Libano, cala il silenzio
Tra i soldati inviati nel Sud del Paese ci saranno numerosi paesi musulmani anti-Israele. E Prodi che fa?
di :Gabriele Cazzulini
I sogni svaniscono all'alba. È quindi ora di dare la sveglia a Romano Prodi. I suoi sogni sul Libano come villaggio turistico dove il mondo s'incontra all'happy our nasconde una realtà opposta. La sveglia squillaforte. I primi rintocchi sono assordanti: la composizione della forza multinazionale. Tra i soldati inviati ad affollare il Libano meridionale ci saranno numerosi paesi musulmani, come l'Indonesia che è il più grande paese musulmano e non ha relazioni diplomatiche con Israele. Israele ha protestato ma alla fine ha dovuto accettare 850 soldati delle truppe d'èlite di Giakarta. Peggio ancora la Russia, che ha inviato due battaglioni di musulmani provenienti dalla Cecenia, senza alcuna consultazione con Israele. I due corpi battono bandiera russa e libanese, all'infuori di ogni riconoscimento UNIFIL. Servono a migliorare l'immagine russa nei paesi musulmani, secondo quanto riferisce il ministero degli esteri di Mosca, che ha avvisato soltanto il premier libanese Siniora senza però che quest'ultimo facesse altrettanto con le altre capitali. Adesso i due battaglioni si sono stazionati nel porto strategico di Sidone, la più grande città meridionale del Libano.
Intanto i burocrati dell'Onu hanno approvato le regole d'ingaggio dei caschi UNIFIL, autorizzando l'uso della forza per ogni attività ostile di ogni tipo. Cioè: i soldati potranno fare i soldati soltanto in casi eccezionali. Più contorta la situazione del disarmo: tocca all'esercito libanese e, se impossibilitato, interviene UNIFIL, ma solo «per garantire il pieno rispetto della risoluzione 1701». Risposta cristallina di Hezbollah: abbiamo nascosto le armi - parola dello sceicco Nabil Qaouk, stratega militare di Hezbollah, che lo ha dichiarato al quotidiano libanese «Daily Star», ribadendo la ferma opposizione ad ogni ipotesi di disarmo della sua milizia.
Ma i rintocchi che dovrebbero risvegliare Prodi provengono anche dalla politica interna libanese. Forte della sua «vittoria divina» nella guerra contro Israele, Hezbollah sta combattendo un'altra guerra, quella contro il premier-fantoccio Siniora, nel tentativo di sbarazzarsi del suo governo anti-siriano per sostituirlo con un vero governo filo-siriano. Nasrallah è spalleggiato pure dal presidente della repubblica libanese, Emile Lahoud, cristiano-maronita ma soprattutto creatura impastata con la sabbia siriana.
Il progetto di Hezbollah, firmato dalla Siria, è formare un governo di unità nazionale in cui il partito divino abbia un peso preponderante e includa il suo nuovo alleato, il partito dell'ex-anti-siriano Michel Aoun, e i gemelli Hezbollah, cioè Amal. L'obiettivo è spezzare la maggioranza anti-siriana raccolta intorno al «movimento del futuro» di Saad Hariri, figlio dell'ex premier Hariri, e al partito socialista druso di Walid Jumblatt. Con un Libano in mano ad un governo di unità nazional-terrorista ferocemente anti-israeliano viene davvero da chiedersi a cosa serva la presenza di soldati stranieri. Nota tecnica: Hezbollah fa già parte del governo di Siniora, con due ministro e il presidente del parlamento. Ma pretende molto più potere.
Le armi. Verso la metà dello scorso agosto una postazione dell'aeronautica turca, su segnalazione dei satelliti USA, ha obbligato ad atterrare quattro aerei cargo iraniani ed un aereo siriano carichi di missili C-802 di fabbricazione cinese e impiegati, in luglio, per colpire quella nave da guerra israeliana su cui morirono tre marinai, di lancia missili e di contenitori per missili Fajer, quelli sparati da Hezbollah contro Israele. Se non fossero stati intercettati dai satelliti USA, i missili e i lancia missili sarebbero stati consegnati a due basi siriane, Nasyria e al Qusayr, che distano 40 e 25 Km dal confine libanese. Il trenta settembre scorso, il personale e l'arsenale militare siriano alla base di al Qusayr ha caricato su sei camion batterie di razzi Katyusha, missili anti-aria e anti-carro, con mortai, mitragliatori e munizioni. Il convoglio ha attraversato il confine con il Libano, raggiungendo la città di Hermel. Oltre al danno, la beffa: solo i primi due camion sono partiti, per testare le difese dell'esercito libanese e il grado di sorveglianza di UNIFIL. Visto che i primi due camion sono arrivati senza problemi, sono partiti anche gli altri quattro.Esiste il triangolo Iran-Siria-Hezbollah, anche via mare, perché si sta aprendo un nuovo collegamento che è il porto di Sidone, dove ci sono i due battaglioni di ceceni musulmani che offrono un corridoio alla Siria per altri rifornimenti di armi.
C'è di peggio. I nostri soldati sono falcidiati da un'intossicazione alimentare dovuta alle pessime condizioni igieniche in cui sono costretti a vivere, a causa delle gravi carenze del supporto logistico. Si tratta dei soldati dislocati a Marakah, ancora privi di mensa, cucina e telefoni per chiamare l'Italia.
Che fa Prodi, si sveglia? No, si gira dall'altra parte. Al Tg1 di lunedì sera va in onda l'intervista al premier libanese Siniora che loda l'Italia per il suo impegno di pace. In un gesto di solidarietà tra veri alleati, anche Al Jazeera promuove l'Italia perché «affidabile», garantendo la massima fiducia di tutte le componente libanesi. Oggi, mercoledì, Prodi terrà un solenne discorso nella sua visita-lampo a Beirut dove, oltre al premier Siniora, incontrerà anche il presidente del parlamento Nabih Berri, cioè Hezbollah. Il testo del suo discorso compare già online sul sito del quotidiano libanese «Daily Star»:
Buona notte, Prodi.
Tratto da: Joyce.ilcannocchiale.it