Anni Ottanta, anni Settanta, anni Sessanta e poi, ancora, indietro nel tempo…
Diffido della nostalgia, e forse questo è uno dei motivi che m'inducono a guardare avanti anche quando intravedo poco di buono. Uno dei motivi, non l'unico.
Ma siamo poi così sicuri che gli anni Ottanta siano stati così felici?
Non vorrei fare il guastafeste, me se penso agli anni Ottanta anche a me viene in mente la "Milano da bere", ma sono ricordi meno piacevoli di quelli coltivati da altri (scusami Aspes), mi tornano alla memoria la corruzione e i processi di mani pulite, il "martire" di Hammamet, il vuoto esistenziale dei paninari nel loro Monclair, gli yuppies e l'arrivismo promosso a novello credo sociale. E poi le morti per mafia, Falcone, Borsellino.
Mica tanto belli quegli anni, a ben pensarci…
Ma i Settanta furono senza dubbio migliori! O no?
Sì d'accordo, Baglioni e la Camilla, quella sua maglietta fina… Le nostre strade pullulavano di 2CV e soprattutto di Dyane, Ami 8, e delle ultime Dee. Non sfigurano neanche nel traffico d'oggi.
Intanto la prima crisi petrolifera aveva posto per la prima volta il tema del risparmio energetico. Ma volete mettere le domeniche della cosiddetta "austerity", a piedi, in bici, in tandem qualche volta, o addirittura su un romantico calesse?
Il risparmio energetico fu irrisorio, molto maggiore fu il danno all'industria turistica. Il solito pressapochismo, il solito dilettantismo.
E furono gli anni del terrore: non passava settimana senza una gambizzazione, un sequestro, un attentato. Ricordo perfettamente il momento in cui appresi la notizia che Moro era stato sequestrato dalle Brigate Rosse. Li chiamarono, ed erano, anni di piombo.
Altro che Baglioni e la Camilla!
Vogliamo andare ancora indietro? Ai favolosi anni Sessanta? Fa-vo-lo-si! Lo dice la parola stessa. Ma mi fermo qui.
No, non sono un pessimista, non vedo tutto nero, anzi! Conservo bellissimi ricordi legati a quei tempi, ma non era tutto roseo, dolce, positivo. Non lo era per niente.
Quelli che rimpiangiamo, che io rimpiango, non sono gli anni Sessanta, i Settanta o gli Ottanta. Molto più banalmente sono i miei vent'anni, quando avevo la possibilità di scegliere quale direzione dare alla mia esistenza. Tutto sommato credo di avere scelto bene, ma oggi "per le mie navi sono quasi chiusi i porti", e questo mi pesa un po'. Ma continuo a guardare avanti.