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Il sciur Ascoli

Aperto da Andre77, 19 Ottobre 2014, 21:09:37 PM

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Andre77

All'arrivo dell'estate, verso la fine di giugno e come per magia, in paese compariva un vecchio motocarro Bremach azzurro guidato da un signore sulla cinquantina.



Lo chiamavamo "Ascoli" ma non sapevamo il perché. Fatto sta che nel giro di qualche ora montava un baracchino in fondo al paese, lungo la provinciale che andava a Pavia; quel baracchino diventava l'anguriera del paese e per noi segnava l'inizio della stagione del bengodi.
(muoio)  (muoio)  (muoio)

Piccolo di statura, stempiato e piuttosto tarchiatello, il sciur Ascoli non era certo un adone, però era una gran brava persona.
Si accontentava di guadagnare il giusto e le sue angurie erano buonissime, di quelle angurie emiliane grosse e verde scuro che a batterle suonavano come tamburi.
Una volta aperte erano rosse, dolci e succose, nessun altro posto nei dintorni ne aveva di così buone.
Se poi ci aggiungiamo anche che le fette che dava il sciur Ascoli erano più grosse della media, non è difficile credere che l'anguriera del nostro paese fosse sempre la più frequentata.

Per noi ragazzini l'arrivo del padrun de la melunera era un evento.
Il sciur Ascoli, infatti, lavorava da solo ed aveva sempre bisogno di una mano.
Bisognava tirar fuori le angurie, tagliarle, svuotare i bidoni dalle bucce, pulire i tavoli, svuotare i posacenere, lavare i coltelli e così via; e questi servizi venivano da noi svolti in cambio di un pagamento in natura,  cioè con grosse fette di angurie  scelte tra le migliori dallo stesso sciur Ascoli.
:P

Fette che naturalmente si sommavano a quelle che noi di nascosto gli facevamo sparire.
(muoio) (muoio) (muoio) (muoio)

Bisognava solo non esagerare perché, anche se perennemente appisolato dietro al bancone, non sempre il sciur Ascoli dormiva veramente; e quando qualche furbetto eccedeva nei magheggi, puntualmente perdeva il posto di lavoro alla melunera e a quel punto si poteva dire addio alla pacchia.
"Buono sì ma minga un pirla" soleva ripetere il sciur Ascoli!  (appl)  (appl)  (appl)

Tutto ciò andò avanti fino ai primi anni novanta quando un pomeriggio di primavera, passando in bicicletta da quelle parti con alcuni amici, notammo che l'area su cui d'estate sorgeva l'anguriera del sciur Ascoli era stata recintata e all'interno dei muratori stavano lavorando.
Da lì a un paio d'anni in quel luogo sarebbe sorta una palazzina, una delle tante che vennero costruite in fondo al paese nel boom immobiliare degli anni novanta.

Fu così che il sciur Ascoli dovette trasferirsi in un paese vicino, nel milanese, dove continuò con successo quella fiorente attività estiva.
Ciò nonostante di tanto in tanto lo andavamo a trovare e il sciur Ascoli si dimostrava sempre contento di vederci, dimostrandoci il suo affetto offrendoci sempre grosse fette e non facendoci mai pagare nulla.
Tuttavia poco a poco lo perdemmo di vista e, per lo meno io, non lo rividi più.
(nonso)

Passarono gli anni, diventai adulto ed iniziai a lavorare.
Una calda mattina d'estate di qualche anno fa, con alcuni colleghi, mi recai al funerale di un nostro cliente, scomparso prematuramente.
A funzione ormai conclusa, mentre mi avviavo verso l'uscita del camposanto, il mio sguardo si posò su una lapide.
Riportava la seguente scritta: Guido Ascoli, 1933 – 2004.
Sotto, una foto a colori lo ritraeva sorridente, d'estate, con la camicia parzialmente aperta, esattamente come lo ricordavo io.
Mi venne un groppo in gola e trattenni a stento le lacrime. Un collega mi guardò e mi chiese:

-   "Lo conoscevi?"
-   "Sì, era una gran brava persona" risposi.

Il collega riprese la via dell'uscita e io rimasi qualche minuto da solo di fronte a quella lapide.
Scoprii più cose in quegli attimi che in tutti gli anni in cui avevo "lavorato" all'anguriera.
Innanzitutto capii che lo chiamavamo Ascoli perché Ascoli era il suo cognome!
Poi vidi che in quella tomba era sepolta anche la moglie, di nome Anna e morta nel 1976.
Il signor Guido Ascoli era quindi rimasto vedovo per molti anni.
Sopra alla tomba un grosso vaso in pietra con dei fiori.
Alla base del vaso la scritta "Le vostre bimbe".

La tomba era pulita e ben tenuta, segno che c'era qualcuno che periodicamente passava di lì e che si occupava di tenerla in ordine.
La cosa mi rincuorò.
Poi notai un piccolo portachiavi appoggiato sulla lapide.
Mi chinai.
Attaccato al portachiavi, una fetta di anguria fatta all'uncinetto, verde e rossa, logorata dal tempo.
Sorrisi e mi congedai.

La sera stessa, uscito dall'ufficio, comprai un'anguria.
Rientrato a casa la misi in fresco ed invitai alcuni amici da me per il dopocena.
Non dissi nulla di quella giornata ma ricevetti i complimenti di tutti.
Mi dissero che erano anni che non gustavano un'anguria così buona, succosa e dolce.

Coincidenze? Forse. O forse no.

(felice)
A n d r e
VIETATO VIETARE

Chi non sa ridere non è una persona seria

Ludo

Bella Andrè, una delle tante piccole storie che ognuno di noi si porta dentro...

GRAZIE! (abbraccio)
La stupidità divora facce e nomi senza storia

Andre77

 (superok) Grazie Ludo!  (superok)
E' da ieri che sono a casa con la febbre e mi fa piacere condividere questo ricordo che ho scritto oggi con voi!
VIETATO VIETARE

Chi non sa ridere non è una persona seria

10nico

Grazie per aver condiviso!  (abbraccio)

Mi è venuto un po il magone anche a me, per il Sciur Ascoli...

Ad ogni modo GRAZIE!  (su)

Popperità nostalgica! (vecchio)

10nico
Chiamatemi Micky

Love long and prosper

Watson

Racconto commovente, bravo Andre, ottimo ricordo scritto bene e molto toccante  (appl)

(abbraccio) (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

Skassamakkinen

Molto, molto, molto bello!  (appl) (appl) (appl)
La fretta è spreco.
Spreco, è ciotola spaccata che non avra MAI riso.

Paolon



Grazie, un bel regalo mi hai fatto

    (abbraccio) paolo
FORUM:ormai parte della "Nostra Storia"
Tenerlo in vita, scrivere, collaborare, è anche dire"grazie" a chi lo ha progettato, realizzato, migliorato, difeso in tutti questi anni

Pier Le Blanc

L'ossimoro piccola-grande definisce perfettamente questa storia. Ogni tanto su questo forum ne vengono fuori alcune.  Sono storie scritte bene.
C'è un'umanità che cammina in queste storie, storie semplici che ci fanno conoscere persone comuni lontane dalle tentazioni dei protagonismi alla moda. Uomini che fanno il loro lavoro con cura illuminando, come in questo caso, il loro piccolo spazio.
Questo racconto lascia  una traccia del signor Ascoli in tutti noi, e quel piccolo portachiavi, quella fetta di anguria all'uncinetto, amorevolmente lasciata sulla sua tomba, diventa il sigillo di un'intera vita. E anche il finale è un gesto di rinascita molto bello.
E' una storia che lascia un segno, come se il succo dell'anguria diventasse, da adesso in poi, ancora più dolce.
(su) (abbraccio)
  grazie Andre77
"Non c'è nulla come la fretta che faccia perdere tempo"
"Non rompere le scatole a chi è felice"

Pacifico

Non camminare dietro a me, potrei non condurti.
Non camminarmi davanti, potrei non seguirti.
Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico. Albert Camus

Dogui57

Bellissimo racconto,  grazie.
Aquila muscas non captat

pulcino

Leggendo il racconto mi sono commosso.
E' molto bello e toccante e semplicemente........ semplice.
Grazie per avercelo raccontato.