UN VIAGGIO MEMORABILE

Andro’ un pochino fuori tema. Ma credo che lo spirito di questo viaggio sara’ apprezzato dagli amici duecavallisti e spero nel loro perdono…

UN VIAGGIO MEMORABILE

IL VIAGGIO
Era l’estate del 1981 e Io, Paolo e Santo, appena conseguito l’aspirato Diploma di Stato decidiamo che, considerata l’eccezionalita’ dell’evento, lo stesso andava celebrato nel migliore dei modi. Il migliore dei modi fu unanimamente  deciso in un viaggio memorabile, un FANDANGO ante litteram:  da Roma in Calabria  in Vespa 50!

Il primo problema fu che le Vespe 50 erano due e noi eravamo in tre,  in verita’ Santo possedeva  un bel PEUGEOT 103 SP di appena un anno ma fu lasciato a casa in quanto ritenuto meno affidabile delle Vespe e con scarsa capacita’ di carico.

In pochi giorni preparammo il viaggio:  smontammo i parabrezza sostituendoli con occhiali da sole  al fine di guadagnare qualche Km di velocita’ e risparmiare qualche litro di miscela ed acquistammo immediatamente dei sacchi a pelo, coppia di portapacchi anteriore a posteriore per le Vespe, staffa per ruota di scorta, pneumatico coreano dal nome impronunciabile per la ruota posteriore della mia Vespa e due candele nuove.
A spese fatte, costatammo, che purtroppo eravamo fuori dal nostro povero budget da studenti. Non ci fermammo, saccheggiammo le dispense delle rispettive famiglie al fine di reperire scatolame vario e fissammo la partenza; il 7 agosto 1981 ore 7.00.

Si ritiene opportuno descrivere “equipaggio e l’equipaggiamento”

EQUIPAGGIO:
–        tenda canadese per due persone (anche per tre avendo l’accortezza di respirare alternativamente)
–        tre sacchi a pelo
–        pochi indumenti di ricambio tra cui, 3 giubbotti in jeans, 3 maglioni, costumi da bagno, due maschere sub, un solo telo mare, pantaloni corti e lunghi, un solo paio di scarpe.
–        Una ruota di scorta (per due Vespe)
–        Fili di trasmissione per cambio, frizione e gas ed attrezzi vari
–        Macchina fotografica PRACTIKA con 50 mm, grandangolo PENTACON,  autoscatto a molla, cavalletto e borsa per contenere il tutto (tanto c’era spazio…)
–        Scatolame vario, un pacco di spaghetti, sale e lattina d’olio di semi da 1LT (l’extravergine era costosissimo)
–        Fornello da campeggio con due bombolette, una padella, un pentolino, una tanica per l’acqua da 10 litri
–         Kit  medico composto da acqua ossigenata, garze e cerotti per i prevedibilissimi incidenti.

SITUAZIONE ECONOMICA:

Paolo       : lire 115.000
Io        : lire 100.000
Santo      : lire   85.000

IL VIAGGIO:
La miscela costava circa 900 lire al litro,  con l’ausilio di un’autarchica rivalutazione economica stimo il patrimonio complessivo in attuali 360,00 euro ovvero circa 120 euro a testa. Non molto vero?

Sistemato quanto sopra, indirizzammo a Sud la “banana” e partimmo (N.d.R. nome in gergo GLOSSARIO: banana = parafango anteriore,  chiappa = cofano posteriore, scudo = paragambe, sportellino= coperchio motore)

Dopo nemmeno 50 Km, sulla ss148 Via Pontina,  il primo problema:  la ruota anteriore della mia Vespa causa usura di una boccola della forcella comincio’ a toccare la forcella stessa impedendomi di proseguire.
Facemmo un breve consulto: la riparazione sul campo era impossibile ma, come l’uovo di Colombo, arrivo’ la soluzione: svitiamo la ruota e la riavvitiamo al rovescio! Funziona! Si riparte anche se la Vespa tira un pochino e sembra di essere impegnati in una perenne curva.

Pranzo nella Grotta delle Capre al Monte Circeo dove consumammo l’unico pacco di spaghetti, condito con una scatola di tonno e la prima bomboletta di gas, nel pomeriggio arrivammo nella splendida’ città bianca di Sperlonga dove ci accampammo barbaramente fuori da un campeggio gia’ sperimentato in precedenza.

Il giorno successivo inizio’ con una furiosa litigata fra Paolo e Santo il quale, costatata l’eccessiva temperatura raggiunta dell’acqua da bere si era reso colpevole di lavarcisi i piedi.
Tornata al calma si parti’ alla scoperta dell’ignoto, abbandonando alle spalle gli unici posti  all’epoca da noi conosciuti.

Superammo in breve il confine con la Campania e tutto andava tranquillamente fino a quando sul lungomare di Salerno ebbi la strana sensazione che la ruota anteriore non ci fosse piu’ e la Vespa in piena velocita’ si adagio’ sul fianco sinistro assieme a me tenacemente ancorato al manubrio. Era arrivata la caduta gia’ precedentemente data per scontata! Ricordo di aver riportato un bel taglietto sul sopracciglio che cesso’ presto di sanguinare grazie al Kit d’emergenza del mio amico Paolo che aveva provveduto a fasciarmi completamente la testa, che sembravo un eroe Risorgimentale alla difesa della Repubblica Romana.
Ma, nel frattempo altri due motociclisti erano caduti nello stesso punto, costatammo infatti che qualcuno aveva perso del liquido lubrificante per circa 30 metri! Trasformammo quell’angolo di Salerno in un improvvisato ambulatorio nel quale Paolo esauri’ quasi completamente i medicamenti adoperandosi nel curare le ferite altrui. La Vespa colma di bagagli com’era non riporto neppure un graffio.

Nel pomeriggio prima di raggiungere la mitica costiera Amalfitana, decidemmo di entrare in un alimentari per acquistare qualcosa, e qui Santo fece la sua prima conquista, la ragazza dell’Alimentari! La quale ci offri’ il Suo giardino di casa per campeggiare! Ed era pure carina! (la ragazza, non la casa che purtroppo non vedemmo mai..) E, si, bisogna dire che il Santo piaceva molto, con i suoi capelli e la barba da Bronzo di Riace somigliava a Tomas Milian e quando ballava ci si  fermava a guardarlo

La notte si pernotto’ all’aperto in un ansa asfaltata provvidenzialmente  incontrata lungo la  Costiera Amalfitana. Quanto invidiai il coraggio di Paolo che riusci’ ad addomentarsi tranquillamente mentre un gatto ci camminava sui sacchi a pelo e Santo ipotizzava possibili aggressioni da parte di insetti e serpenti che avrebbero potuto gettarsi su di noi dalla sovrastante scogliera…

Il giorno successivo mentre viaggiavamo tranquillamente ammirando la Scogliera, la Vespa di Paolo che mi procedeva si blocco’ improvvisamente e solo per un soffio non lo tamponai.

Era successa la tragedia; Santo che in quel momento era il passeggero della Vespa di Paolo, aveva distrattamente poggiato il suo maglione sulle gambe e la manica dello stesso si era infilata nella ventola di raffreddamento, bloccando il motore e spingendo all’interno del volano il gommino parapolvere che aveva provveduto a distruggere bobina e puntine!

Atteso il tempo necessario, richiesto a gran voce da Paolo per ottenere cortesemente spiegazioni sull’accaduto da parte di Santo, con particolare riferimento in merito all’opportunita’ di indossare un maglione il 10 agosto, ci trascinammo sfruttando, le provvidenziali discese, nel primo centro abitato dove il factotum di un albergo si offri’ di riparare la Vespa per poche lire, ma avremmo dovuto aspettare il giorno successivo perché la locale assistenza PIAGGIO era chiusa.

La sera dormimmo all’aperto nel Porto di Atrani non prima di aver pero’ sfacciatamente conosciuto sulla scalinata della Cattedrale di Amalfi la ragazza piu’ bella che avessi mai visto, per fortuna, Santo che si era accomodato qualche scalino piu’ in basso, si accorse di noi e conscio del suo fascino e con l’intento di darmi manforte, fece in modo che ci salutammo da buoni amici evitandomi chissa’ quali incerti sviluppi futuri. Nel frattempo Paolo ci aspettava al porto di Atrani in quanto momentaneamente appiedato ed intento a scrivere una lettera alla sua ragazza (che diventera’ sua moglie) nella quale descriveva quanto gli mancasse la sua meta’ (la vespa).

L’indomani ci spingemmo piu’ a Sud e ci ristorammo con un lungo bagno nelle acque di Marina di Camerota e dormendo nel porto di Palinuro. Dormimmo profondamente adagiando la testa sui portapacchi anteriori ingombri di bagagli prudenzialmente smontati dalle vespe, fino a quando fummo improvvisamente svegliati dal fischio fortissimo di un aliscafo che attraccava a poche decine di metri. Pur essendo le sette di mattina spendeva un bel sole ed eravamo circondati da molte persone e mi stupii di aver dormito lo stesso cosi’ profondamente.

Stanchi di questa vita nomade e constatata la bellezza dei luoghi decidemmo di montare la tenda in un campeggio organizzato di Palinuro dove incontrammo altri ragazzi di Roma venuti anch’essi in moto ma con comode e velocissime GILERA ARCORE 125!

La possibilità  di alleggerire le Vespe, lasciando il superfluo nelle tende, ci consenti’ di conseguire lo scopo ultimo del viaggio, raggiungere la Calabria!

Partimmo di mattina presto e dopo aver superato lunghe salite e sfruttato a motore spento altrettanto lunghe discese, superata  Sapri, arrivammo a Praia a Mare!  Era la Calabria!

Ma dopo quelle salite la Vespa di Paolo non era piu’ la stessa, era lentissima. Imputammo il guasto alla marmitta, che fu opportunamente svuotata da un artigiano, ma niente il problema era del motore oramai sfiancato. I soldi stavano finendo, ed il sedicente cuoco di bordo Paolo,  tento’ di nutrirci acquistando un sacchetto di patate, ma il gas necessario per cucinarle rendeva antieconomico il tutto, e pertanto, andammo avanti un paio di giorni con “panzanelle” di   pane, pomodoro, sale e olio (sempre quello di semi) tutte amorevolmente confezionate da Paolo con le sue mani sempre sporche di olio (motore  pero’). Ricordo l’apertura dell’ultima scatoletta di piselli, residuo della scorta fatta a Roma, consumata cerimoniosamente direttamente dalla scatola alternandoci in  misurate forchettate.

Tornammo a Roma 15/08/81 con solo due giorni di viaggio alla velocita’ massima di 45 KM orari consentiti dalla  Vespa di Paolo e dopo aver percorso 1350 Km.

Felici e fieri della nostra abbronzatura e del fisico asciutto, nessuno di noi tre si accorse di quanto puzzavamo. Tale circostanza ci fu carinamente risparmiata nell’immediato ma in compenso ciclicamente richiamata da amici e parenti nel corso degli anni successivi.

Successivamente viaggiai molto, anche in altri Continenti, conoscendo Paesi e popolazioni affascinanti. Ma questo sinora e’ stato il piu’ bel viaggio della mia vita, e non mi dispiacera’ affatto se lo rimanesse per sempre.