Le barchette

Aperto da Aspes, 25 Settembre 2007, 15:36:31 PM

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Aspes

Nella nostra gioventu' quasi non c'era cognizione del passare del tempo.

Le giornate erano scandite da ritmi sempre uguali : risveglio, colazione, gioco, pranzo, gioco, cena, riposo.

Questo chiaramente valeva per il periodo estivo, quello delle vacanze, perche' gli autunni e gli inverni avevano un
ritmo ben diverso, che lasciava poco spazio al gioco, e tanto, troppo per quell'eta', alla scuola.

Ma qui e' dell'estate che voglio parlare, periodo lunghissimo nella mia mente di bambino, infinito, pieno
di giornate caldissime, di giochi, di spesieratezza e serenita',

Sembrava che dovesse essere cosi' per sempre, che quella fosse la vita, e neanche immaginavo, o pensavo, che un domani
darei cresciuto, ed avrei dovuto abbandonare quel regno, quella piccola e nostrana Via Pal.

Giocavo tutti I giorni,  in ogni momento, in un cortile grandissimo, enorme, vasto, pieno di zone e luoghi
da esplorare, dove se giocavi a nascondino, veramente potevi rimanere nascosto per sempre, fino ad
dddormentarti, tanto nessuno ti avrebbe trovato.

Mio nonno era un artigiano, un falegname,  e la sua Bottega per me era immensa, ed a pensarci oggi, lo era
davvero.

Costruiva veramente di tutto, dai mobili alle bare, e nel retro della bottega, in quello che era il nostro
Cortile, vi era un binario, proprio uguale a quelli della ferrovia, con sopra un carrello, dove venivano
appoggiati tronchi giganteschi che lui provvedeva, ad arte, a trasformare in  lunghi assi.

Quella sega circolare e' stata la colonna sonora delle mie vacanze estive !!!!

E' strano come nei miei ricordi, le giornate erano sempre belle, calde, ma in realta' non era sempre cosi'.

Quando meno te l'aspettavi, il vento si alzava, sollevando la segatura che si era depositata ovunque,
e facendola girare in mulinelli vorticosi.

Il sole se ne andava, come la luce, e diventava cosi' scuro da sembrare quasi notte.

La temperatura si abbassava bruscamente, e quel continuo borbottio ancora lontano, non faceva
presagire niente di buono.

E finalmente eccolo il temporale, che poteve portare indifferentemente acqua oppura grandine. " tampesta ", come
la chiamavamo noi.

Anche quello per noi era un gioco : appena iniziava a piovere, io e mio fratello prendevamo due sdraio consunte,
quelle fatte di quelle strisce di plastica, in origine arancioni, ma ormai sbiadite tanto da essere quasi bianche
in certi punti.

Ci si metteva proprio dove la pioggia portata da vento cercava di arrivare, con due plaid a quadretti tirati
su fino al collo, a ripararsi dall'aria fresca.

E si restava li a sfidare il temporale, guardandoci e ridendo, sapendo che non ci sarebbe accaduto nulla
di brutto, sicuri e protetti da quel luogo e dalle persone che ci amavano.

Non eravamo ancora usciti dal nido, ma era come se facessimo le prove.

La pioggia poi smetteva, il brontolio si allontanava, ed il sole di colpo tornava, e con esso il caldo
che in un attimo avrebbe asciugato tutto e ci avrebbe consentito di ritornare ai soliti giochi.

Ma non era l'unica cosa che facevamo in quei momenti.

Vi era una cosa molto piu' bella da fare, ma il temnporale doveva essere molto piu' forte,
e la pioggia quasi torrenziale.

Quella era la situazione ideale per le Barchette !!!!

La strada appena fuori in quegli anni non era ancora asfaltata.

Era piena di buche e polvere, ma  a causa dell'inclinazione che aveva verso il centro, in caso di
pioggia forte diventava un torrente vero e proprio.

L'acqua scorreva forte, scura e torbida, ed allora io e mio fratello aprivamo la porta che dalla
bottega dava sulla strada, e lanciavamo nell'acqua le nostre barchette.

Erano semplici pezzi di legno, ed incominciavamo sempre dai pezzetti piu' piccoli, per
poi passare a quelli piu' grandi.

Il legno prima galleggiava, poi scompariva per riemergere un po' piu' avanti, fino a perderlo di vista.

Quante navi, quante barche sono partite da quel porto !!!

Quando tutto finiva noi eravamo soddisfatti, e chissa' dove immaginavamo sarebbero finite le nostre
Barchette.

In realta', se fossimo andati in fondo alla via, le avremmo trovate proprio dove il dislivello era cosi' alto da
non poter proseguire, adagiate mestamente in mezzo alla strada ormai asciutta.

Ma questo non accadde, e nella nostra mente erano gia' lontane, chi  portaerei chi sommergibile, chi nave
dei pirati.

Una mattina, pero',  sentii mia Mamma che mi chiamava : Maurizio, scendi, vieni a vedere !!!

Scesi, ascoltando provenire dall'esterno un rumore forte accompagnato da un odore nuovo.

Stavano asfaltando la nostra via !!!

Per un attimo fui deluso, addio Barchette, ma mi passo' subito, perche' appena l'asfalto
si raffreddo' potei constatare quanto veloce andava la bicicletta e come filava via liscia.

E mi scordai le barchette, od almeno lo pensai fino alla scorsa estate.

Ad Agosto, appena compiuti I fatidici 50 anni,  mi trovavo nel mio Paese, a casa mia.

C'era stato un temporale, non fortissimo, ma la pioggia era scesa copiosa.

Decisi di andare per un po' al Bar, dopo cena, a trovare gli amici.

Feci come migliaia di altre volte quella strada a piedi, fino ad arrivare sulla strada principale.

Stavo per svoltare, quando mi bloccai !!!!

Nello stesso punto, come 40 anni fa, rividi le Barchette, pezzi di legno che avevano navigato
dalla mia via verso l'ignoto.

Il passato mi ritorno' prepotente in un attimo, e pensai : ma allora c'e' un altro Capitano Nemo,
con il suo Nautilus ? Forse c'e' qualcun altro che come me sogna ancora con poco ?

Mi girai, ma la strada era vuota.

Ma qual pensiero dolce mi rimase.

Tanto che quando arrivai al Bar, ancora sorridevo.
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

bubbo


Watson

questa non è bella....... è stupenda (urra) tu si che sai scrivere  (abbraccio)

Anch'io da bimbo ho giocato come descrivi tu... ma nelle bealere in montagna, dove immaginavo di essere in una foresta e la barchetta diventava il mio vascello....

... forse oggi ci avrei montato una bella microcamera e avrei filmato il viaggio avventuroso della barchetta, ma forse non l'avrei fatto perchè la fantasia si sarebbe persa.

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

lucajack2cv


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

michael - dyane500

michael- dyane500-