Una utilitaria dalla 2CV … e altre storie
1951, la furgonetta 2CV AU
La 2CV berlina, commercializzata nel 1949 col nome di 2CV a incontrò un successo strepitoso; il suo utilizzo come veicolo commerciale e la sua destrezza nel muoversi nei centri affollati delle città grazie alle dimensioni limitate, fecero pensare ad una vera e propria versione utilitaria con un sufficiente vano di carico.
In occasione del Salone dell’Automobile di Parigi del 1950, Citroen presentò la verione utilitaria della 2CV, si trattava di una piccola furgonetta pressochè identica a quella che divenne la versione definitiva commercializzata sei mesi più tardi, precisamente nel marzo 1951.
La meccanica era quella della berlina 2CV A, questo fù il rimprovero più grande fatto dagli utilizzatori. Era dunque il piccolo bicilindrico di 375 cm3 erogante la potenza di 9CV che doveva tirare una scocca già più pesante a vuoto rispetto la berlina, più un eventuale carico di 250 Kg, questa infatti era la sua portata.
Il povero furgoncino assolveva al suo duro compito non senza fatica, al limite delle proprie forze. Sulla carta le cose non andavano poi così male, la sua velocità di punta era di 60 Km/h ma in salita la terza marcia non reggeva, poi la seconda, poi ci si ritrovava in prima, inerpicando a 15 Km/h la salita, immersi in un rombo spaventoso.
La prima 2CV furgonetta AU vide, come la berlina, i suoi tempi di consegna aumentare sempre di più, la domanda era forte. La 2CV furgonetta porterà a termine una bella carriera, AU, AZU e poi AK si susseguiranno fino al 1979, anno in cui lasceranno il posto all’Acadiane, versione furgonata della più recente Dyane.
Fù Antoine Brueder, agente per conto della Citroen che convocò la Motorizzazione francese alla presentazione dell’utilitaria 2CV il 5 febbraio 1951. Il veicolo (n° 300001, motore QD00599) venne provato dall’Ingegnere della Motorizzazione M. Paris il 16 dello stessomese e omologato.
Seguì una versione “piattaforma” destinata ai carrozzieri per l’allestimento di vani carico particolari; le versioni offerte dai carrozzieri erano innumerevoli; pur mantenendo invariata la meccanica, venivano proposte furgonette allungate, rialzate, vetrate, pick-up, break…
La Citroen belga commercializzò verso la fine degli anni ’50 una versione week-end della celebre furgonetta, ispirata alla versione break offerta dai carrozzieri francesi.
Abitabilità per quattro persone grazie ad un divanetto posteriore basculante, superfici vetrate maggiori e un superiore livello di finitura con verniciatura bicolore caratterizzavano tali versioni.
PTT, la Poste
L’amica indispensabile dei postini
Gli anni passavano e la 2CV penetrava poco a poco in tutte le fasce sociali, anche le più agiate, nonostante la sua lentezza infernale. I burocrati dell’Amministrazione francese compresero i lati pratici ed economici della piccola furgonetta Citroen per i servizi amministrativi.
Le Poste, per esempio, si doteranno di una flotta di Citroen grazie allo zelo del deputato Lucien de Gracia. Si propose come angelo custode dei fattorini in un discorso pronunciato alla tribuna dell’Assemblea nazionale del 1953 leggendo semplicemente le frasi tratte da un catalogo pubblicitario delle utilitarie 2CV Citroen: “… grazie alla sostituzione dei percorsi rurali in bicicletta, in ragione di 40 Km al giorno con qualsiasi tempo, per un lavoro meno inumano effettuato con l’aiuto delle vetture 2CV tutto terreno…”
Questo parlamentare era ben conosciuto e, “relatore per conto della commissione dei mezzi di comunicazione e turismo”, intervenne al momento della discussione sul bilancio annuale delle Poste (PTT) precisando il beneficio che questa amministrazione poteva ottenere dalla motorizzazione dei suoi fattorini.
Tornando all’Assemblea dove egli così consluse il suo ascoltatissimo intervento: “L’esperienza regionale di Bordeaux prova, in eccedenza, che l’utilizzo di 20 furgonette 2CV produrranno un’economia di 300000 F per anno, moltiplicata per 20 anni, sono 6 milioni di Franchi.”
Era anche un avvertimento per coloro che vedevano l’automobile come un qualcosa di lussuoso e rifiutavano di considerarla come un mezzo di trasporto alla portata di tutti.
La vita dei fattorini rurali venne largamente facilitata grazie all’apparizione dell’automobile come mezzo di trasporto giornaliero. Fù all’inizio del 1952 che le Poste equipaggiarono sperimentalmente due fattorini con delle furgonette 2CV. Era un’avvenimento all’interno dell’amministrazione.
Successe a Saverne nel basso Reno, una piccola cittadina di 8682 abitanti, a 420 Km da Parigi. I due fattorini, Willy Schutté e Oscar Oberlé, vanteranno parecchi colleghi motorizzati. Willy Schutté percorse l’Alsazia per dieci anni a bordo della sua 2CV di servizio.
Concluse 2800 volte i suoi 55 Km giornalieri, 150000 Km, distribuendo più di 700000 lettere e pacchetti.
Quando gli chiesero se si era abituato a queste nuove consegne motorizzate, rispose: – Sì, per un vecchio conducente d’autobus! Ho ancora la nostalgia del volante. – Incidenti ? – Mai accaduto uno, mi capitò purtroppo di invertire uno sfortunato pollo. – Inconvenienti ? – Mai restato in panne, le tre 2CV che ho avuto si sono comportate egregiamente.
Grazie alla cortesia de L’Auto-Journal ecco come si trascorre un giro di consegna invernale nel gennaio 1959:
“Nevica, ghiaccio, inondazioni, strade interrotte; l’inverno alle porte, la Siberia a domicilio… I comunicati di allarme si moltiplicano e mentre nelle città la gente percorre comodamente i vialoni sgomberi svolgendo tranquillamente i propri affari, mentre i concorrenti di un famoso rallye sulle grandi strade europee filano a tutta birra verso il soleggiato traguardo, noi abbiamo seguito un’altra competizione, senza pubblicità vistosa, meno alta di colori, ma indispensabile alla vita di una cittadina.
Sulle strade dell’epoca di Napoleone, si svolge il rallye giornaliero del fattorino. Durata: 300 giorni lavorativi, chilometraggio: 150 al giorno; carico: 300 Kg di lettere e giornali.
Nessuna macchina col motore “preparato”, nessuna profusione di accessori speciali, niente parti luccicanti, niente cronometri.
Una modesta 2CV furgonetta di serie; come unico accessorio una pala. Il contachilometri sarà il principale testimone della regolarità di quest’impresa. Al posto dell’equipaggio un berretto di lana e i sacchi postali… Sulla cabina sono impresse le lettere PTT, Servizio Postale.
Sull’itinerario accidentato di 75 Km da percorrere 2 volte al giorno, fra percorsi boschivi e distese innevate rasate dal vento la 2CV corre imperterrita, metà vettura, metà slitta. Il fattorino delle nevi, M.Burger, funzionario, cinquantadue anni, trenta di guida, parte di buon ora dalla ricevitoria principale di Bitche e deve raggiungere ad orari precisi (dettati dai regolamenti PTT) i posti prestabiliti.
Là i fattorini rurali sono obbligati in questa stagione a lasciare le biciclette per effettuare a piedi il loro giro per raggiungere le fattorie, gli chalet, con la loro sacca di cuoio, 20-25 Kg di posta che distribuiscono lettera per lettera. Ognuno di loro spunta con un colpo di campanello davanti al furgoncino, che gli consegna il sacco di posta. La posta deve quindi essere selezionata prima di partire, al fine di consegnare ad ogni fattorino il sacco inerente la zona ove assicura il collegamento.
Malgrado l’attenzione nel posare le ruote là dove aderiscono meglio (viaggia sempre senza catene, “fa tutto il pneumatico”, dice semplicemente), M.Burger è obbligato solente a scendere e spingere… poi riparte per un percorso imprevedibile, la strada cambia d’aspetto spesso di ora in ora, secondo se c’è neve o gelo, se c’è il sole o soffia il vento.
Se gli capita nel corso di una sbandata di finire dentro un cumulo di neve, nessun problema, impugna la pala, si scalda le mani… e passa.
A volte deve costruirsi da solo la strada per passare. Se gli capita di arrivare dietro ad un camion spargi-sabbia, lo supera con disprezzo per poi riprendere la sua audace danza sul ghiaccio. Nel corso dei suoi 150 Km giornalieri non innesterà mai la quarta, consumando un terzo in più.
Al ritorno consulterà il disco del contachilometri per constatare che ha percorso 75 Km alla media oraria di 30 Km/h, con punte di 60 Km/h: farà la stessa cosa la sera, poi l’indomani mattina, tutti i giorni… Impavido alle migliaia di pericoli reali, lui passa e continuerà a passare, regolare come un pendolo astronomico; tutto può accadere, ma lui arriverà !
Se tutto questo vi fà sorridere, pensate a quando “infilate una lettera nella cassetta postale” e M.Burger, funzionario, cinquantadue anni, trenta di guida senza mai aver avuto un incidente, indispensabile uomo delle nevi, e, modestamente, senza saperlo, il più grande vincitore di tutti i rallye del mondo.”
Natale 1959, le Poste francesi sono alla testa di una flotta di 300 furgonette 2CV, nel 1962 sono già 8000 e nel 1966 diventano 10700. Henri Chavoz, modesto fattorino rurale, diventa il postino “più alto d’europa” percorrendo al filo i pericolosi tornanti e curve a gomito nel cuore dell’alta Moriana.
Da Modane a Bonneval-sur-Arc in Savoia, e ritorno per il colle del Moncenisio (2091m) dove anche in inverno consegnava la posta ai diversi savoiardi isolati. In Svizzera c’erano delle 2CV “Week-End” (tipo AZUL, dove L stà per lusso, costruite dalla fabbrica Citroen di Bruxelles) che la Posta elvetica destinava alle zone di campagna. In Belgio, il servizio motorizzato delle poste di Anversa venne inaugurato nell’aprile del 1959. Nell’antica città fiamminga un primo contingente di 35 furgonette rosso fuoco, fregiate dell’insegna del “Corno delle Poste” venne esposto al pubblico prima di essere consegnato all’amministrazione.
Verso la fine dell’anno, più di 500 esemplari di furgonette vennero consegnate alle Poste belga. Ultimo particolare, in tema postale, il primo francobollo francese sul quale è illustrata un’automobile, una 2CV naturalmente, venne emesso in occasione della giornata del francobollo nel 1958.
Seguirono l’esempio delle Poste: il Soccorso Touring francese, il Soccorso Nazionale e la Guardia Civile spagnola, la Polizia Stradale olandese, l’ONU per i suoi caschi blu, la Royal Navy, gli Automobile Club scandinavi che se ne servivano come vettura di assistenza nelle strade ghiacciate del circolo polare.
Mille storie di 2CV
La 2CV se ne va in guerra
1959 (Inghilterra). In quel bel giorno del 1959, una portaerei di 27000 tonnellate è al largo delle coste inglesi. E’ la “Bulwark” (il Baluardo), orgoglio della flotta di Sua Maestà.
L’ammiragliato britannico procede a delle manovre aviotrasportate di sbarco. Si tratta di raggiungere rapidamente un obiettivo situato a 150 Km nell’interno della costa. L’operazione necessita di un mezzo molto leggero, molto resistente, molto maneggevole.
Allineate dietro un angolo del ponte sei 2CV pick-up attendono saggiamente. Una dopo l’altra vengono appese ad un cavo e ogni elicottero trasporta la sua 2CV.
In viaggio verso l’avventura le 2CV sfrecciano nel cielo verso l’obiettivo. Ma è al termine del viaggio che resta il più duro da fare: costruirsi un cammino e avanzare a tutta velocità, passare, non importa dove!
La Royal Navy che così mise alla prova la 2CV , constatò la sua incredibile robustezza e la riconobbe idonea al servizio armato. Fu allora che la 2CV venne arruolata dentro il corpo d’elite della Marina Britannica: le truppe aviotrasportate. 65 2CV pick-up entrarono a far parte della marina britannica, pitturate di verde oliva mimetico.
Resteranno in servizio finchè non divennero operative le Land Rover aviotrasportabili. Oggigiorno non resta che un solo esemplare.
Dal Laos a Parigi con la famiglia Pochon
1961. Obbligato a lasciare il Laos dove ormai viveva da 15 anni, Jacques Pochon-Davignon scelse per raggiungere la madre patria il mezzo di trasporto che gli sembrava più economico: una furgonetta 2CV Citroen. Da Ventiane a Parigi egli percorrerà il cammino più lungo (38888 Km) con famiglia al completo: papà, mamma e quattro figli, Anne-Marie (14 anni), Jean-Luc (11 anni), François-Régis (7 anni), Thierry (3 anni) e 150 Kg di bagagli. Così dopo otto mesi, in sei dentro la povera furgonetta, la famiglia Pochon fece del “gran turismo” da Bangkok a Ceylan, da Bagdad a Beyruth, da Instambul a Monaco.
2CV per l’UNICEF
Primavera 1967. Singapore (Malesia). In estremo oriente, un centro di sanità mobile dell’UNICEF, organizzazione internazionale che si dedica alla salvaguardia dell’infanzia, utilizzava non meno di 350 2CV, berlina e furgonetta, per esercitare il suo aiuto nei paesi più lontani e nelle regioni più difficilmente accessibili.
Un aneddoto salato!
Autunno 1967. A Varangeville, vicino Nancy, sotto le colline rigogliose di frutteti, si cela un tesoro: un banco di salgemma scoperto dopo un secolo nella miniera di Saint-Nicolas. Là, a più di 200m sottoterra si trova una 2CV. Portata nelle viscere della terra completamente smontata, venne poi ricostruita e trasformata in pick-up. Dopodichè la sua attività iniziò rapidamente percorrendo migliaia di chilometri, svolgendo lavori di tutti i tipi e fornendo utili servizi; ebbe persino un utilizzo non previsto, durante le pause lavorative, i minatori non provvisti di patente imparavano a guidare.
Un racconto di Andersen moderno
Inverno 1962. Yssel (Olanda).
Non fece mai così freddo come nel rigoroso inverno del 1962-63. Il lago di Yssel, rifugio abituale di tutti gli uccelli d’Olanda, era stretto nella morsa del gelo e ricoperto di neve. Sferzavano delle brevi raffiche di vento sulla sua superficie immobile rialzando le piume degli uccelli intorpiditi dal freddo. Il lago era paralizzato nell’attesa di una nuova vita. I cigni trascinavano le loro ali stanche, muovendosi lentamente ormai stremati. Cercavano invano il loro cibo abituale. Traditi dal candore desertico del paesaggio, rimanevano smarriti, senza risorse, condannati ad una morte atroce.
Ma gli olandesi, che amano i grandi uccelli bianchi, non li abbandonarono e organizzarono dei soccorsi: tutti i giorni le 2CV furgonette del soccorso stradale, WegenWacht, (le sole a poter circolare senza problemi sul ghiaccio) portarono così il cibo ai cigni e agli altri uccelli, portando al riparo gli elementi più offesi dal freddo.
E presto, vista da lontano la 2CV, dall’orizzonte cominciò ad accorrere numerosa la gente sollevando un nuvolo di neve.
Si racconta in Olanda che quell’inverno, i cigni furono salvati dal “Brutto Anatroccolo”, nomignolo della 2CV.