Summer '77

Aperto da Aspes, 04 Aprile 2013, 09:31:15 AM

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Aspes

= SUMMER   '77 =

Quando, qualche decennio fa, ascoltai per la prima volta Atom Hearth Mother, fui  rapito dalla bellezza e dalla dolcezza di uno dei brani dell'Lp.

La canzone si intitolava Summer '68, e questo è il motivo per cui ho preso in prestito quel titolo, parafrasandolo un po', perche' è di un'estate che vi  voglio raccontare, ed esattamente dell'Estate del '77.

L'idea venne a mio Padre e ad alcuni suoi amici in primavera, ed era : perche' non facciamo una manifestazione in cui gli abitanti del Paese, e non solo, portano sul palco le loro idee, cantandole e recitandole?

L'idea era buona, e fu subito accettata, con l'ausilio della Pro-loco, ed i mesi successivi passarono a vagliare le canzoni, a leggere le poesie ed i racconti pervenuti, passando in seguito alle prove pratiche, con arrangiamenti musicali, basi di accompagnamento alle letture e preparazione tecnica.

Luglio era ormai alle porte, e tutto era pronto.

La serata si sarebbe tenuta in un contesto davvero particolare, mai usato prima, di una bellezza straordinaria, e cioè di fianco all'Abbazia Benedettina fortificata che da sempre dominava quel piccolo Paese.

Ecco, tutto era pronto : il palco con le sue luci, le innumerevoli file di sedie che avrebbero accolto il pubblico, il tavolo alla base del palco con un piccolo mixer ed un registratore a bobine, dove io ed il Tiziano ci saremmo occupati della registrazione dell'intera serata, oltre a fornire le basi musicali quando richieste.

Mancava circa un'ora all'inizio della manifestazione.

La serata era calda, ma non troppo.

C'era una leggera brezza che mitigava il calore, e teneva lontane le zanzare.

Si, tutto era pronto : ma c'era un "ma" ...!!

Da qualche giorno io avevo preso il mio secondo Aspes.

Era sempre un Hopi, ma aveva le forcelle a perno avanzato, gli ammortizzatori posteriori a corsa luna, ed il motore molto più potente del precedente.

Mancava un'ora, solo un'ora, io avrei già dovuto essere sotto il palco, per vedere che tutto fosse a posto, ed invece ero ancora a casa mia, con un atroce dubbio in mente.

Lo faccio un giro veloce prima dell'inizio della manifestazione?

La risposta doveva essere un no, ma io non resistevo.

" Tanto c'e' tempo ", pensavo.

Salii sull'Aspes, lo misi in moto, direzione fiume Sesia.

L'Aspes sembrava volare sulle buche, sembrava di viaggiare su di un cuscino di piume, tanto era morbido rispetto al suo fratellino precedente.

L'atterraggio da un salto sembrava fatto sulla gomma, e non sul duro terreno,  ed il motore sembrava allungare senza fine.

La direzione era sempre la stessa.

" Le tombe ", le chiamavamo noi, cioè un punto particolare dove il Canale Cavour passava sotto il letto del Sesia, con un'opera ingegneristica davvero notevole.

Non che a quell'epoca m'importasse molto di quel fatto : la zona era bella perché era piena di salti, di salite e discese, di curve e controcurve.

Il massimo per una moto da Cross.

Ecco, stavo per raggiungere il punto più bello, quando sentii che l'Aspes incominciava a mancare.

Strano, pensai. Che sia in riserva ?

Girai subito il rubinetto in posizione di riserva.

L'Aspes si riprese un attimo, ma poi incominciò di nuovo a perdere giri, fino a fermarsi, ed a spegnersi.

Incredulo incominciai a pestare sulla leva della messa in moto : nulla, nemmeno un accenno.

Allora lo spinsi, e lo rispinsi, fino ad avere il fiatone, sino ad essere sudato : nulla, non dava segno di vita.
Appoggiai il manubrio ad una pianta a bordo strada, e guardai l'orologio.

Mancava mezz'ora all'inizio della manifestazione, ed io ero lontano, al Sesia, con una moto che non partiva più, non sarei mai potuto arrivare in tempo.

Dire che ero disperato era dire poco.

Non sapevo cosa fare.

Mi sedetti per terra vicino all'Aspes, cosi' vicino da sentire il calore provenire dal suo motore.

Due lacrime ma stavano scendendo dagli occhi, per la delusione, per la rabbia.

Non so cosa accadde, ma stranamente, visto il periodo, incominciai  a sentire freddo.

Ascoltai il rumore che il Sesia faceva nel suo scorrere lento, e percepii  tutti quei suoni che normalmente non avrei mai potuto sentire.

Rimasi così per dieci minuti buoni, ed a quel punto sapevo che non c'era davvero più tempo.

Mi rialzai, inforcai l'Aspes, misi il piede destro sulla pedivella della messa in moto, e rimasi così per qualche secondo.

Poi spinsi con forza in giù.

L'Aspes  partì immediatamente, ed io misi la prima, e poi tutte le altre marce, verso casa.

Non volevo forzare, lo lasciavo veleggiare, perché la paura che si fermasse nuovamente era davvero tanta.
Eppure, metro dopo metro, acquistai fiducia.

Più forzavo e più l'Aspes rispondeva ai comandi.

Ora era perfetto.

Attraversai il Paese in un lampo, entrai nel cortile di casa mia, spensi  l'Aspes e l'appoggiai al muro, e poi via di corsa verso la Chiesa.

Arrivai che tutto era pronto.

Mi sedetti alla posizione che avevamo preparato, mentre il Tiziano e mio Padre dal palco mi guardavano con aria un po' dubbiosa.

Io feci solo un segno con un dito, che era tutto a posto.

Sicuramente puzzavo di sudore, di miscela, ma in quel momento non importava.

Ero lì, e la serata andò nel migliore dei modi, anche se questa è un'altra storia.

Non so cos'era accaduto all'Aspes al Sesia, perché quel momento non si ripeté mai più.

Quello che mi ricordo ora e' solo quel senso di freddo che avevo provato, la sensazione di percepire la natura e ciò 'che mi circondava in un modo diverso, la consapevolezza di provare qualcosa di bello, di unico.

Come se qualcuno, o qualcosa, fosse stato lì con me.

Nel  Luglio del '77.


Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

paoloDòCavaj


L'Aspes
come le belle donne e i grandi amori:

te li devi conquistare....
ti mettono alla prova e si fanno desiderare?

Watson

Emozionante, per un attimo ho pensato che saresti tornato a spinta....

... non so dirti cosa potrebbe esser successo, forse l'Aspes ha percepito il tuo rammarico per averlo strapazzato in quel modo e preso da compassione si è riattivato portandoti giusto in tempo per il tuo appuntamento...

... oppure laggiù sul bordo del Sesia un dissenatore ti è passato accanto e per poco non ti ha baciato (paura)


Ora tocca a me se riesco a mettere su due righe tornerò indietro di un solo anno  (abbraccio) (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi