La battaglia dell’Assietta 1747Protagonisti:
Piemonte e Austria nella parte dei buoni che si difendono

Francia e Spagna nella parte dei cattivi che attaccano

Inghilterra nella solita parte dell’arbitro

Repubblica di Genova “la Superba” nella parte dei genovesi

Comprimari:
Valdesi gli stranieri in casa propria

Liguri e Nizzardi pro Savoia

Attori principali:
Generale spagnolo Las Minas pro Costa

Generale francese Armand Fuquet De Belle-Isle pro Alpi

Conte Cacherano di Bricherasio comandante in capo dei piemontesi

Attori secondari:
Conte Federico Novarina di San Sebastiano il “Bogianen”

Generale De Villmur a destra per il Gran Serin

Generale De Mailly a sinistra per le trincee

Maresciallo D’Arnault al centro per la Testa dell’Assietta

Luogo della recita:
il colle dell’Assietta e il suo pianoro, facile via di comunicazione tra Exilles e Fenestrelle

La battaglia dell’Assietta si colloca nel quadro delle lotte avvenute per la successione del trono d’Austria, in particolare nel periodo in cui le truppe piemontesi e austriache stanno assediando Genova, difesa dai francesi e spagnoli e a loro volta bloccati dal mare dal blocco navale inglese

.

Il comando franco-spagnolo decide di portare un aiuto alle truppe assediate, ma all’interno dell’alleanza ci sono due idee divergenti sull’azione da compiere,

gli spagnoli vorrebbero attaccare dalla costa fin a giungere a Genova e proseguire per la Lombardia in modo da dividere i due alleati,

i francesi preferirebbero attaccare direttamente dalle Alpi il re Carlo Emanuele III in modo che abbandoni l’assedio.

Il piano vincente è quello del generale spagnolo

che decide di attaccare Nizza e dopo i primi successi viene fermato dalla guerriglia delle popolazioni ligure e nizzarde

ad Oneglia dove è costretto a retrocedere,

si opta a questo punto per il piano francese che prevede l’attacco dalle Alpi ed in particolare dal valico più facile quello del Monginevro

.

Nel frattempo le solite spie hanno avvertito i piemontesi del cambiamento di programma e subito vengono rinforzati i forti lungo il confine,

il 29 giugno inizia le costruzioni di due ridotte e di un trinceramento sulle alture dell’Assietta (le ridotte non erano altro che delle opere fragili costituite da muri a secco, terrapieni e fascine, ma si rivelarono decisive per l’esito della battaglia)

.
Il 15 luglio il generale francese

passa le Alpi con un esercito di 32.000 uomini (composto da 30 battaglione francesi e 2 spagnoli) e si attesta a Sauze d’Oulx, da qui le strade per giungere a Torino sono due, una per la valle di Susa, l’altra per la valle Chisone, ma sono entrambe difese da due imponenti forti, quello di Exilles e quello di Finestrelle; la soluzione migliore è di aggirarli entrambi passando sulla cresta delle montagne che dividone le due valli, quindi dall’Assietta

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Il 19 luglio le condizioni meteo migliorano e il generale francese

ordina di muoversi, dividendo il gruppo in tre colonne, a destra

10.000 uomini attaccheranno la ridotta del Gran Serin, a sinistra

7.000 uomini attaccheranno i campi trincerati ed in centro

3.000 uomini (dove parteciperà anche il generale De Belle-Isle

) più i cannoni

(sette pezzi da montagna trasportati con i muli) attaccheranno la ridotta della Testa dell’Assietta, le quattro “D” si mettono in marcia

.

I Piemontesi che già occupavano il colle si sono divisi tra la ridotta del Gran Serin, la Testa dell’Assietta e le trincee, in tutto si contano 7.400 uomini (7 battaglioni piemontesi, 6 austriaci e un gruppo di volontari locali e di Valdesi

) non possiedono armi pesanti

, vengono avvisati fin dal primo mattino del movimento dei francesi e si tengono pronti a difendersi.

Il primo scontro si ha già verso le 10 tra i francesi ed i Valdesi

, questi combattono ma si ritirano visto l’esiguo numero (200 circa), arrivati a distanza di sicurezza i francesi si fermano per aspettare che la colonna di destra

giunga in posizione (il percorso da fare è più lungo rispetto alle altre due colonne).
Alle 16 i cannoni

sparano le prime bordate e alle 16.30 il generale

dà l’ordine di attaccare, la colonna di sinistra

attacca le trincee da una posizione molto sfortunata (da valle) e dopo tre attacchi consecutivi è costretta a ritirarsi lasciando sul terreno ben 1.700 uomini, la colonna al centro

riesce a giungere fin sotto i muretti dove tenta di aprire una breccia, i due eserciti sono così vicini che non si spara più, da fuori si cerca di demolire e scavalcare, da dentro si lanciano pietre e con le baionette si cerca di farli arretrare, i Valdesi

giungo in aiuto e da un’altura vicina sparano sui francesi…

è un carnaio, e in questa bolgia il generale francese

compie un azione eroica ma inutile, sceso da cavallo recupera una bandiera e la pianta sulla breccia che si sta aprendo in modo da spronare i suoi uomini verso la vittoria, ma una baionetta lo attende al di la del muretto e due fucilate lo finiscono..

situazione diversa si trova la colonna di destra

che sta compiendo il suo primo assalto e i difensori cercano di resistere, ma anche qui dopo tre assalti i francesi sono costretti a ritirarsi,
nel frattempo quando ancora le sorti non sono decise il comandante piemontese

ordina che se sul Gran Serin le cose si mettono male, ci si ritira dalla Testa dell’Assietta e qui la leggenda narra che il conte di San Sebastiano

si rifiutò e pronunciò la storica frase “Nui Bugian nen”, noi non ci muoviamo, nacquero i Bogianen Piemontesi

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Il buio sospende tutte le ostilità ed ai francesi non rimane che ritirarsi verso Sauze d’Oulx se non vogliono passare una notte al freddo dei 2400 mt, il mattino seguente ci si rende conto dell’eroica difesa e della vittoria, sul campo ci sono circa 5.000 cadaveri franco-spagnoli

,
oltre 400 ufficiali, 9 colonneli, 7 generali e il comandante De Belle-Isle

,
contro 219 caduti austro-piemontesi

.
Il Piemonte entrava così di diritto tra le grandi case coronate d’Europa, ricevendo i complimenti perfino dal re di Prussia, la guerra si concludeva l’anno seguente con la pace i Aquisgrana.
Avanti Savoia, avanti
Bogianen Piemontesi 