Sulle scale

Aperto da Aspes, 05 Gennaio 2016, 15:54:23 PM

« precedente - successivo »

Aspes

                                         SULLE SCALE

E  difficile raccontare un'amicizia.

Forse  perche' il fatto stesso di "raccontare" in qualche modo ne vuole sancire la fine.

Cosa che invece non e', a dispetto della realta', ineluttabile.

Ed anche a volerne parlare, anche a volere raccontare, di fronte all'immensita' della cosa, tutto sembra riduttivo, si ha come l'impressione di accorciare, di ridurre, di sminuire.

Il Claudio, o Pippo, come era universalmente conosciuto, l'avevo visto ed incrociato qualche colta a Biandrate, dove i suoi genitori gestivano un negozio, proprio davanti al luogo dove il Giuanin inizialmente aveva il negozio di biciclette, e dove noi le depositavamo per andare a scuola, alle Medie.

Era quindi un viso noto, ed a me sembrava emanare simpatia, e tranquillita'.

E cosi' quando si trasferi' alla Badia e lo incrociai la prima volta sulla porta del Piace, mi venne spontaneo chiedergli : " Allora, come si sta' qui alla Badia ? ".

Lui rispose : " Bene. Si sta' bene sia qui che a Biandrate".

Lo rividi tante altre volte, e parola dopo parola iniziai a capire di avere tante cose in comune con Lui, come la passione per le auto, per le moto, per la  musica.

Fu quasi inevitabile iniziare a stare sempre di piu' insieme, giorno dopo giorno, mese dopo mese, fino a diventare una cosa unica.

Ciascuno di noi aveva la propria vita, le proprie gioie, i propri dolori, i propri amori, le proprie passioni, che se di giorno vagavano individualmente nella nostra mente, la sera confluivano e sfociavano in chiacchierate interminabili, spesso durante lunghissimi  giri notturni in auto, oppure fermi in piazza sino ad ore improponibili, che spesso portava la Mamma Mariucia a venirlo a cercare, per dirgli che il giorno dopo doveva andare a lavorare, con suo sommo disappunto.

Non ricordo un giorno senza il Claudio, fosse solo per mezz'ora.

Non ricordo un mio problema senza il Claudio, che lui puntualmente cercava di risolvere.

Non ricordo un giro senza il Claudio, una pizza senza il Claudio, una musica senza il Claudio.

Ed anche quando il tempo era poco, e lui usciva per andare dalla sua storica fidanzata Graziella, sentivo la sua R4 che si fermava sotto casa mia.

Entrava, salutava e parlava un po' con i miei genitori, e poi veniva da me.

Spesso io ero in un'altra stanza davanti alla tele, ma altre volte ero in bagno, al piano di sopra, e lui si sedeva su di un gradino della scala a chiocciola, ed iniziava a raccontare, a parlare, a ridere, finche' il suo tempo non finiva, e mi lasciava con il suo tipico : " Ciao Marun ".

Con la certezza che si saremmo rivisti il giorno dopo.

La vita piano piano fece in modo  di non fare arrivare piu' il giorno dopo, ma appena tornavo passavo da lui, per sentire  le novita', ascoltare le sue disavventure, raccontargli della mia vita.

E fu sempre la vita che improvvisamente, un giorno d'inverno, decise di porre fine a tutto cio', per sempre.

Ma se puoi, almeno per una volta ancora, torna Amico mio.

Siediti su quella scala, e raccontami qualunque cosa.

Io ti ascoltero', e ti diro' cosa ne penso, cosa fare, cosa dire, raccontandoti poi di me.

All'infinito.

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Watson

Il bello o il brutto di non aver avuto un gruppo di amici fidati, una compagnia stabile di persone nella propria giovinezza é quello che una volta che si perdono i contatti non si sa più  nulla di loro, non si hanno più  notizie belle, ma neppure brutte.

Magra consolazione, rimane solo l'illusione che tutto continui  felicemente è che ognuno mantenga vivo dentro di sé  il ricordo degli amici come quando ci si vedeva quotidianamente.

W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi