L'Italia a bassa velocità
per un progetto di cultura automobilistica solidale
Forse ogni pretesto è buono per girare la chiavetta col marchio
Simplex e provocare la scintilla spingendo quel pulsante rosso sulla parte destra del cruscotto; ma questa volta sarà diverso, perché non avremo un itinerario predefinito da seguire e navigheremo "a vista". E poi abbiamo scelto di non porre limiti temporali a questa nuova esperienza se non quelli derivanti dal buon senso e dall'incombere della brutta stagione.
Viaggeremo a bassa velocità, senza traghetti da prendere al volo, medie da mantenere, programmi da rispettare; in totale autonomia, mentale e logistica, con l'unica necessità di trovare quotidianamente un porto in cui rifugiarci per l'ennesima notte nel nostro ospitale guscio di lamiera ondulata.
A guidarci sarà solamente la memoria di alcuni luoghi che ci sono rimasti impressi per il loro nome evocativo, o la suggestione di un museo che espone vecchie pompe di benzina elevate al rango di sculture-simbolo della civiltà dei motori, o ancora una collezione di acciaio rilucente o di coloratissima plastica che hanno fatto la storia del design italiano.
E ad orientarci saranno soprattutto i
markers della
CitroMap, quelle "bandierine" distribuite dalle Alpi alla Sicilia che segnalano la presenza di relazioni bicilindriche di vecchia data e l'occasione di attivarne di nuove nel segno solidale del doppio chevron. Andare a trovare - con l'ovvio preavviso dettato dalla buona educazione - almeno un rappresentante di ogni regione sarà il nostro obiettivo minimo, ma siamo certi che non ci faremo sfuggire i
rendez-vous con i numerosi gruppi locali che fungono da catalizzatori di motoristiche passioni e amicizie spontanee.
Anche se la nostra gloriosa furgonetta non è ancora in piena forma per affrontare il lungo viaggio che l'attende nel Belpaese citronico, è già iniziato il conto alla rovescia che culminerà nella pressione su quel pulsante rosso alla destra del cruscotto.
Dopo, ancora una volta, solamente la strada.
A seguire una presentazione del CitroTour per la diffusione a mezzo stampa e la ricerca di eroici quanto improbabili sostenitori dell'impresa, comunemente detti sponsors.
2CV e CitroMap: l'auto solidale
La più giovane ha quasi cinque lustri alle spalle, e spesso alcune centinaia di migliaia di chilometri; eppure chi la possiede si rifiuta d'imbalsamarla, di farne un oggetto da esibire in occasioni speciali, come un tempo si faceva con le farfalle, i francobolli o le più trasgressive lattine di birra. No, nella maggioranza dei casi la Citroën 2CV continua a essere utilizzata perché in essa non viene ravvisato un comune mezzo di trasporto ma un insostituibile strumento di relazione sociale.
Ormai da tempo esistono veri e propri censimenti, nei quali l'anomala specie dei duecavallisti, oltre alla distribuzione territoriale dichiara la propria disponibilità a un supporto di natura tecnica, turistica e amicale nei confronti dei propri simili.
L'avvento di tablet e smartphone ha reso più facili e immediati i contatti, dando impulso al primo atlante on-line di appassionati "citronici", una vera e propria rete solidale denominata
CitroMap che conta oltre un centinaio di riferimenti sul territorio italiano.
Quale occasione migliore, quindi, per mettersi in strada a bordo di una 2CV e andare a trovare gli appassionati distribuiti dalle Alpi all'estrema punta della Sicilia?
È questo l'obiettivo che si propone il
CitroTour, un viaggio a rilento per rinsaldare rapporti amicali instaurati da tempo e crearne di nuovi.

La seconda vita del furgoncino promosso camperDella prima vita del furgoncino 2CV poco è dato sapere: s'ignora a quali umili mansioni sia stato adibito quando, nel lontano 1974, uscì dalle catene di montaggio Citroën per arrivare nella provincia trevigiana. Lungo una ventina d’anni, un’esistenza di per sé rispettabilissima per un mezzo da lavoro, probabilmente ha trasportato pane appena sfornato, o magari ha preso in consegna pezzi di ricambio per un'untuosa officina di campagna. O, ancora, ha caricato fusti di latte munto dalle generose mammelle delle mucche venete. Chissà…
Di certo c'è solo che è riuscito a evitare una lenta consunzione per ruggine perforante quando, agli inizi degli anni Novanta, venne riportato a nuova vita, la seconda, e promosso al grado di camper; piccolo, d’accordo, ma… camper: due posti letto, una riserva idrica e un lavabo a scomparsa, un piano ribaltabile per consumare pasti frugali e, a completamento delle dotazioni, un servizio igienico e il riscaldamento indipendente da quello d'origine, di cui raramente si sente dire un gran bene.
Invece di ammuffire in un rimessaggio come tanti suoi fratelli maggiori, da allora il furgoncino ha preso a viaggiare, lento ma inarrestabile, lungo le strade del mondo: un paio di puntate a Capo Nord, il tour delle torbiere scozzesi, e poi Grecia, Olanda, Austria, Germania, Francia, Slovenia, senza negarsi nemmeno le sabbie del Nord Africa.
Ora è in procinto di partire per una nuova avventura a bassa velocità e ad alto indice emozionale lungo il nostro citronico Belpaese, ambasciatore di un messaggio di cultura automobilistica solidale. Che di questi tempi non è poco.
Sempre in viaggio, dalla Terra alla duna
Un viaggio lungo, il primo e più importante, iniziato 35 anni fa a bordo di una Dyane beige gazelle AC 079 per presentarsi al cospetto di un Ufficiale delegato dal Sindaco che ne avrebbe segnato la partenza senza bandiera a scacchi e senza fronzoli, proprio come si addice a un'auto essenziale ma confortevole, semplice e sofisticata al tempo stesso.
Qualcuno ha definito quell’auto
il massimo del minimo; dopo di essa solo un'aurea e convenzionale mediocrità, oppure l'opulenza tutta muscoli e niente cervello.
L'avventura in tandem è continuata negli anni a seguire, prima al riparo della più classica delle tende da tetto, la Air Camping prediletta dal mitico viaggiatore Nino Cirani e installata a mo' di mansarda sul tetto dell'utilitaria francese, e poi a bordo del minuscolo furgoncino camperizzato che con essa condivideva la meccanica, i bassi consumi e lo spirito d'utilizzo.
Infine l’inevitabile approdo in Africa, prima in coppia e poi in compagnia degli amici del gruppo
Caravan Petrol 2CV, sotto la bandiera dell'autogestione, della condivisione delle esperienze e del mezzo meccanico, del l
ow cost e dello
slow travel.
Quel viaggio, intrapreso tanti e tanti anni addietro all’insegna della sobrietà, continua a tutt’oggi.