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La Raspa'

Aperto da Aspes, 04 Gennaio 2008, 14:40:17 PM

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Aspes

In quelle sere " gentili " molte volte era uso uscire appena dopo cena.

Gentile non era solo la sera, me lo era l'aria, il momento, le persone, che come per una magica alchimia si erano mescolate fino a raggiungere un'inconsapevole ed inaspettata perfezione.

Si finiva di cenare quasi di fretta, in cucina, tutti intorno e qual tavolo ed a quelle sedie di formica gialla, con il sottofondo di musica trasmessa da una radio verde sistemata alle nostre spalle, caratterizzata da una sola e grande manopola piena piena di numeri e nomi di citta'.

Londra, Singapore, Bombay, New-york, e la mia mente gia' volava verso un giro del mondo in poco meno di 80 giorni, seguito subito dopo da un altro viaggio verso il centro della terra.

Mentre io fantasticavo ad occhi aperti, mia mamma aveva gia' sparecchiato, ed in men che non si dica la cucina era  linda, e noi eravamo pronti ad uscire.

Si usciva a piedi, passando da un grande portone di legno, che dava direttamente sulla strada, quella stessa strada che a volte era un torrente, regno incontrastato delle nostre " barchette ".

Io camminavo vicino a mio Papa', mentre invece mio fratello, piu' piccolo, era sempre attaccato alla gonna della Mamma.

La via non era ancora asfaltata, ed i nostri passi sollevavano una piccola nube di povere, mentre rasentavamo il fieno che scendeva lungo il muro di una casa, percependone l'odore buono e gradevole, e che subito dopo cedeva il passo al rumore ed all'odore di una stalla.

Il sole ormai non c'era piu', ma vi era ancora tanta luce, e sarebbe durata ancora per molto.

Ancora pochi passi e saremmo sbucati sulla via principale del paese, e subito dopo finalmente eravamo al Bar, meta consueta delle nostre uscite.

C'era gia' parecchia gente, ed allora i miei cercavano un paio di sedie da aggiungere a tutte quelle che gia' c'erano.

Si andava nel cortile interno del Bar, e con un po' di fortuna si potevano trovare quelle poltroncine fatte di plastica intrecciata arancione, o verdi,  oppure quelle dure e pieghevoli di legno a stecche.

E cosi' facevano qutti quelli che arrivavano dopo, fino ad occupare buona parte della strada e fino a formare un promontorio verso il centro della piazza.

Ma allora non era un problema. Il traffico era quasi inesistente, ed anche chi ci passava, lo sapeva, e procedeva con cautela.

Io preferivo stare in piedi, sulla porta, a giocherellare con quella tenda fatta di lunghe strisce di plastica, ed a dividerla in strisce ancora piu' sottili, almeno fino a quando una burbera voce da dentro non mi diceva di smettere.

Le discussioni li' fuori erano sempre animate, tranne quando a parlare ed a raccontare le sue storie era un certo " Cletu ", il ciabattino del paese, dotato di una innata e spiccata ironia, oltre che ottimo oratore.

Io rimanevo incantato ad ascoltarlo, mentre con la coda dell'occhio guardavo piu' in la, verso la via che conduceva alle scuole.

Avevo visto la sagoma del " Potu ", con quel suo caratteristico incedere fatto di piccoli passettini microscopici.

Qualcuno appena piu' grande di me gli passava vicino, in bicicletta, e gli diceva qualcosa, e lui minaccioso alzava il bastone in segno di protesta, e di minaccia.

Anche se il " Potu " in realta' non avrebbe mai fatto del male ad una mosca.

Era un gioco, e come tale andava visto.

Ad un certo punto della serata mio Papa' chiedeva sempre a me ed a mio fratello cosa volevamo prendere.

Io ero un abitudinario, e la mia scelta era sempre un gelato con due palline, al cioccolato.

Quando invece le serate erano molto calde, ecco l'alternativa " la Raspa', cioe' la Granita.

Mio Papa' si  alzava, si affacciava all'interno del Bar e diceva : " Pierinu, una raspa' ".

Il Pierinu borbottava sempre un po', perche' magari in quel momento era seduto a leggere il giornale, ed iniziava il procedimento, molto particolare, per preparare la Raspa'.

La macchina tritaghiaccio non gli funzionava mai, ed allora dall'interno di un frigorifero prendeva un bel blocco di ghiaccio, lo avvolgeva in un panno, e poi ci picchiava sopra con una grossa chiave inglese, fino a triturarlo il piu' possibile.

Travasava poi il tutto in uno di quei boccali per la birra alla spina, quelli con il manico,
con l'aggiunta di un lungo cucchiaino di metallo chiedendomi :

"Che gusto ? "
" Amarena " dicevo sempre io.

Ed eccomi finalmente con la mia Raspa', fredda, con blocchi di ghiaccio spesso giganteschi, che mi infilavo in bocca sperando che si sciogliessero rapidamente.

Quando i pezzi si stavano dirandando, iniziavo a girare il tutto con il cucchiaino, per sciogliere ancora di piu' il ghiaccio, fino a lasciare sul fondo della caraffa quattro dita di liquido gelato rosso, che bevevo in un fiato.

Quello era nettare, era l'essenza della Raspa', e mi avrebbe lasciato una sensazione di freddo che mi avrebbe accompagnato fino a casa.

Mia Mamma non faceva in tempo a mettermi a letto che gia' dormivo, felice, beato.

Ora, e' inutile dirlo, non c'e' piu' nulla di tutto cio'.

Pero' quando cammino con la mia bambina per le stesse vie di quel  paesino, tenendola per mano, ora spero che lei possa incamerare un po' di quella gioia,  di quella serenita' che all'epoca ho provato io.

Anche se ora non c'e' piu' nulla, tutto e' ancora vivo dentro di me, in una parte isolata della mia anima, dove io stesso faccio fatica ad accedere, e dove entro con circospezione, in punta di piedi, quasi a non voler disturbare.

Come se quel mondo li' fosse ancora vivo, reale, dove la gente ancora esce dopo cena per chiaccherare, con i figli per mano,  e dove il " Cletu " ancora racconta le sue storie e dove il " Potu " agita il suo bastone, minaccioso.

Per sempre.
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

lucajack2cv


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

patatacotta

Bel racconto  :D mi hai trasmesso la serenità e la spensieratezza di quei luoghi ormai solo più nei tuoi/nostri ricordi o forse ancora esistenti in qualche paesino isolato
conservo ancora da qualche parte la raspa in ferraccio con coperchio apribile dei nonni
(su)

Watson

Bello, come sempre  (su)

Nella mia infanzia niente Raspa, anzi non ricordo neppure che tipo di granita prendevo da gagnu....

... niente "baffo", lasciamola così come l'abbiamo trovata  (abbraccio)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Aspes

LA RASPA'.....
Oggi ho pensato di fare una cosa .. come solo il Piasantin sapeva fare ..
La Raspa' .. all'amarena, chiaramente ..
Mi sono armato di cubetti di ghiaccio, che ho messo in un panno, e che ho poi cercato di frantumare con un grosso attrezzo, tipo chiave inglese.
Ho messo tutto in un boccale da birra, ho aspettato un po' ed ho iniziato a lottare contro il ghiaccio ...
Alla fine e' rimasto quello che io chiamavo " il nettare " che ho bevuto in un fiato, buonissimo .......!!
Mancava la Piazza e l'Autopista, ma non fa nulla ....




Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Ludo

La stupidità divora facce e nomi senza storia

Watson

Si, Ok, apprezzo il tentativo di tornare indietro nel tempo, anche il risultato credo sia ottimo, ma le foto le potevi ruotare prima di inserirle  (stupid)


Per fortuna che sono con il cellufono e posso ruotare lo a mio piacimento ma pensa se ero con il PC  (sorpreso)
:P (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Aspes

Citazione da: Watson - 17 Luglio 2014, 21:27:57 PM
Si, Ok, apprezzo il tentativo di tornare indietro nel tempo, anche il risultato credo sia ottimo, ma le foto le potevi ruotare prima di inserirle  (stupid)



Ma l'ho fatto aposta, no ? .. hi hi hi
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Watson

Si diciamo che era voluto  (stupid)
(appl) (abbraccio) (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi