
Come accade nei titoli di coda di un film, a conclusione di un evento si usa citare per i doverosi ringraziamenti quanti hanno reso possibile la sua realizzazione, coloro che hanno permesso la trasformazione di un progetto in realtà e hanno fatto sì che il sogno si materializzasse assumendo fisionomie definite, incarnando nomi, umori, sentimenti.
Ebbene, mi vanto di non avere mai fatto niente per dovere, se con questo termine s'intende un obbligo determinato dalle convenzioni sociali, a cui si ottempera per convenienza ancor prima che per imperativo morale.
Quindi i ringraziamenti che seguono non hanno niente di rituale o doveroso, ma sono il naturale esito delle riflessioni indotte dall'esperienza da poco conclusa e che ha visto la la presenza di oltre 90 equipaggi sulle colline intorno a Bologna.
Quando anche l'ultimo partecipante lascia il campo, anno dopo anno mi ritrovo a considerare l'eccezionalità di quanto è appena accaduto sotto ai miei occhi, quell'aggregazione umana che solo accidentalmente assume le sembianze di un evento motoristico.
No, la 2CV, la passione per la meccanica, la fede in un marchio, tutto ciò non basta a spiegare l'altruismo e la generosità della risposta a favore di chi, del tutto incolpevolmente, si è trovato a nascere al di là di un braccio di mare tanto breve da sembrare alla portata del più fragile e malandato guscio di legno.
E poi, anche se infinitamente meno importante, a ciò si è aggiunta la disponibilità di amici di antica data e di altri appena conosciuti per contribuire alla riuscita della festa offrendo una mano d'aiuto, un suggerimento al momento giusto, una parola di apprezzamento per recuperare le ultime energie quando la stanchezza stava per avere il sopravvento.
Sono veramente tanti quelli che vorrei ringraziare, anzi siete tutti voi, ma provo a evitare la ritualità procedendo in... disordine sparso:
• l'eccezionale banditore Gianni, senza il quale l'asta di beneficenza avrebbe il sapore di una noiosa televendita;
• Pietro "Pacifico" che ha messo a disposizione la sua amicizia e le sue competenze informatiche per organizzare al meglio il materiale che avete trovato sulla Travel Key, il gadget del raduno che ormai non nasconde più misteri per nessuno;
• Luca e Paolo di Bambini nel Deserto, che trasformano in realtà tangibili le nostre iniziative solidali;
• il Truck Team che, con le coraggiose scelte di vita dei suoi giovani componenti, rafforza la fiducia nelle nuove generazioni;
• il Registro Storico Italiano Errequattro, con il quale intendo "mescolarmi" sempre più;
• l'amica Anna che ha girovagato per l'Italia con la sua francesina e il piccolo Fedro, e che, a causa di un banale problema tecnico (da qualcuno malignamente attribuito a influssi sovrannaturali), non ha avuto lo spazio che avrebbe meritato nella rassegna fotografica della domenica mattina;
• l'amico Maurizio, che siamo abituati a pensare nelle sue vesti di custode ufficiale della storia del doppio chevron, e che ogni anno ci ricorda di essere un autentico appassionato della marca ancor prima che suo rappresentante;
• gli esercenti di negozi e strutture ricettive che hanno collaborato alla realizzazione dello slow-rally dimostrando l'ospitalità di cui è capace la gente dell'Appennino;
• la Pro Loco di Cereglio che mi lascia la libertà di proporre ciò in cui credo, assumendosi i rischi economici dell'iniziativa e contribuendo in maniera determinante alla logistica del raduno;
• gli amici che hanno offerto gli oggetti da mettere all'asta e quelli che li hanno generosamente acquistati (ma spesso le due figure si sovrappongono), permettendo di raggiungere i 1700 euro da devolvere a fini umanitari e superando di gran lunga l'importo della scorsa edizione;
• ringrazio infine la "consigliera" Gabriella che mi regala l'entusiasmo per affrontare nuove sfide e, naturalmente, nuovi viaggi.
Tutto bene, quindi? Certamente no, ci sono aspetti della manifestazione su cui è necessario intervenire con opportuni correttivi, alcuni facili da mettere in atto, altri più problematici. Ma, confidando nella vostra comprensione, non mi resta che augurare a me stesso e a voi... buona strada!
Bruno