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Quello del tema

Aperto da Aspes, 12 Maggio 2008, 09:16:33 AM

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Aspes

Quando entrai all'Istituto Magistrale, la prima cosa che vidi nell'ingresso fu una Statua, quella della Contessa Torniele Bellini, che dava il nome alla Scuola che per comodita' poi avremmo sempre chiamato CTB.

Avevo appena superato un grosso e pesante portone di legno, salito una scalinata larghissima e gettato un'occhiata alla Statua, per girare subito a sinistra, spingere un'altra porta di legno e finalmente eccolo il corridoio, che gia' brulicava di ragazzi e ragazze, con I loro libri, le loro voci, il
loro abbigliamento colorato e colorito.

Tanti gia' scherzavano tra di loro, alcuni sembravano cosi' grandi da chiedermi che cosa ci facessero li' : erano quelli dell'ultimo anno, quelli che alla fine se ne sarebbero andati chi a lavorare e chi all'Universita', quelli che conoscevano ogni angolo della scuola e ne conoscevano le abitudini ed I segreti.

Ed erano anche quelli che non mi avrebbero mai degnato di uno sguardo, se non per prendermi in giro.

E poi c'ero io e quelli come me, quelli del primo anno, un po' timidi, alla ricerca della propria classe, di un banco, cercando di capire con un solo sguardo chi poteva essere piu' simpatico, e dove era meglio sedersi.

1E, ecco, a me era capitata la 1E.

Era proprio all'inizio del corridoio, sulla sinistra.

Era un'aula immense, ed anche se ervamo veramente in tanti, meta' aula in fondo rimaneva vuota, tanto che poco piu' in la' con il gessette ci avremmo disegnato un piccolo campo di calico, e li avremmo iniziato a giocare piccolo partitelle, in quello che in fondo in fondo niente era se non il gioco del  " calcetto ", come viene chiamato oggi.

Ci misi poco a capire che lo studio mi interessava pochissimo, anzi nulla.

Ero preso dalle chiacchere con in compagni di classe, dalle amicizie che si stavano formando, dalle ragazze della mia classe e di quelle delle altre classi.

La fortuna voleva che, essendo la nostra classe appena all'entrata, bastava che ci mettessimo sulla porta d'entrata e vedevamo passare davantia noi tutti gli studenti, con commenti che ora e' meglio
che non vi riporto.

E poi vi era la cosa piu' bella : l'ora dell'intervallo, che mi vedeva vagabondare per I corridoi ed I piani dell'istituto, per poi entrare nella Biblioteca, nell'aula di Scienza, nell'Aula Magna e cercare disperatamente di scoprire com'era all'interno l'Aula dei Professori.


Tra di noi di parlava di Ragazze, di Calcio, di Moto, di CB, di tutto, ed Imesi iniziavano a passare, e con il passare del tempo arrivarono I primi dolori, le prime interrogazioni catastrofiche, il rifiuto della matematica, le prime riunioni Professori-Genitori.

Ma era tutti inutile. Era come se vivessi in un modo tutto mio, fatto di sogni, di desideri, di aspirazioni, in cui lo studio proprio non ci poteva entrare.

Tutto per me era una gross noia, una perdita di tempo, tranne quando vi erano le ore di Italiano.

Li' stavo attento, leggevo, mi ricordavo, e se nelle interrogazioni riuscivo a cavarmela, nei temi raggiungevo voti per per insperati, ed in fondo in fondo li ritenevo anche immeritati : alla fine stavo solo scrivendo quello che mi passava per la mente.

Quasi sempre sceglievo il tema libero, anche se mi ero accorto che potevo trasportare un tema specifico verso il fantastivo senza andare fuori tema.

Ed inizio' ad arrivare una serie di voti impressionanante : 10, 9, 10, 10,9, 10 e cosi' via.

Dopo qualche tema la professoressa mi chiese il permesse di poter leggere I miei temi in altre classi.

Io dissi si, e non ci pensai piu'.

E quando meno me l'aspettavo, durante l'intervallo, vidi un gruppetto di ragazze che mi guardava insistentemente, ed una di loro si avvicino e mi chiese : " Scusami, ma tu sei quello che scrive Il tema  che poi la Professoressa legge "

" Si ", dissi io.

" Sono bellissimi. Io mi chiamo Angela, sono in 1A, di dove sei ? ".

E li capii. Tutto quel tempo perso a cercare di parlare inutilmente con qualche ragazza ed ecco che la magia accadeva, e per merito dei temi : incredibile .

La voce si sparse, e divenni " quello del tema ".

Quella parte di ragazze sensibile alla letterature, alla poesia, alla lettura era li pronta a darmi ascolto.

E mi ricordo che ci furono tanti giri per Novara, con ragazze diverse, chiaccherando, parlando di tante cose, fermandoci a bere un frullato, una cioccolata.

Furono tre anni piu' o meno simili, ma purtroppo I temi e l'italiano non bastarono a salvarmi, e dovetti abbandonare le Magistrali, e cambiare Scuola.

Per un  po' cercai ogni tanto di tornare alla Magistrali, a trovare I miei Compagni, ma poi mi accorsi che non ero piu' in sintonia con loro, che ormai ero veramente fuori.

Nella nuova Scuola l'Italiano continuo' ad andare benissimo, ed anche I temi, pero' la magia delle Magistrali non si ripete' piu'.

Ma tanto la Giallina si stava affacciando all'orizzonte, ed avrebbe portato con se' una stagione bellissima.

Pero' ancora oggi quel girovagare per I corridoi delle Magistrali un po' mi manca, con tutti quegli occhi puntati addosso per cercare di capire che tipo era " quello dei temi ".

Io credo di essere rimasto ancora oggi quello di allora, con tanti sogni misti ad un po' di poesia e poco attaccato alla realta'.

E forse devo dire : purtroppo !!! 





Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Anita

Aspettavo con anzia questo tuo racconto!!! :) :) :) :) :)
E' bello e coinvolgente come tutti gli altri!!! (su)
YuppiYuppiYuppiIeaaaaaa!!! :DDD

Aspes

Citazione da: Anita - 12 Maggio 2008, 09:26:15 AM
Aspettavo con anzia questo tuo racconto!!! :) :) :) :) :)
E' bello e coinvolgente come tutti gli altri!!! (su)

Questo vuol dire che proprio chiaccherando con Anita qualche tempo fa mi sono ricordato di questa cosa, che ho cercato di scrivere .....
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

anna

Non ricominciare per favore, che in questi giorni non ho tempo e poi mi stò ancora asciugando i lacrimoni da sabato.............
.....e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare : ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare.......

scanner79

Ora oltre me hai un'altra fonte di ispirazione!!!

Bello Aspes come sempre!!!Fai venire in mente anche a me quando gironzolavo per l'istituto. Ma io lo facevo nell'ora di storia dell'arte che proprio non mi scendeva.

(felice)
Certe volte è meglio tacere e passare per idioti che parlare(scrivere) e dissipare ogni dubbio!!!

bubbo

E bravo Maurizio! Ancora oggi i tuoi temi risquotono clamore! Io ero un povero ragioniere con un 6-- in Italiano..

Watson

#6
 (piango) (piango) (piango) non posso commentare questo tuo racconto..... per invidia, SGRUNT  (muro)

dimenticavo la colonna sonora, neh  ;)
[youtube=425,350]3OOf2hb4Wz8[/youtube]



Il tema che non ho mai letto

Ricordo gli ultimi giorni delle medie, c'era da decidere il mio futuro scolastico, trovare la scuola che mi avrebbe portato a diventare adulto....

.... una scelta difficile, da ponderare bene, ricordo che non mi venne imposta, i miei non imponevana nulla, lasciarono che fossi io a scegliere il mio futuro


... come si fa a capire a 13 anni cosa si vorra fare, cosa si vorrà diventare, all'epoca i 13 enni avevano 13 -15 anni, all'epoca si era davvero più bambini e soganre era molto più bello

Io non ho mai vissuto gli anni '70 non so perchè, ci sono passato dentro senza esserne contagiato, forse ero uno dei tanti ragazzini casa-scuola-casa, forse avevo la voglia di sognare e non percepivo il mondo che mi circondava, forse ho solo dimenticato ed ora non ricordo...

.... ma ricordo la scelta di quei giorni in bilico tra il liceo scientifico e l'istituto artistico, tra razionalità e fantasia, tra potere e godimento....


scelsi di fare il geometra  :(


sapete noi ragazzini degli anni '60 giocavamo molto con i lego, quei mattoncini che ti permettevano di costruire case (i primi, quelli semplici, quelli in cui la fantasia era la tua e non quella di chi li produceva) ed io di case ne costruivo molte...

.. le ricordo tutte, si proprio tutte, erano tempi felici, erano tempi in cui si sognava ad occhi aperti in cui credevo che il futuro fosse plasmabile e a portata di mano

... ed ecco arrivare al fatidico primo giorno di scuola, anzi all'iscrizione all'istituto da farsi nell'estate che precedeva l'inizio, eccomi accompagnato dalla mamma (avevo solo 13 anni), prendiamo la sua auto la mitica bianchina ed insieme andiamo dove c'è il complesso scolastico che si trova poco fuoti la città

... è enorme, tutto in cemento con una sacco di verde intorno, ed un sacco di mamme con tanti bambini a fianco, cerchiamo l'ingresso non è facile da capire, è tutto così grande rispetto alla mia scuola media ... è tutto così diverso

.. siamo entrati in un'atrio enorme, una scala circolare nel centro e una balconata al piano superiore che si affaccia nell'atrio, c'è molta luce, fuori la giornata è solare, ma dentro il cuore batte, la paura cresce, questo sarà il mio futuro, mi guardo attorno ci sono tanti ragazzini/ne, ci sono tante mamme, c'è tanta speranza....


... e arriviamo all'inizio della coda, diamo i fogli della pre-iscrizione, l'impiegata li prende li legge, alza la testa e............


.... il futuro si modifica....


... abbiamo sbagliato scuola, siamo all'istituto di ragioneria, dobbiamo uscire ed entrare dal lato opposto, i geometri stanno dal lato opposto

.. usciamo, facciamo il giro ed entriamo in un'ambiente speculare al primo, ma buio, spento, freddo, orientato a mezzanotte il sole non ci fa capolino, il mio futuro è segnato, il destino ha fatto la sua scelta...

... niente temi letti di fronte alle ragazze, niente storie con la bianchina (per ora), niente anni '70 (anche se un nostro compagno di classe verrà tenuto dentro per un paio di giorni), niente fantasia ma un gran desiderio di modificarlo quel destino  beffardo che mi misa davanti ad una scelta.... l'ultima ?


... a volte non capisci perchè succedano certe situazione, a volte non ti rendi conto che quell'errore era il salvagente che il destino ti aveva lanciato per salvarti, per darti l'ultima possibilità di cambiare, ma tu all'ora non l'avevi capito e lentamente senza ribellarti seguii la mia strada, giusta o sbagliata che fosse la seguii ed ora eccomi qui a pertubarre le vostre coscienze, a rompere i vostri maroni, a ululare alla vita che scorre lentamente verso il suo destino.....


"Il vento fa il suo giro e ogni cosa prima o poi ritorna"
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi