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Il Pierinu, il Lolo e gli altri

Aperto da Aspes, 22 Maggio 2008, 08:39:04 AM

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Aspes

Amici, posto questo racconto anche se alcuni nomi citati non vi diranno nulla.

Lo posto ugualmente perche' puo' darsi che qualche forumista-cinquantenne possa aver avuto un'infanzia simile alla mia ed in queste righe ci si possa un po' ritrovare ......
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"  ... queste righe sono rivolte a quelli come me che, in varie epoche, in quel Bar ed in quel paese  hanno passato la loro infanzia, la gioventu', l'eta' adulta e la loro vecchiaia ..... "



Non mi ricordo quando ci entrai la prima volta.

Di sicuro ero piccolo, ed in compagnia di mio padre.

Ora faccio fatica a ricordare, e' passato troppo tempo, e la memoria mi invia solamente l'immagine di una stanza grande e lunga, di un bancone appena dentro sulla sinistra, e di una serie di tavolini e sedie che si perdevano sul fondo.

Conservo ancora una foto che mi ritrae in compagnia di mio nonno, in piazza,    appena fuori da quel Bar, ma non credo che sia il ritratto della
mia " prima volta ".

Il tempo passo', velocemente, e quando fui piu' grandicello quel Bar mi vide sempre di piu' presente, e le giornate incominciarono a passare " suta la porta ".

Cosi' dicevamo, " suta la porta ", che altro non era che una stanza in cui noi, ancora troppo piccoli  e senza una lira, potevamo passare il nostro tempo a guardare cosa facevano i ragazzi piu' grandi.

Li' potevi trovare tutto quello che l'epoca poteva offrire : il Juke-Box, il Calcio Balilla ed il Flipper.

Si faceva fatica a trovare un po' di spazio, tutto era preda dei ragazzi in po' piu' grandi, che monopolizzavano quasi tutto.

Noi eravamo gli spettatori di quel periodo magico, ed in silenzio assistevamo ad interminabili partite di calcio balilla : uno di loro, il Peru Batista, se non sbaglio era solito giocare in porta.

Giocava tenendosi per traverso, una moda che all'ora era molto in voga, e sudava cosi' tanto, ma cosi' tanto che quasi si formava una pozza per terra, e dopo di lui era impossibile riuscire a tenere le manopole in mano senza che ti scivolassero via.

Alcune volta capitava di avere 50 o 100 lire in tasca, ed il sogno era di poter
fare almeno una partita a Flipper.

E qui la cosa era sempre molto complicata : chi stava gia' giocando era solito mettere una sfilza di monetine sul vetro, come a far capire che avrebbe giocato per una mezzora almeno, se non di piu'.

Noi aspettavamo con pazienza che tutte quelle monetine si esaurissero, o quasi, sperando in qualche Tilt precoce, e quando sembrava che stesse per toccare a noi, con il nostro 50 lire in tasca, ecco che arrivava qualcuno piu' grande che ti guardava come per dire : " Non tocchera' mica a te, vero ? ".

E cosi' quando le monetine di chi stava giocando si esaurivano, ecco che un altro avrebbe preso il nostro posto, ed anche lui avrebbe giocato per un sacco di tempo.

Noi non ci lamentavamo, anzi. A quell'epoca era normale, e c'era rispetto, e soprattutto timore, per chi era piu' grande di noi.

E non solo erano piu' grandi, erano anche impazienti: se arrivavano che qualcuno di noi stava gia' giocando, dopo un attimo iniziavano a far muovere il Flipper, a provocare il Tilt, cosi' da poter giocare subito.

Anche in quel caso non avremmo detto una parola, e ci saremmo fatti subito da parte, con la delusione e la rassegnazione di aver dato fondo inutilmente al nostro unico 50 lire giornaliero.

Ogni tanto il Flipper si bloccava per un altro morivo : Il Record.

Era uso che, da domenica alla domenica dopo, chi faceva il punteggio piu' alto al Flipper, insomma, il record, vinceva una bottiglia di spumante.

Chi giocava sapeva bene qual'era il punteggio piu' alto fino a quel momento, dato che era scritto sul vetro del flipper con una penna.

Se lo si batteva, tutto si fermava. Si chiamava il Pierinu, che arrivava e controllava che fosse vero, cancellava il vecchio punteggio e ci riscriveva il nuovo.

Io mi ricordo di aver vinto la bottiglia una volta sola, quando ero gia' un po' piu' grande.

Con il Juke-box invece era tutto un po' piu' semplice.

La musica la potevano ascoltare tutti, e le canzoni in quel periodo erano sempre le stesse, piacevano a tutti e non importava chi aveva messo le 50 lire.

E poi, se proprio avevi messo una canzone che agli altri non piaceva, arrivava il solito ragazzo piu' grande che, premendo un bottone dietro al Juke-box, te la toglieva.

Insomma, non so se avete capito, ma a quell'epoca non era per niente
Facile essere un " muciot ".

Quando diventammo un po' piu' grandi, ma solo poco di piu', appena in possesso del famigerato Registratore a cassette, con lo scopo di risparmiare qualche lira, io, il Tafa ed il Gianin di domenica mattina alcune volte provammo a registratre le canzoni direttamente dal Juke-Box, con il microfono, e tutto sarebbe anche andato bene, se non che, quando meno te l'aspettavi,  il Pierinu apriva la porta che lo portava dal Bar verso casa sua, che avrebbe cigolato e sbattuto a fondo corsa, e tutto cio' sarebbe rimasto registrato per sempre. 

Ma andava ugualmente bene, e magari poterle riascoltare ora quelle cassette !!!

Anche se gli inverni erano lunghi e freddi, spesso si passava parecchio tempo fuori dalla porta, in piazza, tutti in gruppo, chi a parlare ed altri, come noi, ad ascoltare.

D'estate poi era normale restare fuori, cosi' tanti che quasi si arrivava in mezzo alla strada.

I ragazzi arrivavano uno alla volta, piu' o meno tutti allo stesso orario, e ad un certo punto, da lontano, ecco che vedevi arrivare lui : il Lolo.

Era un ragazzo alto, robusto, con uno sguardo che ti fulminava e che ti incuteva timore.

Se dicevi qualcosa, lui ti guardava con quel suo sguardo per un po', scrutandoti, e quando meno te l'aspettavi, quando pensavi che le cose stavano per mettersi davvero male, il suo viso si apriva in un sorriso, inaspettato, e capivi che il pericolo era passato.

Era dotato di un'ironia non comune, capace di battute pungenti.

Lo vedevo arrivare da lontano, con i jeans e la camicia militare, e quel suo passo caratteristico, ciondolante, con gli zoccoli di legno che sfregavano sull'asfalto.

Nessuno di noi avrebbe anche solo lontanamente pensato di mettersi contro il Lolo, o di dire qualcosa che poteva dargli fastidio.

Era quel tipo di ragazzo che non avresti mai osato contraddire, ma che nello stesso tempo ti infondeva un senso di sicurezza, come se con lui non sarebbe potuto succeddere niente di brutto.

L'ho rivisto pochissimo tempo fa, dopo quasi 20 anni.

Certo, ora e' un po' piu' appesantito, ma l'ironia e' rimasta uguale, e lo sguardo, anche se molto piu' tranquillo di un tempo, l'ho rivisto per un attimo
" fulminante ", proprio come all'ora.

Gli anni iniziavano a passare, e ad un certo punto ci fu una grande novita' : il Pierinu modifico' il suo locale, ed in fondo al cortile, proprio dove una volta passavamo le giornate a giocare a Ping-Pong, apri' una Pizzeria.

Se poi nel corrile salivi le scale verso il piano superiore, entrando ti saresti trovato in una sala ristorante, e piu' in la, in fondo a sinistra, una saletta con un bigliardo.

La cosa curiosa era che, dato che la saletta era piccola, quando la pallina si fermava in certe posizioni, era impossibile colpirla con la stecca normale, ed allora il Pierinu si era fatto fare delle stecche piu' corte, mai viste piu' da nessuna altra parte, che ti permettevano di colpirla.

Il Bar in quel periodo era al massimo del suo splendore : c'era il Bar vero e proprio, con il Bancone, le sedie ed i tavolini, sia dentro che fuori.

C'era accanto la famosa " suta la porta ", con tutto quello gia' descritto prima.

C'era la pizzeria, con al forno prima il Lino e poi il Marianini, e sopra la sala ristorante, dove abbiamo festeggiato qualche capodanno, ed infine la sala Bigliardo.

Penso che quello, ed il precedente, fu per tutti noi il periodo piu' bello e che ancora oggi ricordo con tanta nostalgia.

Fu il periodo che ci vide piccoli, poi appena appena piu' grandi, sempre a seguire ed a cercare di imitare quelli piu' grandi di noi, il Lolo e gli altri.

Di li a poco le cose sarebbero cambiate, e sarebbero finiti anche quei giri fatti dopo cena per il Paese, bene o male tutti insieme, quando ci capitava di vedere arrivare la Fiat 1300 del Risot, con la Franca che al vederlo arrivare sembrava volesse scappare, mentre invece altro gia' non era che quella cosa che li avrebbe fatti stare insieme per tutta la vita. 

Quando posso torno alla Badia, e una delle cose che mi  piace di piu' e'  passare per il Paese la sera tardi, d'inverno, quando il Bar e' gia' chiuso.

Passo in macchina, piano piano, poi mi fermo e spengo il motore, ed ascolto .....

Nello specchetto retrovisore mi sembra di veder spuntare il Potu, con quei suoi passetti piccoli piccoli.

Ed in piazza, ecco il Cletu, che racconta le sue storie.

Vedo il Gino spuntare dalla via della chiesa con il suo Gilera Regolarita', e vedo
il grande Aine anche lui con il suo Gilera tipo Easy Rider e poi con la sua Porsche verde.

Vedo il Francesco Canetta che ci porta a casa con la sua Prinz, che canta a voce alta e noi che facciamo una fatica tremenda per non ridere.

Vedo l'Ernesto che tra un cioe' e l'altro canta " Pinco, cateto, cheto, pinacoteca "

Vedo quella Dyane gialla girare a tutta birra verso la Curt Granda, ed il Bota che grida al Gianin : " Moviola e Carla Fracci ".

Ne vedo di cose, perche' io, ancora oggi, " Uno dei Mods " l'ascolto ancora.



   

















Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

roxie

bellissimo come sempre ...

E trovo bellissima l'idea dello specchietto retrovisore come schermo per vedere scorrere il passato ! Emozionante Aspes!

(felice)
"...per la stessa ragione del viaggio....viaggiare. "

Il restauro di Amelie

bubbo


CLENT62

Non ho parole, Aspes...ogni volta che leggo un tuo racconto, mi ritrovo a rivivere le stesse identiche scene, gli stessi posti, gli stessi bar della mia gioventu' (abbraccio)... In questo racconto mi hai fatto rivivere anche a me l'epoca delle registrazioni dal J.B. con i rumori delle tazzine e dei cucchiaini da caffe' all'epoca di "Sitting", di "Do it again", ""Rock your baby", ecc.
Sei un grande. (appl) (appl) (appl)
Ciao
Vai, e che il tuo passo ti sia leggero come il fumo della tua pipa...

Aspes

.... uno sviluppo inatteso .....

Ieri sera verso le 9 e' suonato il telefono ...

Rispondo .. :

" Maurizio ? "
" Si, sono io "
" Ciao, sono il Lolo " ....

Un mio amico, a mia insaputa, aveva dato al Lolo questo racconto da leggere, ed anche alcuni altri ......
Al Lolo sono piaciuti tantissimo, mi ha detto che gli hanno risvegliato ricordi che nemmeno pensava piu' di avere, e di avere scoperto com'era quel periodo visto da noi bambini, e che soprattutto non pensava di essere stato ... un " idolo ".
Abbiamo parlato per circa un'ora, con la promessa che gli avrei inviato altre cose da leggere, e di incontrarci appena saro' di nuovo alla Badia .... soprattutto per fare una bella partita a Ping-pong ... il Lolo ai tempi era praticamente imbattibile.

Mi ha fatto un piacere immenso, proprio una gioia inattesa ....

Siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nelle testa,
e il cuore di simboli pieno.

Farley Mowat

Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.
H. G. Wells

Watson

Citazione da: Aspes - 10 Settembre 2008, 08:33:51 AM
.... uno sviluppo inatteso .....

Ieri sera verso le 9 e' suonato il telefono ...

Rispondo .. :

" Maurizio ? "
" Si, sono io "
" Ciao, sono il Lolo " ....

Un mio amico, a mia insaputa, aveva dato al Lolo questo racconto da leggere, ed anche alcuni altri ......


bello  (su) bravo questo tuo amico a segnalarlo  (appl)

visto che ci sei, forse non servirà, visto che gli hai passato tutti i tuoi racconti, ma segnala al Lolo questo pdf

<a href="https://www.2cvclubitalia.com/public/coppermine/albums/userpics/10023/Racconti_Aspes_1_v01S%7E0.pdf">Aspes volume I</a>

<a href="https://www.2cvclubitalia.com/public/coppermine/albums/userpics/10023/Racconti_Aspes_2_v01S.pdf">Aspes volume II</a>

basta salvare i file e può stamparsi quasi tutti i tuoi racconti, neh  ;)


l'innominabile Watson  (felice)
W la vita

"non postare" è un pregio se ci si accorge di non avere nulla da dire, ma non tutti se ne accorgono. [Magomerlino]  La vita dura poco, se non giochiamo ora...  Watson nel cuore Gaia felicemente... tra i piedi