addio maestro

Aperto da luigi spino, 29 Novembre 2010, 22:56:33 PM

« precedente - successivo »

luigi spino

 (piango) (piango) (piango)
Aveva 95 anni, ma era il più giovane dei nostri registi. Stasera ci ha lasciato Mario Monicelli, tante volte presente, attraverso gli spezzoni dei suoi capolavori, sul nostro forum.

Addio maestro
  in hoc signo vinces

lucajack2cv

#1
Il più giovane è il più tosto e coraggioso, il più rivoluzionario come lo ricorda oggi chi lo ha amato, uno che per tutta la vita ha girato quasi sempre un unico film, da Brancaleone ai soliti ignoti ad amici miei in cui un'arruffata accolita di disperati, che si credono furbi ma sono solo ingenui, grandi egoisti ma con un briciolo di cuore d'oro e sincera amicizia sul fondo, si mettono insieme per tentare un'impresa che fallirà. Degli italiani insomma.

Per togliere la speranza a uno che ha uno sguardo così sulla vita non basta la malattia, la solutudine o l'età avanzata.  Ci vuole la consapevolezza di essere stato troppo ottimista e di non riconoscere nella vecchia e rincoglionitissima italia di oggi neanche più queste caratteristiche tragicomiche.

E non era solo questo, era uno che sapeva parlare a tutti, a persone di ogni età e e di ogni condizione.  La prima volta che vidi Amici Miei fu su suggerimento di un mio compagno delle medie, i cui genitori gestivano non a caso un bar squallidissimo.

Il suo livello culturale era quello dello zoccolo duro popolare della mia classe, costituito da immigrati meridionali  e ragazzi di campagna tutti accomunati dalla stessa caratteristica: essere pluriripetenti seduti stretti in un banco di terza media e, quando toccava a loro di leggere qualche riga ad alta voce, farlo sillabando, tra l'imbarazzo di tutti.

Un lunedì sera Massimo mi disse:"Stasera danno Amici Miei in TV sul primo, guardalo, ti pisci sotto dal ridere" naturalmente era molto di più e lui lo sapeva, anche se non sapeva dirlo.

Uno dei consigli migliori che abbia ricevuto nella mia vita. Grazie Massimo. E grazie di tutto Mario. Ciao.


Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

lucajack2cv

#2
Diavolo.. ecco dove avrei voluto incontrarlo per la prima e unica volta.. Il 5 giugno scorso..  (sorpreso) come abbiamo potuto perderci l'evento?  (vecchio) Dov'era la stampa? Dov'era il nostro (secondo) giornalista toscano preferito? Perchè non era sul pezzo??? Perchè non ci ha radunati tutti tra corone, telegrammi, bande, bandiere, puttane, militari, bottegai, panettieri e barristi (muoio) ?? 


05/06/2010

IN TANTI DOMENICA IN OLTRARNO A FIRENZE PER "L'ULTIMA ZINGARATA"...ANCHE UN PULMAN DALLA ROMAGNA

"Firenze - Sono 1800 le persone che hanno aderito su Facebook al remake cinematografico del funerale del Perozzi che sarà girato domenica 6 giugno in piazza Santo Spirito a Firenze a trentacinque anni dal primo atto di "Amici Miei" dal titolo "L'ultima zingarata" del regista Federico Micali.
Il cortometraggio è prodotto da Francesco Conforti e le riprese avranno luogo nella storica piazza d'Oltrarno alle ore 13:30 con ospite d'onore Mario Monicelli, regista.

Da oggi saranno affissi, in tutta la città, i necrologi di Giorgio Perozzi, il protagonista del primo atto di "Amici Miei", giornalista de La Nazione che fu interpretato da Philippe Noiret. Da oggi saranno distribuite le magliette stampate ad hoc per l'occasione che le comparse potranno indossare e che potranno essere acquistate nei locali commerciali di piazza Santo Spirito.

Già da oggi il regista Federico Micali e il produttore Conforti andranno a trovare il maestro Mario Monicelli per registrare le prime scene del cortometraggio. "Sono appena uscito dall'ospedale – spiega il regista – spero di esserci domenica. Farò di tutto, ma intanto venite a trovarmi".

Sarà un vero e proprio remake di una delle scene più famose della saga con tanto di carro funebre, processione, corone funerarie, banda di orchestrali con 35 musicisti e majorettes. Il cortometraggio seguirà fedelmente le riprese dell'originale, unica differenza sarà l'accorata partecipazione della gente esattamente come avrebbe voluto Gastone Moschin ovvero l'architetto Rambaldo Melandri.

Per partecipare come comparse al film basta essere presenti in piazza Santo Spirito il 6 giugno. Le informazioni e le curiosità dell'iniziativa potranno essere seguite sul social network Facebook all'evento "Amici miei – L'ultima zingarata", per il quale, spiegano gli organizzatori "aspettiamo la partecipazione da tutta Italia".

L'intero lavoro é No Profit: hanno aderito all'iniziativa molte associazioni del luogo tra cui "PiazzArt" e i commercianti della zona che contribuiranno alla riuscita dell'operazione.

"L'idea di questa grande festa – ha detto Conforti – è un omaggio a Firenze, all'Oltrarno e al film del maestro Monicelli in maniera naturalmente cinematografica. Il nostro progetto nasce dal vivere a Firenze e più esattamente in Oltrarno, nel quartiere dove più di ogni altro si può ancora respirare e vivere l'essenza di una Firenze d'altri tempi e potremmo dire 'monicelliana'. Quando abbiamo spiegato il nostro progetto i commercianti della zona, i bottegai, i panettieri ed altri sono rimasti entusiasti dell'idea, sponsorizzandola sia sul piano economico che soprattutto intellettuale; questo mi ha riempito di gioia e fatto capire quanto il quartiere può dare quando stimolato da un'idea che può accomunarci".

"In un momento di rinnovato 'interesse' per un film cult come Amici Miei - spiega il regista Federico Micali - ci piace pensare ad un evento che possa coinvolgere tutta la città e che rinnovi l'affetto per questo grande, inimitabile, capolavoro della commedia all'italiana. Non poteva esserci un modo migliore di una 'zingarata', uno sberleffo collettivo, che affonda le sue radici proprio nel film per trasformarsi in una clip che ne restituisca il senso dolce-amaro. Anche in questo senso, la partecipazione di Monicelli è per me e per tutti noi una grandissima soddisfazione".


http://caplazinformanotizie.ilcannocchiale.it/?yy=2010&mm=6



Monicelli e l'omaggio ad 'Amici miei': "Pensavo rimanesse solo zingarata"
Una scena del funerale del Perozzi in 'Amici miei' di Monicelli ultimo aggiornamento: 03 settembre, ore 17:15


Venezia - (Adnkronos) - Oggi l'anteprima al Lido del cortometraggio di Federico Micali, remake, con finale diverso, del funerale del Perozzi, alias Philippe Noiret, nell'ultima scena del film di 35 anni fa. Il regista 95enne: "Complimenti a Venezia per il coraggio che dimostra nel dare spazio a produzioni indipendenti" [/size] [/i]

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Monicelli-e-lomaggio-ad-Amici-miei-Pensavo-rimanesse-solo-zingarata_910514706.html

(abbraccio) Sono sempre i migliori che se ne vanno, eh Maestro? "Oggi a lui.. domani a te!"  (scara) (Vittorio Gassman ne "I soliti ignoti").



Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

Aspes

Citazione da: lucajack2cv - 30 Novembre 2010, 10:07:07 AM
I
Uno dei consigli migliori che abbia ricevuto nella mia vita. Grazie Massimo. E grazie di tutto Mario. Ciao.


Cambiando regista, anche se relativamente giovane, devo dire che anch'io ho avuto un'esperienza simile a quella di LJ, pur se involontaria, grazie alla "scuola" ..

Una mattina ci portarono a vedere una "pizza" in una sala tipo cineforum ... ma serviva a perdere una matiina di scuola, e quindi andava comunque bene ...

Mi misi comodo comodo, quasi e voler dormire, ed il film incomincio' ...

Ci misi poco a realizzare che non avrei dormito .. fotogramma dopo fotogramma il film mi prese sempre di piu', bellissimo, epocale, struggente e quasi sussurrato ... era quello che avevo sempre cercato.

Uscii segnato quella mattina ( chiaramente senza darlo a vedere ), trattenendo a stento le lacrime.

Ciclicamente lo rivedo, come un rito, in silenzio, preferibilmente da solo.

Questo film nella mia personale graduatoria e' secondo solo a " Riso amaro " ...

Quel film era " L'albero degli Zoccoli ".

... p.s. : anche per me, Ciao Mario .. !!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

lucajack2cv

#4
Citazione da: Aspes - 30 Novembre 2010, 19:07:44 PM

Cambiando regista...
... " L'albero degli Zoccoli ".

... p.s. : anche per me, Ciao Mario .. !!!

:D una volta ho sentito un tizio raccontare di aver visto proiettare quel film (hai ragione, sacro) negli anni ottanta ad un festival cine-antropologico che si teneva in un'oasi del deserto tunisino! Rappresentava l'Italia e i tunisini ne erano rimasti impressionati, forse non tutti avevano colto che si svolgesse cent'anni prima..

Tornando al ns Mario questo articolo spiega meglio di come ho fatto io che genere di soggetti ritraeva neli suoi film, forse è vero che erano personaggi mostruosi e inesistenti (l'ho sentito dire che all'estero si stupiscono che agli italiani piaccia tanto rispecchiarvisi, sono un'immagine spaventosa!!) ma ispirati senza dubbio da quei "vitelloni provinciali di mezza età" che lui ha osservato già negli anni 30 e nei decenni dopo la guerra e io conosco solo indirettamente, tipo dai racconti di mio padre e mio zio passeggiando davanti alle foto sulle lapidi del camposanto del paese nel giorno dei morti, ma che tu Aspes credo abbia fatto ancora in tempo ad incrociare  da ragazzo e non possono essere sfuggiti al tuo leggendario spirito d'osservazione!  (su)


Monicelli e l'Italia dei Brancaleoni
Imbrogliona, maschile e colta

Facendo ridere rivelò il nostro lato oscuro. Con "Amici miei" diede l'addio al paese dei vitelloni provinciali di mezza età. Il suo talento trasformò piccoli vizi e modeste virtù in irresistibili commedie

ROMA - Probabilmente gli italiani di Monicelli non sono mai davvero esistiti, neppure negli anni in cui si correva nei cinema a ridere di loro. Un pubblico entusiasta che si credeva al riparo da quei personaggi, gli italiani altri: i ladruncoli sfigati, gli imbroglioni pasticcioni, gli opportunisti fifoni, i Brancaleoni, i Perozzi, i Busacca e i Jacovacci, l'Onofrio e il Rambaldo. Maschere meravigliose affidate ad attori grandiosi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Alberto Sordi, Philippe Noiret e Totò, ma anche Capannelle, e Murgia, e Carotenuto e Moschin e Celi, tutti gli eroi di un cinema ricco di intelligenza e forza, divertente e colto, folto di centinaia di film che si presentavano modesti, artigianali, popolari, senza fisime autoriali, e anche per questo grandi. Scritti da geni della commedia bonaria e periferica, che sfornavano storie sublimi, dialoghi impeccabili, aforismi eterni: Steno, Age e Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Zapponi, Benvenuti e Bernardi.

Come per molti italiani del suo tempo, il mondo di Monicelli era soprattutto maschile: popolato da vizi, debolezze, malinconie, presunzioni, inadeguatezze, sconfitte. Di maschi, appunto maschi italiani, forse esagerati anche allora, che la crudele e nello stesso tempo affettuosa sua maestria di regista rendeva irresistibili. Però il giudizio divertito e talvolta crudele era il suo, un giudizio da uomo sugli altri uomini, non quello delle donne, che negli anni 50 e 60, nella realtà come nei film, era sommesso e sottomesso, e che solo con i mutamenti sociali degli anni 70, il femminismo, le leggi che liberavano le donne dalla soggezione familiare e sessuale, si era fatto sempre meno indulgente ed ipocrita.

Questo mutare delle donne italiane deve aver colto Monicelli di sorpresa, costringendolo a riconoscere un mondo diverso, alieno, un protagonismo nuovo che in un certo senso rifletteva le sue convinzioni politiche, di democrazia, di sinistra: e infatti per la prima volta, nel 1986, a 71 anni, un suo film, Speriamo che sia femmina, si riempie di donne: Ullmann, Deneuve, De Sio, Sandrelli, Cenci, Lante della Rovere, non più un gruppo di uomini, legati da amicizia, svaghi, infantilismi, guerre, bordelli, fratellanza, complicità, terrori, ma di donne di ogni età, quelle tenute sino ad allora ai margini delle sue storie, ed ora protagoniste forti, vitali, padrone del futuro. Come uno scudo, tra tutte quelle vincenti, Monicelli trascina nel film due suoi amabili maschi, Philippe Noiret e Bernard Blier, in ricordo di quando in altre sue storie, era lui, e non le donne, a giudicare gli uomini egoisti, assenti, fragili: addirittura inutili.

Se il suo cinema coglieva i mutamenti della realtà, era il suo modo di vivere e di pensare che non poteva cambiare. A 59 anni aveva fatto quello che soprattutto nel suo mondo fanno in tanti: si era messo con una ragazza di 19, 40 anni meno di lui, Chiara Rapaccini, artista ironica e femminista, caduta innamorata di quell'affascinante gentiluomo cinico e buono; a 74 anni era diventato padre di una bimba, Rosa, per accorgersi subito dopo che la vita di famiglia, che donne in casa, ingombranti con il loro imperio, il loro amore e il loro mistero, non erano per lui. Gentilmente, le invitò ad andarsene, a lasciarlo in pace, solo, "Per rimanere vivo il più a lungo possibile, perché l'amore delle donne è molto pericoloso", e non quello delle nuove donne liberate, ma proprio di quelle cui aspiravano i suoi coetanei, e non solo loro, donne devote e protettive: alla fine soffocanti. "La donna è infermiera nell'animo, e se ha vicino un vecchio, è sempre pronta a interpretare un suo desiderio... Così piano piano questo vecchio non fa più niente, rimane in poltrona... e diventa un vecchio rincoglionito... Se invece il vecchio è costretto a farsi le cose da solo, rifarsi il letto, uscire, accendere i fornelli, qualche volta bruciarsi, va avanti dieci anni di più".

Nel 1968 Monicelli aveva girato La ragazza con la pistola, un film di cui era protagonista una donna, interpretata da Monica Vitti, l'attrice cinematografica italiana di maggior talento di quegli anni. Era la storia di un paese dai costumi molto arretrati, un'Italia in cui ancora l'articolo 587 del codice penale sanciva la minor punibilità del delitto d'onore. Il pubblico si divertì moltissimo per la ragazza sicula che raggiunge in Inghilterra il giovanotto che l'ha sedotta e abbandonata per ucciderlo, e poi si adatta contentissima al costume di un paese più civile. Il film fu giudicato male per i luoghi comuni sul Sud, eppure quell'articolo di legge esisteva ancora, e fu abrogato solo nel 1981, dopo l'approvazione del nuovo diritto di famiglia e della legge sull'interruzione di gravidanza.

Facendo ridere, Monicelli aveva rivelato agli italiani il loro lato oscuro, insospettato, oltre una retorica di eredità fascista che ne vantava la forza, l'eroismo, il potere, l'imperio sulla donna. Ma era difficile accettare di assomigliare a quegli uomini ingenui e un po' imbecilli, fatui e spesso sfortunati, invecchiati senza crescere e un po' vili: infatti il talento di Monicelli aveva trasformato i nostri piccoli vizi e modeste virtù in irresistibili commedie, che tenevano lontano lo spettatore dallo specchiarsi, negli anni 50, negli incapaci pasticcioni di I soliti ignoti, negli anni 60 negli eroi involontari di La grande guerra, poi negli scalcinati avventurieri medioevali dei due Brancaleone che con il loro linguaggio colto, inventato e irresistibile, sembrava voler opporsi all'impoverimento sbracato dell'italiano televisivo.

Con Amici miei (1975) e Amici miei atto II, (1982), Monicelli dava l'addio a un'Italia forse già scomparsa, quella dei vitelloni provinciali di mezza età, dalle vite giocose e inconcludenti, rivelando del tutto, finalmente, la sua elegante misoginia e la sua forse malinconica, misantropia.


http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/12/01/news/monicelli_e_l_italia_dei_brancaleoni_imbrogliona_maschile_e_colta-9710249/?ref=HREC1-3

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

Aspes

Citazione da: lucajack2cv - 01 Dicembre 2010, 12:07:50 PM
Italia forse già scomparsa, quella dei vitelloni provinciali di mezza età, dalle vite giocose e inconcludenti

In tutta sincerita' LJ, se non mi fossi sposato in quasi tarda eta', forse anch'io sarei ancora cosi'.
E credo che simili realta' siano ben presenti nel territorio.
La cosa davvero difficile' e' raccontarli, rappresentarli.
Ed in questo il grande Mario e' stato davvero un Maestro !!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

COIO3

Non mi permetterei ... se tu fossi ancora in vita, adesso sei nel vento ed io e' una vita che parlo al vento, chi altro vuoi che mi ascolti ...

Non mi permetterei perche' lo so bene che la vita non e' uguale per tutti e la vita di alcuni sembra valere molto piu' di quella degli altri.

Della vita prenditi il meglio e quando il meglio e' finito, quando il tuo meglio e' finito, dattela a gambe.

Non e' un bel messaggio da trasmettere a tutti quelli che il meglio non l'hanno mai avuto, a tutti quelli i cui sogni non hanno mai preso corpo.

Che messaggio e' per tutti quelli che ridevano e continuano a ridere riconoscendosi nei pupazzi che mandavi in scena?

Se la vita, se questa vita e' l'unica cosa importante non vedo per quale motivo hai rinunciato a bere fino alla feccia.

Senza rancore, vecchio; il tuo treno prende velocita' e mi sembra giusto appiopparti lo schiaffazzo che meriti.

Giusto per curiosita' ... trovato qualcosa nell'uovo di pasqua? nel caso, dillo al vento ...



Paul Simon

Paul Simon - Still Crazy After All These Years + lyrics
Whatever Works ;)

Watson

Citazione da: Aspes - 30 Novembre 2010, 19:07:44 PM
Quel film era " L'albero degli Zoccoli ".

Probabilmente era indicato nei programmi ministeriali della pubblica istruzione di quel tempo....

.... anch'io lo vidi una mattina con la scuola, solo che non ricordo l'impressione (FORTE) che mi diede.
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

narota

#8
a me i suoi film non hanno mai fatto ridere,
è la 'familiarità' con quei suoi 'perdenti' che me lo impedisce.
quando le decisioni per la tua 'salute'
le prende un medico 'puttaniere,dopato & divertentissimo'
è già difficile sopravvivere figuriamoci farci dell'ironia .
di mascetti ne ho conosciuti per lo meno una decina che sottraevano
risorse essenziali alle famiglie per pagarsi 'accessori'
per le idee bislacche di una presunta nobiltà,
le galere sono piene di soliti ignoti che non sanno nemmeno rubare
ma che sono essenziali al sistema quando deve ,con la 'giusta severità',
trovare colpevoli.
.. ..

a me è 'l'uomo' monicelli che ha entusiamato ed entusiasma.
l'analisi lucida e la vita coerente








.. ..

parlo malvolentieri di cucina ,sopratutto con gli amici,
uno dei motivi sono le immagini come qsta
di padelle non lavate che mani indifferenti e malpagate
hanno deformato mettendole di sghimbescio sopra un fuoco
troppo grosso,l'unico che funziona,
e il vapore del bolitore che seradoposera
ti lessa
e mi diventa difficile pensare alla ricetta
che il gourmand di turno propone/chiede

c'è anche un po' di qsto nel corto del 1987 (18min )
vicino al colosseo c'è monti


<a href="http://www.megavideo.com/?d=7GXUBSUA"></a>

D.A. club cochabamba

Vicè

Grazie Erre,
Per avere pensato, scritto, postato, obbligato se non a riflettere almeno a leggere.

E grazie per i video.
v

ps. La Binetti è uscita dal PD. La legge 40 è passata grazie ai voti dei Teodem di cui faceva parte. Grazie a lei e al suo gruppo siamo non pochi a soffrire di più. E non solo fisicamente.
Spero che Casini si porti via anche il suo integralismo e le sue borse piene di Speranza da dare in carità.
Onorevole, sì, siamo "persone disperate": siamo STUFI di non avere nemmeno diritti su NOI STESSI.

Croccantini piliferi? e chi li vuole?
Beh... i capelloni, no? I cantanti folk e i motociclisti!