News:


Non riuscite a postare perchè avete perso la password e/o avete problemi con il computer ....
CONTATTATECI


I racconti della Zia Anita : Milano

Aperto da zia anita, 15 Gennaio 2016, 11:20:48 AM

« precedente - successivo »

nomad

 (felice) "il frigo pieno di salumi"  era una parte dell'articolo letto su Panor...a.
Nel 1994 venni a Milano per una festa di laurea, il neo dottore abitava in c.so di porta romana nei pressi di un bar/paninoteca : La crocetta  !!! Tuttora non manco di fermarmi se sono in zona, li trovo molto gustosi, quando arriva il conto...e' come avere di fronte il lago di Ginevra !  (muro)

Skassamakkinen

Eh, Milàn l è sempre Milàn...
La fretta è spreco.
Spreco, è ciotola spaccata che non avra MAI riso.

Andre77

Milano, via Scaldasole angolo corso di Porta Ticinese.



Sarà mica la zia...?  (?)
VIETATO VIETARE

Chi non sa ridere non è una persona seria

10nico

Mmmmm...secondo me la foto è antecedente alla data di nascita della zia  ;)
Chiamatemi Micky

Love long and prosper

zia anita

forse è la mia prima dyane verde jade ma...
non ricordo il mascherino invernale cosi....

evitate le maiuscole...

m.real

in fondo al tunnel ce sempre una luce

zia anita

 (sorpreso) accipicchia che bel verde!
purtoppo no mreal.
la dyane verde jade, è cosi come la diapositiva

evitate le maiuscole...

m.real

Citazione da: zia anita - 11 Dicembre 2016, 21:54:41 PM
(sorpreso) accipicchia che bel verde!
purtoppo no mreal.
la dyane verde jade, è cosi come la diapositiva

(felice) zia anita non immaginavo proprio che il verde jade e quello (nonso).
le voglio raccontare un aneddoto legato a quel colore. Di fianco a casa mia abitava una ragazza (Michela) che aveva una 2cv di quel colore ,e tutte le mattine quando uscivo di casa ,la 2cv jade era la prima cosa che vedevo, poi un giorno la cambiata con una Renault Clio, però il suo fidanzato di allora ,aveva una stupenda Dyane rossa, ora Michela e felicemente sposata e mamma di una bambina, ed ha ancora la Clio.
in fondo al tunnel ce sempre una luce

zia anita

dedicata a michela


ora stampi pure la fotina e la metta nella casella della posta di mamma michela e gli scriva....
è tempo di vendere la clio e ritornare alle origini ;D
evitate le maiuscole...

Pier Le Blanc


Edward Hopper, Milano centro, un giorno nel tempo.

In una giornata quietamente spalmata di grigio-inverno e con minuscoli fiocchi di neve svolazzanti nell'aria, me ne vado a Milano per vedere la mostra di Edward Hopper prima che chiuda i battenti. Conosco questo pittore perché un amico, tanti anni fa, me ne aveva parlato, consegnandomi alla visione un libro con le foto delle sue opere. Opere che, sia per i colori sia per le forme, mi avevano colpito, spaccati di vita americana con, al centro della rappresentazione, le case, le famose bellissime case di legno su cui Hopper era maestro nel far spiovere la luce.

A Santhià lascio la 2cv in uno spiazzo terroso nei pressi della stazione e mi abbandono al languore caldo del vagone che ondeggia, alla confortante passeggiata di immagini che il finestrino racconta. Ecco il tempo del piacere che mi culla con la sua dolcezza, ecco il lasciarsi vivere che lascia vagare lo sguardo, ecco i volti degli altri passeggeri, per lo più giovani di un'unica razza cosmopolita, un ragazzo asiatico che sonnecchia, i capelli frullati in una selva di creste appuntite, una ragazzona nera con le paperine rosse calzate sui piedi nudi, come se a Milano ci fosse l'Africa, ecco l'italianissimo rampante con l'abitino gessato e l'auricolare incastrato nell'orecchio.

Fuori, con i coriandoli di neve risucchiati dal treno, ecco purtroppo diventare avvilente la corsa del paesaggio saccheggiato, ecco le sporadiche aperture dei campi come fazzoletti di terra imbiancati, ecco fuggire i prati tra i limiti interposti dal cemento più grossolano, capannoni in disuso, depositi di mezzi agricoli arrugginiti, case abbandonate e fatiscenti, strutture pontilizie semicrollate, orti abusivi a ridosso della ferrovia, desolate riserve fangose di macerie e di vecchie scassate roulotte. E' il brutto dell'Italia fuori rotta che sfila, è il treno che corre sulla morte del suolo, è la terra che scompare sotto gli occhi chiusi delle nostre civilissime anime dormienti.

(continua)   (felice)
"Non c'è nulla come la fretta che faccia perdere tempo"
"Non rompere le scatole a chi è felice"

Pier Le Blanc


A Milano, appena fuori dalla stazione, il freddo mi spinge verso il bar più vicino, mentre un cane fa pipì sul marciapiedi formando una macchia scura come la piccola chioma di un albero sdraiato. Lancio un'occhiata alla punta del grattacielo che scorgo prima di scendere la scaletta del metrò dove imbocco la linea gialla che mi porterà in piazza Duomo.

Due ragazze, imbacuccate tra sciarpe e cuffie, parlano in slavo e salgono con me. Le porte si chiudono, le ruote stridono, il treno sotterraneo rumoreggia veloce lanciato nel tunnel, le ragazze slave chiacchierano e, di fronte a loro, una donna stira le labbra in un sorriso come se ne capisse la lingua. Questa donna, con i capelli biondi e gli occhi azzurro lucente, è un regalo della bellezza seduto sul sedile di un vagone che corre nella pancia della città, è come una luna d'oro, è così bella che stento a non fissarla con insistenza.

Ed ecco la preziosità del bello che riscatta tutto e mi fa dimentico del paesaggio deturpato e intriso di grigio e anche dei passeggeri comuni che fluttuano anonimi nel vagone. La bellezza! Il suo potere, la sua classe, la sua luce...e scatta, al mio interno, quella foto mentale, senza pellicola e senza "file", che cattura l'attimo fuggente e lo rende indimenticabile, un pò sogno e un pò realtà in transito tra i corrimano d'acciaio di una carrozza del metrò! Al Duomo la donna scende e io ne seguo il passo rapido che svanisce nella scia dei corpi intabarrati e dei cappotti neri. La ritroverò nei locali della mostra, non lei, ma la bellezza che consola sotto forma di arte e capolavori firmati da Edward Hopper.

(continua)
(felice)
"Non c'è nulla come la fretta che faccia perdere tempo"
"Non rompere le scatole a chi è felice"

Pier Le Blanc


Salgo gli scalini del metrò con le guglie del duomo che affiorano allo sguardo, ripulite di smog, e sotto ai miei piedi, ogni gradino calpestato emette una nota musicale. Scoperta la magia, una ragazza saltella in sù e giù a inseguire le note di questa insolita tastiera e sembra leggera come il personaggio di un cartone animato. Non si può non sorridere divertiti, anche perché, oltre la piazza del Duomo, proprio davanti al Palazzo Reale, che ospita la mostra, si scorge una piccola casetta di legno bianco, in puntuale stile Hopper.

E' il richiamo finale e, nonostante un'imprevista coda di visitatori, alla fine sono dentro, al caldo cospetto di centosessanta tra dipinti, disegni, acqueforti e bozzetti che percorrono tutta la vita del maestro. Hopper nasce nel 1882 e scompare nel 1967, americanone  alto 1,90 che,  fin da bambino, dimostra una spiccata attitudine alla pittura.  Edward Hopper è piuttosto noto per il realismo con cui rappresenta le scene della vita americana, tavole calde e stazioni di benzina, interni di bar e di cinema, personaggi appartenenti alla middle class, e poi le case, deliziose icone della sua pittura precisa.

I disegni che si osservano sono numerossimi, studi di quadri poi divenuti famosi e segno incontestabile del talento dell'artista. I suoi disegni illustrano donne in pose erotiche dai volti anche grotteschi, soggetti comuni di intensa e solitaria bellezza. Poi ci sono gli oli e alcuni pezzi forti dei suoi capolavori come il celebre "Soir bleu.  In questo quadro si vedono personaggi ritratti a Parigi su un terrazzo da cui si vedono delle montagne e anche da questo anacronistico particolare si intuisce come sia da considerare "non rigido" il realismo di Hopper.
 
Insomma il tempo scorre al galoppo ed io, con le mie belle sensazioni e con qualche consapevolezza in più sull'artista Edward  Hopper, devo cercare il mio treno per il ritorno. Lo acciuffo, al brucio, sul binario nr 4 della stazione centrale. Il treno parte accelerando sui binari. Vicino a Vercelli, nel vagone, tutte le luci si spengono di colpo e lo sguardo scruta il finestrino dove la notte biancheggia per la patina di neve.

A Vercelli salgono un ragazzo e una donna; il ragazzo trascina tra i piedi una fisarmonica sfibrata e tappezzata di cerotti. Una quarantenne, vestita da adolescente, parla con il bigliettaio il quale si giustifica, per l'intercorso disservizio delle luci, dicendo che purtroppo è rimasto solo a lavorare mentre prima erano in tre. Così scivola via anche il controllo dei biglietti.  Poi il treno corre verso Santhià e, nel vagone, le luci tonde delle lampade sono adesso come aureole sulle teste dei passeggeri e non si spengono più.

A Santhià, la mia 2cv, principessa addormentata, mi attende nel gelo. Milano è già un frammento mondano che cerca spazio nella memoria, metropoli che sfuma nella notte nevosa. Con i fari incerti sulla strada di casa la 2cv e il sottoscritto, lentamente, assaporano il piacere del rientro.

(felice)
"Non c'è nulla come la fretta che faccia perdere tempo"
"Non rompere le scatole a chi è felice"

Ludo

La stupidità divora facce e nomi senza storia

m.real

 (felice) Grande racconto Pier , abitando io in periferia di Milano e frequentando spesso la città ,mi ritrovo in pieno in tutto quello che descrivi.
Gran bel'racconto veramente (appl) (appl) (bravo) (compl)
in fondo al tunnel ce sempre una luce

zia anita

evitate le maiuscole...

zia anita

Citazione da: zia anita - 06 Ottobre 2016, 18:42:55 PM
almeno una volta ogni due mesi, passo da quelle parti per delle commissioni di zia Anita.
la prossima volta faccio una fotina.

ci metto un pò a chiudere le mie parole ma poi ci riesco.

caro aspes
stamattina da via ripamonti alla stazione centrale, sono passato dalla torre velasca.appena posso le metto le 4 fotine fatte.

evviva.
evitate le maiuscole...

Aspes

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

zia anita

eccomi aspes mi perdoni l'attesa ma alla fine ci sono riuscito.
le dedico le prossime foto.




qui le ho fatto l'angolino...









ecco, so che quell'angolo è attualmente passivo ma... lei tragga solo il meglio.

saluti dalla torre.



evitate le maiuscole...

zia anita

evitate le maiuscole...

m.real

 (felice) Milan l'è semper Milan (sorpreso) .
Bella foto zia (appl) (appl)
in fondo al tunnel ce sempre una luce