra


Ridiscendiamo nel piccolo cortile davanti all'ingresso e a  (police1) VOSTRO RISCHIO E PERICOLO percorriamo un sentiero che scende verso la base della teleferica, se si scivola ci sono 2000 metri di volo  (mart) superata la stazione della teleferica arriviamo ad un piccolo foro che conduce ad uno dei due ingressi della galleria,  io l'ho trovata con l'acqua bassa ma se una si portano gli stivali si può provare a percorrerla si giungerebbe allo stanzino dell'osservatorio principale, poi il ghiaccio ci bloccherebbe la strada che percorrendola tutta giungerebbe fino alla scala della polveriera.  (felice1)



La visita è terminata, scendiamo dalla strada, rimane ancora la finestra di ventilazione della polveriera ... qui ho rischiato grosso (giu) , sfiorato dall'incoscienza del giovane esploratore mi sono avventurato, un passo falso e Watson rimaneva orfano..  (piango) , si vede il ghiaccio che ha completamente ostruito il locale;

se volete vedere dei filmati e capirne qualcosa di più provate in questo sito di Roberto Chirio  (su), ci sono anche i filmati dei fuoristrada e della sua panda 4x4 in cima alla vetta
http:/www.fortechaberton.com/video_chaberton.htm sono stati cancellati in alternativa
https://web.archive.org/web/20080102073514/http://www.fortechaberton.com:80/video_chaberton.htm per vedere i video bisogna scaricarli in locale

panorama del lato italiano


La discesa è difficoltosa quanto la salita,  (vecchio) bisogna stare attenti a non inciampare vista la quantità di pietre e qui l'utilizzo dei bastoncini è consigliatissimo, la stanchezza non ti lascia e se non hai le scarpe e i calzettoni giusti, le vesciche si formeranno in un baleno  (piango), inoltre ti sembrerà di non giungere più all'auto, attenzione a quando tagliate per fare più in fretta, c'è il rischio di prendersi delle storte, alla fine dopo quasi 3 ore arriverete a Pra Claud e alla vostra auto, il viaggio è terminato abbiamo visitato un pezzo di storia e abbiamo provato la fatica che i nostri nonni provavano tutti i giorni.  (bevuta)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Parte 4° la storia   (scherma)



1940, 10 giugno a Roma hanno appena dichiarato la guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, l'ambasciatore francese nel ricevere la comunicazione risponde "E' un colpo di pugnale ad un uomo in terra. I tedeschi sono padroni duri, ve ne accorgerete anche voi"  (giu)

L'ordine è di non sparare per primi e nei primi giorni non succede nulla, nel forte ci sono 320 uomini della G.A.F. (guardia alla frontiera), sono i ragazzi della leva del '19 e anche quelli del '17 e '18, intanto i francesi hanno posizionati i loro mortai a Poet-Morand sotto il forte de l'Infernet e aspettano.  (?)

11 giugno nebbia, nulla da segnalare  (nonso)

12 giugno nella notte si sentono dei colpi sullo spalto, alcune sentinelle hanno creduto di vedere ombre avvicinarsi, ma non c'è nessuno, la tensione sale.  (?)

13 giugno nella notte aerei sorvolano il forte ma non succede nulla, vanno a bombardare Torino  (piango)

14 e 15 giugno nulla da segnalare  (nonso)

16 giugno nel pomeriggio dal forte Jafferau si sentono dei colpi indirizzati verso il forte de l'Olive

17 giugno i due forti continuano a spararsi senza concludere nulla, alle ore 16 arriva l'ordine di fare fuoco, bastano pochi colpi (40) e il forte de l'Olive viene azzittito.

18 giugno nel pomeriggio si spara verso i forti Gondran

19 giugno il tempo peggiora

20 giugno
ore 6 c'è l'attacco da terra,
ore 8 il forte riceve l'ordine di sparare su diversi obbiettivi (Janus, Gondran, Infernet, Trois-Tetès,) troppi, nel pomeriggio visto il numero elevato di richieste, le torrette vengono suddivise in quattro gruppi che sparano su diversi obbiettivi, i francesi conteranno 300 colpi caduti nella zona dei Gondran

21 giugno
ore 6 si riprende a sparare, c'è un po' i nebbia
ore 8 i francesi hanno ricevuto l'ordine di sparare ed in breve il forte si trova inquadrato nella cosiddetta forcella, alcuni tiri lunghi e altri corti ed in breve si trova il giusto orientamento, intanto dal forte si contano fino a 900 colpi sparati verso lo Janus,
ore 15.30 si aprono le nuvole e i francesi si avvicinano a colpire il forte, sullo Chaberton c'è la consapevolezza i essere ormai centrati, ma gli artiglieri si danno da fare e continuano a sparare senza però capire da dove arriva il fuoco nemico,
ore 17 la nebbia si è alzata definitivamente... inizia il dramma  (piango)

ore 17.15 la 1° torretta è colpita, un morto e un ferito
ore 17.30 la 5 ° torretta è colpita, un artigliere viene sbalzato fuori e altri tre muoiono carbonizzati
ore 17.45 la 4° torretta è colpita, due morti
ore 18.00 la 3° torretta già danneggiata viene colpita e la cupola sbalzata sul piazzale, scoppia un incendio c'è il rischio che la riservetta munizioni possa esplodere, alcuni coraggiosi artiglieri si danno da fare per spegnere l'incendio, viene colpita anche la teleferica,
ore 18.15 la 2° torretta è colpita, si sentono le urla dei soldati ustionati, le richieste di aiuto dei feriti,
ore 18.30 la 6° torretta è colpita, nel forte si smette di sparare per soccorrere i soldati sotto le macerie, si spostano i feriti nella galleria in caverna, si spengono gli incendi,
ore 19.00 è colpita senza danni l'8° torretta, intanto si ripara dalle uniche due sopravvissute la 7° e l'8° torretta,
ore 20.00 cessano di sparare, si fa il bilancio tragico della giornata, ci sono 9 morti, 50 tra ustionati e feriti, i francesi hanno sparato in tutto solo 57 colpi da 202 kg (63 di esplosivo), nella notte vengono trasportati i feriti a valle, un sottoufficiale rinuncia alla barella in favore di altri, verrà poi trasferito all'ospedale di Pinerolo dove dopo una lunga agonia morirà il 26,  (piango)

22 giugno ore 10 si ricomincia a sparare, i serventi sono molti così come in una lotteria russa si fanno i turni nelle uniche due torrette rimaste dandosi il cambio ogni 2 ore, ogni tanto ci si ferma per far raffreddare le canne, i francesi sparano in tutto solo 6 colpi dato che è scesa la nebbia

23 giugno si spara, ma la nebbia impedisce la precisione, i francese sparano solo 14 colpi,

24 giugno nebbia, solo pochi colpi, i francesi sparano gli ultimi 24 colpi di mortaio alle ore 1.35 del 25 giugno cessano le ostilità, l'armistizio è stato firmato poche ore prima, la guerra per ora è finita.  (abbraccio)

Il 21 giugno in sole 3 ore e 30 i francesi piegarono il gigante delle alpi, distrussero sei delle otto torrette causando la morte di 10 ragazzi e ferendo molti altri.  (piango)

C'era il problema di seppellire i caduti e il comandante decise di creare una tomba in rilievo sullo spalto non essendo possibile scavare nella roccia, dopo il passaggio del forte ai francesi si dovette riportare le salme a valle, quattro furono seppellitidai famigliari nei loro paesi d'origine, cinque riposano nel cimitero militare di Cesana e il decimo (medaglia d'oro alla memoria) riposa a Boves suo paese natale.


A Cesana dal 1978 c'è un monumento che ricorda questi nostri 10 soldati periti in una guerra che porterà dolore e morte in tutto il mondo.  (giu)

new



(ciao)





Con questo ho terminato il REPLAY, i prossimi post aggiorneranno questa descrizione del 2006.
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Chaberton, una montagna con un forte costruito sulla cima, due buoni motivi per visitarlo...


... il primo è escursionistico, è una vetta che supera i 3.000 metri, una quota considerevole per un non-alpinista;

è facilmente raggiungibile in auto essendo sullo spartiacque tra due vallate dotate di buone infrastrutture;

la salita alla vetta è facile e si può compiere tranquillamente nell'arco di una giornata senza il bisogno di bivaccare in qualche rifugio (ovvio, questo non vuol significare che passare la notte in un rifugio sia negativo);

dalla cima si gode un panorama a 360° di tutto l'arco alpino, dalle montagne olimpiche al briançonnais;

non è una montagna con molta vegetazione, anzi da quasi subito è solo una distesa di pietre, ma come ci sono quelli che apprezzano il deserto, anche questa cima può presentare aspetti affascinanti......


.... il secondo è storico, essendo il punto in cui venne costruito il più alto forte d'Europa;

sono solo ruderi, ma se uno sale informato, può vederli con un ottica diversa;

è un monumento all'assurdità degli uomini, un monito a non ripetere gli stessi errori del passato, anche se tutto sembra andare verso la direzione opposta  (muro);

in fin dei conti ci sono gli appassionati di strutture fortificate, questa è mal messa, poco visitabile e con reali rischi di farsi male, ma pur sempre una visita affascinante (o squallida, dipende dai gusti  (stupid))


Immagino che voi abbiate capito da quale parte io mi pongo, ma ammetto che la visione dei ruderi possa essere considerato uno sfregio alla natura e quindi per nulla interessante.



Fino ad ora ci sono salito 4 volte, la prima nel lontano 1991 in moto (o meglio a piedi e ogni tanto sul sellino come passeggero), all'epoca le auto non riuscivano più a salirci, ma solo pochi anni prima ne potevi trovare a dozzine e pensandoci era davvero uno scempio quella visione (ma comprensibile), poi ci sono tornato nel 2005 per caso, in realtà la meta era un'altra cima, ma un cielo plumbeo con rischio temporali ci fece cambiare destinazione e quindi ci tornai a piedi con gran piacere, la terza nel 2012 questa volta dal lato francese e l'ultima (per ora) nel 2017 per ripercorrere la vecchia strada militare e vedere come era cambiata nel tempo.



Vi propongo queste due ultime salite, con le foto aggiornate, sperando che possa farvi piacere o che possa servirvi per una vostra futura escursione.

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Dany

Lo Chaberton.....

bei ricordi....metà anni 80...salimmo a piedi da Cesana per poi riscendere dal lato francese a Claviere.....in giornata

Allora ero allenato

(vecchio)
Sometimes you're the windshield, sometimes you're the bug
(certe volte sei il parabrezza, certe volte sei il moscerino)
Mark Knopfler

Watson

Lo immaginavo, da te me lo sarei aspettato  (appl) (abbraccio)

Una precisazione, il percorso classico dal lato francese (Monginevro) è quello più veloce e non presenta grosse difficoltà, se l'ho fatto io credo che chiunque può farlo  (muoio)

(police1) ATTENZIONE solamente a comportarsi come in tutte le passeggiate in montagna, anche se non ci sono punti pericolosi è sempre meglio prestare attenzione a dove si mettono gli scarponi (specialmente in discesa), consiglio anche l'uso delle racchette giustamente nelle discese e nei punti in cui uno possa non sentirsi sicuro.


Ricordatevi pure che non c'è acqua sul sentiero e non fate come me che pensando di trovarne più avanti, mi trovai con pochissima acqua e tantissima sete  (muro)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Il primo percorso che descrivo per giungere in cima allo Chaberton è quello più utilizzato

il percorso dal lato francese





Il punto di partenza si trova subito dopo il posto di confine francese del Monginevro, si svolta a destra e si supera l'area di sosta per i camper direzione Village du Soleil, meno di 500 metri dal bivio si parcheggia in uno slargo sterrato e poco più avanti inizia la strada che risale il vallone del Rio Secco.

punto 1

Inizio del sentiero



cartello con indicazione del tempo di percorrenza fino alla cima




I miei tempi





distanza  -  0
tempo  -  0
dislivello  -  0





(vecchio) Ci sarebbe in realtà un'altro percorso che inizia dall'abitato di Claviere, un cartello posto sul ponte del Rio Secco prima dell'abbandonato posto di frontiera, indica la direzione da prendere per la salita, questo sentiero si collega poi con la strada che stiamo percorrendo.

punto 2



La strada sale senza grosse pendenze dentro un bosco rado e prende quota rispetto al sottostante rio, la cima della montagna non si vede ancora, ma si trova davanti sopra di noi, anche se la salita non è difficoltosa, alla prima occasione che si presenta approfitto per prendere una scorciatoia in corrispondenza di questo bivio, abbiamo percorso circa 2 km e salito di 200 m.

punto 3



la strada principale è quella a sinistra, il sentiero di destra è forse più ripido, ma leggermente più breve, questo è il primo cambio di pendenza un po' più deciso.


Vista della strada appena percorsa




punto 4

Superata questa breve ripida salita, siamo giunti su un bel pianoro verde e finalmente iniziamo a vedere una meta del nostro percorso, il colle dello Chaberton a destra della punta Rochers Charniers (nel centro)



Da qui in poi spariscono gli alberi e sparisce il verde, tutto diventa grigio e pietroso, scendiamo verso il Rio Secco che guadiamo portandoci sulla sponda sinistra e prendiamo un sentiero che inizia a salire decisamente

punto 5

Giungiamo finalmente nella località detta Le Sette fontane, dove c'era fino a pochi anni fa un ricovero



demolito da una valanga nell'inverno del 2008-09



I miei tempi





distanza  -  4,12 km
tempo  -  1,06 ora
dislivello  -  370 m



Questo è l'ultimo punto in cui si può trovare dell'acqua, ma nella stagione estiva è già evaporata (esperienza personale  (stupid)), questo è anche il punto in cui mi ero spinto con il mio Watson (cane) in passato, pensando che sopra non ne avrei trovati....




Il sentiero poco dopo si divide, entrambi portano al colle, ma ho notato che quello che svolta a sinistra rispetto alla marcia è più frequentato di quello che prosegue dritto




punto 6

Questo tratto è quello più impegnativo, la salita si sente ed il sentiero non è molto ampio, raccomando maggiore attenzione quando si scenderà, nella foto la visione in salita e quella in discesa



finalmente iniziamo a vedere la cima della montagna ed il colle sempre più vicino



in particolare scorgiamo sulla cima l'ottava torretta, mentre sul fianco  si vede il centro 112




punto 7

e finalmente siamo giunti al colle, da qui abbiamo la visione dei due versanti, quello appena percorso, il versante francese



e quello italiano, anche se il confine in realtà passa in fondo nel vallone dei morti



qui nella foto si vede la Roccia Tagliata, il confine è dove inizia il verde



I miei tempi





distanza  -  7,38 km
tempo  -  2,36 ora
dislivello  -  798 m




Termino questa prima parte qui sul colle dello Chaberton, davanti a noi rimane da percorrere la piramide finale, che è in comune con l'altro itinerario, quello italiano che descriverò successivamente visto che l'ho rifatto solo lo scorso anno, la fatica si fa sentire e a me le gambe erano diventate dure come le pietre che ci circondavano  (stupid)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

punto 7

Il colle dello Chaberton era protetto da due centri di fuoco, uno a sinistra, l'altro a destra del colle, servivano per bloccare un'eventuale sortita dalla strada che abbiamo appena percorso, alle loro spalle c'erano i rispettivi ricoveri per le truppe, ormai tutti in rovina, la visita a questi centri è difficoltosa e sconsigliata.


vista del colle dalla strada verso la cima, si notano il ricovero 2 in basso e l'1 in alto, come pure il centro 111 sul fianco della montagna



Ricovero 2



Centro 112



Centro 111 e Ricovero 1




Io queste postazioni le ho visitate al ritorno con più tranquillità, anche perchè questi ultimi 450 metri che ci separano alla vetta non sono uno scherzo, il sentiero sale deciso zizzagando sul fianco della piramide, in modo da diminuire la pendenza, in centro si vedono le tracce dei passaggi delle moto, vi assicuro che sono più ripidi, ma più corti e a volte si preferisce tagliare da li per accorciare l'agonia della salita (almeno per me che non sono così in forma)


punto 8


la lunga salita



finalmente il cippo del chilometro 12



siamo quasi a metà della salita, quando finalmente arriviamo ad un altro piccolo fabbricato, il corpo di guardia del forte




e qui piccola sorpresa, un beagle che scende allegramente come se avesse fatto una passeggiata ai giardinetti  ;D


I miei tempi





distanza  -  9,47 km
tempo  -  3,42 ora
dislivello  -  1076 m




questa zona era difesa da un eventuale attacco che avesse aggirato i due centri di fuoco del colle da una serie di reticolati, ancora posizionati come 80 anni fa




punto 9

dopo due tornanti dal corpo di guardia, vediamo una costruzione posta a breve distanza dalla strada che corrisponde alla caserma truppa del forte





(police1) ATTENZIONE solo una piccola parte dle fabbricato è visitabile, prestare sempre la massima attenzione

una camerata con ancora i letti di legno ed un'altra senza più il pavimento  (sorpreso)




punto 10

l'ultimo tratto della salita è occupato da una serie di cinque tornanti molto ravvicinati, all'ultimo troviamo questi ruderi che sono quelli dell'osservatorio sussidiario esterno




c'è ancora un bivio, ma non faciamo ingannare da quello a sinistra (ci ritorneremo), perchè la meta si trova a destra dove si apre davanti a noi l'immenso spalto della cima dello Chaberton (adoraz)



(spett) pieno di (cane)  (sorpreso) (appl)


I miei tempi





distanza  -  11,98 km
tempo  -  4,40 ora
dislivello  -  1247 m




La salita è terminata, la soddisfazione di essere arrivati in cime è molta  (ura)

ora non ci rimane che riposarsi, ammirare lo splendido panorama a 360° gradi delle montagne circostanti e poi (se gli fa piacere) visitare la fortificazione che si potrà notare sul lato italiano dello spalto.


Io ho terminato il percorso francese, il prossimo sarà quello italiano che ho fatto nel 2017 (confrontandolo con quello del 2015)

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

10nico

Apperò che bel giro Watson!  (superok)  (compl) (bravo)

Se ti sei sciroppato quel dislivello in quelle ore non sei mica poi tanto fuori forma dai!  (superok)  (abbraccio)

Grazie delle foto e del racconto!  (su)
Chiamatemi Micky

Love long and prosper

m.real

 (felice) Grande Antonio , ti faccio anche io i complimenti per la scarpinata  (appl) (appl) (bravo) (compl)
Ora sei pronto per il Cammino di Santiago.
in fondo al tunnel ce sempre una luce