Io di pazienza non ne ho mai avuta in abbondanza, lo ammetto.
E ammetto anche che, invecchiando, la questione peggiori sensibilmente.
Negli anni scorsi sono stata aiutata molto nell'autocontrollo dai miei lavori di cucito.
Con quelli è impensabile avere fretta, spazientirsi, pretendere risultati ottimali in poco tempo.
Si comincia con il pensare ad un progetto, magari la sera, prima di addormentarsi.
Si procede. Cartamodello, scelta della stoffa o delle tinte del feltro di Laura (la mia spacciatrice di colori), richiamo a memoria delle fustelle che ho e che potrebbero servirmi.
Poi si parte. Ferro da stiro, matita grassa, macchina per cucire, imbottitura, spago, bottoni, nastri…
No, davvero! Nessuna fretta è ammessa. Tutto pian piano, con la pazienza che deriva dall'essere trasportati in un altro mondo.
Quello di gatti, topolini, 2cv, fiori e colori. Essere
vecchi grandi non significa dover rinunciare a cose infantili, banali, inutili.
Da qualche mese il mio laboratorio, per tanti motivi, è desolatamente in ordine.
Brutto segno! Significa che è fermo, senza fili per terra, senza tavoli su cui cercare qualcosa che è rimasto sotto ai sedimenti dei lavori precedenti, senza cassetti e cassettoni aperti (che chiuderli è inutile quando si lavora tanto...)
E la mia pazienza è peggiorata.
Il nervosismo aumentato.
Ieri era il mio compleanno ed una preziosa Amica mi ha mandato un consiglio insieme ai suoi auguri: "oggi fai cose che ti piacciono".
Allora ci ho pensato e sono andata a comprare 5 chili di terra. Ricomincio con la ceramica.
Era già da qualche giorno che ne sentivo il bisogno e la voglia. Ieri, nel primo pomeriggio, grazie a Lu, mi sono decisa a non rimandare oltre.
Arrivata a casa l'entusiasmo era alto e la voglia di lavorarla subito mi ha fatto tirare tutto fuori, asse, stampini, stracci e coltelli.
Dopo quattro minuscole 2cv, la pazienza se n'è andata, svanita, scomparsa, scappata.
Stamattina ci ho riprovato con 2cv un pochino più grandi.
Niente da fare, pazienza quasi nulla nonostante la buona volontà.
Forse devo riprendere la mano alla quantità di acqua, agli spessori. Non so.
Per non pensare poi alle cotture ed ai colori successivi…
Mi serve un mantra.
Chi lavora con le mani lo sa. Quando si sta fermi per un po', riprendere è faticosissimo, quello che sembrava ormai assimilato ed acquisito non lo è più. Tocca ricominciare ad imparare e ad impratichirsi ed è proprio quello che fa scappare la pazienza. Come dover riallenare un muscolo, come dover ricominciare a parlare una lingua straniera dopo tanto.
Allora ho preso qualche minuto per scrivere.
Scrivere mi rilassa, anche quello è un modo per evadere.
Scrivo queste righe utili solo a me, allego una foto appena fatta, un po' di musica e torno a sporcarmi le mani.
Terra in vista, ma c'è da navigare ancora parecchio.
