Sabato abbiamo fatto un giro per il centro di Torino, a Watson questi cambi di programma non piacciono molto, lui è un abitudinario e il solito giro nei suoi territori non lo stufa mai

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Appena giunti in centro si è adattato all’idea ed ha incominciato a percorrere il classico “tour del centro”, giardinetti per lui, libreria per me, focacerria per entrambi

… sulla strada del ritorno abbiamo però deviato leggermente dal giro classico e siamo capitati a passare in via verdi a fianco di Palazzo Nuovo, per chi non è di Torino questa è la sede delle facoltà umanistiche dell’Università, si trova proprio alle spalle della nostro simbolo

la Mole Antonelliana, ma differisce notevolmente come architettura, esso è un palazzo in acciaio e vetro che potrebbe ricordare lontanamente il beaubourg di Parigi

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Watson odorava gli odori, io respiravo il profumo del passato, camminavamo a fianco del palazzo, vicino al corridoio che collega le aule magne all’uscita, e il mio sguardo si ferma sulla vetrata che guarda verso il parcheggio….
I miei pensieri sono corsi verso un giorno d’inverno di molti anni addietro, un freddo inverno ma di un giorno molto speciale

, ricordo quel giorno mi ero recato al Politecnico facoltà di Architettura per la solita noiosissima lezione, avevo sentito che a Palzzo Nuovo c’era un corso di cinema ma non sapevo ancora su quele tema (espressionismo tedesco), quindi visto che avevo incominciato a girare dei piccoli film con gli amici avevo deciso che sarei andato ad informarmi

, esco dalla facoltà prendo il tram ed in breve sono davanti alla facoltà, entro con circospezione, provo a leggere i corsi e il numero dell’aula e chiedo a qualcuno… aula magna numero X, mi dirigo verso il posto e un po’ intimidito dalla struttura (noi ad architettura siamo ospitati dentro il Castello del Valentino, che non è moderno ma una bella struttura dell’epoca dei Savoia

) aspetto fuori, quando usciranno gli studenti chiederò a qualcuno spiegazioni sul corso…
… sono timido e la paura prende il sopravvento, decido di andarmene e percorro il corridoio, ma la vetrata enorme e la vista sul parcheggio mi fermano

, aspetto un minutino e vedo uscire i primi studenti dall’aula X… mi faccio coraggio e fermo una ragazza di Cuneo (lo scoprirò più avanti

), non ricordo il nome, ma lei gentilmente mi indirizza verso un’altra ragazza che stà uscendo in quel momento….

piccolina, bionda, maglioncino con il collo alto, occhi verde grigio, sorriso contagiosissimo,sguardo dolce, solare, gentile, precisa….. il cuore inizia a battere, le parole escono a mala pena, la vista mi si annebbia, non ricordo più cosa ho balbettato, ma da quel giorno prendo una decisione che si rileverà decisiva, frequenterò il corso di cinema del professor Liborio Termine

In realtà non ci tornai subito, a casa la timidezza ebbe il soppravento, ma dopo alcune settimane mi ripresentai, lei non c’era feci amicizia con un ragazzo Marco e seguimmo diverse lezioni, anche lui la mia stessa passione del cinema e la voglia di girare qualche piccolo cortometraggio con la super 8 (c’erano anche le prime telecamere Video2000 e anche VHS

) poi rimasi lontano per altre settimane per gli esami ad architettura, nel frattempo ci vedevamo fuori lezione e ricordo che mi parlava di una ragazza carina e intelligente che cercava di baccagliare…
Una sera finalmente ritornai a Palazzo Nuovo c’era la solita lezione di cinema, non ricordo il film forse Nel corso del tempo di Wenders

, era nel corridoio che aspettavo il mio amico Marco, quando finalmente giunge, ci salutiamo e stiamo per entrare in aula, ma lui mi ferma “aspetta deve arrivare la mia amica”, attendiamo quando all’improvviso eccola

è lei la mia visione di quel primo giorno

, ci guardiamo e ci salutiamo come se fossimo vecchi amici, Marco mi guarda, la guarda, ci guarda e parla “ma voi due vi conoscete?”

….. siamo scoppiati a ridere, no non ci conosciamo ma ci siamo incontrati, il destino ci ha giocato uno bello scherzetto, ci siamo sfiorati una sera d’inverno e ci siamo incontrati una mattina di gennaio

… da quel giorno ho frequentato tutte le lezioni sull’immpressionismo tedesco, mi sono visto tutti i film di Wenders, Herzog e Fassbinder, da quel giorno mi sono rivisto tutti i giorni con lei, con il mio angelo con Paola

Ma cosa centra tutto questo con le bicilindriche

Una sera andai in facoltà con la mia macchinina, parcheggia nel parcheggio chè è posto a fianco, un’enorme piazzale sterrato dove prima della guerra c’erano dei palazzi, bombardati e mai più ricostruiti, all’uscita dalla lezione ci fermiamo davanti alla famosa vetrata (non mi ero ancora dichiarato e lei era solo un’amica)

, io le chiesi se voleva un passaggio a casa visto che ero automunito, ma misi le mani avanti (in senso metaforico

) e le dissi che la mia auto era un po’ particolare, una piccola bicilindrica ma carina, lei mi disse che non c’erano problemi, ma non aveva capito che auto fosse.. uscimmo e ci dirigemmo verso il parcheggio, io ero terrorizzato dall’idea che una volta vista lei si fosse fatta quattro risate e quando arrivammo davanti la indicai in silenzio “è questa… la mia Bianchina”

, lei non rise,non disse nulla di offensivo (è sempre stata molto educata), mi guardò e rispose “carina”, salimmo e via verso casa sua, ero felice guidavo la mia prima auto (

l’auto di mia madre) e avevo a fianco una ragazza stupenda ero innamorato, ero felice, ero eccitato, ero contento, era bellissimo tutte queste emozioni le ho poi provate anche alla guida della mia Charleston, ma questa è un’altra storia)
Scusate se vi ho tediato, ma sabato scorso con il pensiero sono tornato indietro nel tempo, quando ero giovane e fiducioso del futuro, quando credevo di conquistare il mondo....., ma ho conquistato il cuore di una ragazza speciale… e non è poco
