Quando danzavamo

Aperto da Aspes, 25 Marzo 2008, 11:47:33 AM

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Aspes

Il ritrovo era sempre all'una e mezza, in piazza, appena fuori dall'unico Bar.

Ci si arrivava alla spicciolata, uno alla volta, scambiandosi le prime battute.

E quando eravamo tutti, finalmente arrivava il momento : via, per una giornata di puro divertimento.

Erano altri anni, il paese era piccolo, e quello che oggi e' visto come un fastidio, in quel periodo Invece le nostre " partenze " erano ancora viste come una cosa da guardare con curiosita'.

La gente che era al Bar usciva fuori, e la frase che ci diceva
era sempre la stessa : " Dai, tira !!!! ".

E nemmeno c'era bisogno di dirlo.

Casco, guanti, dito sul tasto dell'avviamento, leggera pressione ed il motore prendeva vita.

Giu' la visiera, frizione , giu' la prima .... VIA !!!!!

La partenza dalla piazza sembrava un piccolo Gran Premio : era un misto di possenti bicilindrici, di quattro in uno, di sibili delle quatto cilindri piu' recenti, a dispetto delle temperature dei motori, ancora piuttosto freddi.

Io di solito partivo sempre per ultimo, per poter dare libro sfogo a quella prima da 120 all'ora.

Appena fuori dal paese poi ci si ricompattava, e vi viaggiava abbastanza tranquilli fin verso Borgomanero, tranne per qualche curva dove ci si animava un po.

Era chilometri di chiacchere, uno di fianco all'altro, di commenti sui lavori fatti, o su qielli ancora da farsi, di battute sui piu' lenti, che trovavano mille scuse per il loro essere sempre indietro.

E poi, finalmente iniziava la leggere discesa verso il Lago.

E li tutto cambiava : bastava una scalata di uno di noi e si partiva.

Erano iniziate le danze.

I bicilindrico emettevano quel suono cupo e potente, i quattro cilindri invece urlavano tutta la loro potenza.

E tutto cio' contribuiva a formare una melodia bellissima, unica.

Le mani stringevano fortissimo le manopole, le gambe il serbatoio, ed i muscoli del collo erano tesissimi.

I colori della vegetazione sfocavano di fianco sempre piu' veloci.

Case, auto e persone sfilavano via a velocita' impressionante.

Io viaggiavo cosi' vicino a quel Le Mans tanto da sentire l'odore che usciva dai suoi scarichi, affiancandolo cosi' tanto da poter leggere la velocita' e i giri dei suoi strumenti.

Le curve si susseguivano uno dietro l'altra, e noi danzavamo.

Ed era una vera danza, fatta di movimenti, di spostamenti.

Un insieme di percezioni che portava alla perfezioni.

Chi lo ha fatto sa che le moto in quelle condizioni si guidano non con la braccia, non con le mani, ma bensi' con una parte del corpo che ti fa percepire la pur minima variazione di quella gomma sull'asfalto, che ti fa capire sino a dove puoi osare.

E danzavamo, sempre di piu', come in un balletto senza fine, con il sudore che iniziava a fare capolino sotto il caso integrale.

Quando poi le curve di diradavano, quando le strada iniziava a tornare dritta, il busto inziava a rialzarsi, la manopola del gas a chidersi, la velocita' a ridursi.

Ci si affiancava, si alzava la visiera e la domanda era sempre quella : " Ma dove sono gli altri ? " .

Ci si fermava, e dopo un po' arrivavano, uno alla volta od al massimo in coppia.

Ed iniziava il dileggio.

Non mi ricordo il momento in cui la danze finirono.

Ma finirono.

Oggi non danzo piu', anche se vorrei.

Il casco lo indosso ancora, e seduto su di un pacioso Scooter cerco di vedere qualcun altro danzare, e se lo vedo, quella parte meno nobile del corpo cerca di entrare in sintonia con la gomma sull'asfalto, e
la mano sulla manopola del gas inizia a mostrare segni d'impazienza.

Ma e' un attimo, solo un attimo, poi tutto ritorna alla calma ed alla normalita' di sempre.

Chi e' stato " ballerino " lo sa quanta fatica puo' costare chiudere il gas, e desistere.

Quando danzavamo era un'altra storia, ma eravamo giovani.

Ora non e' piu' tempo di balli.


Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

scanner79

Bello come sempre Aspes.

(felice)
Certe volte è meglio tacere e passare per idioti che parlare(scrivere) e dissipare ogni dubbio!!!

Watson

Idem  (felice) anche se non ho mai danzato  (nonso)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Watson

Ero combattuto tra il rispondere e il creare un nuovo topic....

.... ma alla fine ho preferito continuare questo discorso danzante, portare oltre questa tu sfida motociclistica facendogli superare la bariera del tempo e dello spazio.

Una sfida che non c'è mai stata, ma che con un pizzico di fantasia e con il casco giusto chiunque di noi può inventarsela ed esserne il protagonista.


Da quando sono rientrato ho riscoperto la poetica di questi racconti, ho riscoperto che nei tuoi ricordi c'è tanto da danzare, ci si potrebbe passare una notte intera senza mai fermarsi ...

.. ho anche la colonna sonora, un bel fandango, ma lo tengo per la prossima occasione, per la prossima rivisitazione di queste tue piccole opere di scrittura, ora per questo racconto mi permetto di aggiungersi la mia nuova visione riveduta e corretta  ;D


CitazioneOggi non danzo piu', anche se vorrei.
Ora non e' piu' tempo di balli.

dipende da cosa intendi, forse quelli reali, quelli che si facevano con l'incoscenza della gioventù... ma quelli che si possono fare ogni volta che si legge un bel libro o che si guarda lo spettacolo della natura (e della vita), ecco in quei momenti si danza meglio e più intensamente di prima..



Stamattina ho ricevuto una telefonata da un vecchio amico.... un certo "baffo" che mi ha passato questo suo racconto, ascoltiamolo con il vecchio e sempre forte Vasco

[youtube=425,350]Xg_D_hrSO-I[/youtube]
W la vita

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Watson

La sfida danzante

Il termometro era sceso diverse volte sotto zero, la neve aveva già fatto la sua comparsa più volte e la campagna attorno al paese era tutta imbiancata e immacolata.


Ma quell'ultima settimana era successo qualcosa di strano, sembrava quasi che il tempo sentisse la presenza di un essere estraneo, di uno straniero.


Quella settimana il sole scaldava le corte giornate invernali, il desiderio di risalire in sella si faceva ogni giorno più forte ma se non fosse stato per quell'incontro occasionale non penso l'avrei svegliata dal letargo.


Quella mattina non c'era scuola, ero a casa per via di un brutta bronchite, ma stare chiuso nella mia stanza non se ne parlava, decisi di fare un salto al bar anche se sapevo che gli amici erano tutti dietro i loro banchi a sognare di essere qui fuori ad annusare questo caldo sole invernale.


Seduto davanti al bar c'era il Roccia e la sua sigaretta e fu lui a mettermi sull'avviso, lo avevo appena salutato quando lui smise di fumare e mi fece un cenno...


"L'hai sentito quel tipo cosa va dire in giro?", le sue parole mi presero in contropiede, quale tipo, quale parole, dov'ero io per non averlo sentito, "Non dirmi che non hai saputo di quel straniero che ieri parlava di come fosse facile fare il percorso del bosco d'estate....."


Il percorso del bosco, il giro che facevo spesso con la mia fidata moto, i salti del ruscello, la curva del tasso e poi quei dossi interminabili, lunghi dove dovevi dosare il gas con grazia, dove il più delle persone finiva per rompersi le cosiddette per non aver saputo saltare al momento giusto....

"no, non so nulla, ma dimmi chi è, cosa vuole questo straniero"

Il Roccia me lo disse, mentre ero a casa i primi giorni di convalescenza, quando la febbre era salita a 39°, un tipo con i baffi mai visto prima si era presentato al bar ed aveva iniziato a parlare di moto, gli amici interessati da simili discorsi abboccarono alla trappola, in poco tempo la sfida era stata lanciata, lo straniero aveva gettato il guanto e ci aveva sfidati a fare il giro del bosco ora d'inverno, con la neve e tutti i rischi del tempo...


... come se non bastasse aveva amabilmente chiacchierato con la Titta, mi riferì il Roccia che lo straniero sembrava lo facesse apposta, che ci stesse provando per farmi innervosire, "lascia perdere, non stare al suo gioco, non mi piace quel tipo", impossibile, guardai il Roccia e il mio sguardo era gia proteso verso la sfida.


Venni poi a sapere dagli amici la data della sfida, anche se non ero guarito e benché mi sconsigliassero di cadere in questa provocazione io ero deciso e scesi sotto a mettere a posto la moto


E venne il fatidico giorno, era domenica mattina e la settimana di sole aveva sciolto un po' di neve, ma il percorso era ancora a tratti difficilmente praticabile, ma poco importava dovevo far vedere a questo straniero cosa gli avrei riservato


La mattina era splendente e la giornata festiva si presentava nel migliore dei modi, oggi sarebbe stato il giorno che finalmente mi sarei confrontato con i miei limiti, uscii di casa e mi diressi verso il luogo dove da un paio di giorni bramavo di confrontarmi, avevo un po' timore di non farcela, ma sapevo che era arrivato il momento di lanciarsi nella mischia....


Aveva già il casco in testa, non si fece vedere il viso, "allora sei pronto straniero per essere ridicolizzato ?", ma lui niente, guardava dritto nel bosco, gli occhialini già calati sul viso e il fazzoletto a nascondergli la bocca ed il naso


Ero li in piedi a fianco del mostro, ne avevo un po' paura, lo temevo, ma non potevo tirarmi indietro, era una sfida che dovevo fare, era la prima volta e loro gli amici non lo sapevano, ed ecco mi avvicino, salgo a bordo e mi metto nella posizione di attesa, bisogna attendere che tutti siano a posto e poi si accende, le vibrazioni salgono lentamente, ci si muove lentamente, c'è la lunga salita prima del lancio....


Apro il gas, con dolcezza questo è il segreto, non serve far scivolare le ruote sul terreno, dei dargli la forza al momento giusto, questo è il segreto per partire prima, lui è tranquillo sembra quasi assente, ho quasi l'impressione che abbia paura "ed ora vediamo cosa sai fare", gli gridai con un po' di rabbia e partii

Ecco siamo giunti sulla sommità il salto non sembra poi gran che ma quando inizio a vedere il fondo della discesa il cuore mi sale alla gola, stringo forte la barra, mi tengo saldo per ammortizzare meglio le vibrazioni ed ecco che precipito velocemente verso il fondo, poi subito una piega a destra....


Il salto iniziale lo supero come al solito, poi atteriamo al fondo della collinetta ed ecco le prime curve tra gli alberi, siamo affiancati, ma io lo supero con agilità, destra sinistra e poi l'altro salto... mi sento tranquillo, sono a casa mia, potrei correre ad occhi chiusi, nessuno potrà mai fermarmi, penso "straniero è giunta la tua fine, qui sono io che porta avanti le danze"


Destra, sinistra, un attimo di pausa, mi riprendo dall'emozione, non credevo fosse così forte, ma ora sono in corsa, non posso più fermarmi mi sento più sicuro, posso farcela però cavolo è forte, e troppo forte non l'avevo considerato, penso "ho fatto male a gettare la sfida, non ero ancora pronto"....


Il gas aperto quanto basta, il segreto sta nei salti, dei seguirla la moto, dei sentirti un tutt'uno con lei, eccola ... uno, due, tre, qui si vince la sfida, qui i codardi si spaventano, si lasciano andare, perdono il ritmo, qui si vince la sfida e lo straniero mi sta ancora dietro, ma ormai è fatta, si salta come sulle montagne russe....


...ed eccoli i salti, uno due dietro l'altro, mi gira la testa, tutto si muove quello che stava sotto passa sopra, ormai sono u tutt'uno con il mezzo, mi volto a guardare di lato, nulla è come prima, vedo ciò che mi circondai e mi chiedi chi me la fatto fare di salire su queste montagne russe....


Ed ecco l'arrivo, lo straniero è stato bravo, ha resistito egregiamente ma mi è dietro, non mi batte più, HO VINTO sono arrivato, spengo il motore, mi slego il casco, vorrei guardare dietro, vorrei vedere la sua faccia ma davanti assieme agli amici c'è lei, è venuta a vedermi, è venuta per me, e sta saltando di gioia, pronuncia il mio nome ed urla di gioia, dimentico la sfida dimentico tutto, davanti a me c'è il mio amore..... c'è la Titta


E' finita ci fermiamo con una frenata brusca, c'è lo fatta, non credevo fosse così dura, si alza la sbarra ed io scavalco il vagoncino, appoggio i piedi ben saldi sulla piattaforma e sento ancora la testa che gira, giro anch'io lo sguardo cercando di fermare le immagini, e la cerco, deve essere laggiù da qualche parte... ed ecco che sento la sua voce e la vedo, è bella, ha visto tutto il giro con un pizzico di apprensione, mi saluta e mi aspetta, io mi muovo e gli vado incontro, alzo la mano e gliela stringo, e la mamma mi prende con se facendo svanire le ultime paure, "hai avuto paura?" gli faccio cenno di si, ma sono felice di aver portato a termine questa sfida...


E al Titta mi abbraccia, e sento la sua gioia sforarmi il viso, dai suoi bei occhioni scendono calde lacrime di gioia, la Titta è rimasta in ansia, aveva paura per me, ma non sa che nessuno potrà mai battermi, nessuno straniero potrà mai portarmi via i ricordi per farseli suoi, ho vinto e ne sono felice.


E lo straniero svanì come in un sogno, tutti lo dimenticarono tutto si dimenticò, il tempo scorse via velocemente e si portò via tutti, ma non per me che conservo nei miei ricordi queste ed altre stupende avventure, basta solo trovare le chiavi giuste e trascinarle fuori e poi diventa facile come quando aprivo il gas io e come lo facevo nessuno avrebbe mai potuto battermi.


Non ci salii più, un'altra volta le sfidai, ma non ero in grado di competerle, non faceva per me, ma il ricordo di quelle sensazioni le porterò sempre con me, basta trovare la chiave giusta e qualcosa uscirà fuori, ma le montagne russe non mi vedranno mai più protagonista.




Un tempo lontano, quando le giornate terminavano davanti ad una bella tazza di latte caldo o cioccolato bollente, in un tempo in cui fare il giro dell'isolato in bici era un'avventura e dietro le porte chiuse si nascondevano dei mostri terribili...

... in un tempo simile a Torino c'era un fantasmagorico luna park, arrivava per le feste di carnevale e si piazzava nella centralinissima piazza Vittorio, ogni giostra si posizionava sempre nello stesso luogo, e le montagne russe erano al fondo della piazza sulla sinistra se guardiamo la Gran Madre, a due passi dal fiume Po....

... era pauroso, avevi il terrore che un giorno le vetturette si potessero sganciare e tu saresti finito nel fiume, erano le fantasie ad occhi aperti di un bambino, ma le sue paure sembrtavano reali e quella giostra gli incuteva un blocco che forse, se fosse stata posizionata in altro luogo, non avrebbe mai avuto...

.... quel tempo sapeva di zucchero filato e di sfide con i propri fantasmi, i suoi ricordi pensavo di averli perduti, ma grazie ad un bicilindrico scrittore sono ritornati a galla.

Grazie Aspes

W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Aspes

Bravo Watson ... complimenti !!!!!!
Il racconto e'  molto realistico, tanto che mi stavo gia' incavolando leggendo che lo straniero ci stava provando con la Titta .....
Roba che per un attimo mi e' venuto l'istinto di salire sull'Aspes ed andarlo a cercare, didendo :" ma cosa cavolo vuoi ??? "

Ridicolo vero ??

In quei momenti prima della partenza, la paura non c'era mai, ma tanta tensione e tanto. tanto sano agonismo.

Da fermo, in quegli attimi prima di partire, quando il motore girava a palla, tenevo i gomiti larghi, quasi a toccare quello di fianco,  come per fargli capire : " stai attento, questo e' il mio spazio, e vado davanti io ... "

E forse lo immagini, ma le montagne russe sono le cose che mi piacciono di piu' in assoluto dei Luna Pak .. bellissime !!!!!!!!

Hai aperto un po' il cassetto, vero Watson ?

Lascialo socchiuso ... e la cosa migliore .. i ricordi usciranno da soli, senza fretta, quando lo vorranno fare.

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

paperella

Fin dal primo momento che ho iniziato a frequentare questo forum, mi sono stupito del livello delle conversazioni.
O meglio: del livello con cui si tenevano le conversazioni.
Preciso e chiarisco: ho frequentato e frequento, per mia libidine e per lavoro, diversi forum. Ogni forum ha una sua grammatica, un suo livello, un suo "stato sociale".
Non fraintendetemi e cercate di capire chi, come me, si esprime peggio di voi.
In questo forum mi aspettavo di trovare si notizie sulle nostre macchine, si qualche divagazione, si qualche castroneria.
Mai mi sarei aspettato di leggere Aspes o Watson, o tanti altri, che veramente fanno vibrare le nostre corde più intime.
Questo pensiero lo ho già espresso poco dopo esser diventato un assiduo del forum e oggi lo ribadisco.
Personalmente, ho vissuto emozioni diverse ma simili da quelle di Aspes: lui era la sua moto, la sua vita in una dimensione che non esiste più.
Io ho avuto le immersioni subaquee, lo sci, le scalate, e altre cose che qui non importa elencare, e comunque vissute in una dimensione che non esiste più.
Gli scritti di Aspes mi emozionano e ne apprezzo lo stile, così come stimo e apprezzo Watson, e questo lui ben lo sa!
Ma questi scritti, questi pensieri, questo modo di raccontare ciò che è stato, mi rattristano come il cantico degli impiccati di De Andrè e rischiano di deprimermi come una canzone di Claudio Lolli!!!
Capiamoci: lo so perfettamente che se non mi và posso non leggerli.
Non voglio criticare nessuno e non mi permetto di giudicare nessuno.
Voglio soltanto dire che la vita è un cammino spesso tortuoso: c'è l'età del gioco, quella dell'orgoglio, quella in cui si spacca il mondo in due, quella in cui si riflette, quella in cui si cresce, quella in cui si prende e quella in cui si dà.
Ma ogni momento della nostra vita non può esistere senza tutti quelli precedenti.
Aspes: tu sei una persona che oggi scrive cose bellissime solo ed esclusivamente perchè sei stato quello che eri.
Io oggi sono quel che sono, in bene e in male, solo ed esclusivamente perchè ho vissuto la mia vita esattamente come la ho vissuta.
Tutti noi siamo oggi l'esatto risultato di ciò che siamo stati fino all'attimo appena trascorso.
Pensare di poter essere quello che si era cinque minuti addietro o trent'anni fà è assurdo.
Certo, è ovvio che quel che non abbiamo più, quel che non siamo più, ci pesa da morire, ma che cosa sarei io oggi se facessi ciò che facevo trent'anni addietro?
Sarei un mostro di idiozia, una sciocca e inutile macchina.
Se oggi accenno a fare un millesimo di quello che facevo allora, mi ritrovo in unità coronarica!!!
Ma io facevo cose assurde: spaccavo il mondo in due, correvo, saltavo, mi immergevo, vincevo gare.... Ero dio.... e oggi?
Oggi sono un qualsiasi tizio che fra pochi giorni compie 55 anni. Oggi ho svariate decine di punti in più sulla mia pelle sia interni che esterni. Oggi ho qualche operazione chirurgica in più sulle mie spalle. Ho qualche vite in più nelle ossa e qualche pezzo di carne in meno rispetto alla dotazione standard. Oggi sono più stanco... molto più stanco di prima.
Ma sono io. Sono vivo!!!
Quanti amici, quanti avversari, quanti compagni, quanti concorrenti sono andati via?
Decine di persone che erano come me, e meglio di me, e non ci sono più.
Ho smesso da anni di andare ai funerali dei miei amici!
Ma io ci sono! E ho una moglie, due figlie... e posso farle crescere sane raccontandogli della mia vita, di ciò che sono stato e di come sono ora.
Non posso vivere eternamente nell'idea di ciò che sono stato e che non sono più.
Non sarebbe giusto proprio per quello che sono stato.
Significherebbe non essere cresciuto, non essere progredito di un punto rispetto a ciò che sono stato.
Mi rendo conto di esprimermi in modo confusionario e confuso: ci vorrebbe Patata a darmi una mano...
Concludo prima di essere odiato.
Io ero felice quando spaccavo il mondo in due.
Io sono felice oggi.
Oggi sono felice perchè ieri ho spaccato il mondo in due.
E se è vero che era meglio quando ero tutto intero come da fabbrica, è anche vero che oggi, con pezzi in meno e altri difettosi, rido di queste cose e mi godo quello che ho.
E tanto per chiarire: per levarmi il sorriso dalla faccia dovrà venirmi un ictus che mi paralizza i muscoli del viso!!!
E per Aspes e Watson un abbraccio come nessuna faccina potrà mai esprimere.



Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes

viveladeuche

Citazione da: paperella - 28 Marzo 2008, 23:52:47 PM
c'è l'età del gioco, quella dell'orgoglio, quella in cui si spacca il mondo in due, quella in cui si riflette, quella in cui si cresce, quella in cui si prende e quella in cui si dà.

Alcune volte capita anche che qelle età si possano confondere o non arrivino mai. E bisogna accontentarsi di un miscuglio di tutte contemporaneamente, ora e qui comunque.
E quando non puoi più resta solo la rabbia. Di non avere mai avuto vent'anni, di non avere mai avuto trent'anni, di vivere solo il quotidiano per fuggire il futuro.

Esistono cose che condizionano più della nostalgia le nostre menti. Allora, fin che possiamo rivivere i ricordi e pensare in avanti, beviamo al calice della vita. A 20 come a 60 anni!

E per oggi ho finito con le prediche ;D

patatacotta

ma quante poche faccine... come siete seri!?!
Io i miei ricordi sulle nostre amate vetture ed inerenti a tali momenti non li ho ancora mai raccontati ma li ho sempre vissuti con la persona che ho accanto, in effetti è sempre bello condividerne i ricordi con gli altri e per far vedere la bravura nel saperli raccontare a paragrafetti cambio di colori grammatica corretta, ma purtroppo ho paura, ed il rischio è alto di cadere nel facile "effetto calante" che rattrista ed è a volte infruttuoso, un racconto deve essere oltre che emozionante incalzante, pressante, che ricalchi anche il comune interesse di questo forum che ci raggruppa ed accomuna, ma anche leggero e spensierato ...e spiritoso, perchè no!? Questo è come dovrebbe o come forse lo vorrei io
Questo solo per dirvi che pur essendo ben scritto non toglie il fatto che molti, lette le prime righe non percepiscano l'interesse vostro ed il trasporto,come altri racconti, special modo racconto su racconto  (muoio)
Ed anch'io come dice Fràpaperella "Non fraintendetemi e cercate di capire chi, come me, si esprime peggio di voi." ...rende l'idea
ciao

paperella

PATATA!!!
La veste da fratacchiotto mi vien stretta.
Troppo stretta! (muoio) (muoio) (muoio)
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes

laura2cv

bello, mi piace frapaperella  ;D
d'ora in poi ti chiamerò così   (stupid)
Ciao Frà  (felice) (abbraccio) (muoio)

scanner79

Io penso che raccontare o scrivere come fa Aspes sia un dono naturale.

Anche io ho scritto qualche racconto e qualucno è stato anche messo sulla lumaca di latta. non so come siano venuti. Ho cercato di trasmettere le emozioni che io ho provato in quel momento cercando di far partecipe il lettore. Non so se ci sono riuscito, ma quello è lo scopo.

A me sinceramente piace molto ascoltare racconti del passato, tristi o felici che siano.

Mi è piace leggere i racconti di Aspes, come mi è piaciuto ascoltare le avventure di Paperella quando ci siamo visti a polignano.

C'è sempre da imparare ascoltando.

(felice)
Certe volte è meglio tacere e passare per idioti che parlare(scrivere) e dissipare ogni dubbio!!!

Aspes

Cari Amici,

non vorrei essere frainteso ....

Io posto spesso qui, racconti ed altro, proprio perche' e' la sezione amarcord.
E di questo io parlo. Di ricordi. Ricordi che possono essere legati alla Giallina, al mio paese, a persone che non ci osno piu', ed a Voi sconosciute.

Questi sono ricordi di vita, vita vissuta, che mi portato a diventare quello che sono oggi.

Non parlo mai del presente, o di quello che mi e' accaduto da poco, o del futuro.

Ma la mia e' una vita felice, con mia moglie e mia figlia, e sara' ancora lunga.

Magari difficile, ma lunga.

E gia' lo so che quello che sto' vivendo ora, tra 15/20 anni potra' diventare un bel racconto, coniugato al passato, perche' la patina che lo velera' gli donera' un colore da " Amarcord ".

Cerco di raccontare nelle mie storie quello che ho provato, la felicita' dell'infanzia, la gioia di stare con i miei genitore, lo scoprire il mondo, riscoprire oggi com'era bello vivere in quegli anni '60 e '70.

Racconto i miei anni da ragazzo, i miei primi amori, gli amori per le moto da cross e da strada che rimarranno gli amori  di sempre.

Speso he qualcuno leggendo possa condivedere un po' di emozioni con me.

Lo so che a tanti magari non dicono nulla, che lo riterranno fuori luogo in un forum di 2CV.

Pero'. come gia' ho detto altre volte, il Forum per me non e' tecnica, ma emozioni.

Mi piace conoscere ed ascolate le persone al di la' della loro 2CV.

Per fare cio' basterebbero i raduni, non il Forum.

Paperella, capisco quello che vuoi dire e credimi, anch'io sono come te, con i miei 51 anni, punti sparse un po' ovunque, segni che prima non avevo.

I ricordi sono una parte integrante di me, mi hanno fatto divetnare quello che sono, ma sono ricordi, e sono ben presente che la vita di oggi e' quella importante, quella mia e della mia famiglia.
Mi piace pensare al passato, lasciare uscire i ricordi, ed approfitto di questa sezione Amarcord per esternarli.

Posso anche capire che gli scambi di racconti tra me e Watson possono apparire inconcludenti, ma spesso io faccio uguale nei 3D di tecnica ... leggo un po' e poi chiudo perche' non ci capisco nulla.

Patata, ti sei spiegato molto bene. Il mio modo di scrivere pero' e' quello, e scrivo solo perche' chi legge magari puo' ritrovarsi in uno dei miei scritti, o risvegliare un proprio ricordo sopito.

Non penso un racconto debba solo essere leggere e spensierato. Tutto dipende da quello che racconti, e da quello che ti provoco il raccontare, da quali emozioni ti suscita.

Come in tanti altri racconti, c'e' chi  scire qualcosa di comico, chi  di attuale, chi di triste.

Poi chi vuole legge, chi non vuole chiude e cambia pagina.

Vi siete mai chiesti perche' tanti ragazzi oggi ventenni si stanno appassionando a quegli anni '70 che in fondo io ho vissuto in pieno ?

Forse c'erano altri valori, altra musica.

Forse era proprio un altro mondo.

Ed allora io racconto un  po' di quegli anni, i mieia anni.

Caro Vice', ha ragione, ci sono cose che condizionano piu' della nostaglia, me lo hai insegnato proprio tu, e finche' qualcuno come te potra' provare una piccola emozione nel leggere qualcosa scritto da me, be'. allora io continuero' a scrivere finche' non esauriro' i ricordi.

Scusate per questo posto particolarmente lungo.

Il vostro Aspes, direttamente dagli anni '70, ma ben presente nel presente ......

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

viveladeuche

#13
Citazione da: Aspes - 29 Marzo 2008, 13:59:19 PM
finche' qualcuno come te potra' provare una piccola emozione nel leggere qualcosa scritto da me, be'. allora io continuero' a scrivere finche' non esauriro' i ricordi.

E le emozioni, leggendoti, arrivano sempre. Apprezzo il tuo modo di raccontare perché franco e diretto, senza imbellettamenti per stupire il lettore. Quelli di Toni li amo un po' meno per via delle sottolineature che impone. Ma sono i vostri sfoghi, la voglia di trasporre in un linguaggio le vostre emozioni che arriva su questo schermo luminoso, forse il mezzo meno adatto alle parole, ma sicuramente il più immediato. Quello di cui mi preoccupo è che qualcuno possa considerare l'avanzare dell'età come la peggiore delle tristezze. Non è così, e lo sappiamo.. Se non si invecchia, quando si possono raccontare gli anni passati ai giovani? ;)
(abbraccio)

patatacotta

Citazione da: Aspes - 29 Marzo 2008, 13:59:19 PM
Cari Amici,


Patata, ti sei spiegato molto bene. Il mio modo di scrivere pero' e' quello, e scrivo solo perche' chi legge magari puo' ritrovarsi in uno dei miei scritti, o risvegliare un proprio ricordo sopito.

Non penso un racconto debba solo essere leggere e spensierato. Tutto dipende da quello che racconti, e da quello che ti provoco il raccontare, da quali emozioni ti suscita.

Come in tanti altri racconti, c'e' chi  scire qualcosa di comico, chi  di attuale, chi di triste.

Poi chi vuole legge, chi non vuole chiude e cambia pagina.



bene, pensavo potessi fraintendermi ...es. nella "laRaspa" ci sono dentro, rapito
e cmq non era rivolto solo a te ma sopratutto in generale

Ciao  (abbraccio)

Aspes

Lo  so Patata, ed avevo letto la tua risposta nella Raspa' .. e mi ha fatto piacere.

E' che ogni tanto me lo faccio anch'io il pensiero che quello che scrivo possa essere troppo triste, o troppo nostalgico .... ma mi esce proprio cosi'.

Quando lascio liberi i ricordi, per spiegarmi meglio, mi sento come uno di quei ricevitori radio che riceve un segnale troppo forte, struggente, e devo scrivere ...

Fatto cio' mi sento meglio, e torno alla eralta' quotidiana sentendomi bene ...

Ma alla fine non so se riesco a spiegarmi ....
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

paperella

Ho sempre apprezzato i racconti di Aspes.
Hanno sempre messo in tensione corde così intime che forse neppure credevo di avere.
Quello che ho detto non voleva essere un appunto, una critica, una considerazione su quello che scrive Aspes o Watson e neppure una virgola di disaccordo.
La mia era solo ed esclusivamente una considerazione personale su come affrontare l'oggi.
Mai pensato che Aspes sia un tipo incapace di vivere il presente arroccandosi nel passato.
Ripeto: non ho mai avuto il privilegio di conoscere Aspes, figuriamoci se posso arrogarmi il diritto di simili pensieri!
Ho voluto solo esprimere il mio modo di vivere il passato e il presente.
Per quanto riguarda Vicè, non c'è nulla da dire o da aggiungere. Comprendo perfettamente quello che vuole dire pur non trovandomi in questa situazione, e in fondo quel che dico coincide con il suo pensiero: oggi sono questo, ieri ero in quel modo e domani.... sarò diverso!
Ma la vita la sbranerò sempre!!! Neppure un attimo ne andrà perso!!!
Mi sembra che i nostri pensieri concordino e mi piace il fatto che ci sia questo reciproco rispetto grazie al quale Aspes non mi ha mandato a fare...... cosa d cui avrebbe avuto pieno diritto.
In gamba ragazzi!!!
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes

bubbo

Bei racconti! Per Aspes non ho piu' elogi da elencare, e credo che Watson questa volta abbia fatto uno stupendo racconto. i racconti possono sembrare tristi, ma non e' cosi! io sono prossimo alla 46esima estate e sono in metamorfosi... Questi a mio avviso sono ricordi che mi permettono al solo leggerli di tornare ragazzo ed allo stesso tempo di condividere con i miei  "coevi" il tempo che passa. Aspes l'ho conosciuto di persona e basta parlarci un pochino per capire che e' un ragazzo di 50 anni. Nel mio caso se incontrassi un paio di professori delle superiori probabilemte mi direbbero di nuovo che non sono ancora maturo.
Ciao "ragazzi all'antica!"

Watson

Mamma mia quanti discorsi..... ho impiegato un bel pò a leggerli tutti e francamente non saprei neanche come rispondere....

Io apprezzo molto i racconti di Aspes, mi diverte leggerli, mi rilassa, mi piace assaporarli e confrontarli con i miei (in fondo sono solo 6 o 7 anni di differenza), e non mi annoio, ma capisco che ad altri possano sembrare lunghi e tristi e dopo aver letto le prime righe piantano tutto e passano ad altri topic....

.... ma come dice Aspes, anche per me il forum non è tecnica ma emozioni.



EMOZIONI, sono quelle sensazioni che uno prova spesso ma condivide poco, magari con i propri cari, con chi ama, con i suoi amici a quattro zampe, ma spesso si evita di condividerle con gli estranei (ricordo che ci leggono tante persone che non postano), ma succede a volte che in qualcuno di noi cresce forte il desiderio di esprimerle queste.... EMOZIONI... e si mette a scrivere senza pensare se chi le leggerà le troverà interessanti, corrette, scorrevoli, noiose, tristi, divertenti.....

... anche per me è successo in passato che scrivessi di EMOZIONI intime senza pensarci un secondo, solo che le mie storie spesso erano troppo legate alla fine della vita, al dolore....


... per questo ora mi diverto a rispondere in maniera poco convenzionale ai racconti di Aspes, mi piace condividere i suoi ricordi modificandoli con la mia visione del passato, e finchè Maurizio me lo permetterà... se riusciro le mie risposte saranno di questo tipo  (nonso)....

... però se riesco vediamo di renderle più simpatiche, neh  ;)


Grazie Aspes e mi raccomando, se esagero con le mie rivisitazioni comunicamelo immediatamente..... non vorrei solo che al prossimo racconto ci scappi un'avventura romantica con la Titta e poi ti trovo dietro la porta di casa con coppola e lupare  (sicilia)

(abbraccio)


W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Aspes

Citazione da: Watson - 31 Marzo 2008, 15:20:34 PM
non vorrei solo che al prossimo racconto ci scappi un'avventura romantica con la Titta e poi ti trovo dietro la porta di casa con coppola e lupare  (sicilia)


La stessa lupara che userebbe mia Moglie ... !!!!!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.