Ammetto di essere un privilegiato per almeno tre motivi.
Il primo, e unico per il quale mi attribuisco qualche merito, è quello di fare ciò in cui credo senza condizionamenti dovuti alla convenienza o alla ricerca dell'approvazione altrui. O alla moda, se così preferite chiamarla.
Quando ciò che piace a me è gradito anche agli altri, ne sono felice; se questo non accade, non me ne faccio un cruccio.
Il secondo motivo per il quale mi vanto di essere fortunato è la presenza di una compagna di vita che non si limita ad appoggiare le mie passioni - e spesso a condividerle - ma contribuisce allo sviluppo di ogni progetto in misura molto maggiore di quanto possa apparire.
Il fatto che venga citata tanto spesso nelle vostre parole mi pare un atto di grande sensibilità ed è per me motivo di gioia.
Infine penso di essere un privilegiato perché mi sento contornato da amici speciali, persone generose verso me e verso gli altri, diverse per età ed esperienza di vita ma accomunate dalla medesima disponibilità nei confronti del prossimo, dall'interesse per le strade meno battute e i percorsi più accidentati... La pista contro l'autostrada insomma, la polvere contro l'asfalto, la salita invece della rassicurante ma un po' noiosa pianura, lo spirito solidale in contrapposizione all'egoismo dilagante. In altre parole, il viaggiare controcorrente.
Quanto c'entra la 2CV in tutto ciò? Non saprei. Mi piace pensare che abbia un ruolo centrale, ma in fondo ritengo che non sia importante indagare. C'è, e questo mi basta.
E vengo al nostro campo estivo...
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all'evento, riferendomi non solo alla semplice presenza fisica ma al contributo offerto in termini di proposte e idee, di sostegno morale e... brutale forza-lavoro. E sì, perché anche di quella c'era bisogno per ospitare adeguatamente il centinaio di equipaggi che ha deciso di affrontare la calura di questa fine d'agosto e la strada, talvolta molto lunga, che li divideva da Cereglio. E tra costoro c'erano alcuni amici che non vedevo dall'epoca pioneristica dei raduni italiani: rincontrarli proprio in quel luogo dove c'eravamo conosciuti negli anni Novanta ha significato per me la testimonianza di un apprezzamento personale che mi ha inorgoglito.
Mi pare che le attività in programma siano state generalmente gradite, a cominciare dal Caravan Petrol Slow Rally che ha permesso agli intervenuti di conoscere i suggestivi percorsi dei dintorni e alcune attività della zona (aziende agrituristiche, ristoratori, ecc.), per continuare con l'Acaradio "pirata", che confido possa arricchirsi di contenuti nelle future edizioni della manifestazione, con una conduzione in diretta e interventi in voce dei partecipanti.
Ciò che ha corrisposto in misura minore all'idea che avevo in mente, è stata la parte musicale della serata di sabato, non per l'indubbia professionalità dei musicisti intervenuti a commentare le vecchie pellicole in bianco/nero su viaggi fantascientifici e creature d'altri mondi, quanto per i tempi e i ritmi narrativi talvolta scarsamente in sintonia con l'atmosfera della scampagnata notturna.
Per restare in tema di viaggi e luoghi lontani, ma nei confini del nostro pianeta, è stata probabilmente un'occasione unica quella di assistere al filmato in 16 mm di Jacques Cornet sulla sua spedizione in Iran e Afghanistan degli anni Settanta a bordo di una Dyane. Di questa opportunità ringrazio l'amico Maurizio Marini del Centro Documentazione Storica Citroën che ha messo a disposizione la pellicola e l'attrezzatura per visionarla.
Il mondo dei raid automobilistici a quattro cilindri è stato ben rappresentato a Cereglio dalla presenza di Alessandro Poletti, reduce dalla recente partecipazione al "4L Trophy", un evento che ha coinvolto ben 1200 equipaggi e le loro Renault 4 sulle piste desertiche del Marocco.
Vorrei che lo scambio di esperienze e la "contaminazione" tra i possessori di utilitarie francesi Citroën e Renault, questi ultimi presenti con una piccola ma qualificata rappresentanza, diventasse un elemento ricorrente nei raduni dei rispettivi ambienti automobilistici di appartenenza.
Hanno completato gli incontri in sala proiezione altri racconti in foto e video riguardanti il Marocco e la "Croisière Transaharienne" che si è spinta fino al sud algerino ispirandosi al leggendario Raid Afrique del 1973, nonché una chiacchierata con Moreno Morozzi e Giuliano Bruschi sui trucchi e le astuzie tecniche per affrontare un viaggio impegnativo lungo le piste africane.
Svago e condivisione di momenti di allegria con le persone più care sarebbero poca cosa se l'evento non assumesse anche un significato di solidarietà verso chi non gode di beni essenziali come l'acqua, il cibo, il diritto alla salute e all'istruzione, obiettivi minimi che per molti Paesi africani sono ancora lontani da raggiungere.
Con grande compiacimento sono quindi felice di comunicare che le offerte e la vendita all'asta a favore dell'Organizzazione Umanitaria Bambini nel Deserto, hanno toccato l'importo di circa 1.400 euro.
Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie alla generosità dei partecipanti al raduno che prima hanno donato una grande quantità di beni da mettere all'incanto (ricambi e accessori 2CV, abbigliamento e oggettistica vintage, torte, pubblicazioni e vario materiale da collezione) e poi hanno rilanciato fino a cifre impensabili pur di aggiudicarsi ciò che andava proponendo l'ineguagliabile battitore in abiti africani (l'amico Gianni da Genova).
Spero che non appaia retorica l'affermazione per cui una tale risposta solidale è stata entusiasmante quanto commovente, tanto da lasciare senza parole il rappresentante di BnD che per la prima volta partecipava a uno dei nostri incontri.
Nei prossimi giorni comunicherò con esattezza l'ammontare del contributo offerto dal popolo 2CV e la sua destinazione per un progetto a favore di chi non ha scelto di nascere nelle zone meno fortunate del mondo.
Basterebbe questa soddisfazione per ripagare l'impegno profuso nell'organizzazione, i timori d'inadeguatezza, le ore notturne trascorse davanti al computer e le giornate spese a contattare chi poteva contribuire alla riuscita dell'evento, ma voglio ricordare che tutto ciò è stato possibile per la collaborazione attiva della Pro Loco di un minuscolo paesino di 200 abitanti sulle colline intorno a Bologna.
Per combattere il senso di vacuità che ci circonda e aggiungere valore ai momenti di piacere e allegria, a volte non è necessario essere in tanti.
P.S. Sono rientrato da poche ore e domani tornerò a Cereglio per riportare a casa l'Acaradio. Risponderò al più presto a coloro che mi hanno inviato messaggi personali. Vi abbraccio tutti.