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Cento anni di Citroën

Aperto da CDSC, 13 Gennaio 2019, 18:28:26 PM

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CDSC

Siamo rientrati ieri da una trasferta piuttosto intensa in terra di Francia, dove abbiamo accompagnato una troupe TV che sta realizzando un documentario sui cento anni del marchio Citroën che ricorrono in questo 2019.

Il costruttore ha dato il più completo supporto alla troupe, aprendo ogni porta dei luoghi tradizionalmente più riservati: dagli uffici della nuova direzione generale del gruppo a Rueil Malmaison, alla periferia di Parigi, al vicino ADN di Velizy per chiudere questa sessione di riprese al Conservatoire Citroën.

Abbiamo incontrato nel corso dei giorni i più importanti dirigenti che si occupano dell'heritage del marchio: da Xavier Peugeot che è il presidente dell'Aventure Peugeot, Citroën et DS, oltre che il direttore di prodotto Citroën, a Pierre Leclercq che è a capo del Centro Stile e che ci ha concesso d'essere ripreso accanto alla futura ammiraglia Citroën che -conferma anche la stampa di gennaio- vedrà la luce all'inizio del nuovo anno.
Ma tra tutte le occasioni d'incontro, la più emozionante è stata quella con Henri-Jacques Citroën, nipote di André-Gustave Citroën, recentemente tornato in Francia dal Venezuela dove è vissuto a lungo.
L'intervista è stata girata al Conservatoire all'interno dell'ufficio che fu di André Citroën, smontato negli anni '70 dalla palazzina degli uffici del quai de Javel prima della demolizione e conservato in una serie di casse nei depositi di Terre Blanche della famiglia Peugeot.

L'ufficio (tavolo, sedia, poltroncine, lampada, tappeto, attaccapanni e boiserie, oltre varie minuterie) è stato oggetto di un lungo e meticoloso restauro curato da Artheme (https://www.artheme-creations.fr/dsc_0013/) ed è ora esposto al Conservatoire, in attesa di essere trasferito in quella che sarà la sua sede definitiva a Poissy, dopo i cento anni di Citroën.
E' un ambiente mistico dove nessuno si era più seduto dalla morte del "patron", quando la stanza fu chiusa sino allo smantellamento della palazzina.
E' lì che André ha preso le decisioni che hanno determinato successi e sconfitte nella sua breve vita, dove ha pianificato le crociere nera e gialla, dove ha incontrato Bertoni, Lefebvre ma anche Jacopozzi, il generale Pershing e tutti quelli che hanno incrociato la sua strada dal 1915 ai vent'anni successivi.
Il tappeto, però, ha una storia a parte: è l'unico elemento che André non vide mai: gli fu donato da Geoge Marie Haardt, il suo amico di sempre, che lo spedì dopo la crociera gialla via nave verso Parigi. Haardt morì pochi giorni dopo, di polmonite, contratta proprio durante la Crociera gialla ed il tappeto finì chissà dove e fu recapitato al quai de Javel solo nel settembre del 1935, dopo che André era morto nel luglio dello stesso anno. Il dono di un morto ad un altro morto, per dirla con uno dei biografi di André Citroën...

Siamo andati a prendere Henri-Jacques, anche lui decisamente emozionato, a casa sua a Parigi nel sedicesimo per iniziare le riprese alle 15 circa.
Due ore di emozioni, racconti, conferme ed anche particolari nuovi ed interessanti sulla vita del più geniale costruttore d'automobili di ogni tempo.
Ad un certo punto mi sono accorto che anche Xavier Peugeot, informato della presenza del nostro inusuale ospite, ha lasciato i suoi doveri per arrivare al Conservatoire, mettendosi in disparte, con la troupe, solo per ascoltare un Citroën che torna a sedersi sulla sedia che fu di suo nonno e che nessuno aveva più avuto il coraggio di occupare sino a giovedì scorso.

Grazie a Xavier Peugeot, grazie all'equipe del Conservatoire (anche all'anziano meccanico che ha voluto salutare Henri-Jacques stringendogli la mano dicendo "io sono quello che aggiusta le auto di suo nonno"), grazie ovviamente ad Henri-Jacques per il tempo che ha voluto dedicare a questa inusuale iniziativa.

A voi, in attesa di vedere il video montato, regalo una foto.




Paolon

FORUM:ormai parte della "Nostra Storia"
Tenerlo in vita, scrivere, collaborare, è anche dire"grazie" a chi lo ha progettato, realizzato, migliorato, difeso in tutti questi anni

bibino59

Uno che si diverte a guidare una 2cv NON PUO' essere cattivo.

La cosa più preziosa che abbiamo in assoluto è il tempo. I soldi vanno e vengono, se ce li rubano li possiamo anche rifare; il tempo va solo e non ritorna. E soprattutto nessuno di noi può' sapere quanto ne ha a disposizione.  R.G.

Paolon



                                      (guid)
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Paolon

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Paolon

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CDSC

Ecco la prima puntata del documentario sulla storia di Citroën. Come si dice, meglio tardi che mai!

https://youtu.be/mUn93GpK2XQ

Watson

Bello, ben fatto, attendo la seconda parte   (appl)

però ti faccio notare un'incongruenza filosofica, diciamo un controsenso di dichiarazioni quando ascoltiamo l'idea di André Citroen che la donna moderna deve guidare una Citroen  (su)



ma nel filmato in una scena precedente, vediamo un'imbronciata ragazza che si infila letteralmente nel sedile posteriore di una splendida B2 Caddy perchè a fianco del guidatore c'è un enorme cane a cui aspetta il privilegio del posto anteriore  (sorpreso) (stupid) (muoio)


(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

CDSC

Sul rapporto tra Citroën e le donne, abbiamo già scritto molto, anche di recente,

qui: https://it-media.citroen.com/it/le-donne-nella-storia-di-citro%C3%ABn-josephine-baker
qui: https://it-media.citroen.com/it/le-donne-nella-storia-di-citro%C3%ABn-madame-citro%C3%ABn
qui: https://it-media.citroen.com/it/le-donne-nella-storia-di-citro%C3%ABn-marlene-cotton
e qui: https://it-media.citroen.com/it/le-donne-nelle-fabbriche-citro%C3%ABn

Nello specifico, il film dove la donna siede dietro al levriero può sconcertare.
Ma d'altro canto chi conosce un po' di retroscena della storia Citroën, sa che quel film è recente (è a colori!) e risale all'epoca di Wolgensinger che è l'autore dei dialoghi e del copione.
Il regista Claude Caillet, riuscì a persuadere Wolgen a realizzare una serie di "film d'impresa" che per altro si aggiudicarono diverse palme d'oro al festival del cinema industriale di Cannes.
Wolgen era una persona dotata di uno spiccato (quanto tagliente) senso dell'umorismo e la chiave di lettura della scena del cane potrebbe essere riassunta nella frase di Romano Bertola che dice "il cane è il miglior amico dell'uomo, e il padrone ci soffre".

:D

Ciò detto, su Wolgen e su quel che pensava/credeva/diceva, potremmo aprire un intero forum.