Non sono un appassionato di F1 e di Gran Premi, credo che siano passati 20 anni da quando ho visto in TV l'ultimo G.P. per intero.
Però calcare l'asfalto del circuito di Monza è stato ugualmente emozionante, e alla fine del quarto giro, quando ci hanno costretti ad uscire, avrei voluto continuare.
Per rispondere a Watson, che chiedeva
"com'è guidare in libertà dentro un'autodromo? è vero che ti viene la voglia di emulare i bolidi da F1 e sfiorare i cordoli, o forse vi prende una sorta di soggezione e si guida come se andasse a prendere i figli a scuola?" dico che al volante di un'auto con 32 CV non potevo assolutamente guidare in libertà.
Avevo una fifa blu di essere tamponato o speronato dagli energumeni che, prima della curva, mi si avvicinavano da dietro, magari al volante di un cinquino preparato o di un'Y10 zigzagante.
In pratica, pur tirando le marce e schiacciando bene l'acceleratore, guidavo come fossi stato in autostrada, con un occhio incollato allo specchietto e tenendomi quasi sempre sulla destra. Le curve a sinistra le stringevo solo quando dietro di me non c'era nessuno (o vedevo nello specchietto il cofano rassicurante di un'altra bicilindrica...).
Qualche sorpasso comunque l'ho fatto, ma non era quello lo scopo. Il bello era sentire cantare a squarciagola il motore e constatare che ad ogni piega in curva seguiva subito il raddrizzamento senza la minima sbandata.
E poi tutto il contorno di auto rombanti, un ritorno al futuro degli anni 70 e 80