Calendario

[COIO3]

C'e' una ragione precisa se i cani abbaiano alla luna: sono cani maschi.

Hanno le scatole piene e il cervello vuoto.



Dr John

The Band & Dr. John - Such a Night (11.25.1976)



Mimmo.

[COIO3]

La notte era giovane, l'umidita' marina risaliva anch'essa lungo i fianchi di monte ciccia andando ad inzuppare gli abiti e ad arricciare i capelli, l'onnipresente venticello onnidirezionale soffiava malandrino contribuendo ad incrementare il friccico de luna, chiaro indice di raffreddamento corporeo, tanto che, davvero, sul far della mezzanotte pareva di trovarsi sul Turini' in attesa dei piloti mondiali.

Si rimediava all'ostilita' climatica facendo la spola tra spiazzo e antro di ristoro, il portafogli si vuotava, le difese immunitarie precipitavano e il tasso alcolemico s'impennava proporzionalmente.

Come fossero stazioni della via crucis, ci si spostava da un capannello all'altro, in ognuno di essi si spingeva in alto il pennacchio di un qualche pilota emergente che "ne avrebbe fatto vedere delle belle", piu' che altro un qualche pilota di casa, quasi mai lo stesso pilota dell'anno prima.

In quella stagione si esaltavano le gesta di tale Bastianeddu serra a nastro, squattrinato apprendista meccanico che prometteva di dar del filo da torcere ai piu' blasonati e meglio equipaggiati campioni, alla guida del suo 127Special.

Era un piacere veder guidare Bastianeddu.


Mimmo.

[COIO3]

Nessuno era a conoscenza dei segreti celati dentro il suo 903cc, pero' si sapeva per certo che, cronica mancanza di fondi, aveva riassemblato il cambio a 4 marce racimolando sincronizzatori e ingranaggi dalle "campane" dei piu' svariati veicoli a motore.

Quel cambio era un prodigio della tecnica, la rapportatura era cosi' ravvicinata da permettere al motore di scaricare la potenza alle ruote con monotona gagliardia.

Poteva affrontare i tornanti indifferentemente in prima o quarta marcia, usciva dalle curve e affrontava gli allunghi col medesimo e perseverante lamentoso ululato; il rumore della vettura ricordava appunto quello delle seghe a nastro che tanto monotono lavoro svolgono nelle segherie.

Dentro le curve, Bastianeddu metteva paura solo a guardarlo.

Complice la cronica carenza i fondi, racimolava coperture dentro le fiumare e le discariche a cielo aperto, le metteva in condizione di respirare e, in gara, si intraversava nelle curve guizzandovi nel mezzo con la medesima liquida irragionevolezza dei cefali dentro il lago grande di Ganzirri.

Dentro le curve, Bastianeddu rischiava la vita.

Sfiorava i muretti e "lavorava di sterzo", Bastianeddu, intraversandosi in quelle stesse curve dove una carrozzina, tragicamente sfuggita dalle mani di una madre, sarebbe uscita indenne pennellando la linea di corda, limitandosi ad assecondare la forza di gravita' e la naturale pendenza del manto stradale.

Lo ricordo benissimo quell'anno, era l'anno di Bastianeddu.

Per ogni dove si affermava fosse lui l'astro nascente dell'automobilismo agonistico, chiunque altro si fosse messo per strada non avrebbe avuto "spesa", un modo di dire peloritano, una perifrasi dialettale per affermare che Bastianeddo avrebbe lasciato a digiuno di risultati chiunque fosse stato cosi' audace da sfidarlo in una gara cronometrata lungo un qualsiasi tortuoso nastro d'asfalto.

http://www.2cvclubitalia.com/public/smf/index.php?topic=6741.msg231255#msg231255



Mimmo.

[COIO3]

Complice il frescolino della notte si provvedeva a mentenere una ragionevole temperatura corporea insaccando il collo tra le spalle e girando in tondo per lo spiazzo di portella, ci si spostava da un capannello all'altro, come fossero stazioni della via crucis.

In ognuno di quei capannelli si celebravano le gesta di un qualche eroe a motore, tante volte si professava il monoteismo, tante altre invece il politeismo accendeva guerre di religione e, duole dirlo, ricominciavano a volare gli schiaffazzi e ci si vedeva costretti a spostarsi in tutta fretta verso un altro gruppetto d'appassionati d'indole piu' pacifica, tuttavia certe volte il freddo era cosi' pungente da trovarsi in dubbio fosse meglio abbracciare una nuova fede e buttarsi nella mischia, giusto per scaldarsi a vicenda, al fuoco di una nuova passione.

"Muti, muti!" gridava qualcuno all'improvviso.

"Zittiti, zittiti!" faceva eco qualcun'altro dall'altro capo della piazza.

La numerosa e agguerrita combriccola, richiamata all'ordine, ammutoliva all'istante e sullo spiazzo calava un silenzio di tomba.

In lontananza si udiva il feroce lamento di una qualche vettura a cui qualcuno stava tirando il collo senza pieta'.

"Stanno arrivando!" scoppiava esultante da mille cuori appassionati.


Mimmo.

[paoloDòCavaj]

Sono sicuro che avrò motivi per continuare il racconto.

Cio non toglie, fratello, che mi piacerebbe leggere il resto della tua storia, se hai voglia di raccontare, quando hai tempo 


La storia rischia di diventare ridicola e salottiera, che poi è la stessa cosa.
E' più per un sottaciuto e strano obbligo nei tuoi confronti, che impudicamente ti aggiorno.
Trattasi, pregiudizio prima dei fatti, di quanto più mi infastidisce in una certa piccola borghesia: questo suo atteggiarsi ed apparire confusivo, nello straniamento od occultamento della realtà nelle sue necessarie miserie e virtù.

Questo per non invitarti a leggermi oltre, se già qui mi segui con faticosa diffidenza.

Ma se per caso volessi andar oltre, visto il melassoso "volemose ben" fecondo in queste ricorrenze, sappi che abbiamo ricevuto una esemplare telefonata di quanto sopra ti esposi, anticipandone il mal celato senso.
"Mi striscia il parquet ... ha fatto cadere in via Marsala (teatrino e avanspettacolo per gli esibizionisti già descritti) Giovanni (nome celato) da tanto tira quando è al guinzaglio.... Sai, ha mezzogiorno la deve portare mia figlia, alla sera uno di noi: li, con voi, era "un'altra cosa".

Un'altra cosa?
Un altro mondo, un altro modo di essere, noi e/con/+ i nostri animali.

Nulla mi è mai stato regalato: forse, certo inconsapevole, mio nonno paterno, questa ex stalla e questo ex fienile dove, da solo, all'inizio mi sono inventato una storia che poi, un po' alla volta, rivista e poi rivista, si è concretizzata in casa, poi finalmente la Nostra famiglia.
Caldo, pianti e gioie condivise fra noi tre, con queste presenze che ci guardano, aspettano e sono felici se ci fermiamo, a stare con loro, in un tempo gratuito.
Quasi come si fa con degli amici o, anche, quando non sai cosa dire, con il figlio.
.

[COIO3]

In realta' non arrivava proprio nessuno, se anche qualcuno si fosse voluto avvicinare alla zona, quello era il momento peggiore per farlo, il momento peggiore anche per allontanarsene.

Se mai ho rischiato di morire malamente, fu nell'unica volta in cui mi lasciai persuadere a dare la caccia ai fantasmi, montando sulla prima vettura che capitava.

Al grido di: "corri che li acchiappiamo!", chiunque avesse la vettura a portata di mano ci montava sopra alla garibaldina e, conficcando gli speroni nei fianchi della bestia, sgommava via a sportelli ancora aperti.

I pochi ritardatari che in quel momento si avvicinavano a portella, si ritrovavano davanti una turba di vetture incazzate che si sportellavano senza pieta' andando ad occupare per intero le due careggiate.

Chi ne usciva vivo faceva tesoro di quell'esperienza, una di quelle esperienze che marchiano a sangue per il resto della vita, uno di quei ricordi che spingono un padre a rivolgersi al figlio maschio con un conciliante: "vabbe', lasciamo perdere", laddove con intransigenza avrebbe voluto sbraitare: "ma quando ti deciderai a mettere giudizio?".

I realta' non arrivava proprio nessuno, e la cosa migliore da farsi era continuare a bighellonare tra spiazzo e punto di ristoro; in quei momenti c'era sempre l'opportunita' di farsi delle matte risate.

Al grido di "stanno arrivando!" c'era sempre qualche ingenuo novizio che avrebbe voluto saltare in macchina per dare la caccia al campione, e si ritrovava invece a guardare la catena di s.antonio che si srotolava dietro il culone della propria vettura, parcheggiata in pole position gia alle 19:30, obbediente al credo: "chi tardi arriva male alloggia", il cogli0ne.


Mimmo.

[COIO3]

"Di chi e' 'sta macchina?" domandava concitato il novellino, rivolgendosi indistintamente a 5000 indifferenti veterani; era gia fortunato che nessuno lo cagasse.

Talvolta si avvicinava un qualche buontempone, emborrachado da riuscire a disinfestare una latrina da sottopassaggio ferroviario alitandoci sopra, che fingeva di prendere a cuore le vicende dell'impaziente matricola.

"Sei rimasto bloccato?" domandava, e subito dopo si rivolgeva ad un connivente gruppo di compari.

"Di chi e' 'sto cesso?" chiedeva, indicando col fondo della bottiglia il muso della propria stessa vettura, letteralmente incollata al cofano posteriore dell'auto del malcapitato.

"E' la vostra?" domandava speranzoso il novellino, sparando a casaccio nel medesimo mucchio da cui era saltato fuori il giocondo beone.

"Va trovici u patri!" commentava con finta svogliatezza il cognato del giocherellone avvinazzato, come parlasse di un trovatello abbandonato sul portone di una caserma.

"Ma che e', vuoi uscire?" domandava un cugino in seconda, uno smilzo dall'aspetto assonnato, sbadigliando come si fosse svegliato proprio in quel momento.

"Sapete per caso di chi e'?" continuava l'ingenuo ragazzo, leggermente indispettito dalla mancanza di collaborazione del gruppo di malacarne che, ostentando noia e ritardo mentale, andava progressivamente stringendo le maglie.

Se lo rigiravano per qualche minuto, passandoselo l'un l'altro con finto quanto perfido disinteresse, finche', alla fine, il fratello maggiore del beone che aveva aperto le danze si decideva ad aprire la bocca, una bocca talmente pregna di Biancosarti da poter sedare un cavallo imbizzarrito anche solo alitandogli sulla coda.

"Smetti di dare fastidio al ragazzo e spostagli la macchina!" esclama con finta aria di rimprovero, rivolgendosi al proprio germano.

"Ma allora e' la tua!" accusa risentito il pollastro, rivolgendosi al beone.

"Questa si, ma le altre no!" tenta di scagionarsi l'avvinazzato, facendo scorrere l'indice della mano destra lungo le fiancate delle altre sei vetture che negano la liberta' allo sbarbatello.

"Bisognerebbe rintracciare il primo della fila" interviene lo smilzo assonnato, soffocando un ulteriore sbadiglio.

La matricola capisce di essere finito dentro la paranza, eppure si sforza di fare un ultimo tentativo di guadagnare il mare aperto.

"Sapete di chi e' quella?" domanda, trattenendo a stento lacrime di frustrazione.

"Quale?" si informa sollecito l'uomo che sedava i cavalli, strabuzzando gli occhi cercando di mettere a fuoco la fiancata del proprio 124SpecialT, parcheggiato in fondo alla fila.

"Quella, quella ..." incalza rabbiosamente isterico il pesciolino, indicando una tre volumi scura che canta "O Sarracino" a voce e piano di Renato Carosone.

"'Zzoneso'" finge d'arrendersi il capo tonnara, stringendosi nelle spalle e, giratosi, torna tra i parenti mentre si lascia sfuggire uno sghignazzo che gli sfiata di botto dalle narici dilatate, come uno schizzo di mosto dalle costole del torchio.


Mimmo.

[COIO3]

Verso la mezzanotte, bighellonando lungo lo spiazzo di portella, capitava di vedere  giovanotti rigidamente aggrappati al volante della propria vettura, sul volto una smorfia d'odio, nelle membra un tremito di nervosa impazienza.

Non c'era tempo di muovere due passi che gia dall'altro lato dello spiazzo qualcun'altro lanciava rabbiosi e prolungati richiami di clacson, un altro di quei poveri idioti che cercavano di farsi largo verso l'avventura o le coltri della propria confortevole cameretta.

In quei momenti c'era sempre l'opportunita' di farsi delle matte risate a spese di qualcun'altro.

Ovviamente non ho mai piu' parcheggiato in pole position; quei figli di puttana!


Mimmo.

[Watson]

I tuoi racconti sono eccezionali, sembra veramente di esser li con te a cercare un posto dove parcheggiare l'auto e non farsi fregare dalla troppa fretta.....

.... ne aprofitto per omaggiarti di una visone sublimale di un famoso colle percorso molte volte dai campioni di rally che sicuramente conoscerai 

La notte era giovane, l'umidita' marina risaliva anch'essa lungo i fianchi di monte ciccia andando ad inzuppare gli abiti e ad arricciare i capelli, l'onnipresente venticello onnidirezionale soffiava malandrino contribuendo ad incrementare il friccico de luna, chiaro indice di raffreddamento corporeo, tanto che, davvero, sul far della mezzanotte pareva di trovarsi sul Turini' in attesa dei piloti mondiali.

Col de Turini - 1.607 metri



non c'ero mai passato, forse è la prima volta (ho un vago ricordo, ma non ho trovato documentazione fotografica) con la 2CV, in occasione del raduno di Levens....

... la strada è bella, molto tortuosa ed immersa in un mare di alberi, poi a metà percorso o poco più compare una chiesetta che vista da sotto sembra quasi che la strada ci vada addosso 


chissà, magari un giorno la tua rossa percorrerà queste nordiche strade e se capisci il francese chissà quanti interessanti racconti ci potrai regalare .

[COIO3]

Conosco i campioni ma non conosco la strada, se non qualche breve spezzone filmato avidamente carpito al tubo catodico.

L'unica cosa che pensavo fosse giusta e' stata di aggiungere l'accento finale al nome del monte, e' cosi' che ricordo di averlo sempre sentito nominare.

La tua bigrigia l'hai proprio portata dappertutto, sono un po' invidioso, penso sia uno dei vantaggi di vivere nell'ombelico d'Europa.

Non ti fermare  mai


Mimmo.

[Watson]

La tua bigrigia l'hai proprio portata dappertutto, sono un po' invidioso, penso sia uno dei vantaggi di vivere nell'ombelico d'Europa.

qui ti sbagli, io lavevo portata un po' dappertutto, ma proprio un pochino....

... ci sono forumisti o bicilindrici che davvero sono andati DAPPERTUTTO con le loro 2cv & derivate, forse non postano molte foto, ma ti assicuro io di km ne ho fatti davvero pochi e tutti in zona 



P.S. non sono esperto in grammatica italiana, ancor peggio per quella francese, ma se cerchi su wikipedia la pagina in francese del colle del Turini, vedrai che è scritto senza accento (come si vede nella foto postata sopra), forse l'accento lo si percepisce, perchè i francesi accentano tutte le parole italiane

per l'audio clicca --> QUI

[COIO3]

"Mi striscia il parquet ... ha fatto cadere in via Marsala (teatrino e avanspettacolo per gli esibizionisti già descritti) Giovanni (nome celato) da tanto tira quando è al guinzaglio.... Sai, ha mezzogiorno la deve portare mia figlia, alla sera uno di noi: li, con voi, era "un'altra cosa".

Un'altra cosa?

E' proprio quello che intendevo dire quando scrivevo che non gioco con le cose vive.

La vita, cosi' come la conosco, ha delle unghie nascoste da sfoderare, morde il freno e -che schifo!- tante viscere piene di sozzure da espellere con nauseante regolarita'.

La vita dei salotti, cosi' come l'ho sempre immaginata, e' una specie di asettico carosello dove si spara addosso a qualunque cosa abbia unghie o intestini.

Cani o cristiani, se hanno una qualche personalita', conviene si tengano alla larga dai salotti.


La parte ironica del tuo racconto e' che non mi riesce di immaginare un qualsiasi Giovanni (nome celato) che non abbia mai puntato i piedi tanto da graffiare il parquet, o che non abbia mai provato il desiderio di riempiri la panza cosi' tanto da essere costretto ad evacuare dove capita.

Ti servisse una mano d'aiuto per gli ulivi, dai un colpo di telefono al tuo amico: "mandami Giovanni" digli, "qui da noi e' un'altra cosa".

Cani o cristiani, se hanno una qualche personalita', mal si adattano al guinzaglio e conviene scorazzino all'aria aperta.


Mimmo.

[COIO3]

Campo Italia termina con un allungo in leggera discesa

Prima di immettersi nel rettilineo in leggera discesa bisogna percorrere una curva destrosa.


Tutta la strada percorsa fino adesso si snoda lungo il "Campo Italia", la curva di cui parlo corre accanto una sottofrazione a cui i residenti anno dato il nome di "25".

Il "padrone" di "25" e' un canazzo nero, guercio di un occhio, che odia il mio cavallaccio senza nome; odia anche me

Ho percorso quella strada innumerevoli volte, quasi sempre alla guida della mia p@nda, e conosco quel cagnaccio sin da quando era un giovanotto; pigramente sdraiato al sole sollevava la palpebra buona, mi annusava e mi lasciava andare via illeso.

La prima volta che ho portato la mia cabriolet rossa dentro la curva di "25" il demonio sembra essersi impadronito del bastardone guercio, l'educato scoppiettio del mio bicilindrico deve avere sconvolto il suo equilibrio mentale, o deve aver pizzicato qualche corda arrugginita nel suo cervello di canide.

Gia la prima volta e' balzato in piedi al sol vedere i bovini occhi della mia mansueta cavalcatura, ha cominciato a sbraitare come mi dicesse: "BASTARDO!", lui a me, ha messo le zampe in spalla e, come un forsennato, ha cercato di sgagnarmi i copertoni, esclusivamente gli anteriori, di preferenza il destro.


Non e' del tutto vero quel che ho gia scritto su queste pagine, ogni tanto mi diverto a giocare con le cose vive.

Il cerbero guercio comincia ad abbaiare prima ancora di avermi a tiro, me lo ritrovo davanti ritto sulle quattro zampe che corre verso di me, dritto sparato al copertone lato passegero, il suo preferito.

Sterzo delicatamente verso destra fino a chiudere la traiettoria alla bestia urlante, chiudo tanto da schiacciarlo al muretto.

La bestia non demorde, si defila dietro il culone della 2cv, poi accellera e si pone all'altezza del copertone anteriore sinistro, proprio sotto il mio finestrino, e continua ad abbaiare anche se con meno entusiasmo, lui ama il copertone di destra e mal si adatterebbe a sgagnare quello di mancina, tuttavia, si sa, non si puo' avere tutto dalla vita.

Una volta imboccato il rettilineo il cagnaccio si decide a lasciarmi andare e mi lancia dietro un'ultima abbaiata: "E NON CI PROVARE PIU'".


E' giocaforza che io ci riprovi, la strada del Campo Italia e' la piu' breve e "25" sta proprio dentro il Campo Italia, e la benzina, lo sapete, costa un pacco di denari.

"Ci sta riprovando" pensa, al solo sentire il mio "testarossa" che si arrampica lungo il rettilineo; questa cosa lo fa imbestialire a piu' non posso.

La mia giornata volge al termine e ho del tempo da spendere.

Blocco la vettura e la bestia si ferma, do una sgasata a folle e la bestia abbaia, allungo 10 metri in prima e la bestia comincia a battere la coda e tenta di mordere il copertone che rotola, subito dopo mi fermo e la bestia si ferma, e poi ricomicio daccapo, una, due, tre, innumerevoli volte e il bastardone continua a seguirmi, urlante e con la coda ad alzabandiera.

Cosi' agendo son riuscito a fargli percorrere anche 200 metri, una volta l'ho costretto a sconfinare da "25".



L'ho fotografato, ho rallentato e mi son fermato proprio all'altezza del cancello che caninamente custodisce  http://www.2cvclubitalia.com/public/smf/index.php?topic=2728.msg231977#msg231977

Mi guarda fisso e trema d'odio represso, tanto che gli vibra la gualdrappa.

"Scansati" gli dico io.

"Scinni, bastaddu, ca ti fazzu 'n'culu tantu" risponde lui, gonfio di muto rancore.


De Gregori

Francesco De Gregori - Il '56


Mimmo

[COIO3]

Ero stato avvertito per tempo che la zona sarebbe stata vietata al transito veicolare nel giorno 27 del corrente mese.


I piloti hanno cominciato a sgasare a orario umano, stavolta    ho avuto tutto il tempo di svegliarmi, darmi una ripulita e avviarmi a piedi lungo i tornanti del campo italia.


I gatti avranno anche sette spiriti, tuttavia hanno una vita relativamente breve, e il micio che mi venne tra i piedi probabilmente non era mai stato a conoscenza di quanto rumorosi possano essere i passatempi degli umani.





Che e' 'sto casino, sembrava chiedere, se e' la fine del mondo non me lo nascondere, ho qualche conto da chiudere prima di lasciare questo mondo, mogli da baciare, figli da salutare...


Che potevo rispondergli 



Cat Stevens

Cat Stevens-Wild World

[10nico]

Tutte le volte che ti leggo caro mio, mi sembra di essere lì con te...sei proprio uno su un milione   

Popperità canino/felina ( tranne che al cagnaccio antipatico!  )

10nico

[COIO3]

Lieto di essere riuscito a ispirarti pensieri positivi, amico tennico 



Continuo giusto per meglio connotare l'evento 




L'organizzazione e' alla buona, oserei dire, non manca di nulla seppur tanto e' lasciato all'iniziativa personale.


Qui tavolino e sedie del controllo orario, roba da picnic che comunque funge al suo scopo, gli addetti alla posizione dovevano essere vecchi del mestiere, verso le 11:30 commentavano il fatto che gli si fosse sviluppato un pititto lupigno, e benedicevano il fatto che alla mezza (le 12:30) un certo pascalinu li avrebbe riforniti con due pani caserecci e una casseruolata di spezzatino se non proprio fumante quanto meno tiepido 


Mirabile la p@nda di cui lascio in evidenza le prime tre cifre della targa, una vecchia e fedele bestia da traino la cui data di nascita e' certamente collocata temporalmente nel 1988, come dire 26 anni di fedelta' 






Il percordo in se e' variamente accidentato e pericoloso alla viabilita' ordinaria, specialmente dopo le abbondati pioggie della notte e del primo mattino; affrontarlo con l'accelleratore a tavoletta non deve essere stato uno scherzo, e infatti una quarantina di macchine non si sono presentate al secondo giro 



Qui ritratta in tutta la sua folgorante evidenza una voragine capacissima di ingoiare per intero una vettura di media taglia    la griglia di protezione stazzava un buon quintale sicche' ritengo che chiunque l'abbia trafugata abbia spuntato un ottimo prezzo rivendendola a peso,  e' stata asportata ripetute volte finche' l'amministrazione ha capito l'antifona.


Adesso la buca e' segnalata da una coppia di new jersey abbracciati in configurazione detta "dei pesci", se vi interessate d'astrologia, o meglio in configurazione a "69", se come sospetto piuttosto che l'astrologia vi acchiappa molto di piu' il ... 


Gagliardo anche il muro di contenimento, messo in opera negli anni settanta da un appaltatore tra i piu' onesti, tanto che v'e' chi giura che tra la sabbia vi fu mescolato anche del cemento di pozzolana, non molto, il giusto perche' si tenesse in piedi per tutti questi anni  certamente dopo tanto lavoro all'acqua e al vento adesso il muro si sbriciola anche solo a sputarci sopra 


Mi e' obblico segnalare che i due new jersy goderecci erano collocati abbondantemente fuori traiettoria 






Riguardo al pubblico appassionato di questo genere d'eventi, che dire    non sono la crema della societa' ma nemmeno tanto cattivi, quantunque non brillino certo per umanita' e buoni propositi; se non sono gigli son pur sempre figli...   


Qui il lunotto posteriore di un figlio di buona donna che proditoriamente e' andato a occupare un parcheggio condominiale, seppure incustodito 







De Andre'

La Città Vecchia - Fabrizio De Andrè - Canzoni

[COIO3]

Credo dovrei mostrare qualche vettura


La vettura numero 2 ha attirato la mia attenzione, il navigatore doveva essere il nipote di cotanto nonno, un indiavolato cefaludese che negli anni 70/80 si infilava nelle trazzere dei nebrodi portandosi via intere strisce d'asfalto    ricordo di averlo visto guidare una 037 sulle strade di casa mia, era gia anziano ma metteva paura 






Questa invece e' la numero 1, una mitsubishi "vamos"    parecchio carica di cavalleria  sparava dalla marmitta da risvegliare gli allarmi di tutte le vetture a cui passava accanto, se la mia 2cv fosse stata parcheggiata sulla strada avrebbe avuto la capotte divelta






E' partito come un ciclone    ma non e' mai uscito dal percorso  ho sentito dire che si e' cappottato



Marie Claire D'Ubaldo - The Rhythm Is Magic

[10nico]

Questa invece e' la numero 1, una mitsubishi "vamos"    parecchio carica di cavalleria   sparava dalla marmitta da risvegliare gli allarmi di tutte le vetture a cui passava accanto, se la mia 2cv fosse stata parcheggiata sulla strada avrebbe avuto la capotte divelta

E' partito come un ciclone    ma non e' mai uscito dal percorso   ho sentito dire che si e' cappottato

Chi di capotte ferisce, di cappotta perisce!  

Troppa cavalleria fa male, meglio due, che è un bel numero pari  

Popperità!

10nico

[COIO3]

Dal punto di vista forumistico l'appuntamento non e' stato totalmente off-topic 


Il parco macchine transitante sembrava il festival delle francesine, renault e peugeot in massima parte, ma anche la citroen era ben rappresentata, le vecchie saxo, se ben messe a punto, sono delle vere schegge con il pepe al chiulo 


Salvo poche eccezioni la motorizzazione dell'evento aveva una forte connotazione transalpina, tre vetture del gruppo fiat tra cui una 147 turbodiesel assolutamente di serie tanto che non zaffava nero dallo scarico nemmeno in partenza, una giapponesina e una rover e poco d'altro 



Poche note di colore nella foto realizzata di buon mattino con il cielo ancora nuvolo.






Il cagnolino domiciliato dietro l'ingressone in cemento che sembra aperto sul nulla, una bestiola abituata a dividere il territorio con pecore, scorzoni e lucertole; continuava ad andare su e giu abbaiando sull'orlo di una crisi isterica: "smettetela di fare casino, in questa contrada ho sempre comandato io"; smaniava a maggior ragione sfavorito da una dotazione di spropositatamente grandi padiglioni auricolari



Il sederone rosa della vecchia peugeot da competizione targata PA A49xxx recita: lassa iri un ci pinsari pensa a saluti; non v'e' chi non riconosca in questa pensiero la filosofia esistenzialista francese degli anni '60







Francoise Hardy

Francoise Hardy - Tous Les Garcons...

[COIO3]

Man mano che le vetture in competizione si affollavano per prendere il via, l'atmosfera alla linea di partenza diveniva via via sempre piu' irrespirabile  quelle vetturette bruciavano qualcosa di piu' sostanzioso della sola benzina una stazione di rilevamento dei dati d'inquinamento atmosferico posizionata al via avrebbe avuto gli indicatori a fondo scala  nonostante il maestrale soffiasse fisso a piu' di 80 l'ora.


Mi incamminai lungo la strada per scongiurare l'avvelenamento da policiclici aromatici e per meglio apprezzare i bolidi lungo il percorso  tra una macchina e l'altra riuscivo ad avanzare di qualche centinaio di metri, e al transito delle vetture saltavo dietro il paracarro e subito dopo il passaggio ricominciavo a salire; in una occasione, dietro il paracarro, mancai di pochi centimetri una frittellona di vacca che avrebbe potuto ingoiarmi fino al ginocchio  sicche' da li in poi cominciai a scavalcare con piu' cautela 


A ogni strappata immancabilmente qualcuno gridava al mio indirizzo: "macchina", al che io, saltando dietro al paracarro, rispondevo: "non sono sordo"; alla strappata seguente nuovamente qualcun'altro si sentiva in dovere d'informarmi che era in arrivo una macchina; considerato che tutte le macchine erano indistintamente smarmittate    e conseguentemente anche un sordo le avrebbe sentite arrivare, posso affermare che il percorso era disseminato di coglini, almeno uno ogni 300 metri


Alla fine arrivai al primo tornante utile, sia per ammirare gli eventuali funambolismi dei piloti, sia per apprezzare dall'alto le rispettive doti di stradisti 


Qui ritratto l'impegnativo tornate a 360° che prometteva il migliore spettacolo 





Si notano due strisce nere copiare la curva


La prima striscia, piu' liquida e sfrangiata nei contorni e' la pisciatina di olio del cambio di una saxo dipinta con i colori del bologna calcio che avrebbe chiuso la gara scendendo a motore spento e frenando al posteriore, mentre il pilota rilasciava ai pedoni interviste non richieste lamentando che peccato fosse stato di perdere il cambio, in verita' sentiva che quella sarebbe stata la volta buona per insegnare l'educazione e tutti i competitori della sua classe 


La seconda striscia ha una storia diversa che va raccontata perbenino 


Una francesina rosso foramalocchio arrivo' a tromba come se si proponesse di pennellare a tavoltetta la curva del serraglio in quel di monza    trovatosi di fronte una collinetta massimamente rocciosa il pilota pianto' una frenatona epica e il successivo inserimento in curva non fu da manuale, ovviamente 


"Minkia! ma qui c'e' un tornante", deve avere esclamato, "si, ma io te lo avevo anche detto che c'era", deve aver commentato il navigatore 


Mi venne in mente una canzone dell'immortale jannacci: dal vivo non si puo' piu' cantere, l'orchestra e' ormai 4 battute dopo...


Jannacci

Enzo Jannacci - Ci vuole orecchio

[Fabio]

[...]
Il sederone rosa della vecchia peugeot da competizione targata PA A49xxx recita: lassa iri un ci pinsari pensa a saluti;  ....
[...]

... non avevo fatto caso all'epigrafe sicula, mi ero concentrato sulla targa e tra me e me ho pensato:

".... c@]]0, anche dall'Inghilterra vengono a correre dalle tue parti?" 


Ora il dubbio rimane: targa agricola o personalizzazione ? 



Fabio

[COIO3]

Di seguito ritratto il tragitto da me percorso, dallo start fino al tornante documentato prima


La strada copia il fianco della montagna, e se lo trovate sgombro di spettatori c'e' il suo perche' 


Vedendo che mi arrampicavo deciso lungo il percorso, in molti, quasi tutti cominciarono a venirmi dietro; i maschioni erano sparpagliati lungo le parti piu' impegnaticve del percorso gia dalle prime ore del mattino, alla partenza erano rimasti solo pochi giovinastri  ragazzoni nati nei primi anni '90 massimamente obesi e dall'aspetto sonnolento e ottuso, anche volendo non avrebbero potuto nuocermi, cominciai quindi a canzonarli 


"Macchina" gridavo a ogni passaggio, e quelli non osavano replicare nulla limitandosi a saltare dietro il guard-rail; erano in tanti e sono pronto a scommettere che almeno uno di loro deve aver centrato la frittellona di vacca che io avevo miracolosamente scansato qualche minuto prima  come ho gia detto il percorso era disseminato di coglini, uno di loro ero io 






Si vede bene come il percorso offrisse il meglio a chiunque avesse cavalli da spendere  quasi tutto rettilineo, le poche curve offrivano piu' che altro un blando cambio di traiettoria da affrontare a tavoletta e in appoggio alle ruote esterne; quasi tutti davano spettacolo, e la montagna risuonava come fosse teatro di una guerra sanguinosa 


Quasi tutti aprivano l'accelleratore, secondo il manico e la cavalleria, tranne un turista alla guida di una francese colorata di grigio, grigio quasi quanto la sua prestazione  al minimo accenno di curva il pilota toglieva il piede cosi' che invece di sentire il motore sparare a mitraglia si soffriva sentendo il medesimo quattro cilindri soffocato dalla classica sucatina di risucchio  uno spettacolo indecente, lo avrei umiliato anche con la 2cv a capotte aperta 


Sembrava fosse il pilota a dettare le note al navigatore.


"Guarda li che magnifica troffa di finocchietto selvatico! prendi nota che torniamo domani a raccoglierlo cosi' organizziamo una pasta con le sarde..." 



Arrivato al mio tornante, il tazio esito' parecchie volte con l'accelleratore, alla fine decise per una sosta e subito dopo infilo' la prima marcia cosi' che non sbaglio' la curva ma sbaglio' l'inserimento della seconda e in uscita dovette sfrizionare per risvegliare il motore, ma subito dopo pensando di aver esagerato tolse nuovamente il piede  avessimo avuto della frutta gliela avremmo tirata dietro


Tutto quel lascia e piglia d'accelleratore mi aveva letteralmente nauseato piu' che un pilota da rally sembrava un imbranato su una pista da ballo intento a farsi ridere dietro dalle ragazze 



Plastic Bertrand

Plastic Bertrand - Hula Hoop

[Watson]

uno spettacolo indecente, lo avrei umiliato anche con la 2cv a capotte aperta 


Sembrava fosse il pilota a dettare le note al navigatore.

Già.... solo che non ricordo cosa dettava il navigatore al suo pilota quel caldo giorno di alcuni anni addietro....




Roger Hodgson - Take The Long Way Home (Take The Long Way Home)

[COIO3]

Che cribbio    non indosso le cinture di sicurezza  suppongo tu abbia abbastanza materiale fotografico da farmi ritirare la patente fino al prossimo giubileo, ammesso rimanga qualcosa da giubilare 


Riconosco la strada    pero' non so dire il giorno e nemmeno l'ora dell'incontro 


Siamo proprio una bella coppia, ti ringrazio per il revival    e sono testimone vivente di quanto la tua inesauribile conversazione sia gradevole, deliziosa addirittura   non mi pronuncio sui contenuti delle note scambiate  tuttavia il piacere della conversazione e' quando la stessa si limita a sfiorare la superficie delle cose e degli eventi, la profondita' non si addice a due come noi  alla nostra leggerezza



Sergio Caputo

Io e Rino

[Watson]

Riconosco la strada    pero' non so dire il giorno e nemmeno l'ora dell'incontro 

Io ricordo tutto...... o meglio le foto digitali ricordano tutti, sai hanno il difetto di portarsi dietro un sacco d'informazioni e credo che in futuro (ma mi pare l'abbiano già fatto) si porteranno dietro anche l'audio dello scatto

per la privacy ti posso dire solo l'ora 11,05, e tranquillo almeno uno dei due le cintura le aveva indossate 


ricordo ancora il giro, davvero bello sotto quelle fronde di alberi, molto probabilmente il lato opposto di quello fotografato da te l'altro giorno che a vedere la vegetazione è molto spoglio

la strada da passeggero mi era sembrata bella, molto interessanti sono alcune curve in pavè..



e poi era stranamente pulita, niente erbacce che invadono la corsia, i rami potati, l'esfalto pulito, non vorrei scriverlo, ma non sembrava di esseri li su quell'isola...



.. ne ho viste alcune in cui dovevi scendere dall'auto con il macete per farti strada tra rovi e fichi d'india, ma non qui.


Ricordo tante altre cose, ma non riesco a metterle in modo che la loro lettura diverta ed interessi il forumista bicilindrico, e poi non trovo la colonna sonora giusta.....


Antonio 


The Blues Brothers - She Caught the Katy

[Watson]

Destra o sinistra la storia non cambia, li dove vivo, Ionio e Tirreno sono divisi da 1/4 d'ora di strada, la "mia" strada, e io ci vivo in mezzo.

probabilmente non siamo più su quella strada utilizzata per il rally, ma in quel giro ricordo che arrivammo su in alto dove si intravvedono i due mari da te accennati

il Tirreno



bello, ampio, con una visuale illimitata, mi pare che se ci fosse il cielo terso forse si vedono le Eolie, ma non vorrei confondere con l'altro luogo visitato, Cefalù 

lo Ionio



stretto, limitato, pericoloso, poco mare e tanto fiume, visto che non si può non vedere l'altra sponda, la costa calabra o come diceva mia nonna il Continente

E poi se non ricordo male non è da queste parti che viveva quel mostro di Cariddi e Scilla (dall'altro lato) 



Tratto dalla rete:

La navigazione dello Stretto, infatti, ebbe nell'antichità una bruttissima fama e  realmente presenta notevoli difficoltà, specialmente per le correnti rapide ed irregolari. Anche i venti vi spirano violenti e talora in conflitto tra loro. A volte, le correnti raggiungono una velocità  di 9 Km. all'ora e scontrandosi danno luogo a enormi vortici  che sicuramente  terrorizzavano i naviganti. I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l'altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pizzo.


Ricordo bene che mi segnalasti i vortici una volta giunti vicini al canale, non li ho fotografati, ma penso di averli sognati, un incubo sicuramente, perchè il mare non è quel luogo che amo particolarmente....


... con questo ho terminato la mia testimonianza di quella strada e di come rimasi soddisfatto a percorrerla insieme a te 

a volte mi chiedo che grandi Benifici si hanno ad incontrare appassionati bicilindrici, ci sono passato per decenni su quel tratto di costa e mai che abbia notato tante di quelle cose che notai in un assolato giorno d'estate, dopo la lettura di un post su una strada di montagna su un forum bicilindrico....

... e questo compensa tutto il resto che è meglio non accennare.

Antonio curioso e Paola (perchè lei c'è sempre  )

[COIO3]

Hai ragione, quelle in foto non sono le strade del rally 


Adesso non so quanti anni siano passati, ma dal numero di dettagli che sei in grado di ricordare mi viene da sospettare che saresti stato un ottimo sbirro    staro' attento a quello che mi faro' scappare dalla bocca le prossime volte che avremo modo d'incontrarci 


Io non ricordo nemmeno che lavoro fai, e a pensarci adesso comincio a preoccuparmi  ma comunque vada ricordati che ti ho sempre voluto bene 



Pero' hai ragione, abbiamo dimenticato di omaggiare le rispettive signore     

[COIO3]

Non e' un trucco fotografico, non ne sarei capace 


Era li, partiva per ultima, l'unica della sua classe, spettacolare.


Mi e' venuto il magone a vederla per la strada, non tanto per la nostalgia di quello che ho avuto e che mai piu' avro', piu' che altro il rimpianto per cio' che e' stato e mai ho avuto, quella signora correva per il mondo quando io ancora scarabocchiavo la cartella alle medie 

[Ludo]

BELLISSIMA!

[COIO3]

Mi avvicino con passo felpato e comincio a scattare, con una certa circospezione a dire la verita', l'equipaggio sembra finto, due statue di sale, immobili come i pupazzetti della playmobil seppure all'aspetto mostrano essere due distintissimi professionisti, i migliori della categoria nel caso voi siate clienti di provata solvibilita' 






Suppongo preferirebbero essere apprezzati per le loro doti di stradisti, piuttosto che per l'augusta vetusta' del mezzo che pilotano; ma in fin dei conti che colpa ne ho io se loro hanno portato in strada la vettura piu' bella dell'intero parco auto 


Qui sulla linea di partenza





La meccanica e' impeccabile, il cambio silenzioso, il motore rotondo seppure gli manca il tipico gorgoglio della strozza aperta dei carburatori a tromboncino, non credo sia governato dall'elettronica, forse monta una iniezione meccanica 


Di certo e' che mi preparavo a immortalare la partenza salvo il fatto che al verde la vettura scatta cosi' veloce da vincere in rapidita' l'otturatore della mia fotocamera, cosi' che in ultimo posso offrirvi solo un lembo di coda