Un bel libretto edito dal Touring Club Italiano
€14.90
http://www.touringclubstore.com/cimage/img.php?src=/skin1/images/zoom/h2857aa.jpg&w=545&h=545&fill-to-fit=ffffff&sharpen&save-as=jpg&q=90IL VIAGGIOsecondo la “Scuola del Viaggio” di Claudio Visentin
In pochi anni il viaggio è stato radicalmente ripensato e si è trasformato in profondità.
Per cominciare le nuove tecnologie hanno completamente cambiato le regole del gioco: la raccolta di informazioni, le prenotazioni, la condivisione dell'esperienza e naturalmente anche gli strumenti per raccontare.
Inoltre in molti casi lo stile di viaggio è diventato più importante anche della destinazione: spesso due viaggiatori visitano la stessa città, nello stesso periodo, e tuttavia finiscono per fare esperienze completamente diverse, quasi senza punti di contatto tra loro.
Infine, proprio mentre la globalizzazione estende il nostro orizzonte all'intero pianeta, il raggio d'azione di molti viaggiatori sembra essersi ristretto. Non è solo a causa del terrorismo, semmai è l'effetto di una nuova capacità di vedere, di capire, di scoprire l'esotismo alle porte di casa, per esempio in un quartiere multietnico della propria città: "Cerco un po' d'Africa in giardino, / tra l'oleandro e il baobab, / come facevo da bambino... "
Negli anni Ottanta del secolo scorso le numerose riviste di viaggio potevano 'scoprire' un Paese in ogni numero: il Portogallo, il Cile, la Nuova Zelanda ecc.
"C'era un tempo in cui diventare giornalisti di viaggio non era complicato. Bastava comprare un biglietto aereo, avere una qualche nozione grammaticale e un sacco di tempo da buttar via. L'accesso alla professione non era presidiato perché la professione, in pratica, non esisteva" . Così Paolo Faci.
Quel tempo però è finito per sempre. Il racconto di viaggio non ha quasi più senso, se inteso tradizionalmente come ingenua scoperta e descrizione dell'altro e del diverso.
Con Google Earth l'ignoto è a un
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click di distanza, in pochi secondi possiamo vedere qualunque luogo dall'altra parte del pianeta.
E anche quando l'audace reporter si spinge ai confini del mondo, si ritrova sempre a fianco qualche turista più intraprendente, dal quale fatica a distinguersi.
La crisi dell'editoria fa il resto.
E tuttavia il racconto di viaggio continua a interessare il pubblico e sta solo sperimentando nuovi spazi e nuove forme d'espressione, perché ogni generazione deve raccontare da capo il mondo con parole sue.
Per esempio il moderno reportage ha superato i tradizionali confini delle riviste di viaggio e lo si può trovare su testate anche molto diverse, senza contare le nuove possibilità della rete, i blog e i social media.
E se qualche professionista fatica, per un esordiente riuscire a far conoscere il proprio lavoro è forse più facile che in passato.
La prospettiva del racconto trasforma l'esperienza stessa del viaggio.
Un Maggio creativo è prima di tutto un viaggio produttivo: non siamo più inerti spettatori, non accumuliamo soltanto informazioni e immagini nelle memorie digitali, ma cerchiamo di rielaborarle in forme originali.
Già durante il viaggio raccontare i luoghi attraverso la scrittura, la fotografia, il video e il disegno ci aiuta a comprendere quel che vediamo.
È uno sforzo di osservazione, di attenzione, di presenza; un'educazione del nostro sguardo per renderlo più limpido e profondo.
Al tem¬po stesso siamo attirati nel centro dell'esperienza, siamo chiamati a distinguere quel che è essenziale da quanto invece è solo accidentale.
La ricerca di storie, di persone/personaggi è anche una perfetta occasione per incontrare l'altro, lo straniero. L'incontro con chi custodisce i luoghi è la ragione ultima di ogni viaggio: come si può visitare una città senza voler conoscere i suoi abitanti, come se fosse solo una successione di monumenti senz'anima?
Il turismo sostenibile e responsabile è da sempre il nostro orizzonte, perché sappiamo che i viaggi hanno conseguenze profonde sull'ambiente e sulla vita dei locali.
E ci rallegra vedere come questa prospettiva sia sempre più condivisa.
Ma per noi, al di là anche dell'etica, turismo responsabile vuol dire soprattutto viaggi lenti, profondi, divertenti, veri: viaggi che insieme al corpo muovono la mente.
Ogni viaggio, da quello più turistico a quello più avventuroso, attraversa quattro fasi sempre uguali: partire, transitare, arrivare, tornare.
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Questo orizzonte può essere però esteso lavorando sul tempo che precede la partenza, quando immaginiamo il nostro viaggio e formuliamo le domande che ci indicheranno la via.
Come ha scritto l'attore Giuseppe Cederna:
"Anche un viaggio nasce, cresce, invecchia e poi muore. Ma appena nato è già grande. Capace di usare la testa, di farci e disfarci a suo piacimento. Fra un'ora il nostro viaggio, dopo mesi di gestazione, vedrà finalmente la luce. Ci riconoscerà? Assomiglierà almeno un po' anche a noi? Ci vorrà bene? Ci aspettiamo grandi cose da lui" 2.
Viene poi il tempo successivo al ritorno, quando il viaggio continua nel suo racconto e per questa via si apre a una nuova dimensione.
Viaggiamo guardando avanti, ma solo quando ci volgiamo indietro capiamo davvero cosa abbiamo visto.
Riordiniamo gli appunti, scegliamo le immagini e, in questo trasloco del viaggio dall'esperienza alla carta (o ad altre forme espressive), lo vediamo finalmente in una luce nuova e più vera.
La tecnologia non ci salverà. Certo, abbiamo a disposizione apparecchi sempre più perfezionati e a un costo contenuto. Con un semplice smartphone possiamo scrivere, fotografare, filmare e registrare suoni: un sogno, per i viaggiatori del passato. Eppure spesso i risultati sono deludenti, ripetitivi, banali, perché anche gli strumenti più raffinati, da soli, servono a poco.
Per questo, pur utilizzando tutti i nuovi dispositivi digitali e le piattaforme di condivisione online, non permettiamo mai allo strumento di farsi fine.
La scrittura - semplice, duttile, efficace - resta al centro della scena (non a caso le dedichiamo la parte più consistente di questo manuale) e proponiamo regolarmente il settecentesco (eppure così moderno!) carnet de voyage, con la sua caratteristica alternanza di scrittura e disegno.
Cerchiamo di andare oltre un'idea banale di modernità, di non accontentarci dell'ultima moda, quando possiamo mettere al servizio della nostra creatività tutta la gamma degli strumenti disponibili, antichi, moderni o futuribili.
Scrittura, fotografia, video o disegno? Da un lato è impossibile esprimersi con la stessa efficacia utilizzando strumenti tanto diversi; prima o poi bisognerà riconoscere la nostra vocazione, quel che sappiamo fare meglio.
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E tuttavia storie diverse vogliono essere raccontate in modo diverso.
Quella luce obliqua della sera reclama una fotografia (o un acquerello);
un dialogo vivace sarà reso mille volte meglio in un video che su una pagina,
ma solo la scrittura riuscirà poi a tenere assieme vicende intricate, a spiegare la storia di un luogo.
II nuovo racconto di viaggio prende forma al punto d'incrocio di strade, sguardi e pensieri, nasce dal dialogo tra diverse forme espressive.
La circolazione delle idee arricchisce tutti: al fotografo gioverà guardare il suo oggetto con lo sguardo lento del pittore, quest'ultimo imparerà dallo scrittore a curare meglio i testi del proprio carnet e così via.