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Radici

Aperto da luigi spino, 01 Ottobre 2009, 13:06:54 PM

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luigi spino

A volte basta poco a ritrovare storie che, forse, meriterebbero di essere raccontate. Questa è una storia iniziata quasi 160 anni fa, ed è una storia che mi ha interessato sin da quando ero bambino. Da allora ho lavorato a cercare di recuperare dettagli, a cercare di capire quali particolari erano veri e quali, invece, frutto della fantasia o di memorie cambiate dallo scorrere del tempo. Poi capita, e mi è capitato, che all'improvviso si rivelino - per puro caso - delle verità, che chiariscono alcuni misteri, ma ne aprono molti di più.
Questa è la storia della mia famiglia, e anche qui, un semplice caso, ha fatto sì che si accendesse in me la voglia di raccontarvela, per chi avrà la voglia di leggersela.
Una storia che sta in una foto e che racchiudo in un'ulteriore fotografia: questa qui sotto



La voglia di raccontarla è partita da quella bottiglia di Pastis 51: una mia amica ha intuito in me (chissà come  ;D) una certa francofilia e ha deciso di farmi quel (graditissimo) regalo, il 51, Pastis Marsigliese. E questo mi ha fatto ritornare in mente una storia.
E' la storia di una ragazza madre, a metà '800. Quando nacque il "figlio della colpa" (o, come si diceva all'epoca con molta poca delicatezza, "il bastardo"), questi fu affidato a un' istituto per orfani. Fu chiamato Giuseppe, ma non ho mai saputo con quale cognome visse i primi anni della sua vita (forse Diotallevi, Degli Esposti, Degl'Innocenti o qualcosa del genere). Strappato alla madre, e con un padre di cui ignorava tutto. Si sapeva solo che era un signorotto "venuto da fuori", ma quel "da fuori", all'epoca, poteva dire tutto o niente: poteva essere da fuori comune, da fuori Toscana, da fuori Italia (che proprio in quegli anni stava nascendo come stato unitario). Però, quando Giuseppe aveva circa 6 anni, arrivò all'orfanotrofio una carrozza. Ne scesero un signore anziano accompagnato dalla moglie. Dopo essere rimasti a lungo a parlare con le suore e (presumibilmente) a consultare i registri, Giuseppe (un bambino con stupendi ricci biondi) fu chiamato dalle suore. L'anziana signora l'abbracciò piangendo, mentre quel bambino non capiva cosa stesse succedendo attorno a lui. Il piccolo fu preso per essere affidato a una famiglia di contadini della zona, in cambio di una cifra che, mensilmente, veniva versato loro. Prima di andarsene i due signori, probabilmente, cercarono di spiegare a quel bambino che non potevano portarlo con loro, perché la sua presenza non poteva essere spiegata senza rovinare l'onore della famiglia. Però presero una cosa da quel bambino, dandogli in cambio un'altra cosa: presero un ciuffo di quei ricci biondi, ma, in cambio, vollero lasciare a quel bambino il suo vero cognome. Quei due anziani signori erano i genitori del signorotto, i nonni di Giuseppe.
Quel Giuseppe altri non era che il mio bis-bis nonno, e questa è la storia che ho sempre sentito raccontare in famiglia. Non ho mai saputo dove finisse la realtà e dove iniziasse la fantasia. Come storia mi è sempre sembrata un po' troppo stereotipata, però qualcosa di vero c'era, con tanto di prova materiale: quella foto panoramica sopra la bottiglia.
Quando il mio bis-bis nonno era più grandicello ricevette la visita di quello che si spacciò per un cugino, ma che forse, in realtà, era un fratellastro. Questi gli portò in regalo una cosa, all'epoca, decisamente preziosa: una fotografia. Era una foto panoramica della città di origine della sua famiglia, in modo che avesse una testimonianza delle sue radici. Quella foto, che da allora viene tramandata al primogenito maschio della famiglia (usanza un po' maschilista in effetti) mi è stata data alcuni anni fa da mio padre. Non avevo mai capito a quale città si riferisse: all'epoca non esisteva ancora internet ad aiutarmi nelle ricerche e, soprattutto, le mie "indagini" si svolsero in una zona sbagliata, dal momento che tutto ciò che si sapeva della mia famiglia d'origine era che "venivano dalle parti della Liguria". Un'indicazione estremamente generica, che però ha creato dei falsi confini nelle mie, fino a quel momento vane, ricerche. Poi passa il tempo e tutto finisce nel dimenticatoio, fino a quando, un annetto fa, non decido di far restaurare la cornice e, contemporaneamente, la fotografia. So che il lavoro sulla foto è stato fatto da degli studenti di una qualche scuola di restauro - non so quale  - per prepararci una tesina. Durante il lavoro di ripulitura della foto è venuta alla luce una scritta che era stata coperta dal tempo, una scritta in francese su un edificio in primo piano. Ma, soprattutto, è venuta alla luce una scritta a mano sul retro della fotografia, che fino a quel momento era rimasta nascosta: Marseille. Quella fotografia risaliva alla seconda metà del 19° secolo, in realtà era un dagherrotipo (o più probabilmente una "foto all'albumina", come si usava in quegli anni) trasformata in "acquatinta" (termine tecnico per dire che era stata colorata a mano), e raffigurava la marsiglia di quegli anni. E' bastata una rapida ricerca su Internet per scoprire che quel paesaggio corrisponde perfettamente a quello di Marsiglia (addirittura la foto della città contemporanea su Wikipedia è stata fatta dallo stesso punto di vista), e che quel grosso canale che attraversa la città oggi è diventato una strada. Insomma, ho risolto quasi per caso il giallo che da più di un secolo riguardava la mia famiglia, ossia quello della sua vera città di origine.

Giusto dunque brindare con un po' di 51

Fin qui la storia acclarata. Adesso però mi piace volare con la fantasia e creare una storia ipotetica. Il mio cognome (Spinosi) è abbastanza diffuso nel sud della Francia, in particolare proprio a Marsiglia (fra l'altro si chiamava così anche un portiere dell'Olympique). Ma in realtà la regione in cui è più diffuso in assoluto è la Corsica. E qui nasce lo scenario immaginario: gli Spinosi marsigliesi provengono dalla Corsica, terra che nel VI secolo Avanti Cristo fu colonizzata dagli Etruschi, cioè dalle popolazioni della Toscana. Chissà, magari tra quegli Etruschi c'era un mio antenato e, dopo un giro durato 2.500 anni, la mia famiglia è tornata al punto di partenza.

Grazie dell'attenzione ha chi ha avuto la pazienza di leggermi, chi non ce l'ha fatta è più che giustificato.

(felice)






  in hoc signo vinces

Elena MeM

 :D Forte!!
Che storia bella e curiosa!!

(abbraccio) (felice)
Non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.

Elena MeM

PS
Anche io avrei potuto avere per cognome Diotallevi, Degli Esposti, Degl'Innocenti o qualcosa del genere, il mio bisnonno era un trovatello mantovano. Il mio cognome potrebbe derivare da fenarius (dal fieno) o qualcosa del genere....
Non ho la fortuna di saperne di più.....
(felice)
Non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.

luigi spino

Origine curiosa. Di certo che dava i cognomi ai trovatelli spesso non aveva aveva fantasia (per questo ci sono, appunto, i tanti Diotallevi etc etc) ma qualche volta c'erano dei colpi di genio. Potrebbe essere, ma gioco molto di fantasia, che quel "dal fieno" potesse riferirsi all'ipotetico luogo di concepimento. Se così fosse l'inventore del cognome non mancava certo di ironia.
  in hoc signo vinces

Elena MeM

A me piace pensare che il fieno sia il luogo dove è stato trovato il piccolino! :)
Non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.

luigi spino

Hai ragione, sono una mente perversa  (punizione), decisamente più tenera (e attendibile) la tua ipotesi
  in hoc signo vinces

Elena MeM

 ;D sono un'inguaribile romantica............
Non ho tempo per le cose che non hanno un'anima.

pata2cv

quindi niente origini calcistiche  ;D vedi famoso Spinosi  (vecchio)

letto tutto!! Devo dire che oltre ad essere piacevole nella lettura è anche ben scritto  (superok)
Quindi adesso devi assolutamente partecipare ai raduni Francesi!!!  ;)
Bel racconto  (felice)
ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati

COIO3

Citazione da: luigi spino - 01 Ottobre 2009, 13:06:54 PM
Grazie dell'attenzione ha chi ha avuto la pazienza di leggermi, chi non ce l'ha fatta è più che giustificato.

La mia attenzione non te l'ho data, te la sei presa, il racconto e' interessante, hai fatto bene a riportarlo sul forum  (su)

Non c'e' voluta tanta pazienza, piu' che altro ho dovuto aguzzare la vista, prova ad andare a capo quando chiudi un paragrafo, serve a dare aria al testo; lo dico per esperienza, ho tanta di quell'aria in testa  ;D

Complimenti al primogenito di casa Spinosi  (abbraccio)


Bye. Mimmo.
Whatever Works ;)

frensis

bel racconto...
mi è piaciuto molto!
quante cose nn sapremo mai....
(felice)
...un giorno senza un sorriso è un giorno perso...

Watson

Mi associo nel farti i complimenti per il bel racconto e per la tua ricerca sulle origini della tua famiglia  (abbraccio) , ma mi è venuto un piccolissimo dubbio che mi piacerebbe chiarire anche se premetto non è assolutamente una dichiarazione di malfede, neh (vecchio)


Il piccolo dubbio riguarda la cronologia del racconto tramandato dai tuoi antenati.


Tu dici che la storia ebbe inizio ben 160 anni addietro, ma l'origine della foto è databile ad un periodo tra il 1890 e il 1900, questo ipotizzando che all'epoca un uomo di 40 anni fosse sicuramente più maturo e "vecchio" di uno di quest'epoca.


Quindi la foto che hai appesa al muro e che descrivi come una riproduzione basata sulla tecnica della dagherrotipia deve essere per forza datata in quel periodo, quando il cugino o fratellastro venne a visitare il tuo bis-bis-nonno....


.... il mio dubbio stà proprio qui, sulla reale datazione della foto, cercando in rete un pò di informazioni ho trovato che realmente il procedimento nacque e si sviluppò in quel periodo, diffondendosi molto velocemente fino agli inizi del 1900, e pure i soggetti (panorami) sono compresi nella fornitura con tale sistema,

ma sono le dimensioni della foto che mi hanno insallato il tarlo del dubbio e la voglia del confronto amichevole e pacifico che con queste righe ti propongo di fare.


Quindi la domanda che ti pongo è:

ma hai fatto datare il periodo in cui la foto di Marsiglia è stata effettuata?



Grazie per l'eventuale risposta e se la domanda ti avesse creato malumori, chiedi pure l'eliminazione d'ufficio ti tale post.

(abbraccio) (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi

luigi spino

Che cosa dici mai Watson? Io ci lavoro con le domande  (post) e uno dei miei motti preferiti è:  (vecchio) "Le domande non sono mai stupide, semmai, a volte, lo sono le risposte".

Quindi adesso - nella veste di "risponditore" - sono io a correre il rischio di sparare cazz, ehm, sciocchezuole.

Molto interessante il consiglio che mi hai dato: in effetti per la datazione della foto mi sono affidato alla stima che ne hanno fatto i restauratori e, in fondo, si trattava di studenti, sicuramente bravissimi a giudicare dal lavoro che hanno fatto, ma che inevitabilmente non hanno una grande esperienza. Quindi non èescluso che le tue osservazioni abbiano un fondamento. Anzi.

Giusto quindi muoversi anche nella direzione che mi hai consigliato, sarà una nuova interessante ricerca, e anche affascinate, indipendentemente dall'esito: sia se arriverà una conferma, sia nel caso non si rivelasse una prova decisiva. Resteranno comunque una bella storia (vera, falsa, chissà?) e una nuova ricerca da fare.

Grazie Watson
(abbraccio)
  in hoc signo vinces

michael - dyane500

bel racconto.... sarebbe bello sapere di piu' dei nostri antenati...
michael- dyane500-

Gianchy Recchia

Premessa: Post scherzoso...

Citazione da: luigi spino - 01 Ottobre 2009, 13:42:31 PM
quel "dal fieno" potesse riferirsi all'ipotetico luogo di concepimento. Se così fosse l'inventore del cognome non mancava certo di ironia.

Se l'origine di Spinosi derivasse anche da questo, non sarebbe stato così piacevole il concepimento :-)


Un tipo perso dietro le nuvole,la poesia e le 2cv           /[_]\   (°\=/°)     ìì    ìì

sert

#14
ciao luigi.....

parlando  della fotografia.....


se la fotografia è una riproduzione "diretta" escluderei che possa trattarsi di un dagherrotipo la foto di origine...il dagherrotipo (da quello che mi ricordo) non è riproducibile se non fotografandolo in un secondo tempo....
Ricavavano acquetinte da dagherrotipi....
Partivano cioè , ad esempio, da un paesaggio di un dagherrotipo per poi ricavarne un'immagine a stampa ( come poteva essere un acquaforte)

se fosse stampa diretta potrebbe esserlo da un ambrotipo -estremamente fragile dal supporto in vetro e riproducile a differenza di dagherrotipi e ferrotipi che non lo erano-.

il metodo di  stampa all'albumina rende  la fotografia abbastanza fragile e necessita di un supporto cartonato (nb mi ricordo certe stampe all'albumina tenute arrotolate per decenni che poi crack.... (stupid) )

dal tipo di "problemi" che poteva avere la fotografia prima del restauro puoi  risalire alal tecnica utilizzata

se è stata fatta da un professionista del periodo dovrebbe quasi certamente riportare o davanti o dietro stampigliato o inciso o con timbro a secco o etc.... il nome dello studio e/o del fotografo ma se così fosse l'avresti detto/trovato....
Ricerca difficile tendente all'impossibile sarebbe quella di verificare i fotografi operanti a Marsiglia nel periodo e con una serie di colpi di fortuna individuare l'archivio dove potrebbe essere contenuta questa....sfuma tutto se il fotografo era un amatore o veniva da fuori....

qualche indicazione potrebbe darne anche la cornice ( se è sempre rimasta la stessa) e anche qui se è il tutto è stato incorniciato da un professionista poteva riportare alcune indicazioni dello stesso...

Alcuni anni fa  l'università di siena aveva una sezione dedicata al restauro fotografico (all'interno di "beni archivistici e librari")...ora non saprei.

buona ricerca

un saluto>>L

Watson

Dalla risposta che ti ha dato Sert  (su) (credo che se ne intenda davvero  (appl)) deduco che ci sia del marcio in danimarca (??)

Io penso (preciso che non ho mai visto la tua foto se non in questo topic) che la tua sia una riproduzione databile molto più recentemente e che la storia che si tramanda nella tua famiglia sia relativa a qualcosa di diverso da quella foto.....

... non so forse un'altra foto, o un'altro oggetto (??)


In ogni caso la ricerca sulle origini dei nostri avi è sempre stata un'attività molto interessante che se fatta bene porta via molto tempo, ma non c'è mai la certezza matematica che quel che si trova corrisponda alla realtà  (nonso)


Però è certo che tutti noi abbiamo sicuramente degli avi in comune, quindi non mi meraviglierei se alla fine scoprissi che :

.....


.............


...............................



.........................................




....................................................................... siamo parenti (paura)


Citazione da: luigi spino - 19 Novembre 2009, 13:19:43 PM
Resteranno comunque una bella storia (vera, falsa, chissà?) e una nuova ricerca da fare.

Grazie Watson
(abbraccio)

Ricambio l'abbraccio  (abbraccio)

(felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi