Caravan Petrol - La Croisière Transaharienne - Ici (re)commence l'aventure

Aperto da CaravanPetrol, 29 Giugno 2010, 14:56:06 PM

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Pacifico

Ti ho preso in giro perchè giri sempre senza macchina fotografica ma adesso ti devo fare i complimenti, e non faccio fatica, per i dettagliati appunti di viaggio.

(compl)
Non camminare dietro a me, potrei non condurti.
Non camminarmi davanti, potrei non seguirti.
Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico. Albert Camus

Gianni Gandini

Terza puntata ..................... ed ultima   (appl)
A proposito di persone "strane" volevo presentarvi la nostra seconda guida. Partendo dall'inizio devo chiarire che in Algeria devi obbligatoriamente essere accompagnato da una guida. Bisogna stare sempre tutti assieme; la guida ha delle copie di un elenco con tutti i nomi del gruppo e tutti numeri di targa delle vetture che presenta ad ogni posto di blocco. Ogni posto di blocco probabilmente sa che noi dobbiamo passare di lì e quindi tutto quadra. E' successo, per esempio, che una delle nostre vetture abbia avuto problemi con il telaio durante il primo giorno di un percorso su sabbia che sarebbe dovuto durare tre giorni. Io ho proposto al proprietario dell'auto con problemi di tornare sulla strada asfaltata, di proseguire sino a Tamanrasset e lì aspettarci. Non è stato possibile perché al primo "barrage" la polizia lo avrebbe inesorabilmente fermato.

A parte questo, al nostro ingresso in Algeria abbiamo trovato ad attenderci Lachcen, una guida abitante a Tamanrasset. Persona squisita i cui consigli si sono sempre rivelati utili e precisi. Persona gioviale e paziente che dopo poco tempo ha capito che tipi si era trovato di fronte. "Lachsen, la prossima volta che ti parlano di 2CV cosa fai, ti metti a piangere?" la sua risposta sorridendo: "No, anzi mi serve raccontare che ho accompagnato voi perché se sono riuscito con voi riesco con tutti!".

Dopo due settimane di viaggio abbiamo dovuto dividerci. Ad In Salah sette equipaggi che avevano programmato 3 settimane si sono diretti verso la Tunisia per rientrare, gli altri quattro hanno proseguito in Alegia per terminare le loro quattro settimane. A noi, "I magnifici sette" , è toccata una guida nuova mentre Lachsen è restato ad accompagnare i "Quattro dell'Ave Maria".

Tanto era squisito Lachsen tanto era insopportabile la seconda guida della quale non ricordo nemmeno il nome. Ad El Meniaa, città reputata pericolosa per i turisti, ha tentato di farci dormire nel giardino della casa di un suo amico! A Touggurt ci ha condotti in un ristorante, ha riscosso lui i nostri soldi ed ha pagato il conto lui! Appena prima di varcare il confine con la Tunisia voleva che ci fermassimo a mangiare in un ristorante "consigliato" da lui! Abbiamo poi scoperto, non so come, che sino a due anni prima il suo lavoro consisteva nell' "accompagnare" i clandestini dei paesi subsahariani, dal Niger o dal Mali, sino al mare.

Ultimo pensiero di questo racconto, e poi la pianto lì, va al popolo del Maghreb un popolo che abbiamo scoperto fiero e con una gran sete di dignità. Fieri di essere tunisini o algerini.  Durante le manifestazioni a cui abbiamo assistito alcuni di loro erano avvolti nelle bandiere del loro paese. Non erano incavolati con la loro nazione, lo erano con chi gestiva il loro paese. Un tunisino mi ha detto quasi fra le lacrime "Cosa posso pensare di un tunisino che fa uccidere dei tunisini in Tunisia? Può essere il capo della Tunisia?". La sera de 13 gennaio il presidente Ben Alì ha tenuto un discorso alla televisione alle 8 di sera. Noi eravamo asserragliati in un albergo appena fuori Hammamet e ci siamo ritrovati di fronte alla tv assieme a tutto il personale dell'albergo.

Discorso del presidente, non volava una mosca ed ogni tanto qualcuno approvava ed altri un po' meno. Alla fine mi son fatto tradurre per sommi capi le parole pronunciate da Ben Alì e sono rimasto dubbioso sul fatto che quel discorso potesse risolvere la situazione. Verso le dieci di sera, però, abbiamo sentito auto che suonavano i claxon festanti e persone che gridavano "E' finita! È finita!". Sono andato alla reception ed ho chiesto "Ma vi son bastate le parole che ha pronunciato il vostro presidente per cancellare i sessanta morti che ci sono stati? Sarà che sono abituato ai discorsi del nostro presidente ma a me non sarebbe bastato questo!" Mentre una signora alzava le spalle dicendomi "Si vede di si!" un altro mi batte una mano sulla spalla e mi dice "Certo che a me basta! Il nostro presidente in 23 anni ha parlato alla televisione solo tre volte e ha sempre mantenuto la parola!".

Volevo solo raccontare velocemente i giorni che abbiamo trascorso in Tunisia al nostro rientro. Il mio compagno di viaggio è stato, questa volta, Roberto "lo svizzero" e con lui, varcato il confine ci siamo recati a Tozeur per dormire. Noi due abbiamo optato per un albergo gli altri sei equipaggi hanno preferito il campeggio. Ciaociao, ci vediamo domani, anzi ci vediamo dopodomani ad Hammamet. Troviamo l'albergo che Roberto conosceva, ci dicono che possiamo posteggiare proprio di fronte all'hotel, posteggio dietro ad un Land Rover con targa italiana e dopo una doccia andiamo in una trattoria per la cena.

Mentre ordiniamo i due Cuos cous arriva una coppia che parla italiano, erano i padroni del Land Rover e dormivano nel nostro stesso albergo. Loro sono stati più veloci a mangiare, finiscono e se ne vanno. A quel punto il personale del ristorante inizia a ritirare tavoli e sedie dall'esterno con una velocità inconsueta per degli arabi. Roberto ed io continuavamo a guardarci e non riuscivamo a spiegarci il loro comportamento. Va beh, paghiamo e andiamo, è irritante stare lì con quella tensione.

Appena usciti abbiamo capito. Ragazzi a piedi e con i motorini correvano, scappavano in discesa, verso destra e subito dietro poliziotti vestiti di nero con il casco, con gli scudi di plastica trasparente e il manganello che inseguivano i giovani. Una persona ci ha visto sbigottiti e ci ha spiegato che non avremmo potuto ripercorrere la strada percorsa all'andata "Parce que il y a la guerre!". Per andare all'albergo passate da quel vicolo, poi a destra, poi a sinistra. Arriviamo di fronte all'albergo e la mia 2CV era l'unica auto posteggiata in tutta la via. Terrore! Mi consigliano di spostarla "E ci credo!". La metto prima in un vicolo, poi la sposto in uno più nascosto. Entriamo in albergo ed iniziamo a sentire delle esplosioni che non abbiamo capito cosa fossero. Vagando per l'albergo (e chi riusciva a dormire!) ho trovato la signora italiana terrorizzata perché non trovava suo marito. Le abbiamo dato una mano tentando di tranquillizzarla e dopo poco abbiamo trovato il marito sul terrazzo, sul tetto dello stabile, che tentava di fotografare gli scontri che avvenivano sotto di noi (proprio dove prima era posteggiata la 2CV) fra dimostranti che tiravano pietre ed innalzavano barricate incendiandole e poliziotti che sparavano lacrimogeni ad altezza d'uomo. A 55 anni ho assaggiato per la prima volta i lacrimogeni!

La mattina seguente tutto sembrava tranquillo, si vedevano i segni della guerriglia ma degli addetti stavano rimuovendo panchine griglie e grossi vasi divelti. A piedi vado in banca a cambiare un po' di euro con i dinari tunisini e mi ha colpito calpestare l'insegna della banca frantumata a terra, la stessa insegna che la sera prima era ben al suo posto. Cambio i soldi torno in albergo prendiamo la macchina per andare a Douz. Abbiamo pensato: se ci sono proteste nelle città, sicuramente in un paese piccolo come Douz si starà tranquilli! Usciamo da Tozeur e a parte i resti di un'auto incendiata tutto tranquillo. Lago salato tutto tranquillo ma a 15 km da Douz la polizia ci obbliga a deviare strada. Siamo passati in mezzo a dei palmeti e continuavamo a girare intorno a Duoz senza riuscire ad arrivarci per circa mezz'ora. Appena entrati in paese una nuvola di ragazzi ci corre incontro ma correvano un po' troppo veloci per i nostri gusti, sembrava volessero camminare anche sul cofano della nostra 2CV, subito dietro la polizia li inseguiva e più in la si vedeva una barricata incendiata. Di colpo mi sono accorto che a sinistra c'era una strada con un cartello "Camping". Via per di là, in una strada piena di ragazzi e ragazze che chiacchieravano tranquillamente, probabilmente scuole chiuse. Percorriamo un po' di strada, non troviamo il campeggio e ci chiediamo che cosa ci facessimo ancora lì se la situazione era quella. Decidiamo a quel punto di puntare a nord, ad Hammamet con un giorno d'anticipo. Abbiamo poi saputo che proprio quel giorno a Douz era morta una persona negli scontri.

Puntiamo prima su Zaafrane poi attraversiamo un piccolissimo paese con un'unica strada, quella principale, interrotta da una barricata in fiamme. Anche lì una persona gentilissima con il suo motorino ci ha guidato attraverso delle strade strette per poter uscire dal paese. A quel punto abbiamo rischiato il tutto per tutto ed abbiamo tentato di raggiungere Kebili che volevamo evitare perché nodo stradale importante ma ci siamo detti "Se anche qui ci sono manifestazioni, allora tanto vale!"

Da Kebili sino ad Hammamet, circa 400 km, una tirata unica senza incontrare nessuno. Ne camion ne auto ne motorini e nemmeno i soliti posti di blocco della Polizia agli incroci. Nessuno. Solo a Sfax dei soldati non ci avrebbero fatto entrare in città per colpa di manifestazioni. E chi ci vuole entrare? Ecco, a Sfax ho avuto la netta sensazione di ciò che poi mi è stato confermato, la differenza che i tunisini facevano fra polizia ed esercito. Per me sono sempre stati due corpi dello Stato come del resto i Carabinieri o la Guardia di Finanza. Per i tunisini no, i soldati obbligavano a percorrere una strada e tutto era ok mentre con la polizia non correva buon sangue o meglio, scorreva del sangue!

Siamo usciti dall'autostrada ad Hammamet Sud per andare nel campeggio che ormai conosciamo bene a pochi metri dal casello. Altra barricata in fiamme, in tutti i posti dove prima c'erano i posti di blocco della polizia ora erano barricate di copertoni incendiati. Inversione di marcia immediata, ci siamo ributtati in autostrada, siamo usciti al casello nord e siamo andati a cercare un albergo nel quale Roberto era già stato. Il mio affidabilissimo compagno di viaggio si ricordava di un hotel con un grandissimo posteggio recintato che avrebbe difeso la macchina in caso di disordini più violenti.

Dopo alcune ore siamo riusciti a rimetterci in contatto con gli altri sei equipaggi. Loro, ignari delle manifestazioni di Tozeur, sono partiti con molta calma e si sono imbattuti in una manifestazione di protesta nella quale è stato appiccato il fuoco ad un'azienda agricola. I nostri compagni sono stati ospitati in un campo di cetrioli per tre ore dal proprietario del campo e, una volta scampato il pericolo, sono partiti anche loro alla volta di Hammamet.

Siamo andati quindi ad aspettarli al casello di Hammamet Nord per accompagnarli sino all'hotel. Abbiamo trascorso il giorno dopo pressoché barricati nell'albergo ed il giorno 14, con grande attenzione e tensione siamo partiti alla volta di La Goulette, il porto di Tunisi, che fortunatamente si trova fuori città e percorrendo solo autostrade e tangenziali, siamo passati vicino a carcasse di auto ancora fumanti. Arrivati sullo spiazzo antistante il porto gli incaricati della sicurezza ci hanno pregato di entrare il più presto possibile, e mano male, quello era il mio obbiettivo. Dopo una velocissima dogana il traghetto è partito puntualissimo, probabilmente non vedevano l'ora di togliesi un problema di più.

L'ultima cosa che mi ricordo è Tunisi che brucia. Dal ponte del traghetto, nelle due ore che hanno preceduto la partenza della nave, ho contato nove incendi in città di cui un paio vicino al porto. Quello è stato il giorno della fuga di Ben Alì e dell'inizio dei saccheggi ai supermercati, tutte proteste comunque mirate. L'azienda agricola a cui avevano appiccato il fuoco a Tozeur era di una persona che l'aveva ottenuta perché amico del presidente e i supermercati saccheggiati erano di proprietà della moglie di Ben Alì.

Possiamo dire d'aver assistito ad un momento storico. Siamo stati abbastanza cauti, attenti e fortunati  ma mi sento in dovere soprattutto di ringraziare i tunisini che mi hanno mostrato come un popolo può protestare e morire ricercando dignità e libertà.

Mi sono accorto ora che non ho assolutamente raccontato dei meravigliosi posti che abbiamo visitato ma di questo, o vi racconto la prossima volta, o potete leggerlo su molte guide che parlano dell'Assekrem, dell'ammada, dell'erg o del fisc fasc. L'unica cosa che posso garantire è che abbiamo spinto, spinto tanto ma veramente tanto.  ;-D
Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba per uomini e per mura, signora del mare.
Francesco Petrarca (1358)
Chi da a mente a tutte e nuvie, no se mettià mai in viagio.  Corona nobilium, crux populi, griphi notariorum.

mus.cin

Citazione da: GIANNI da Genova - 04 Marzo 2011, 23:59:57 PM
Mi sono accorto ora che non ho assolutamente raccontato dei meravigliosi posti che abbiamo visitato ma di questo, o vi racconto la prossima volta, o potete leggerlo su molte guide che parlano dell'Assekrem, dell'ammada, dell'erg o del fisc fasc.

ed è proprio questo che ha reso ancor più bello e fantastico il tuo racconto, per come hai descritto gli avvenimenti, gli usi locali, le persone.. grandissimo

(appl) (appl) (appl) (appl)

la fortuna è un fatto di geografia voglio un 2 cavalli armato di energia
                                 - sempre allegri - bandabardo' -

GIGA34

CHI NON VOLA, NON VALE....... CHI VALE E NON VOLA E' UN VILE...... G.D'Annunzio
Andavo a Capri quando le Signore si atteggiavano come prostitute. Ho smesso di andare a Capri quando le prostitute si atteggiavano come Signore.  G.Agnelli

Watson

grande tutti  (appl)

sarebbe bello leggere anche l'impressione degli altri partecipanti  (sorpreso)  (guid)  (abbraccio)

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Gianni Gandini

Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba per uomini e per mura, signora del mare.
Francesco Petrarca (1358)
Chi da a mente a tutte e nuvie, no se mettià mai in viagio.  Corona nobilium, crux populi, griphi notariorum.

Filippo - 100%SLOW

Pure io ho trovato stamani un video in rete...
Un regista ancora sconosciuto al Jet Set internazionale ha ripreso e montato la vostra "scalata" all'Assekrem... :)
Guardare per credere(sorpreso)
Cheerssssss, ci vediamo a Cereglio.
Filippo

Scalata Assekrem in 2cv (Algeria) - CARAVAN PETROL
«Un uomo o è un artista o una mezzasega, e non deve rispondere a nient'altro, direi, se non alla propria energia creativa.» Charles Bukowski
100% SLOW >> www.weloveliving.it

Gianni Gandini

Da "Io no" di Lorenzo Licalzi

Sono restato ancora un po' in piedi, al buio, poi sono uscito ed istintivamente ho alzato gli occhi al cielo come se vi potessi scorgere Elisa. Piano piano una sensazione di calma profonda si è impossessata di me, era come se al mondo, se in tutto l'Universo ci fossi soltanto io che guardavo le stelle, che brillavano incuranti di me, e che avrebbero brillato ugualmente anche se non le avessi guardate. Eppure allo stesso tempo senti intensamente il privilegio di guardarle, come se senza di me quelle stelle non potessero esistere, che fossero lì a brillare apposta per me, o meglio che fossi io, con il mio sguardo, a illuminare quel buio infinito. Ed è stato in quel preciso istante che ho vissuto un'emozione nuova, impossibile da raccontare, quella di essere io stesso l'Universo ........
Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba per uomini e per mura, signora del mare.
Francesco Petrarca (1358)
Chi da a mente a tutte e nuvie, no se mettià mai in viagio.  Corona nobilium, crux populi, griphi notariorum.

CaravanPetrol


Salaam aleikum!

I ricordi dell'ormai lontano raid algerino sono stati rinverditi da un servizio di otto pagine pubblicato sull'ultimo numero di 2CV Magazine (maggio - giugno 2012).
Tutti i partecipanti al prossimo raduno di Cereglio riceveranno il fascicolo.











Sognatore pragmatico. Vegetariano e (quasi) astemio. Bicilindrico dal 1972. Viaggiatore in 2CV. Inadatto ai social e ai bar. W la differenza!
Caravan Petròl, con l'accento sulla "O", è una canzone ironica e pacifista del 1958, di Renato Carosone e Nicola Salerno.
www.caravanpetrol.it. Bruno Pelligra

Vicè


Croccantini piliferi? e chi li vuole?
Beh... i capelloni, no? I cantanti folk e i motociclisti!

Ludo

La stupidità divora facce e nomi senza storia