Pomeriggi

Aperto da Aspes, 23 Ottobre 2008, 12:48:19 PM

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Aspes

E' solo qualcosa che ho scritto per dei miei vecchi amici ... pero' magari leggendo vi torna alla mente qualcuno dei Vostri amici, qualche situazione passata.

Almeno questo e' quello che spero .....

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Eravamo giovani.

Eravamo dei leoni, e come tali affrontavamo la vita senza paure, di petto, a testa alta.

Ed eravamo tanti, proprio tanti, in quella stagione delle vita che e' durata parecchi anni, che e' durata finche' I casi della vita stessa e le circostanze non hanno posto fine a quel bellissimo periodo.

Questo ne' e' un ricordo, ed e' soprattutto un ricordo di quelle persone che lo hanno animato.

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L'inverno era ormai alle spalle.

La primavera era arrivata, e gia' stava cedendo il passo a quella che da li' a poco, come ogni anno, sarebbe diventata una calda e lunga Estate.

Era Domenica, ed in Piazza, appena fuori dal Bar, la gente era ferma a chiacchierare del piu' e del meno, cercando di capire come far passare il pomeriggio.

L'aria era gentile, calda, ma nello stesso tempo mitigata da una fresca e piacevole brezza.

Verso le 13.30 la calma del Paese incominciava a riempirsi di rumori indistinti, di borbottii lontani, e poi ecco che le moto iniziavano ad arrivare, una ad una, per fermarsi proprio fuori da quel Bar, chi sul cavalletto centrale, chi sul laterale, con I caschi multicolore appoggiati sopra la sella.

Il tempo di aspettare tutti, un breve consulto per decidere la destinazione, e poi via, veloci, sparendo alla vista di tutti tra una marcia e l'altra.

Questo era quanto poteva sembrare da fuori, ma oggi vi voglio parlare di qualcuno di loro, di qualcuno che partiva per quei giri con la sua moto ed il suo casco, perche' oguno di loro in fondo ha avuto una sua storia ben precisa.

Ed allora eccoli, perche' il ricordo di quei giorni non possa sparire mai ....

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1 - Il Grande Aine

Il Grande Aine me lo ricordo sin da piccolo.

Abitava proprio di fronte a casa mia, e per me e' sempre stato un idolo, una fonte di sorprese inarrestabile.

La Sua carriera motociclistica era inziata presto, anche se io il suo primo cinquantino non riesco a ricordarmelo.

Mi ricordo invece di quel Gilera 124 grigio, che allora mi sembrava immenso, con il contachilometri e soprattutto con il contagiri, che la
faceva sembrare una moto vera.

Piu' tardi quel Gilera divenne una sorta di chopper, tanto simile a quella di Capitan America in Easy Rider.

Il Grande Aine passo' poi ad un Kava 500, la magnifica 3 cilindri 2 tempi, dotata di una ripresa impressionante e di un rumore inimitabile, una vera e propria musica.

Ed alla fine eccolo al massimo della sua carriera, con un Kava 740 4 cilindri 4 tempi.

Questo fu quanto tutti avete potuto vedere del Grande Aine, ma ora vi dico una cosa che solo io conosco : il Grande Aine era lento, certo, non lentissimo, ma lento.

Quanto partivamo tutti insieme finche' la velocita' era normale il Grande Aine rimaneva a ruota, ma appena si accelerava un po', appena le curve del lago o quelle di Bielmonte incominciavano, insomma, appena si aprivano le danze, il Grande Aine spariva.

Ma si sa, un motociclista non si misura solo dalla sua velocita'.

Il Grande Aine me lo ricordo bene quando, io ed il Ghigo fermi al bordo della strada ad aspettare gli altri, fummo avvicinati da un motoclista che ci disse : " Guardate che un Vostro amico e' caduto ".

Ritornammo indietro, pensando ad uno di loro in particolare, e la sorpresa fu grossa quando invece vedemmo a terra il Grande Aine.

Grande Aine, ricordatelo, le curve non si possono raddrizzare !!!!!

E che non fosse veloce lo dimostra anche un altro fatto : lungo la via della Spagna, in autostrada, la Silvia riusci' ad addormentarsi sulla sua spalla,  mentre si viaggiava.

E cosa altro poteva conciliare il sonno se non una guida paciosa ?

Per ora il Grande Aine pare avere abbandonato le moto, ma non si sa mai.





2 - Ini


Il nostro Ini sin da giovane e' sempre stato un motociclista, purtroppo.

Ed Ini non era lento, era lentissimo !!!!

Da giovane rubava dal Garage di casa sua quel Guzzi bianco, per usarlo di nascosto nelle strade di campagna.

Lo vedemmo poi arrivare anni dopo, biondissimo, a bordo del suo Gilera 50, che nostante ogni tipo di intervento, proprio non voleva saperne di andare veloce.

Me lo ricordo poi anche lui con un Kava 500 3 cilindri 2 tempi, quando appena fuori dal paese si ostinava a voler fare la ripresa con la Cagiva dell'Adamo, e regolarmente perdeva.

Con il Kava 500 mi rammento di una gita fatta con lui in Liguria, quando in austostrada ci sorpassavamo tutti, ma proprio tutti.

Verso Casale Monferrato lo affiancai per chiedergli il perche' di questa velocita' irrisoria, e lui mi disse : " E' fredda ".

Ma come ? Dopo 40 chilometri era ancora fredda ?

E fredda rimase per tutta la strada, e fredda era ancora quando al ritorno, appena fuori Vercelli nel curvone decise bene di sdraiarsi per terra, ed alla fine della scivolata si alzo' cone le sue scarpe rosse un po' da Vescovo, ormai da buttare.

Ini passo' poi ad un Kava 900, con un quattro in uno rumorosissimo, che usava scaldare al mattino presto appena sotto casa.

E di Ini e' rimasta nella storia l'immagine di lui in mutande, sotto al semaforo a Biandrate, quando in seguito ad un piccolo incidente decise bene di togliersi I pantaloni per vedere quanto graffi si era fatto.

Se in quel momento fosse passata la Buoncostume, Ini avrebbe passato un gran brutto momento.

Purtroppo il nostro Ini gira ancora in moto, quindi state attenti, il pericolo e' sempre in agguato.


3 - Il Banche'


Il Banche' da giovane abitava a Biandrate, e gia' li girava con un bellissimo Gilera 125 5V.

Quando si trasferi' a San Nazzaro anche lui fu invischiato nelle moto da Cross, e poi in quelle da strada.

La sua prima moto da strada fu un Guzzi Le Mans 850, e cosi' capimmo di che pasta era fatto.

Se nel Cross non era un fenomeno, su strada lo era ancora meno.

A parole era velocissimo, nella tecnica era insuperabile, ma alla prova dei fatti, se guardavi indietro non c'era mai.

La cosa bella erano le scuse che aveva per giustificarsi : si andava dal traffico, dalla pioggia, dalla moto che faceva un rumore strano, dal semaforo rosso, da una buca inaspettata, da un improvviso mal di stomaco.

Insomma, mai e poi mai ammetteva di rimanere indietro perche' non riuscica a seguirci,

No, questo mai.

Curioso era anche il rito del togliere il casco : a causa di una curiosa pettinatura, per cui era stato soprannominato " Ciuffettino ", era costretto a non mettersi mai in favore di vento, altrimenti avrebbe corso il rischio di essere " scapottato ", come diceva Ini prendendolo in giro.

La cosa piu' bella era stare dietro al Banche' per tutta la strada, stuzzicandolo, per poi superarlo nelle ultime curve, fermarsi e poi ascoltare il motivo tecnico per cui lui era stato superato.

Di Lui mi e' rimasto impresso un pranzo fatto tutti insieme a Cocconato d'Asti : all'uscita del Risotarante, dopo aver ordinato " un po' di tutto " cercava disperatamente, con l'aiuto delle Graziella, di rientrare nella tuta, che proprio non voleva saperne di chiudersi.

Il Banche' ora viaggia ancora in moto, anzi, con due moto, ma mi sa che la velocita' e' rimasta quella di prima.


4 - Il Lurens

Il Lurens ogni tanto si aggregava a noi nei nostri giri, arrivando da Biandrate.

Era abbastanza veloce, tanto da non rimanere quasi mai indietro, e con lui era un piacere andare a spasso.

La cosa che lo caratterizzava era il casco.

Questo casco si chiamava ALIEN, ed era enorme, come enorme era la sua testa, tanto che correva voce che questo casco fosse stato prodotto apposta, dopo aver fornito le misure.

Erano chiaramente tutte frottole, un modo come un altro per prenderlo in giro.

Il Lurens non sopportava Ini, dato che Ini continuava a suonare il clacson in ogni momento.

Quando Ini suono' il clacson anche al corteo di un funerale, mi ricordo come fosse ora che il Lurens lo affianco', lo guardo' in modo duro e gli mostro' il pugno dicendogli : " Se suoni ancora te lo do' in testa ".

Ebbene, Ini smise di suonare il clacson, e per un bel po' di tempo non lo fece piu'.

Il Lurens ora gira con uno Scooter, sul lago, a Verbania, dove vive.


5 - Il Ghigo

Il Ghigo e' sempre stato, era ed e' ancora il piu' veloce di tutti.

Fisicamente molto simile a Charly Brown, e' sempre andato in moto.

Io incominciai a girare con lui quando aveva il Morini 350, e spesso e volentieri, soprattutto all'inizio della mia carriera motociclistica, sono rimasto indietro.

Del Ghigo ti potevi fidare ciecamente.

Potevi impostare la tua velocita' sulla sua, perche' se passava lui allora passavo anch'io.

I giri con lui erano divertimento puro, e quando per un po' di tempo avemmo moto simili, viaggiavamo talmente vicini da sembrare una moto unica.

In moto era un grande, e grande era anche giu' dalla moto.

Fu il compagno ideale di mille avventure, di giri infiniti al massimo della velocita', quando dopo chilometri e chilometri ti fermavi con le mani doloranti talmente si stringevano le monopole.

Rimpiango tanto quel " Ghigo " e quel periodo, rimpiango la sua velocita' ed il suo portarmi lungo strade che solo lui conosceva, in giri che sembravano non finire mai.

Penso che da qualche parte abbia ancora la sua tuta nera da " Grunf ", che lo faceva sembrare un motociclista d'altri tempi.

Il Ghigo va ancora in moto, ed usa ora una gran moto, supersportiva e velocissima.

Purtroppo in tempi recenti non si e' ricordato che appena fuori dal Paese c'e' un " dare la precedenza " e che le auto arrivano anche dall'altra parte, e questo lo ha portato a fare la conoscenza con il fosso che corre lungo la strada.

Ma " un Ghigo " si rimette sempre in piedi, e cosi' e' stato anche per Lui, ed ora quel potente biclindrico riempie ancora il paese con il suo rombo.

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Questo, un po' in breve, e' quanto vi volevo raccontare di quel periodo, che forse anche voi vi ricordate.

E sempre in breve, e forse sotto una luce diversa, vi ho parlato di alcuni personaggi che hanno animato quel periodo.


........ ma non mi sono dimenticato di una cosa ?


Non mi sono dimenticato di parlare di quello che forse era il piu' veloce di tutti, il piu' incosciente, quello che comunque trovava sempre il modo di sorpassare, quello che con un po' di fantasia faceva cose che a nessun altro venivano in mente ?

Si, io mi sono proprio dimenticato ...

Ma Voi, vi ricordate di Lui ?

Vi ricordate di quella sua moto rossa e bianca, di quelle partenze a razzo dalla piazza del paese ?

E' rimasto qualcosa di lui oppure tutto e' gia' caduto nell'oblio ?




Ora il Paese tace, I pomeriggi sono tranquilli e non piu' disturbati dal suono di tutti quei bi e quattocilindri che partendo e sgommando riempivano l'aria di suoni, di un rombo cupo e di sibili, di aroma di benzina super, quella rossa, quella vera.

Ora tutto tace, ma se vi sforzate, se provate a farlo, quel suono e quei visi vi ritorneranno alla mente, e l'aria per un attimo si riempira' di vibrazioni, di rumori, di suoni.

E per un attimo, per un solo attimo, tutto sara' come allora, come in quei pomeriggi di quasi Estate.

Ciao Matoch ...... !!!!!



Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

lucajack2cv

Forte.. Joe Bar è nulla a confronto :)




Citazione da: Aspes - 23 Ottobre 2008, 12:48:19 PM
[...]
Penso che da qualche parte abbia ancora la sua tuta nera da “ Grunf “, che lo faceva sembrare un motociclista d’altri tempi.


Se può dare l'idea..

Oui nous sommes les barbariens de la route..
 Flying home to you..

Patt83

 (felice)
mi sono presa del tempo, con calma per leggerlo tutto d'un fiato fino alla fine.

E come sempre hai saputo, portare alla mia mente belle immagini anche se purtroppo non posso chiamarli ricordi, ma forse è per questo che ti chiedo sempre di scrivere, con le tue parole io vivo cose che nn ho mai visto... per questo, GRAZIE. (appl) (abbraccio)
CHI NON OSA GETTARSI NEL VUOTO NON IMPARERA' MAI A VOLARE...^_^

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L'ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo forte. (J. Prevert)

Vicè

Stamattina, visitando la bella mostra retrospettiva di Ferdinando Scianna a Palermo, mi sono trovato di colpo davanti a quest'immagine:


Il pensiero non poteva che volare a te, Maurizio.
(abbraccio) vì

Croccantini piliferi? e chi li vuole?
Beh... i capelloni, no? I cantanti folk e i motociclisti!

Aspes

 Dall'interno di un Bar con quelle tende a strisce, sapore di
anni '60 e '70?

E' un Garelli, vero?

Grazie Vincenzo, hai fermato il tempo ..

Buon Natale ..!!
Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.