..Senza un ripensamento generale della società e dei meccanismi economici che regolano il mondo non si andrà da punte parti, ma si tratta di meccanismi decisamente complessi per il singolo individuo [..]
Credo che la società sia ripensata continuamente dagli individui e dagli organismi di agglomerati umani che la compongono e animano ma con una certa inerzia applicativa dovuta prioritariamente al non-scombinare anzitempo posizioni di convenienza in corso di validità e -dando il beneficio di un minimo di buona fede- sperimentare la affidabilità delle teorie che sostengono lo sviluppo.
Mi è capitato in questi giorni di ascoltare in radio tre interventi interessanti: in uno l'architetto massimiliano fuksas ragionava prorpio sul concetto che le teorie che sono alla base dell'urbanistica e hanno informato e stanno formando le principali città non si sono rivelate affidabili, tra queste la più importante (e applicata) che è la zonizzazione. Più le città si estendono (le megalopoli del mondo, e tra torino e venezia c'è una città simile) più le persone tendono ad insediarsi nei pressi del luogo di lavoro, a cercare lì attorno i servizi scombinando la pianificazione urbanistica (qui residenza, qui produttivo, qui verde, qui grande commercio, qui sport..). Quindi l'urbanistica non è una scienza che da previsioni affidabili e neppure l'economia lo è: siamo nel boom e un l'anno dopo c'è la crisi e non la sappiamo prevedere nè affrontare, allora perchè studiare l'urbanistica o l'economia? Va bene studiarle ma delle loro previsioni non fidarci. E' più affidabile nelle previsioni la demografia, utile conoscere le evoluzioni dei i gruppi sociali e la loro tendenza alla localizzazione, assecondarle e guidarle al contempo.
Nel secono intervento in un altro contesto un tizio parlava dell'immigrazione in europa e in italia e del fatto che tutti i dati concorrono a definirla un fenomeno strutturale e duraturo. Se la demografia è uno dei migliori elementi previsionali vuol dire che dobbiamo puntarci e che le politiche devono essere massicciamente votle a guidare ed assecondare e increnmentare un fenomeno la cui espansione è in atto e proprio quel gruppo sociale sarà la massa lavorativa, contributiva e consumatrice e generatore/usatore di beni e servizi.
Mi chiedevo a quel punto perchè non avviene, perchè gli immigrati non sono tutelati anzi per legge se lavorano non hanno i diritti da cittadini e squando non lavorano perdono lo status di essere umano, rappresentando di fatto il lavoratore precario per eccellenza, quello in cui ognuno di noi deve maggiormante temere di scivolare a sua volta: privo di mezzi, di servizi, illegale nella sua stessa esistenza su questa terra al punto significativo di non essere rappresentato da alcuno in sede amministrativa e politca il che ha come esito l'indifferenza o come spesso vediamo la persecuzione. Eppure abbiamo detto prima che sono demograficamente un gruppo emergente e in avvenire maggioritario, e che la demografia è la più affidabile delle previsioni.
Me lo chiedevo e poi mi chiedevo, chi è che si trova in queste situazioni? A quali gruppi capita nei vari periodi, e per quel che ci riguarda strettamente oggi?
La risposta mi è venuta dal terzo intervento, in un altro ambito, in cui un romanziere italiano presentava il suo libro in cui i protagonisti sono dei ragazzi ordinari odierni. Quando il discorso è caduto sulle differenze tra i ragazzi di oggi e i ragazzi degli anni 60 e 70 ecc ha fatto una considerazione su cui non mi ero mai molto soffermato: oggi i giovani non sono migliori o peggiori o diversi, solo sono meno, mentre allora essendo i figli del baby-boom erano tanti e quando un gruppo è numeroso il suo porto è al centro della società e le attenzioni, le politiche, gli investimenti sono massimamente su quel gruppo in quel momento. Allora è così, che una società di giovani farsi il lavoro, farsi la famiglia, casa, la scuola, l e la pensione, e così quella maggioranza di giovani è la maggioranza di vecchi che ha la casa di proprietà all'80%, ha avuto la scuola pubblica e il lavoro progressivamente migliore e sicuro, ha oggi la pensione e sanità.
I vecchi di allora erano minoranza e se non erano morti in guerra o di tubercolosi nelle case vecchie e marce vivevano in indigenza e non avevano attenzioni essendo minoranza.
E' chiaro che i giovani oggi, minoranza in un paese di vecchi, non sono una priorità per nessuno infatti non c'è ricerca, non c'è prospettiva di sviluppo del paese e il lavoro è precario, scuola e salute sono tagliate, insomma non c'è futuro perchè la maggioranza nno lo vedrà, essendo un paese di vecchi, e la maggioranza chi esprime? Gli amministratori, esattamente coloro il cui compito è assecondare e guidare e finanziare e scegliere, e scelgono e finanziano ciò cche serve ai vecchi, che è sicurezza. sicurezza che le cose non cambieranno finchè saranno vivi.
E' una fase transitoria che può durare ancora 15-20 anni poi una nuova maggioranza sarà al centro della società, qualunque sarà, ciò nell'insieme è persino normale anche se da qualche parte avevo letto che la qualità di una democrazia si misura da come tratta le proprie minoranze non da come serve la sua maggioranza ma sono quelle cose che si dicono.. Poi i senza vergogna neanche lo dicono e fanno prima.