Echi dalla LDL[size=08pt]estratto tratto dal racconto "Dove osano le Acquile - Jafferau miniraid '07" della LDL autunnale[/size]
I SaraceniLa pausa al colletto del Pramand è appena terminata, dobbiamo percorrere il tratto più buio di tutto il percorso.... e anche quello che potrebbe mettere in soggezione qualcuno dei partecipanti...

già all'inizio della strada un cartello ci avverte che la strada benchè abbia una manutenzione estiva è percorribile a rischio dell'utenza, questo ci deve far riflettere sui pericoli che si possono correre su queste strade di alta quota (ci troviamo per ora a circa 2100 mt.), ma siamo o non siamo arditi e dunque noi procediamo imperterriti, dopo circa un chilometro eccoci arrivati davanti all'ingresso di questa galleria unica nel panorama delle strade ex-militari (almeno percorribile in auto, perchè dalle parti della valle Stura c'è ne un'altra simile ma solo pedonale)
... per chi abbia mai visto il film di Cabiria l'ingresso della galleria assomiglia moltissimo all'ingresso del tempio

[size=08pt]foto tratta dal sito
http://filmyear.typepad.com[/size]
mancano solo i denti ma l'ingresso non è dei più tranquilli, subito ci fermiamo in corrispondenza di un bivio..... si la galleria al suo interno possiede un piccolo incrocio, solo che chi volesse svoltare per la deviazione forse sano e salvo a casa non ci tornerebbe...
Breve storia della galleria dei Saraceni, costruita tra il 1925 e 1929 serviva per superare il tratto della strada militare che affianca le famose grotte dei Saraceni, in modo da evitare le frequenti frane, in effetti anche l'ingresso originario venne reso inservibile da una di queste frane, quindi si procedette a scavare un'altra apertura per poterla utilizzare..
.. la galleria ha la forma di un ferro di cavallo ed è lunga circa 800 metri, esiste uno slargo dove poter far transitare due mezzi ed un'uscita di soccorso finita anch'essa soto la frana, all'interno il buio è pressochè totale e d'inverno è facile che sia invasa dal ghiaccio.

ingresso franato
... la sosta con visita allo sbocco originario sconvolge alcuni dei nostri arditi bicilindrici, ma l'avventura non aspetta e dopo un paio di foto scenografiche partiamo alla volta del cuore della galleria, io mi trovo davanti e vedo solo il buio infinito, dietro sono più fortunati hanno una guida che li traghetta dall'altra sponda.... vorrei fermarmi per spegnere le luci e rendermi conto di cosa si prova a stare nel ventre della montagna, ma la paura che mi tamponimo mi acconsente solo di tenere per poco le posizioni....

bivio in galleria
.... fa paura, ricordo la volta prima con Paola quando le spensi completamente, fermandoci ma lasciando il motore acceso..... la sensazione era paurosa e se anche uno sa che l'uscita è solo dietro l'angolo, il buio avvolgente e l'impossibilità di vedere qualunque cosa rende la sensazione un pò paurosa...

lago effimero
.... ma la sorpresa finale c'è la troviamo ugualmente, in corrispondenza dello slargo c'è dell'acqua sul fondo... io che sono il primo un piccolo brivido lo provo... chissa quali buche spaventose possono aprirsi sotto il pelo dell'acqua, e se la macchina si inabissasse come succedeva con le comiche di Stanlio e Olio ?... ma mi sento protetto, dietro ci sono loro glia arditi eroi bicilindrici che mai mi lascierebbero affogare... o forse si ?....

Watson stà affogando... fotografi documentano l'evento
... tutto si risolve con un piccolo buco che fa vibrare la Charleston, ma la luce in fondo al tunnel mette fine a tutte le paure ancestrali e l'uscita all'aria aperta pone fine alle paure galleriche, ancora un tornante ed eccoci arrivati al luogo del sospirato pranzo... siamo saliti a 2200 metri ma siamo tutti super affamati.