Vincenzo Charleston sottoposto a lobsterterapia


Francesco e' stato tra i pochi a trovare il modo di farlo tacere, per pochi minuti, daccordissimo, ma e' gia qualcosa.
Quel poco che Vincenzo scrive sul forum non gli rende giustizia, questa foto e la strana luce che gli brilla negli occhi gli rendono pieno merito; passassero pure altri 12 mesi, e' cosi' che lo ricordero'.
Aldo, 2cvllista milanese con 1300km d'asfalto alle spalle, volendosi rendere utile durante i preparativi della grigliata di sabato, chiedeva a me di poter fare qualcosa; gli rispondo di chiedere a Vincenzo.
"Chi e' Vincenzo?" chiede Aldo.
"Lo riconosci facile, e' quello che fa piu' casino di tutti, ma e' straordinariamente rapido ed efficace", rispondo io; Aldo gira gli occhi a sinistra e lo individua subito.
C'e' un omino energico che trasporta una panca sulla spalla sinistra, mentre da ordini a qualcuno, mentre cazzia un babbalucio qualsiasi, mentre cantilena uno sfotto' tipicamente palermitano a chi non puo' o non osa replicare, tutto insieme, senza pause interposte e senza fare preferenze per nessuno, che' Vincenzo e' signore per natura.
Il secondo flash mentale l'ho sparato in occasione dell'arrivo dell'aka di uno svizzero di Locarno del quale, chiedo perdono, non ricordo il nome.
I 2 cilindri dell'aka si fanno sentire fra la baraonda di meta' grigliata e il loro borbottio transalpino non sfugge all'orecchio di Vincenzo che si allontana dal palcoscenico ululando alla folla: "Acchiappa a chissu, cu e'?", quasi fosse di picchetto al cancello dell'Ucciardone e si vedesse scappare un ospite.
Il popolo risponde all'appello, l'aka viene fermato in meno di 10 metri e l'ostaggio viene seduto a forza sulla panca mentre Vincenzo istruisce la pratica infilando in mano all'imputato salsiccia e vino.
"Cominciamo da qui" gli intima, facendogli cenno di mangiare e bere, con mimica autoesplicativa (trattandosi di uno straniero); "dopo ci dirai chi sei" conclude, come se minacciasse future sanzioni.
Lo svizzero sembra smarrito e timoroso tuttavia gli basta un morso e un sorso per apprezzare la perentoria ospitalita' babbalucia; e' arrivato a mezzo panino quando confessa di essere sulle tracce di 2cvllisti varesini i quali, avendolo individuato, attendevano nelle retrovie che il ruvido rituale d'accoglienza fosse degnamente celebrato, prima di farsi riconoscere.
Vincenzo charleston non mi somiglia per niente tuttavia, pur riuscendo io a ritagliarmi spazi d'autonomia, finivo sempre per tornare a girargli attorno, perche' d'estate, tra tanti amici, c'e' sempre qualcuno che piu' degli altri sembra incarnare lo spirito della festa.

Mimmo.