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Esiste la rivalità tra 2CV e derivata (Dyane) ?

Aperto da Watson, 25 Maggio 2016, 15:49:35 PM

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Secondo voi c'è una rivalità tra i possessori di 2CV e di Dyane ?

SI
0 (0%)
SI, la 2CV è decisamente la migliore
2 (4.4%)
SI, la Dyane è più riuscita
2 (4.4%)
NO
15 (33.3%)
NO, ma la 2CV è meglio
9 (20%)
NO, ma la DIANA è meglio
5 (11.1%)
non saprei
0 (0%)
un'altra uozzata da cestinare
4 (8.9%)
Aspes chiudi questo sondaggio
8 (17.8%)

Totale votanti: 45

CDSC


Sam

veri cimeli questi video!!  (superok)
il secondo è troppo forte  ;D forse un po' estremo..
Teoria freuDYANE

Aspes

Citazione da: CDSC - 14 Giugno 2016, 16:21:43 PM
Frugando tra i nastri degli anni '80, ho trovato questo filmato del 1982/1983 dedicato alla Dyane.
E' un video prodotto dalla Trendpress, agenzia tutt'oggi in attività che all'epoca curava in esclusiva i prodotti Citroën per l'Italia.
La mano del regista è la stessa che ha firmato il video sul camperino Oasi (e si vede...), i cinque poveri ragazzi sono stati esposti ad ogni possibile rischio e fanno esattamente ciò che non andrebbe mai fatto sia in automobile che in mezzo alla natura, ma:

Ma il testo, chiaramente scritto in Citroën o sulla base di precisissime indicazioni (direi di Vittorio Bai) rende perfettamente l'idea di quale fosse in Italia la posizione della Dyane ad un solo anno dalla fine della sua produzione.

Tutto qui, per voi: https://youtu.be/deq_8t-WtFE

Maurizio ...!!!!!  Ma hanno fatto solo quello che accadeva tutte le sere, in quegli anni .. !!
Una su tutte : una sera tolsi panchetta posteriore e sedile passeggero .. eravamo in piu' di quindici a bordo .. io guidavo seduto e tutti gli altri in piedi ... la seconda arrivava a passare i 60kmh, la terza invece "moriva" .....
Credo che la marmitte toccasse per terra dietro, ma la Dyane non mollava .. !!
Infatti era una DYANE .. !!!!!!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Aspes

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Aspes

Cosi', tanto per raccontare ... una storia di Dyane ... :

A 100 all'ora 


Quella sera, come tante altre sere, eravamo seduti fuori dal Bar, in piazza.

Il tempo passava lento, dolcemente, ed era scandito dai rintocchi del Campanile, che quasi ci sovrastava.

La primavera stava per lasciare il passo all'estate, ma l'aria rimaneva fresca, e le zanzare, tormento delle serate estive, ancora non avevano fatto capolino.

Gli argomenti erano sempre vari, disturbati dalla musica che ogni tanto usciva dal Juke-Box.

Era ancora presto, ma un po' alla volta tutti stavano incominciando a uscire, e il locale si stava affollando.

La Giallina riposava tranquilla, parcheggiata di fronte, proprio sotto il Municipio, e ancora non sapeva che cosa gli sarebbe accaduto quella sera.

Come dicevo, gli argomenti erano sempre vari, ma uno era ricorrente: le auto e le moto.

Di motociclisti quella sera non ce n'erano in giro, e allora il discorso era caduto sulle auto.

Si parlava di tutto, di quello che si aveva e di quello che si sarebbe voluto avere.

Le velocità delle auto sognate erano sempre impressionanti, esagerate, e come sempre, io come tutti gli altri, dicevo:

" Ah, se potessi avere quest'auto, o quell'altra, vi farei vedere io ... allora si che ci sarebbe veramente da divertirsi! "

Il Paese in cui eravamo distava dal Paese limitrofo circa sei chilometri, quasi tutti rettilinei.

Ma proprio prima dell'entrata di quel Paese, c'era una curva a destra, seguita da un' altra a sinistra molto secca.

Non so come il discorso era arrivato a quel punto, sinceramente non mi ricordo, però mi ricordo bene che dissi:

" Io le curve della Villata le faccio ad almeno 100 all'ora! "

Ci fu silenzio, assoluto, tutti mi guardarono, poi si guardarono l'un l'altro, e alla fine qualcuno scoppiò a ridere, dicendomi:

" Ma dai, è impossibile ".

A quel punto una persona normale avrebbe desistito, avrebbe rinunciato, ma io no, anzi, le risate mi avevano fatto diventare ancora più deciso, e insistendo dissi:

" Lo giuro, le doppie curve le faccio almeno a 100 all'ora.  Se qualcuno ha il coraggio di salire ve lo dimostro! ".

Ci fu di nuovo silenzio, e per un po' tutti si guardarono nuovamente.

Nessuno disse nulla, nessuno fiatò, era sceso un silenzio improvviso.

Quando sembrava che la cosa stesse per finire, una voce disse:

" Ci vengo io! ".

Era il Bota, personaggio già descritto in un'altra mia storia, come colui che in giovane età aveva quasi distrutto il motorino del Guardacaccia.

Io lo guardai chiedendogli:

" Sei sicuro? Non è che poi mi dici di rallentare? "

" No no, sono sicuro "

" Va bene, allora andiamo "

Ci avviammo verso la Giallina, seguiti da tutti gli altri.

Qualcuno provò a fermarmi, dicendo:

" Dai, lascia correre. Ci crediamo, non fare stupidaggini ".

" No ", dissi io " Una scommessa è una scommessa ".

Misi in moto la giallina, una mano sotto la portiera e il Bota salì, e via verso la Villata.

Appena fuori dal Paese, lentamente feci prendere velocità alla Giallina, tanto i primi chilometri erano tutti rettilinei.

Eravamo il silenzio, e ogni tanto il Bota si piegava verso di me per controllare la velocità.

" 100, 110, quasi 130 " sentii dire dal Bota quasi sottovoce.

Ormai ero al massimo della velocità che la Giallina poteva raggiungere.

Le curve stavano per avvicinarsi, e ormai era già buio pesto.

Il rettilineo stava per finire e il cartello della curva a destra apparve velocemente.

Dissi al Bota : " Guarda un po' la velocità ... "

" 110 " lo sentii dire, nient'altro.

In un attimo fui dentro la curva, sterzando a destra, e fu lì che accadde l'imprevedibile.

Non ci ero passato da parecchio tempo, e il granturco era cresciuto, a dismisura, così da rendere la seconda curva a sinistra praticamente cieca.

Fu una frazione di secondo, ma pensai che non avrei potuto tagliare la curva come sempre avevo fatto.

In realtà', l'incoscienza di quegli anni forse me lo avrebbe anche fatto fare, così, al buio e alla cieca, ma qualcosa me lo impedì.

Forse fu un precoce senso di sopravvivenza, o forse il fatto che così facendo la prova sarebbe stata vanificata.

Allora capii di non avere alternative.

Dovevo rimanere sulla mia corsia, per forza, e poiché  la curva a destra era ormai finita, sterzai violentemente a sinistra.

La giallina cambiò direzione, e s'inclinò così tanto verso destra che il Bota seduto di fianco a me sembrava seduto in basso, come se la Giallina fosse diventata a due piani.

Sentii un rumore che non scordai per tanto tempo, e cioè il bordo del cerchio che fregava per terra, quasi un urlo disperato, un suono che altro non era che la sottile linea di demarcazione tra la fisica e l'impossibile.

La curva alla fine terminò.

Frenai e guardai il Bota, che stava ridendo, nervosamente.

Feci inversione, e ritornammo verso la Badia.

In Piazza il Bota disse:

" Ha fatto le curve a più di 100 all'ora, rimanendo sempre sulla destra. Mi sa che è completamente matto! " 

Tutto si risolse con una bella bevuta, offerta da chi non credeva che fosse possibile.

La Giallina ora riposava di nuovo sotto il Municipio, ed io mi risedetti su quelle sedie di legno tanto amate, rituffandomi nei discorsi di sempre, in quegli interminabili discorsi da Bar, ascoltando i rintocchi del Campanile che segnavano il passare delle ore.

Ogni tanto guardavo il Bota, e lui guardava me, sorridendo, come se fossimo complici in qualcosa che non potevamo raccontare, qualcosa che gli altri non avrebbero potuto capire.

Forse era così.

Forse avevamo oltrepassato quel confine che di solito non si deve varcare, quella sottile linea che separa il logico dall'illogico.

Anche quella sera la Giallina non mi aveva tradito, e spesso, oltre al Bota, io guardavo Lei, nello stesso modo in cui solo un innamorato l'avrebbe potuta guardare.

Forse sì, in quella circostanza io avevo esagerato, ma chi non l'ha mai fatto a vent'anni?


Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

zia anita

eeeee
ho letto questa avventura tutta d'un fiato....



grazie.

(appl) (appl) (appl) (appl)

evitate le maiuscole...

CDSC

 (sorpreso) (per il racconto)

Allora ti dico che io ho iniziato la mia carriera lavorativa sedicenne, nel 1984, ancora studente, in una concessionaria Olivetti dove andavo il pomeriggio perché mi divertiva un mondo poter usare computer veri (ci occupavano di sistemi gestionali) e per arrivare a comprarmene uno tutto mio (che poi arrivò: un glorioso M20ST).
La concessionaria si occupava anche di macchine per ufficio in genere: mastodontiche fotocopiatrici, macchine per scrivere elettromeccaniche che pesavano quanto un autobus e robe di questo genere.
Ricordo in particolare una macchina degli anni '70, ancora piuttosto diffusa, che si chiamava Audit5 e che era l'incubo dei tecnici.

La flotta dei mezzi di trasporto era costituita... da tre Dyane!
C'era una 4 rossa, una 6 azzurra ancora con freni a tamburo e una moderna 6 del '79 con freni a disco, color avorio.
La 4 finì fusa: uno dei tecnici aveva tolto l'olio motore per cambiarlo ma si era accorto di non averne.
La mattina dopo un altro tecnico chiuse il cofano, mise in moto e partì. La poverina fece cinque o sei chilometri senz'olio prima di fondere.
La 6 blu fu lasciata in moto al mattino mentre veniva caricata di risme di carta per fotocopie.
Solo che aveva la frizione centrifuga e fu lasciata in prima.
Dopo tre o quattro cartoni di risme, il minimo (starter tirato) salì abbastanza da farla partire.
Si infilò di muso in un negozio di calzature devastandolo. Fortunatamente era ancora presto ed il negozio era chiuso.
La terza, la giallina, la feci fuori io: fresco di patente (anzi, col foglio rosa) la presi un giorno d'agosto per andare con amici a fare il bagno in un ruscello di montagna, in Casentino. Spostandoci da una polla d'acqua all'altra, viaggiavamo in quattro in costume da bagno.
Siccome i sedili dietro mancavano (c'erano dei piani in legno che aiutavano nel carico/scarico), i due dietro erano in piedi e si tenevano alla barra centrale della capote, ovviamente aperta.
In una curva presa evidentemente con troppa sicurezza, l'auto partì di muso verso il burrone. Solo l'arrivo nell'altro senso di una provvidenziale regata fiat piena di tedeschi ci salvò dalla catastrofe: la Dyane fece letteralmente "sponda" sulla Regata, rimbalzando e piantandosi di muso sul greppo dal lato destro della strada.
Ricordo ancora il tedesco cianotico che uscendo dall'auto trovò quattro ragazzini scalzi, in costume da bagno, con qualche livido, dentro una Dyane le cui ruote anteriori sembravano adesso gli occhi di Marty Feldman...
"Italiani tuti pazi... pazi..." e ripeteva come un mantra 'sta storiella.
Lo ringraziammo per essere arrivato al momento giusto, compilammo tutti i moduli per l'assicurazione senza chiamare le forze dell'ordine (erano altri tempi, ma credo che non avrebbero capito la situazione) e tornammo a casa facendo fuori la ruota di scorta ed una seconda ruota anteriore a causa della convergenza... accentuata delle ruote anteriori.

Quindi si. So cosa si faceva con la Dyane da giovani e citrulli, ma non ho mai lanciato piatti per aria, ne fatto tante delle cose che fanno i cinque ragazzini del video  ;)

Aspes

Citazione da: CDSC - 14 Giugno 2016, 19:04:17 PM


Quindi si. So cosa si faceva con la Dyane da giovani e citrulli, ma non ho mai lanciato piatti per aria, ne fatto tante delle cose che fanno i cinque ragazzini del video  ;)

Da qui si evince che la Dyane  (appl) (muoio)era un mezzo adatto a tutte le occasioni ... mai comprato l'olio di ricino in farmacia per poi versarlo per serbatoio sperando che lo scarico emettesse lo stesso "profumo" delle moto da cross con l'R30 ? ....
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

CDSC

Citazione da: Aspes - 14 Giugno 2016, 19:09:12 PM
Citazione da: CDSC - 14 Giugno 2016, 19:04:17 PM


Quindi si. So cosa si faceva con la Dyane da giovani e citrulli, ma non ho mai lanciato piatti per aria, ne fatto tante delle cose che fanno i cinque ragazzini del video  ;)

Da qui si evince che la Dyane  (appl) (muoio)era un mezzo adatto a tutte le occasioni ... mai comprato l'olio di ricino in farmacia per poi versarlo per serbatoio sperando che lo scarico emettesse lo stesso "profumo" delle moto da cross con l'R30 ? ....


Watson

(police1) IN GALERA tutti quanti, ma dico vi rendete conto di cosa avete combinato voi due dianisti (sorpreso)

Lo sapevo che questa pubblicità era ingannevole  (stupid)





Ed il primo filmato postato da CDSC, ma dico anche se sono passati 30 anni, mi pare che la prescrizione per una quida così  da incoscenti non ci sia, seduti sulla capotte in curva.....


...pazzi, ecco lo sapevo che alla fine usciva fuori la vera natura dei derivati, ed il ragazzo che si mette le dita nel naso, ma quattro sculacciate a lui ed alla ragazzina allucinata, ma dico giocare alla cavallina alla loro età  (vecchio)

Ursignur che cosa deve vedere il forum, chiudetelo, bruciate questi post di giovani dianisti depravati, qui ci vuole il bollino rosso con divieto ai minori di 58 anni, vorrei mai che ora li copiassero  (stupid)


Cavalletta veniva chiamata... si come la piaga delle locustre di memoria biblica, ora comprendo perché i francesi non le volevanole cavallette  (muro)


Sarebbe bello conoscere il luogo delle riprese, si vede un lago che sia quello Maggiore, qui ci vuole il claudyane  (appl)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

CDSC


Sam

Teoria freuDYANE

zia anita

Ricordo di aver appannato i vetri della mia prima dyane verde jade.

(sex)
evitate le maiuscole...

cerasette

la Dyane da il meglio di se nella follia  ;D
Ank' io dai venti ai trent'anni ne ho fatte di cotte e di crude con lei, per quanto fosse ormai fuori dal suo tempo ho voluto vivere sempre i miei anni con lei e i miei amici di un tempo ne andavano tutti pazzi.
Le emozioni che volevo me le ha date tutte, ma non erano più gli anni 70 e un bel giorno alla fine mi hanno ritirato la patente   (nonso)
Ora siamo tutti più tranquilli e pacati, ma la Dyane non si molla lo stesso!
"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

cerasette

"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

zia anita

evitate le maiuscole...

cerasette

Citazione da: zia anita - 14 Giugno 2016, 21:46:31 PM
Tranquilli & pacati.


Parli per lei (muoio) (muoio) (muoio)

Beh dai almeno non si guida più con la birra in mano  (muoio)
Poi per il resto...  ;D
"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

zia anita

evitate le maiuscole...

cerasette

"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

Sam

infatti... io le faccio le cassate...  ;D

ma per poco ancora perchè la sto distruggendo.. appena la rimetterò in sesto del tutto.. diventerà una dama di compagnia  ;D
Teoria freuDYANE

cerasette

"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

Sam

Citazione da: cerasette - 14 Giugno 2016, 22:18:21 PM
la stai distruggendo  (sorpreso)

ok ho esagerato.. ma insomma i pernifusi prima erano buoni e adesso.. il manubrio prima era un po' traballante ma adesso... tante piccole cose che mi fanno rendere conto che fino a quando i pezzi di usura non verranno sostituiti si tratterà pur sempre di un'auto di trent'anni che può lasciarti a terra da un momento all'altro perchè il conducente ama le curve, le buca, le strade sterrate, i carichi pesanti, gli amici maldestri...  (muoio) (muoio)
Teoria freuDYANE

cerasette

Guarda che io l' ho presa già bella sconquassata e l' avantreno sono quasi 20 anni che ci do e lo tocco solo adesso. non ti molla a piedi no  (felice)
"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

Sam

non mi dica così  (muoio) altrimenti resterà anche la mia dyane così per 20 anni..  ;D
Teoria freuDYANE

cerasette

Ma no per te è tutto più facile. nel 2001 non avevo nemmeno la rete pensa quanto tempo e quanti errori avrei risparmiato.
Poi resta il problema soldi quello si...
"Rien n'arrête une Renault, même pas ses freins"

Sam

Citazione da: cerasette - 14 Giugno 2016, 23:14:52 PM
Ma no per te è tutto più facile. nel 2001 non avevo nemmeno la rete pensa quanto tempo e quanti errori avrei risparmiato.
Poi resta il problema soldi quello si...

gia..  (stupid)
io che non sono autosufficiente sotto quel punto di vista poi... vabbè con calma farò tutto  (superok)
Teoria freuDYANE

Ludo

Citazione da: cerasette - 14 Giugno 2016, 21:48:54 PM
Citazione da: zia anita - 14 Giugno 2016, 21:46:31 PM
Tranquilli & pacati.


Parli per lei (muoio) (muoio) (muoio)

Beh dai almeno non si guida più con la birra in mano  (muoio)
Poi per il resto...  ;D


Avrei qualcosa da ridire su questo! ;D
La stupidità divora facce e nomi senza storia

Aspes

Una storia di Dyane e d'amore ... che bello l'amore ai tempi della Dyane ... :

Io, la Titta e la neve


Ora che i cinquant'anni sono abbondantemente alle spalle, inizio a fare un po' di fatica a ricordare.

Anzi, in realtà mi sembra di ricordare le cose meglio di come me le ricordavo prima, solo che I ricordi, per chissà quale strana ragione, sembrano essere tutti belli, malinconici, struggenti, e mai dolorosi.

Sarà l'età', oppure solo che con il passare del tempo i ricordi tendono ad affievolirsi, ed a lasciarsi ricoprire da quella patina del tempo che rende tutto più bello.

Mi ricordo che sicuramente era il mese di Gennaio, e che il periodo Natalizio era ormai alle spalle.

Come tanti altri giorni stavo andando in cortile, per mettere in moto la Giallina.

Era martedì, e come tutti I martedì, finalmente quella sera sarebbe stata la  nostra sera, mia e della Titta.

Tante volte avevo pensato :

" Chissà perché proprio i genitori della mia ragazza devono avere un Bar ? ".

Comunque, per fortuna, esistevano I martedì, giorno di chiusura, e quella era diventata la nostra sera.

Quella mattina, appena sbucai in cortile, ebbi la prima sorpresa : una neve leggera aveva inziato a cadere.

Scrollai le spalle, pensando : " Che cosa vuoi che sia, tra un po' si trasformerà in pioggia ".

La Giallina, come spesso accadeva,  non ne voleva sapere di partire, e lo fece solo dopo aver ricevuto una bella spruzzata d'etere direttamente nel filtro, scoppiettando e saltellando.

La strada che portava a Novara era ancora pulita, però, guardando attraverso il lunotto, la Giallina alzava una polvere bianca, che in realtà era neve.

Io, come sempre, avevo una gran fretta, e il mio piede schiacciava tutto l'acceleratore, fino in fondo.

Intravedevo I visi di chi era sorpassato, increduli, quasi spaventati, e forse ne avevano ben ragione.

L'incoscienza in quegli anni era la mia regola.

La mattinata passò tra l'ora d'italiano, d'inglese e chissà che altro, ma il mio sguardo era sempre fisso alla finestra.

Le neve non ne voleva sapere di andarsene, anzi stava aumentando.

" Ma che cavolo " pensai, " proprio oggi !.

" Pazienza, sono sicuro che verso mezzogiorno la neve cesserà del tutto , così le strade inizieranno a pulirsi ".

Questo pensiero mi tranquillizzò, e smisi di guardare la finestra.

Invece, quando uscii dalla scuola, all'una e trenta, scendevano ancora dei fiocchi enormi e fitti.

La neve ormai stava ricoprendo tutto, e ci misi un po' di tempo per cercare di liberare la Giallina dalla neve che già si era posata copiosa sui vetri e sulla Capotte.

Questa volta la Giallina partì subito, forse memore del trattamento subito in mattinata.

Ho sempre pensato alla Giallina come ad una persona, capace di capire quello che le dicevo, ed anche di offendersi per I brutti trattamenti subiti, ma nello stesso tempo giudiziosa e ragionevole.

Il suo motore tornando a casa girava un po' strano, quasi come a voler dire :

" Va bene, sono partita e ti sto' portando a casa, ma ricordati che mi hai trattata male !! ".

In quei momenti, al posto di schiacciare tutto l'acceleratore come facevo sempre, acceleravo piano piano, con riguardo, come a volerle chiedere scusa.

Ed era proprio quello che stavo facendo, perché anch'io in fondo ero come lei : testardo, ma anche giudizioso e ragionevole.

La strada ormai era piena di neve, ma si viaggiava ancora bene, anche se lentamente.

Ero quasi a casa, ed ormai sentivo che il motore girava rotondo : alla Giallina era passata l'arrabbiatura, ed io ne ero felice.

Entrai in cortile e la parcheggiai sotto al portico,  lasciando che la neve che l'aveva ricoperta incominciasse ad abbandonarla.

Guardai ancora una volta al cielo, scuro, plumbeo.

Guardai quei fiocchi sempre più grossi, sempre più fitti, e per la prima volta inizia a preoccuparmi.

" Sta' a vedere che questa sera non riesco ad uscire !! "
.
E questo fu il pensiero che mi accompagnò per tutto il pomeriggio.

Ascoltai un po' di musica, guardai un po' di televisione, ma soprattutto continuavo a guardare nervosamente dalla finestra, e vedevo quei fiocchi che non ne volevano sapere di rallentare.

Stava facendosi buio, e quella sensazione di morsa alla stomaco stava aumentando sempre più, tanto che presi un'improvvisa decisione :

" Devo andare a Biandrate ad incontrare la Titta che torna dal lavoro, e chiederle se questa sera esce ugualmente  ".

Salutai frettolosamente mia madre, dicendo :

" Devo andare a Biandrate a fare una commissione  ".

" Ma sei matto ? " disse Lei " Ma non vedi quanta neve che c'e' ? ".

" E be' ? Tanto io ho una Dyane ".

Non lasciai il tempo a mia Madre di replicare, corsi fuori e saltai sulla Giallina.

Non avevo nemmeno appoggiato le dita sull'avviamento che Lei era già in moto.

Povera Giallina !!

Ancora una volta di più pensai che senza di lei sarei stato perso, e che le volevo un gran bene.

Misi la retro, provai ad uscire nel cortile e .... niente !!

Non accadde nulla : la giallina si fermò subito, tanta era la neve caduta.

Scesi per capire cosa era successo, e vidi che la neve le arrivava quasi al paraurti.

Io però dovevo uscire, per forza !!

Risalii, misi la prima ritornando sotto al portico, avvicinandomi il più possibile al muro.

A quel punto rimisi la retro, accelerai a fondo, un bel sospiro, lasciai la frizione e la giallina piombò in mezzo al cortile, ed alla neve.

Lei non si era ancora fermata, che già io avevo messo la prima, ed ora le ruote giravano all'impazzata.

Il muso andava a destra e sinistra, però non voleva saperne di muoversi.

Prima, retromarcia, ancora prima e poi ancora retromarcia, per chissà quante volte !!

Io continuai a tenere schiacciato l'acceleratore, ed incominciai a sentire una leggero odore di gomma bruciata.

Stavo davvero incominciando a disperarmi,
quando sentii un rumore diverso : le ruote avevano trovato la ghiaia, e la Giallina iniziò a muoversi, portandomi fuori dal cortile, sulla strada.

Appena fuori dal Paese vidi quello che mai mi era capitato di vedere !!

La strada non esisteva più : c'era solo una distesa bianca, tutta uguale, candida, soffice, incontaminata.

Sembrava un paesaggio lunare, surreale, ma nello stesso tempo bellissimo e tremendamente affascinante.

Non mi spaventai per quello che stavo vedendo, perché io sapevo dove passare, visto che la strada davvero la conoscevo a memoria.

Viaggiavo in un silenzio totale, dove ogni rumore era attutito, con I fari che illuminavano qual bianco candido, ed i tergi che facevano fatica a tenere il vetro pulito.

Nemmeno in quel momento dubitai della Giallina.

Sapevo che anche questa volta mi avrebbe portato dove volevo andare.

Ed infatti appena prima delle cinque ero già parcheggiato lungo la via dove sapevo che da lì a poco sarebbe passata la Titta.


Spensi le luci, lasciando il motore ed i tergi accesi.

E dopo un po' la vidi.

Ho ripensato tante volte a quel momento, rivivendolo mentalmente.

Sembrava che camminasse lentamente, quasi a rallentatore, come in una scena di un film.

La Titta non mi aveva visto, e la vedevo avvicinarsi con quel suo passo caratteristico, stivali, jeans scoloriti, giacca a vento rossa ed un berretto nero, che le lasciava uscire ai lati quei lunghi capelli castani, che già iniziavano ad imbiancarsi di neve.

Le andai incontro e Le dissi : " Ciao Titta ".

Il suo viso s'illuminò in un sorriso, e subito Le si formarono quelle belle fossette sulle guance.

" Ciao !!  Che sorpresa trovarti qui. Come mai ? "

" Sai, con  tutta questa neve che e' caduta ti volevo chiedere se questa sera ci vediamo ugualmente.
Altrimenti ti saluto ora, e per lo meno  ti ho vista ".

" Ma certo !! E' l'unica sera che abbiamo e vuoi che io rimanga a casa ? Però sono contenta che tu abbia fatto tutto questo ".

Le presi una mano, e rimanemmo a guardarci per un po' senza dire nulla.

Le neve cadeva, tutto intorno era silenzioso, e ci guardavamo dritti negli occhi, per non so quanto tempo.

Era un silenzio che non aveva bisogno di parole, che significava tutto, perché in quel momento eravamo diventati un'unica cosa.

Sempre tenendole la mano, dissi :

" Va bene, allora ci vediamo questa sera, solito posto e solita ora. "

" Va bene ..... a più tardi "

" Ciao Titta " .

" Ciao Maurizio "

Lei proseguì verso casa, voltandosi ogni tanto per guardarmi.

Era ormai ricoperta di neve, come lo ero io e come lo era la Giallina.

Aspettai che la Titta scomparisse dalla mia vista, poi risalii, e feci rotta verso casa.

Il motore ronfava piano piano, e la Giallina non era mai stata così docile.

Io lo so che aveva visto ed ascoltato tutto, ma non fece trapelare nulla.

La strada era peggio di prima, ma la Giallina orami volava, serena, tranquilla, felice come quel ragazzo che la stava guidando.

O forse era il contrario ?   

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

claudyane6

scusate il ritardo ma le belle storie che scrivete sono interessanti ma un po lunghe e non riesco a starci dietro.

@ toni Sarebbe bello conoscere il luogo delle riprese, si vede un lago che sia quello Maggiore, qui ci vuole il claudyane  


una strada l'hai percorsa anche tu: quella con l'OASI (Angera - Ranco) l'abbiamo percorsa lo scorso settembre mentre la spiaggia del lancio dei piatti  :( è la spiaggia sabbie d'oro di Brebbia a una decina di km da me e, proprio in quel punto ed in quegli anni, mi sono insabbiato con la prinz  (sex) (stupid)

tiotio

Fantastico questo topic!!

un grazie al tony, a questo punto direi di non cestinare la uozzata e continuare...  (guid)