appena appresa la luttuosa notizia mi son precipitato a scaricare tutto il downloadabile risultante dalla ricerca 'free pdf' di questo ormai defunto gigante della letteratura statunitense
mai letta una sola riga di philip roth, però ne avevo gia sentito parlare

la profe sembrava ne fosse letteralmente innamorata, almeno quanto io lo ero delle zinne sue, e avrebbe voluto farmene apprezzare degli excerpta, solo che la connessione del suo smart si rivelava fiacca e allora volle provare ad approfittare dell'hot spot offerto dalla casa (remota quanto esosa pizzeria situata in kulo al mondo

)
'e no!' esclamò, quando il server le chiese di identificarsi per numero di telefono.
mi sorpresi di scoprirla così sensibile alla propria privacy, per via dello stupido preconcetto di considerare a digiuno di tecnologia chiunque sia umanisticamente erudito. 'con la cultura non si mangia', dicevano qualche tempo addietro, adesso si sono accorti che si digiuna egualmente con la superstizione e l'ignoranza e si sono inventati qualche altra ca22ata.
'vogliono sapere chi sei', mi permisi, 'sai com'è... attentati, bombe e trik-trak...'
'certo che lo so!', rispose indignata, come se le avessi chiesto di indovinare cosa mi porto sotto l'ombelico, 'ma io non voglio che loro sappiano chi sono!'
'più che legittimo', concessi, con umiltà fantozziana. lo sapete come sono le donne istruite... devi andarci piano, molto piano, altrimenti ti liquidano con un 'ti richiamo io' e rimani con il sigaro spento.
sciagurata coincidenza volle che il mio defecafone fosse pieno di connessione dati, così giocai il mio asso di bastoni. ovviamente non dissi che la mia connessione pompava alla grande, pompare non è il genere di verbo che quel tipo di donna avrebbe lasciato passare impunito.
'posso darti la mia connessione in thetering' dissi con affettazione, 'di me puoi fidarti', proseguì, e prima che potesse tirar fuori qualche obiezione offensiva nei miei riguardi mi affrettai ad aggiungere 'io lo so gia chi sei', e sorrisi con naturalezza. sorriso cazzone intendo.
ovviamente sapeva perfettamente cosa si intende per condivisione di connessione, così che la mia kundalini cominciò a striracchiarsi sbadigliando. quanto m'attizzano quelle in gamba.
'proviamoci, dai', concesse, avvolgendo le sue parole in un mezzo sospiro che mi risultò sgradevole, tanto che kundalini, pur continuando a stropicciarsi gli occhi, opinò: 'guarda che a me non mi pare cosa...'
'password?', disse, e in quel preciso istante la bocca mi si asciugò come avessi leccato l'elettrodo negativo di un accumulatore al piombo.
'password?', insistette.
's...amme', sussurrai.
'password?', con tono impertinente questa volta.
'suc4m3l4mm3', cedetti, poi, con tono di scusa, 'però alle e sostituisci il numero 3 e alle a il 4', 'ed è fatta' conclusi, stringendomi nelle spalle sotto il suo sguardo impietrito.
'pure questa è andata', constatò kundalini. e riprese sonno.
musica che fischietta
Mavahia