
Sulle pagine del forum si possono leggere testimonianze di 2cvllisti delusi ed abbandonati dalle loro puntine dopo soli 3000km di percorrenza; a fronte di queste amare esperienze decisi di fare il mio possibile per evitare di acquistare ciarpame sulla rete, a caro prezzo e a fronte di lunghe attese nonche' onerose spese di spedizione.
Mi rivolsi ai ricambisti locali, nella fattispecie mi infilai nel disumano traffico del centro cittadino e mi rivolsi direttamente al ricambista da tutti definito il piu' dotato anche se, interrogati uno per uno, i miei informatori ammisero di non averlo mai visto nudo.
Mi recai in centro con la 2cv e quello fu un errore, tutto mio; tra precedenze concesse ed estorte, semafori rispettati, estenuanti ricerche di un parcheggio "sicuro", bruciai in benzina l'equivalente delle spese di spedizione Francia-Italia; la tariffa oraria del parcheggio custodito, al quale mi rassegnai dopo 80 min di infruttuose ricerche, fece traboccare il vaso.
Mi infilai in un bar e consumai un caffe' corretto "per catamiarmi meglio", poi mi impadroni' di una Gazzetta e l'apri' sull'ultima pagina; sotto il segno della Bilancia lessi: "oggi la luna in Ariete ce la mette tutta per ostacolare ogni vostra iniziativa ..."; posai il giornale e mi rivolsi alla cerniera del pantalone esclamando: "Evviva!".
Non trovai il dotato titolare del negozio, i titolari sono sempre allegri quando riescono ad estorcervi denaro; avevo davanti un tizio dall'aria annoiata e sonnolenta che tuttavia si dimostro' disponibile.
"Le punte della dddiana? ora controllo" disse, triplicando la lettera "d" di diana, come d'uso da queste parti.
Dormi dormi si impadroni' di un bisesto volume ma lo poso' immediatamente esclamando: "si, vabbe' ..."
Indi si piazzo' dietro ad un computer e comincio' a smanacciarci sopra come se ne traesse piacere fisico; dopo otto o nove minuti borbotto': "ho paura ...".
Avrei voluto chiedergli cosa lo impaurisse ma quello non me ne lascio' il tempo.
"Controllo in magazzino" mi informo', dileguandosi in un antro buio.
Dopo altri otto o nove minuti dall'imboccatura dell'antro su udi' un rumore che faceva pensare a qualcuno che trascinasse delle catene, ma in lontananza; poi cominciai a percepire un invadente odore di muschio proprio nel momento in cui mi parve di udire piangere una donna anziana; dopo qualche secondo senti' un parlottare concitato e poco dopo un urlo che mi ricordo' quella volta che da piccolo calpestai il soriano di una cugina di mia madre; in quella il commesso sbuco' fuori dall'antro, correndo.
Poso' uno scatolo sul bancone e mi informo': "lei e' fortunato".
Non guardai cosa contenesse la scatola, mi concentrai invece sulla sua maglia, la spalla sinistra era ricoperta da qualcosa che faceva pensare ad una ragnatela, una ragnatela grande.
"Il condensatore?" mi chiese.
"Butta dentro" confermai, con l'aria di uno che non bada a spese.
Dopo aver consultato un vecchio catalogo scompaginato il commesso segno' il numero "12" su di un post-it, indi si impadroni' di una calcolatrice e ricomincio' a procurarsi piacere fisico; dopo vari e sicuramente infruttuosi calcoli pigio' il tasto "C".
"Dodici euro", tento' di estorcermi quella faccia di suola.
"Avresti dovuto dividere per due, non per 1000" lo ammoni', "lo dico nell'interesse vostro" conclusi, strizzandogli l'occhio.
"Ho calcolato giusto" replico quello risentito, accennando col capo alla calcolatrice sul cui display campeggiava uno "0" grosso come un occhio di bue.
"Calcola meglio", cercai di persuaderlo, ma quello replico': "li vuole o non li vuole?".
Mi arresi immediatamente e buttai fuori 15 euro ma l'ingordo disse di non avere il resto.
"Finiscila ..." lo invitai, con la classica cadenza messinese che e' impossibile rendere a parole scritte.
Senza guardarmi in faccia lo scellerato mi racimolo' 3 euro, li intascai e andai via, col mio fagottelo e senza scontrino fiscale.
"A medicinali ..." gli augurai prima che la porta si chiudesse; glielo augurai con la medesima cadenza di cui parlavo prima.
Qualunque cosa avesse voluto somministrarmi quel giorno il perfido Ariete, bene ... non gli riusci' di somministrarmelo per intero.
Avevo portato a casa punte e condensatore estremamente vintage, roba anni '70, gli anni d'oro in cui gli uomini erano uomini, le donne erano donne e, per giove, le punte platinate, pur non contenendo platino, facevano il loro sporco lavoro senza lamentarsi ne defungere anzitempo.
Diciottomila chilometri ci ho percorso con quelle punte, ci ho scorazzato per trenta mesi, trenta sollazzevoli mesi.
La macchina rimase sonnolenta e sorda ai richiami dell'accelleratore, tattavia si metteva in moto solo ad infilare la chiave nel quadro, della qual cosa sono sempre andato fiero.
Trenta mesi dopo mi arrampicai in cima alle Madonie.
segue, Mimmo