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Io, il Tafa ed il Togi

Aperto da Aspes, 06 Dicembre 2009, 21:03:54 PM

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Aspes

Era la primavera del 1971.

Il tempo passava veloce.

A pensarci oggi, anche troppo.

In Agosto avrei compiuto I fatidici quattordici anni, ma ormai sapevo che la cosa più bella, la cosa più desiderata non sarebbe arrivata con quell'età'.

Anche per quell'anno la scuola stava per finire, ma già sapevo che I risultati sarebbero stati pessimi.

A pensarci bene non era nemmeno colpa mia : troppe cose nuove, amicizie importanti che stavano nascendo, ideali freschi appena sbocciati.

E tante, troppe ragazze da tutte le parti.

Di tempo per studiare ne rimaneva proprio poco.

Anzi, non ne rimaneva per nulla.

Ed eccoci all'Estate del 1971.

Dal Juke-box, incessantemente, continuavo ad ascoltare le note di una canzone che mi sarebbe rimasta impressa nella mente per tutta la vita, anche oggi.

Il ritornello faceva:  " Un panino una birra e poi".... !! "

La canzone parlava d'amore, un amore ormai finito, rimpianto, così forte e così doloroso da far si che quella Casa fosse ormai quasi abbandonata, piena di polvere, da bruciare.

E l'amore per me andava di pari passo con un'altra cosa importante, forse anche di più : il Motorino.

Archiviata la bocciatura scolastica, avevo dovuto archiviare anche il rifiuto di mio Padre alla richiesta di acquisto del tanto agognato oggetto.

E se l'amore lo metabolizzavo con  " Vendo Casa ", nonostante fosse passato ormai qualche anno da quando quell'altra canzone era uscita, tutto quello che mi veniva in mente quando pensavo al motorino era :

" Pugni chiusi, non ho più speranze " ....

E di speranze in quel momento non ne avevo proprio più.

La rassegnazione si stava facendo strada, e pur continuando a pensare a come risolvere quella situazione che mi vedeva spesso solo in quei lunghi pomeriggi caldi, fino a quel momento non ero ancora riuscito a trovare una via d'uscita.

Gli amici erano ormai quasi tutti motorizzati, e l'unica cosa in cui potevo sperare era un passaggio sul sellino, così da poter evadere da quel Paese che incominciava a sembrarmi piccolo.

Le amicizie ci avevano portati ad essere quasi sempre in tre : Io, il Tafa ed il Togi.

Il Togi aveva un anno più di noi, aveva già iniziato a lavorare, ed aveva un bellissimo motorino giallo, con un curioso nome : Satan .

Sembrava un motorino da Cross, con una griglia cromata a coprire il faro anteriore.

Il Tafa aveva invece la mia età, ed I suoi quattordici anni gli avevano portato in regalo un Morini Corsarino.

Era una vera piccola moto, e quel piccolo Corsaro faceva capolino, ammiccante e sorridente, dalle fiancatine.

Insomma, a ben vedere un passaggio alle fine era quasi sempre assicurato, tranne quando il Tafa ed il Togi decidevano di caricare qualche ragazza.

A quel punto me ne facevo una ragione, e passavo la serata al Bar, in compagnia di qualche altro amico a sua volta appiedato.

Ma fortunatamente, le nostre fervidi menti continuavano  a lavorare in maniera febbrile,  ed improvvisamente al Togi un giorno venne un'idea :

" Ma il motorino del Moreno, che fine  avrà fatto " ?

Il Motorino in questione era un vecchio Malanca, che il Moreno, di qualche anno più grande, aveva sempre usato per andare a lavorare.

Questo Malanca ce lo ricordavamo abbastanza veloce, anzi, molto veloce !!

Ed il Togi insisteva :

" Mi sa che il Moreno non lo usa più. Potremmo chiedergli se ce lo vende ?".

L'idea era di comprare dal Moreno questo Motorino, dividendo la spesa in tre parti uguali, e poi di usarlo a turno, per divertimento.

Io ed il Tafa eravamo sempre senza soldi, e così fu deciso che la nostra parte sarebbe stata anticipata dal Togi, con la promessa che poi glieli avremmo restituiti, anche se ancora non sapevamo come.

Alla prima occasione parlammo con il Moreno, che ci portò a casa sua per vedere il motorino.

Ed eccolo il Malanca : era un po' peggio di come ce lo ricordavamo.


Il suo colore Grigio-Verde incominciava a sbiadire, e la ruggine affiorava in diversi punti.

Si vedeva che ne aveva fatta di strada, ma era pur sempre un motorino.

L'accordo economico fu raggiunto facilmente, il Togi mise mano al portafogli ed un attimo dopo eravamo in strada, con il motorino per mano.

Ora dovevamo solo decidere dove nasconderlo, visto che I genitori non ne sapevano nulla, e qui la scelta fu quasi obbligata.

Il " Garage " per la notte sarebbe stato la base del Campanile, in quel luogo che noi avevamo sempre chiamato " dietro la Chiesa ".

Anni prima in quei luoghi ci passavamo le giornate, impegnati in interminabili battaglie con le cerbottane, ma ora che eravamo cresciuti, tutta la zona era sempre deserta.

Fu lì che accendemmo per la prima volta il Motorino, e fu lì che ci facemmo I primi giri, scoprendo che il motore era sì un po' fiacco, ma che alla fine era comunque divertente.

E così fu per qualche giorno.

Ci trovavamo, andavamo a prendere il motorino e facevamo qualche giro per il paese, con I passanti che iniziavano a guardarci con un po' di sospetto.

Scoprimmo più tardi che furono proprio questi "passanti" a raccontare tutto a chi non avrebbe mai dovuto sapere.

Tutto infatti  filò liscio, finché, proprio mentre stavo per uscire, mia Mamma mi chiese all'improvviso :

" Ma avete preso un motorino ? Guarda che
vi hanno visti !! "

L'istinto fu di negare, ma quel colore porpora che mi aveva ricoperto il viso faceva capire che la verità era un'altra.

Fui così costretto ad ammettere quello che era successo, quello che avevamo fatto.

Ora avrei solo dovuto aspettare che ritornasse mio Padre, e chissà cosa sarebbe successo.

Sentii arrivare l'auto di mio padre,e subito dopo percepii la conversazione con mia madre, immaginandone l'argomento.

Ed ecco I passi di mio padre, eccolo venire verso di me.

" Bravo, tua Mamma mi ha raccontato tutto. Ma come ti e' venuto in mente una cosa simile ? E dove si trova ora questo motorino ? ".

Raccontai tutto, dall'inizio alla fine, sentendomi subito meglio, come se mi fossi tolto un grande peso.

Adesso mio padre mi avrebbe detto di andarlo a restituirlo, e proprio non sapevo come avrei potuto risolvere la situazione con il Tafa ed il Togi.

Mio Padre mi stava guardando, e sembrava che sapesse esattamente quello che stavo pensando in quel momento.

Parlò, ma io facevo fatica a credere a quello che stavo ascoltando.

" Vallo a prendere. Portalo a casa. Meglio qui in Cortile che dietro la Chiesa. Poi mi aggiusto io con il Tafa ed il Togi ".

Con la gola secca, quasi senza voce, provai a chiedere :

" Vuoi dire che lo posso tenere ? Lo tengo io ? Per me ? "

Mio Padre, non rispose.

Ma sorrise !!

Volai a prendere il motorino, a piedi, di corsa, senza rendermi conto di tutto quello che mi stava intorno.

Era ancora più sporco che prima, ma per me era dannatamente bello, perché da quel momento era diventato il mio motorino !!

Non era un Testarossa, non era un Corsarino, od un Caballero.

Non era un motorino che si poteva definire bello, ma era pur sempre un mezzo di trasporto che mi avrebbe portato in giro, che non mi avrebbe fatto sentire diverso da tutti gli altri.

E ne ho fatti di giri con quel Malanchino, nei lunghi pomeriggi estivi, di sera quando già incominciava a rinfrescare, con l'impressione che volasse, con il vento che ancora riusciva a scompigliarmi I capelli.

Il rimpianto che oggi provo e' dovuto dal fatto che, nonostante tutti I miei sforzi, proprio non riesco a ricordarmi che fine abbia fatto questo motorino, quel piccolo Malanca.

Ci ho pensato tanto, per tanto e tanto tempo, ma I miei ricordi si fermano all'immagine di lui fermo sotto al portico, sporco, un po' arrugginito, con quel suo serbatoio grigio-verde ed il logo Malanca a ricordare che in fondo in fondo una volta era stato velocissimo.

Forse se ne e' andato come e' venuto, all'improvviso ed inaspettatamente, come tutte le cose belle e sincere che spesso non durano così a lungo da riuscire ad apprezzarle .

Quando ho iniziato a ricordarmelo, e qualche volta a rimpiangerlo, non c'era più già da tanto tempo.

Ora lo so che quel motorino e' stata una cosa bella.

Una cosa nostra.

Mia, del Tafa e del Togi.

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La storia e' finita, ma 15 giorni fa a Novegro ho rivisto quel piccolo Malanca, proprio uguale .... e non ho osato chiedere quanto volevano ...

Pero' l'ho accarezzato ... !!!








Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

mario55

come non hai osato chiedere, io nei tuoi panni lo avrei portato a casa.  ;)
Mario da Bientina, con la sua DS 21 Confort

"non ti curar di loro, ma guarda e passa"

bubbo

sono rientrato nel forum dopo mesi e non ho restitito a leggerti, bravo maurizio!

Watson

Citazione da: Aspes - 06 Dicembre 2009, 21:03:54 PM

La storia e' finita, ma 15 giorni fa a Novegro ho rivisto quel piccolo Malanca, proprio uguale .... e non ho osato chiedere quanto volevano ...

Pero' l'ho accarezzato ... !!!



Per me hai fatto bene, non era il tuo Malanca,
quello dei tuoi ricordi, delle tue avventure è meglio che riviva in questi racconti...

... se lo avessi preso, il suo possesso non avrebbe rinforzato il tuo ricordo, sarebbe stato solo un Malanca qualunque e non quello tuo, del Tafa e del Togi.

(abbraccio)

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi