Bravo, centrato il problema, La legge lombarda non lo dice, e in ciò è in realtà appesa la salvezza delle 2cv superstiti, perchè avrebbe potuto mantenere quanto prevedeva la prima stesura - il riferimento all'articolo 60 del codice della strada - e nessun altro registro se non quello dell'ASI sarebbe stato considerato.
Anche in assenza di un quadro normativo intelligente a livello nazionale (ovvero di una legge, osteggiata da anni, che vieti il monopolio dell'ASI sulla certificazione dei veicoli storici in italia) La Regione Lombardia e la Regione Toscana hanno accettato di inserire questa dicitura, comunque vaga, e di non appoggiarsi alla definizione data dal codice della strada, che sarà superata solo con l'approvazione della legge ex-magnalbò-salvi, salvo manipolazioni ovvero ciulate dell'ultimo minuto sotto la spinta dell'asi stessa, cose sempre possibili quando ti tocca vivere in un paese come questo..
Tanto per parlare chiaro, visto quanto sta rendendo la vita impossibile alla gente questa situazione assurda che si trascina da decenni.
Totalmente diversa è la situazione in Piemonte, dove la LR 13/03 riconosce ai fini regionali (bollo e circolazione) espressamente "i registri istituiti dalle case automobilistiche anche straniere aventi almeno una sede in
Italia" e nessuno in Regione, dal dirigente del settore tributi al funzionario dell'ufficio ambiente al vigile sotto casa mia ha dubbi sul fatto che una dyane iscritta al Riasc sia da considerarsi un'auto storica.
La questione è complessa e le battaglie sono infinite contro l'insensibilità dei politici e incredibilmente l'eterna ostilità dell'ente sopracitato, che ogni mese nell'editoriale della sua rivista manifesta viva preoccupazione e rincrescimento per l'avvento di nuovi soggetti certificatori che non sapranno mai garantire la serietà che loro garantiscono.
Manco i vescovi, dico io...